>> Login Sostenitori :              | 
header-1

RSS 2.0
menu-1
TUTTI |0-9 |A |B |C |D |E |F |G |H |I |J |K |L |M |N |O |P |Q |R |S |T |U |V |W |X |Y |Z

Archivio Articoli FREE

Quando il gallo cantava
Stampa
  Text size
Ho avuto l’opportunità di visitare una cittadina della pianura padana, Tresigallo, in provincia di Ferrara, che riassume gli sforzi architettonici ed urbanistici che dal 1930 al 1940 il Fascismo ha cercato di compiere in varie zone d’Italia.
I casi più noti e anche più citati nei libri di storia dell’arte sono quelli delle città pontine, tuttavia ci sono stati esperimenti anche in altre zone del Paese e la zona ad est dell’Emilia Romagna è uno di quelli.
Il contesto culturale è quello della campagna ferrarese, territorio in cui il Fascismo non trovò vita facile fin dalla sua nascita (gli episodi di squadrismo in queste aree sono storicamente molto note ed è anche per questo motivo che queste zone sono e restano un baluardo della sinistra attuale) tuttavia la realtà nazionale dopo il 1918 si presentava in una condizione di profonda disgregazione e di forte differenziazione. Lo Stato unitario giolittiano non era riuscito a sintetizzare le micro realtà locali, gli interessi e le motivazioni risultavano ancora troppo localizzati e ristretti.
La carta vincente del Fascismo in quel momento fu quella di essersi presentato come il riunificatore di dissensi, fornendo una voce unitaria alla protesta delle masse proletarie e dei reduci e in contrapposizione, fungendo da veicolo di repressione degli agrari e degli industriali su tali nuove forze emergenti.

La soluzione che il Fascismo scelse fu quella di centralizzare le contraddizioni locali, inglobando richieste disomogenee e riuscendo a sostituirsi egregiamente e con successo ad un socialismo che, nell’attesa della “rivoluzione”, non fu grado di soddisfare i bisogni quotidiani, un Fascismo che non propone alternative (reprime anzi le spinte libertarie e socialiste), ma che si prende il compito di concretizzare le attese, di regolarizzare e guidare i desideri che le masse popolari, specialmente agricole si aspettavano.
Emerge così una assuefazione alla presenza scomoda ma superficialmente gratificante e rassicurante del Fascismo, un’alternativa accettabile alle condizioni di precarietà esistenziale di questi luoghi.
Tresigallo, in questo senso ne è un esempio.
La volontà di dare una struttura urbana al modesto centro originario, di trasformare un borgo rurale in una “città fascista” esemplare riassume la volontà dell’allora ministro dell’agricoltura Rossoni, nativo del luogo, che agendo lontano dai controlli dello Stato centrale ha potuto esprimere in forma libera l’espressione di idea di città ideale fascista.

rossoni.jpg
Rossoni (al centro) in visita ai lavori in corso a Tresigallo, 1935

L’intuizione di fondo fu quella di concepire il paese in modo che si auto sostenesse in tutto, in altre parole autarchia che in quel periodo era una necessità imposta dai tempi (e alla quale si dovrebbe tornare a pensare in questo nostro periodo di euro follia).
Rossoni iniziò pertanto a progettare i servizi di utilità pubblica, sociale e politica nonché le strutture produttive e ricreative (1).
Le finalità produttive di tali impianti erano direzionate essenzialmente allo sfruttamento “in loco” dei prodotti agricoli dei terreni della bonifica (canapa, barbabietola da zucchero, latte, mele), con la produzione di una merceologia “sostitutiva” autarchica, sostenuta da un servizio distributivo (di comunicazione e di trasporto) estremamente avanzato (2).
La terziarizzazione della cittadina, con il richiamo e l’inurbamento di una popolazione eterogenea (dirigenti, burocrati, operai industriali-agricoli) provenienti da ogni direzione della provincia e oltre, per la costruzione e la gestione degli impianti industriali, lo sviluppo di una rete di comunicazioni stradali e ferroviarie verso il mare avrebbero dato impulso ad un’area fino ad allora depressa e senza futuro.

