Controllo del clima all’ombra di Pechino
Claudio Bianchini
28 Agosto 2008
Si fa un gran parlare su internet del fenomeno noto come «scie chimiche».
In sostanza si tratterebbe di aerei per lo più militari (NATO) che irrorano sistematicamente da alcuni anni i cieli di tutti i Paesi occidentali con sostanze tese a ridurre la pioggia e ad acidificare il terreno per ostacolare l’agricoltura tradizionale e favorire la crescita di prodotti OGM e, ancora più allarmante, utilizzano diverse sostanze chimiche su aree anche densamente abitate per condizionare l’esistenza umana sia sotto l’aspetto sanitario che mentale.
L’ipotesi è agghiacciante tanto più che in alcuni siti internet (e libri) viene data evidenza di alcune prove alquanto sostanziose che avvalorerebbero alcune di queste ipotesi «cospirazioniste».
Coloro che non accettano l’esistenza di questo fenomeno sostengono per lo più che manca il movente.
Quale entità potrebbe operare conto l’umanità in modo così esteso e trasversale?
E soprattutto a che scopo?
Inoltre una tale ipotesi comporterebbe l’utilizzo sistematico e durevole di una complessa e mastodontica organizzazione, di carattere sovranazionale, che non sarebbe possibile nascondere per lungo tempo.
Pertanto il fenomeno, se fosse reale, sarebbe già filtrato all’attenzione dell’opinione pubblica e quindi scoperto.
In particolare in un Paese come l’Italia, patria di tutti i gossip.
In effetti l’accettazione del fenomeno noto come «scie chimiche» comporta inevitabilmente l’accettazione dell’esistenza di una sovranazionale, occulta e superpotente forza capace di gestire in tutto o in parte le forze NATO nel riservo più assoluto, all’insaputa di gran parte delle stesse autorità militari, nonché civili, capace di distrarre dai compiti istituzionali intere unità aeree e logistiche, nonché l’esistenza di una tecnologia capace di controllare il clima che, invece di essere messa a disposizione della società civile per eliminare la siccità e stemperare le bizze meteorologiche cui stiamo assistendo in questi ultimi anni, viene utilizzata al fine di avvelenare, o quanto meno condizionare, l’umanità intera.
Vista così l’ipotesi delle scie chimiche sembrerebbe inverosimile e non sta in piedi.
Ma se invece la tecnologia ci fosse, e da lungo tempo, ma non è stata divulgata perché conservata come opzione militare dai principali Stati nazionali del pianeta?
E se questa tecnologia fosse stata in passato utilizzata per il controllo interno dell’opinione pubblica?
Se guardiamo il recente passato, non vi sono dubbi sul fatto che le tecnologie militari siano avanti di lustri rispetto alle conoscenze della società civile.
Laser, superconduttori e fibre ottiche, ad esempio, sono state sviluppate ed utilizzate in campo militare 20-30 anni prima della loro diffusione nella società civile.
Anzi si può dire, purtroppo, che quasi tutte le nuove tecnologie derivino da applicazioni militare.
Ed è anche un dato di fatto l’avvenuta sperimentazione di alcune di queste tecnologie da parte dei militari a discapito della stessa società civile inerme e inconsapevole, sia in Paesi «democratici» che in quelli dittatoriali.
Si sa di esperimenti nucleari fatti su ignari cittadini sia nella «libera» America che in URSS tra gli anni ‘50 e ‘60.
Ma nulla esclude che analoghi esperimenti siano in corso anche oggi.
Se non stupisce, quindi, l’esistenza di tecnologie segrete ed il loro utilizzo sperimentale anche a discapito della società civile, non deve nemmeno stupire il continuo tentativo di controllare le masse da parte di chi gestisce il potere.
Anzi si può tranquillamente affermare che il tentativo di soggiogare le masse da parte di chi gestisce il potere è una delle principali connotazioni di tutta la storia dell’umanità
E oggi non è molto diverso dal passato.
Forse in alcuni casi è cambiata la forma, ma non la sostanza.
Basta solamente guardare ai golpe dittatoriali e ai brogli elettorali avvenuti in tutto il pianeta nei soli ultimi 60 anni di storia dell’umanità.
Se si tiene conto di queste considerazioni l’ipotesi cospirazionista sull’esistenza delle scie chimiche è molto meno aleatoria e potrebbe benissimo stare in piedi.
Essenziale è allora capire se esiste una tecnologia che in qualche modo consenta a qualcuno di controllare il clima.
