>> Login Sostenitori :              | 
header-1

RSS 2.0
menu-1
TUTTI |0-9 |A |B |C |D |E |F |G |H |I |J |K |L |M |N |O |P |Q |R |S |T |U |V |W |X |Y |Z

Archivio Articoli FREE

CMA-CGM.jpg
Rallentano i trasporti globali: male per la Cina
Stampa
  Text size
«Vediamo navi in partenza dall’Asia non a pieno carico: è il segno che viviamo un vero rallentamento dell’economia reale»: l’ha detto Jacques Saadé (origine libanese), il capo supremo del colosso francese della navigazione CMA CMG.

Saadè ha ammesso che ha fatto abbassare la velocità di crociera dei suoi cargos da 22 a 19 nodi, per risparmiare sul carburante.  «Il costo del carburante costituisce il 60% dei costi di nolo», dice, e si lamenta dell’assurdo prezzo del greggio. «Questo rincaro è artificiale, solo la speculazione può spiegarlo. I governi devono fare qualcosa per mettere un freno». E il rincaro avviene «mentre l’America importa di meno, e così l’Europa».

Anche il Baltic Dry Index, che misura i prezzi per i trasporti navali di carichi secchi (dal carbone ai grani), è calato del 23% in un mese. Questo si ripercuoterà - anzi lo sta già facendo - sul celebrato boom economico cinese (1). Anzi per tutta l’Asia, dove prodotti e semilavorati passano vorticosamente per nave o treno da un paese all’altro alla caccia di «vantaggi competitivi» anche minimi (e con profitti all’osso), per poi arrivare o tornare di nuovo in Cina per l’assemblaggio finale e l’esportazione allo stupido Occidente.

Il grande gioco globale diventa difficile da sostenere con successo, da quando il costo di trasporto di un container da 40 piedi fra Shanghai e Rotterdam è triplicato. Si aggiunga che da pochi giorni anche i trasporti interni cinesi per ferrovia sono rincarati del 17%.

Peggio: la Cina consuma, per unità di prodotto lordo, cinque volte più energia del Giappone, e tre volte più che gli Stati Uniti. Ciò significa che le sue celebrate industrie esportatrici sono in generale inefficienti, e che la loro «competitività» è tutta basata sullo sfruttamento di manodopera a basso costo, su uno yuan artificialmente sottovalutato, e sul presupposto che i costi dell’energia siano trascurabili, e lo restino all’infinito.

In Cina, lo erano per un semplice motivo: il regime ha sempre «venduto» energia alle fabbriche a prezzi agevolati, con sussidi coperti dalla spesa pubblica. Ora i sussidi vengono tolti, e le imprese subiscono i veri costi energetici, proprio mentre questi aumentano astronomicamente sui mercati mondiali. Un altro modo di dire la stessa cosa è che la Cina ha investito in industrie inefficienti o marginali, sostenendole con sussidi pubblici. Tutte cose che si sapevano, ma oggi sono insostenibili.

Non è certo un caso se la borsa di Shanghai ha perso, da ottobre scorso, il 56%. E che 2.331 fabbriche di scarpe nello Guangdong hanno chiuso i battenti nell’ultimo anno. Anche i salari aumentano, non foss’altro perchè l’inflazione è (ufficialmente) vicina all’8%. Ed oggi, coprire le distanze dell’export globale diventa un costo rilevante per i carichi voluminosi a bassa tecnologia che sono tipici dell’industria cinese, mentre i mercati di sbocco (USA ed Europa) cadono in recessione (o depressione in USA) ed assorbono volumi minori. Lo stesso dicasi per le importazioni cinesi, che sono voluminose e pesanti, e per di più enormemente rincarate: materie prime, carbone, acciaio, minerali metallici e no.

La mostruosa festa olimpica di Pechino rischia di essere il canto del cigno del boom cinese. E del suo modello «capitalista», dove la nomenklatura comunista pretende di gestire dirigisticamente l’economia secondo il vangelo del capitalismo terminale, che è stata l’ultima ad apprendere e di cui è stata esaltata come prima della classe.

Poi, ci sarà stagnazione, sovrapproduzione, arretramento dell’occupazione; e non sono da escludere disordini  politico-sociali. Ma già, quelli il regime sa come trattarli. La repressione è il suo miglior asso nella manica.




1) Ambrose Evans Pritchard, «Oil price shock means China is at risk of blowing up», Telegraph, 7 luglio 2008.

 
Home  >  Asia/Africa                                                                                         Back to top

 
Nessun commento per questo articolo

Aggiungi commento


Libreria Ritorno al Reale

EFFEDIEFFESHOP.com
La libreria on-line di EFFEDIEFFE: una selezione di oltre 1300 testi, molti introvabili, in linea con lo spirito editoriale che ci contraddistingue.

Servizi online EFFEDIEFFE.com

Archivio EFFEDIEFFE : Cerca nell'archivio
EFFEDIEFFE tutti i nostri articoli dal
2004 in poi.

Lettere alla redazione : Scrivi a
EFFEDIEFFE.com

Iscriviti alla Newsletter : Resta
aggiornato con gli eventi e le novita'
editorali EFFEDIEFFE

Chi Siamo : Per conoscere la nostra missione, la fede e gli ideali che animano il nostro lavoro.



Redazione : Conoscete tutti i collaboratori EFFEDIEFFE.com

Contatta EFFEDIEFFE : Come
raggiungerci e come contattarci
per telefono e email.

RSS : Rimani aggiornato con i nostri Web feeds

effedieffe Il sito www.effedieffe.com.non è un "prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata", come richiede la legge numero 62 del 7 marzo 2001. Gli aggiornamenti vengono effettuati senza alcuna scadenza fissa e/o periodicità