mappa.jpg
Mappa catastale del 1920, prima degli interventi urbanistici
Rete stradale anteriore all’intervento rossoniano (in nero) e sovrapposizione con il nuovo intervento realizzato

poli.jpg L’idea portante della concezione della cittadina è stata quella di iniziare ad individuare delle zone urbane cardine, detti poli di concentrazione.
Una volta formalizzata tale maglia, attorno a specifici poli localizzati sulla circonvallazione e nella piazza centrale, si è concentrato il progetto architettonico vero e proprio, inducendo specifiche soluzioni tipologiche per risolvere prospettivamente tali poli.
Il Fascismo, incarnando ed evidenziando una condizione critica delle grandi idealità ottocentesche (quelle della rivoluzione industriale europea), riabilita il significato tecnicistico della progettazione “per zone”: il centro, rappresentativo del volto economico-burocratico ufficiale del Regime, la collocazione dell’industria nella periferia operaia (“Le città” di Mario Sironi), l’artigianato e la piccola industria nella prima fascia periferica, i luoghi sportivi e di ritrovo che svolgono un ruolo urbanistico importante.

Uno sguardo alla situazione di Tresigallo permette di ritrovare tali caratteristiche tipiche.
Sarebbe tuttavia molto più corretto sostituire il concetto di “nuclei zonizzati” con quello di “fasce zonizzate” e questo perché non esiste un effettivo centro nevralgico per tali funzioni ufficiali che sono realizzate distribuendo gli edifici della “rappresentatività pubblica e politica” lungo l’asse centrale del paese, sfruttando il preesistente asse vario ottocentesco.

citta.jpg

Archetipi urbani: Fabbrichesi nel suo manuale di urbanistica del 1935, fornisce una classificazione degli insediamenti storici e progettabili, sulla base di una discriminatoria definita come “zonizzazione “: zona del silenzio”, “zona del rispetto”, “zona del verde”, ecc.
Il disegno schematico si avvicina alla morfologia urbana della “città fortificata”, con una concentrazione sui poli visti precedentemente (fulcri cerniera della viabilità esterna ed interna) che mostrano chiaramente l’adattamento prospettico degli edifici alla struttura viaria (funzione percettivo-scenografica dello slargo)

forlanini.jpg
Piazzale Forlanini dopo l’intervento rossoniano


edifici.jpg
Edifici che si affacciano sulla piazza

Nella logica dello sviluppo “a settori”, nascono aree destinate alla popolazione inurbata, denominate come “economico-popolare”: nasce in questo periodo il “condominio” come nuova categoria tipologica (coerentemente con la sua condizione economico-popolare), con connotazioni tradizionaliste e idee progettuali moderniste assai apprezzabili

condominiali.jpg
Edifici condominiali in via delle Arti

vittoria.jpg
Edificio condominiale in via della Vittoria                              Collocazione urbanistica

L ‘inserimento delle attività industriali nelle zone esterne al nucleo urbano, ma sempre all’interno del circondario architettonico, risultano facilmente raggiungibili dalle zone abitative. Le attività industriali sono volte a sostenere e sviluppare i prodotti locali sviluppando un’economia industriale che generi benessere per la popolazione locale (3).

stabilimenti.jpg
Stabilimenti industriali e loro collocazione

La condizione prospettico-scenografica è uno degli aspetti primari sopravanzando talvolta quella più strettamente funzionale.
L’edificio, nel suo sviluppo curvilineo, è stato pensato essenzialmente per chiudere il vertice del lotto su cui insiste, una specie di quinta urbana edificata che rimarca la staticità percettiva dello slargo su cui si trova.

autostazione.jpg
Autostazione e sua collocazione

I servizi alla cittadinanza erano concepiti per dare la massima utilità al cittadino. Nasce, sempre per opera di Rossoni l’ospedale costruito dall’ingegner Frighi attrezzato anche per l’accoglienza dei malati di tubercolosi.
L’ospedale di notevole pregio stilistico, appartiene alla tipologia a monoblocco, pur presentando alcuni annessi isolati.
E’ costituito da: un piano seminterrato, un piano rialzato, un primo piano, un secondo piano ed un terzo piano.
La stazione ferroviaria assicurava il collegamento con il capoluogo e con gli altri principali centri del ferrarese.

ospedale.jpg
L’ospedale e la stazione ferroviaria, ancora funzionanti

ingresso.jpg Le scuole rappresentavano un fiore all’occhiello e dovevano essere imponenti trasmettendo una “fisicità” della cultura.
Il Fascismo, aveva portato anche nelle periferie il processo di alfabetizzazione prima sconosciuto alle popolazioni rurali (scolarizzazione, aumento del settore intellettuale in funzione burocratica e di servizio); questa scelta conduce il Fascismo alla formalizzazione di categorie e di connotati ispirativi, che trovano consenso poiché per queste forze di rinnovamento attive in quell’Italia che si stava affacciando all’Europa il Fascismo rappresentava una soluzione sia di crescita che di ammodernamento.
Il panorama italiano della produzione intellettuale si trova così caratterizzato da una serie di fermenti espressivi e culturali che facevano dell’immagine dell’edificio
culturale uno dei centri principali della città.