Ecco allora la notizia riportata da La gazzetta dello Sport del 10 agosto 2008 che a pagina 12, occupandosi della cerimonia inaugurale delle olimpiadi di Pechino, nell’articolo firmato da Gennaro Bozza dal titolo «Tutti all’asciutto - Merito dei razzi anti-pioggia» cita testualmente: «I fuochi d’artificio che hanno inaugurato la cerimonia inaugurale dell’Olimpiade non sono stati soli. A fare compagnia, anzi a precederli, stendendo idealmente un tappeto rosso davanti a loro, sono stati 1.104 razzi sparati contro le nuvole che si stavano avvicinando, minacciose, a Pechino. Le hanno fatte piangere e poi, rivolti ai loro colleghi più famosi, hanno detto: ‘Prego. Il cielo è libero. Accomodatevi e date spettacolo’».
E la luce fu, nella prima notte olimpica.
Così, dopo tanti dubbi, voci, misteri su questi «bombardamenti» per far sparire le nuvole, ecco l’annuncio ufficiale dei cinesi: «Ebbene sì, abbiamo mandato 1.104 razzi sulle nuvole».
E Guo Hu, capo capo dell’Ufficio meteorologico di Pechino, che stava tenendo d’occhio i movimenti sospetti delle nuvole sin dalle 7 di mattina dell’8 agosto, precisa: «Sono stati lanciati da 21 siti della capitale, dalle ore 16 alle 23,39. Hanno intercettato nuvole che si stavano avvicinando allo stadio e che avrebbero potuto portarvi pioggia. Che era stata prevista per le 21.35 sul Nido d’Uccello. Tutto merito dello ioduro d’argento. Che serve ad aggregare le piccole gocce d’acqua nelle nuvole, farle diventare più grandi e pesanti, tanto da cadere a terra. E così è stato: intorno al territorio di Pechino, è venuta giù un’acqua da diluvio universale: 100 millimetri venerdì notte a Boading, nella Provincia dell’Hebei, che circonda la capitale. Questo sistema non è una novità, visto che in altre nazioni è stato studiato e applicato, come in Spagna, dove è usato per prevenire la grandine, facendo invece piovere. E gli esperimenti in Cina erano cominciati negli anni ‘90, per alleviare la siccità di alcune zone, abbassare la temperatura e ridurre l’inquinamento. Secondo l’agenzia Xinhua, dal 2001 al 2005 furono sparati oltre 2.600 razzi che portavano 15.000 cariche di ioduro d’argento». …
Razzi allo ioduro d’argento, dunque, sparati in gran quantità per far piovere in una zona e non in un’altra.
Tradotto: si può far piovere in un’area e creare siccità in un’altra.
Ed è una tecnica sperimentata dai cinesi sin dagli anni ‘90 per ammissione delle stesse autorità meteorologiche cinesi.
La tecnica di irrorare le nuvole con lo ioduro d’argento è comunque una tecnica utilizzata da diverso tempo in molti Paesi, non solo in Cina.
Ma solo dopo gli anni ‘90 è stato ammesso il suo utilizzo fuori dagli ambienti militari.
Nell’articolo si cita la Spagna, ma si dovrebbe parlare anche di Russia, USA ed altri Paesi, tra cui alcuni europei.
Ma andiamo con ordine, iniziando con un sintetico resoconto storico.
In data 20 maggio 2003 l’agenzia italiana ANSA dava notizia dell’utilizzo di 10 aerei militari russi utilizzati a San Pietroburgo per garantire bel tempo durante i festeggiamenti per il 300simo anniversario della fondazione della città, avvenuti alla presenza di Bush, Putin, Blair, ecc.
La rivista online inglese «Timeonline» in data 23 maggio 2003 in un articolo a firma del corrispondente da Mosca Cecil Clem, confermava che per il 300simo anniversario della fondazione della città sarebbero stati utilizzati 10 aerei militari che avrebbero rilasciato sostanze chimiche a base di ioduro d’argento attraverso una tecnica denominata «inseminazione artificiale delle nuvole» (cloud seeding).
Questa tecnica, variante russa dei razzi cinesi, secondo lo stesso Cecil Clem rappresenta una prassi ormai consolidata e senza rischi in quanto utilizzata dai russi durante diverse feste nazionali, da quando Joseph Stalin diede l’ordine di effettuare ricerche sul controllo del clima negli anni ‘30.
Secondo il direttore dell’osservatorio meteorologico di San Pietroburgo, da decenni la Russia-URSS ha sviluppato tecniche per disperdere le nuvole, deviare la grandine, arrestare le valanghe, disperdere la nebbia negli aeroporti e portare la pioggia in zone afflitte da siccità.
La più efficace difesa contro la pioggia, sempre secondo il direttore dell’osservatorio di San Pietroburgo intervistato da Cecil Clem, è «quella di trasformare le nuvole in pioggia prima che esse arrivino nella zona da proteggere. I piloti a bordo degli aerei cosiddetti ‘cloud-busters’ (distruttori di nuvole) vengono diretti dai metereologi verso le formazioni di nuvolose e, agli ordini di geofisici a bordo degli aerei, irrorano le nuvole con ioduro d’argento contenuto in capsule di ghiaccio secco (Co2) che si autocombustionano una volta svuotate del loro contenuto».
