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Vegetariani / vegani e ideologie a loro collegate
15 Gennaio 2011
Un lettore scrive a Blondet:
«Salve, volevo chiederle se ha mai scritto un articolo apposito sui vegetariani/vegani e sul loro movimento/ideologia. Mi spiego meglio. Ultimamente noto che questi sono molto bene organizzati, tanto da avere ‘scienziati’ che sfornano studi appositi per confermare le loro opinioni, il che mi fa pensare che stiano venendo pesantemente finanziati da gente danarosa e con l’interesse di diffondere l’ideologia vegana/vegetariana. Inoltre, a questo si collega la storia sulla Monsanto che ha comprato un bunker atomico in isole sperdute da utilizzarsi come ‘deposito’ delle sementi mondiali. E nel frattempo loro creano sementi geneticamente modificate... Insomma, sarà mica che ci vogliono far tutti diventare vegetariani, perchè controllando loro il commercio del grano poi possono anche imporci la fame e la carestia? Chi c’è dietro il movimento vegan/vegetariano? Ci sarà qualche Rothschild dietro, come anche sulla questione del ‘global warming’? Vedo che molti vegani/vegetariani collegano le due cose, e dicono che se i ‘carnivori’ continuano a mangiare carne ciò porterà alla distruzione del pianeta terra: per evitare questo dobbiamo tutti convertirci all’insalatina scondita e al sedano da succhiare per dessert. Lei che dice? ».
Peter Singer
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Vedo che il movimento Vegan è nato (ovviamente) negli Stati Uniti. Che il rifiuto di mangiare carne o prodotti animali è fatto risalire insieme a motivi igienici e spirituali, nel senso dell’orientalismo New Age (dottrina della reincarnazione inclusa). Vedo che i suoi adepti sono giunti alla scelta vegetariana totale come forma estrema di animalismo, a sua volta forma estrema dell’ecologismo e del pacifismo. Vedo che la loro filosofia – il rifiuto non solo di uccidere, ma di usare gli animali – può contare su maestri di grosso calibro: Tom Regan, docente emerito di filosofia alla North Carolina university, il giurista Gary Francione, il bioetico di Princeton Peter Singer, i quali tutti sanciscono che gli animali sono titolari di diritti, e che usarli e allevarli anche umanamente è un atto di ingiustizia. Va da sè che i vegan si vietano di indossare scarpe, giacche e cinture di cuoio. Vedo inoltre che i vegan sono divisi in numerose organizzazioni, moltiplicatesi a forza di frazionismi piuttosto frenetici dalla chiesa-madre, l’American Vegan Society.
Le fratture sono avvenute su importanti questioni etiche come: se sia giusto per un vegan mangiare il miele, che è pur sempre un prodotto animale (la Vegan Society dice di no), o dilemmi inquietanti quali: come scoprire se nel cibo garantito vegano siano presenti tracce di prodotti animali, che non vengono dichiarati (per esempio: l’acqua a volte è depurata con filtri fatti di carbone di ossa; spesso la farina o la colla di pesce entrano nelle conserve come addensanti, il siero di latte è onnipresente) il che ha condotto gruppi di veri credenti a rifiutare per sempre la seta, la lanolina, coloranti a base di carminio e gommalacca, nonchè candele di cera. Dolorosi dibattiti sono esplosi nel movimento quando un docente di scienze animali alla Oregon State University, tale Steven Davis (non so se per scherzo o sul serio, come temo), ha sollevato la questione morale seguente: sanno i vegan che anche l’agricoltura uccide milioni di animali? Quando si arano i campi, li si fertilizza, o durante il raccolto, vengono uccisi circa 10 animali per ettaro (topi, insetti, eccetera); il che fa sull’intero territorio arabile degli USA, 500 milioni di piccole vite sterminate. Davis propone di lasciare metà del terreno coltivabile americano al pascolo di bovini ruminanti; in tal modo, sostiene, solo 900 mila animaletti l’anno sarebbero uccisi dall’agricoltura, e conviene mangiare poi quei bovini, dal punto di vista del diritto animalista, piuttosto che ricorrere a una dieta totalmente vegetariana. Ciò ha creato nella setta, come si può capire, terribili problemi di coscienza. E quasi insolubili: mangiare vitello per salvare toporagni? Allora non si può fare a meno di cumulare karma negativo? Eccetera.