In prossimità dei centri culturali veniva posta la chiesa e i porticati quale luogo di raccolta delle persone che potevano fermarsi e condividere le prassi quotidiane.

portici.jpg
La facciata della chiesa e i portici di viale Verdi

Oggi Tresigallo non ha più questi fermenti né industriali, né culturali.
E’ una sonnacchiosa e dimenticata cittadina nella campagna padana, la cui fortuna, paradossalmente è stata proprio quella di non aver subito lo scempio delle architetture odierne, dei centri commerciali, delle villette a schiera con i nanetti nel giardino, dei mono e bilocali che si affacciano su insulse piazzette artefatte.
Almeno per ora, non rivestendo un interesse speculativo, questa cittadina può essere una testimonianza di quando questo paese aveva una dignità.

Ingegner Polastri Ludovico



1) L’immobiliare SERTIA, fondata e controllata da Rossoni stesso, si occupava degli espropri e delle acquisizioni con i proprietari delle abitazioni.
2) Negli anni 1936 e 1937 sono state rispettivamente impiantate: la distilleria (per la produzione di alcool dalla barbabietola) e lo zuccherificio; la SAIMM per la produzione di macchine agricole è rimasta a tutt’oggi; la CAFIOCH (per la produzione di un sottoprodotto tessile ricavato dal fiocco di canapa) e la XSILON (per la produzione di compensato sempre dalla canapa), sono impianti che utilizzano alternativamente gli scarti della lavorazione di questo prodotto diffusissimo in questi terreni; la SAIPO sorta per la lavorazione del latte si è successivamente adattata al trattamento del pomodoro; gli impianti della CELNIA, per la produzione di cellulosa, erano sicuramente i più moderni dell’Europa del 1938.
3) Il connotato maggiore di tale territorio agricolo bonificato, risiede proprio in uno dei primi esempi di industrializzazione del settore, prodotta dall’enorme sviluppo della meccanizzazione, nella conduzione delle aziende agricole. Tale modernizzazione implicava una serie complessa di conseguenze sia economiche che socio-culturali: si venivano costituendo nuovi ruoli professionali, si ridistribuiva la popolazione attiva, toccando la dimensione unitaria delle famiglie; questo fatto induceva quindi ad una rifondazione dei valori socio-culturali, un rinnovamento delle strutture didattico-educative professionali (le “Cattedre Ambulanti di Agricoltura”) e una sostituzione dei sensi e dei valori dell’agricoltura tradizionale.

Home  >  Arte                                                                                                   Back to top


 
Nessun commento per questo articolo

Aggiungi commento


Libreria Ritorno al Reale

EFFEDIEFFESHOP.com
La libreria on-line di EFFEDIEFFE: una selezione di oltre 1300 testi, molti introvabili, in linea con lo spirito editoriale che ci contraddistingue.

Servizi online EFFEDIEFFE.com

Archivio EFFEDIEFFE : Cerca nell'archivio
EFFEDIEFFE tutti i nostri articoli dal
2004 in poi.

Lettere alla redazione : Scrivi a
EFFEDIEFFE.com

Iscriviti alla Newsletter : Resta
aggiornato con gli eventi e le novita'
editorali EFFEDIEFFE

Chi Siamo : Per conoscere la nostra missione, la fede e gli ideali che animano il nostro lavoro.



Redazione : Conoscete tutti i collaboratori EFFEDIEFFE.com

Contatta EFFEDIEFFE : Come
raggiungerci e come contattarci
per telefono e email.

RSS : Rimani aggiornato con i nostri Web feeds

effedieffe Il sito www.effedieffe.com.non è un "prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata", come richiede la legge numero 62 del 7 marzo 2001. Gli aggiornamenti vengono effettuati senza alcuna scadenza fissa e/o periodicità