Sergei Okunev dell’osservatorio geofisico di San pietroburgo ed esperto nelle tecniche di cloud-busters, in una intervista pubblicata sul Saint Petersburg Times in data 1 aprile 2003 a firma della giornalista Irina Tirova, afferma che «questa tecnica è stata utilizzata anche in occasione delle olimpiadi di Mosca del 1994 dove per tutta la durata dei giochi è stata garantito il bel tempo mentre tutto intorno a Mosca il tempo era pessimo e, anche, per bloccare le piogge radioattive su Chernobyl».
In altre parole si decise di fare precipitare la pioggia radioattiva sull’Ucraina a tutto favore dei territori russi.
Sergei Okunev nell’intervista conferma anche che «nelle operazioni di cloud-busters vengono usate diverse sostanze chimiche sia singolarmente che in combinazione tra loro: ioduro d’argento, azoto liquido e acido carborico. L’uso delle sostanze richiede esperienza in quanto si deve capire che tipo di nuvole si hanno di fronte al fine di stabilire la quantità di reagente da utilizzare per raggiungere l’effetto desiderato».
Del resto, conferma Sergei Okunev, «tentare di controllare il clima non è affatto una novità da queste parti. Gli scienziati sovietici hanno iniziato ad investigare sulle possibilità di influenzare il tempo sin dagli anni ‘30, per volere di Joseph Stalin. Così come risulta che anche gli USA negli anni ‘30 hanno iniziato questo tipo di studi».
Abbiamo quindi la conferma che è dagli anni ‘30 che esistono studi sul controllo del clima sia da parte degli USA che da parte della Russia ex URSS.
E tutto questo senza che la società civile ne sapesse nulla.
Oggi, che queste tecnologie sono probabilmente obsolete in campo militare, cominciano a parlarne.
A 70 anni di distanza!
Chissà cosa hanno in mano ora a nostra insaputa.
Coloro che si occupano di verificare il fenomeno delle scie chimiche sostengono che gli aerei utilizzati per irrorare sostanze chimiche nei nostri cieli rilasciano, tra l’altro, proprio ioduro d’argento al fine di ridurre sensibilmente le piogge atmosferiche in Italia ed in Europa.
Tutti noi abbiamo notato che non piove più.
Capita che il cielo sia nuvoloso per giorni ma non piove, oppure scende solo qualche goccia.
In mancanza di prove siamo tutti portati a prendere per vere le informazioni che ci propinano in TV: riscaldamento globale, corrente del golfo, ecc.
Nulla che faccia pensare ad un intervento artificiale a nostro discapito, o quanto meno senza il nostro consenso.
Siamo in democrazia, in fin dei conti.
O no?
Tuttavia nei nostri cieli lo ioduro d’argento non dovrebbe esserci, a meno che qualcuno non ce lo metta di proposito.
Le altre sostanze che interferiscono con la pioggia e con il clima e che i ricercatori indipendenti sospettano siano rilasciate dagli aerei che irrorano le scie chimiche sulle nostre teste sono il bario e l’alluminio.
Alcuni ricercatori sono riusciti a far fare delle analisi chimiche su campioni di acqua piovana e di neve raccolti durante o subito dopo una precipitazione atmosferica in Sardegna nel 2004, a Milano nel 2005 e a Torino nel 2006.
Stranamente le analisi mostrano in tutti e 3 i campioni la presenza proprio di bario, alluminio e argento.
Le stesse sostanze riscontrate nei campioni di acqua analizzati qualche anno fa a Sonora, una cittadina canadese adiacente al confine con gli USA dalla quale è partita la protesta contro le scie chimiche.
Tornando ai cieli di casa nostra è interessante notare che le analisi effettuate in un caso (Milano 2005) hanno evidenziato la presenza di carbonato di calcio.
Il carbonato di calcio acidifica il terreno, mentre le altre sostanze (vedi ioduro d’argento) riducono drasticamente la pioggia.
Indovinate cosa cresce in clima arido e con terreno acidificato: le sementi OGM!
Le analisi sopra citate sono state mostrate in una conferenza tenuta proprio nella vecchia sede EFFEDIEFFE e sono allegate al presente articolo.