Il che mi induce ad identificare nei vegan un tipo umano magari non numeroso, ma onnipresente in ogni tempo: quello dei fissati. Quelli con una sola idea fissa. Tipi umani che di solito nutrono marginali sogni di palingenesi sociali, convinti che basterebbe il solo rimedio che propongono – nudismo, pacifismo, vegetarianesimo, buddhismo, parlare agli alberi, pansessualismo, eccetera, – per cambiare l’umanità, purificare il mondo e far risorgere l’Età dell’Oro, l’Eden della felicità adamitica. In questo senso, il veganismo pare un appello particolarmente potente, perchè compendia in sè salutismo, pseudo-misticismo, pacifismo, ecologismo, ideologia del regresso come ritorno alla natura e moralismo anglosassone: ossia le più forti e legittimanti mode sub-intellettuali di questi anni, e forse di sempre. Per lo più, questi tipi umani sono innocui. Si contentano di formare gruppi settari con i pochi che condividono la loro stessa idea fissa e il loro semplicismo; impegnati a discutere le loro insignificanti teologie e casuistiche, e a lanciarsi anatemi ed accuse di eresia. Per fare un paragone zoologico, sono come la locusta – animale altamente vegetariano, infatti – che per lo più vive nella forma solitaria, inoffensiva, piluccando fili d’erba.
Ma come si sa, periodicamente in modo inaspettato, la cavalletta – guidata da misteriosi segnali fero-ormonali, simili sul piano sociale ad una suggestione collettiva irresistibile – passa alla fase detta gregaria: il suo corpicciolo, prima gentile come quello di un grillo, si fa duro e corazzato; si raduna a milioni con altri suoi pari parimenti forniti di orribili nuove mascelle, con elitre vibranti come pale di elicotteri infuriati; e lo sciame colossale si polarizza, si dà una direzione (una direzione qualunque; non c’è in esso un capo, nè un progetto), copre il cielo, e si avventa su tutto ciò che di vegetale spunta dalla terra, riducendo tutto a deserto. Dopodichè, inspiegabilmente come s’era adunato, lo sciame si disperde. Le locuste tornano solitarie, disarmate e inoffensive. Anche il tipo umano di cui parliamo emerge periodicamente dalle penombre della storia accompagnando le rivoluzioni con le sue frenesie e i suoi sogni di palingenesi; forse risvegliato dallo état d’esprit che infatua nei periodi pre-rivoluzionarti come un contagio psichico collettivo, annusa gioiosa nella rivoluzione veniente la promessa di liberazione totale. Tolstoiani, salutisti, anarchci e vegetariani aderirono a questo modo alla rivoluzione bolscevica in statu nascenti. Omosessuali, pedofili, igienisti, amanti delle foreste, cocainomani, indiani metropolitani ante litteram (Wanderwogel) si accodarono allo stesso modo e con le stesse speranze al movimento nazista in Germania; e simile emersione è stata notata nello stato nascente che ha dato origine al Movimento Studentesco e al celebrato Sessantotto: al grido di vietato vietare, nella frenetica attesa della liberazione incontrollata di ogni impulso (che diventa permesso), ovviamente in primo luogo sessuale.
Questi sciami, ovviamente, non fanno la rivoluzione, non ne sono capaci; ma formano la massa vociante e ondeggiante di ossessi che danno il sottofondo di confusione e la massa d’urto di cui i capi rivoluzionari hanno bisogno. Con la promesse di esaudire le loro inette utopie, questi capi sanno in qualche modo guidarli: le locuste umane che sono – per usare un termine della demonologia – ossessi, anelano a devolvere le loro personalità instabili e inette ai posseduti (si pensi a Lenin) cui l’essere invasi da una più ferrea idea fissa dà l’apparenza di personalità forti. Ovviamente, preso il potere, Lenin e Trotzky si liberarono dei disertori, ubriaconi e saccheggiatori, degli anarchici e rigettarono i tolstoiani e vegetariani nei forni appena aperti del Gulag; Hitler si sbarazzò della torma omosessuale e orgiastica della SA nel modo che sappiamo. Lo sciame del Movimento del ‘68 si autodistrusse nell’eroina e nel lamento, mentre i suoi capi sono, oggi, direttori di giornali borghesi...
Questo per dire, al caro lettore, che non so se è Monsanto a finanziare i vegan (contano tra loro molti attori famosi, capaci di finanziare in nome della fede); ma so che ogni movimento del genere è sempre disponibile per qualunque stregone, dominatore delle potenze dell’aria, sappia usarlo.
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