ANALISI MILANO 2005 /
ANALISI SASSUOLO 2004 /
ANALISI 2006 TORINO PARTE 1
Curiosa è anche la risposta data dall’Arpa di Torino interpellata da un cittadino in merito alla precipitazione di una sostanza giallastra rinvenuta sulle auto che il cittadino riteneva riconducibili a scie rilasciate da aerei privi di contrassegni: «Il dottor *** mi ha inoltrato la richiesta di informazioni da lei pervenuta relativamente al fenomeno del 25 maggio di precipitazioni che hanno lasciato le automobili ricoperte di polvere gialla. In effetti, l’analisi di un campione probabilmente avrebbe permesso di risolvere il dubbio sulla natura e composizione di tale polvere, tuttavia l’attività analitica dell’ARPA è strutturata su analisi di routine con metodiche standardizzate previste dai compiti istituzionali dell’ARPA… Per quanto riguarda il fenomeno delle ‘scie chimiche’ conosciamo il problema, tuttavia l’ARPA è un organo tecnico che misura e fornisce i dati ambientali, ma non è deputato a prendere decisioni di tipo politico o strategico.
Colgo l’occasione per porgerle distinti saluti.
Dottoressa***
(ARPA-SC06 Dipartimento Provinciale della Provincia di Torino SS 06.02 - Attività Istituzionali di Produzione - Qualità dell’Aria)».
Ammissione obliqua ed un po’ ambigua, ma pur sempre una dichiarazione in cui l’ARPA riconosce che sostanze chimiche sono irrorate nell’atmosfera.
Esperimenti per condizionare il clima da parte di USA e Russia sono denunciati un po’ ovunque, non solo in Italia, e non solo in riferimento alle scie chimiche ma anche in merito al noto progetto HAARP che influenzerebbe il clima attraverso l’emissione di onde elettromagnetiche in tutta la ionosfera
(1), anche in questo caso nell’inconsapevolezza totale della società civile che di fatto però ne finanzia i costi con le proprie tasse.
Alcuni parlamentari italiani appartenenti a coalizioni opposte negli ultimi anni hanno effettuato interrogazioni parlamentari
(2) per avere risposte in merito a questo fenomeno.
Sono state presentate molte denuncie alle procure competenti un po’ in tutta Italia e sono state coinvolte anche alcune associazioni di consumatori
(3).
Anche in altri Paesi europei sono fioccate le denuncie
(4).
Eppure nulla.
Non si è mosso nulla.
Nessuna inchiesta, se non qualche velata ammissione, come quella dell’ARPA Piemonte e qualche velata ammissione televisiva fatta da Antonio Di Pietro e disponibile sul sito internet «straker».
Se anche solo la metà di quanto citato in questo articolo (che è solo una minima parte delle informazioni disponibili) fosse vero, sarebbe sufficiente a promuovere un’inchiesta a livello nazionale, sia penale che politica. Invece nulla.
Se il nostro è un Paese democratico, chi ha autorizzato l’irrorazione di sostanze nocive sui cieli italiani? E a quale scopo?
Siamo forse in guerra con qualcuno da essere oggetto di continue irrorazioni di sostanze chimiche varie che poi inevitabilmente respiriamo?
Queste sostanze, come da più parti insinuato, hanno a che fare con l’aumento delle malattie polmonari negli ultimi anni riscontrate o con l’insorgenza di nuove patologie come il morbo di Morgellons?
E soprattutto, perché in occasione dell’arrivo di formazioni nuvolose compaiono ripetutamente e sistematicamente scie persistenti nel cielo che sembrano non avere alcuna rotta se non quella di sovrastare le nuvole stesse che poi, nella maggior parte dei casi passano senza che arrivi una sola goccia di pioggia?
Sicuramente c’è una correlazione tra questo fenomeno e la drastica diminuzione delle piogge.
Ed è altrettanto vero che uno dei motivi per la crescente introduzione delle sementi OGM prima negli USA e poi in Europa, Italia inclusa, è dato dal fatto che le sementi OGM crescono anche in clima arido.
Ed è anche verosimile che non vi sia solo questo obiettivo legato all’irrorazione dei cieli con queste sostanze, visto che si tratta di tecnologia sperimentata a livello militare.
E allora, se non c’é una cospirazione in atto, cosa sta succedendo nei nostri cieli che noi non dobbiamo sapere?
La beffa è che tutto ciò avviene con i nostri soldi.
Infatti i costi dei voli militari NATO sui singoli Paesi sono coperti dallo Stato nazionale sorvolato.
Insomma: cornuti e contenti!
Claudio Bianchini
1) «Russi e cinesi denunciano esperimenti per condizionare il tempo», di Mirko Molteni,
La Padania, 15 e 16 giugno 2003.
2) Interrogazione del2 aprile 2003 numero 405922 da parte del parlamentare Italo Sandi.
3) Quinordest.it WebTV articolo dell’ 11 febbraio 2007.
4) Bollettino Europeo C33E del 6 febbraio 2004.
Home >
Scienze Back to top
Nessun commento per questo articolo
Aggiungi commento