Prologo
Continuo a sintetizzare – presentando una specie di “specchietto riassuntivo” – i temi più scottanti, che riguardano l’uomo contemporaneo, al quale oggi non viene lasciato il tempo necessario per studiare le questioni dalle quali dipende il nostro avvenire.
Così facendo spero di rendere accessibile a tutti i lettori (anche ai più indaffarati) la dottrina sui temi, che oggi sono attuali e dibattuti.
La risposta al primo “specchietto riassuntivo” (San Tommaso d’Aquino e la dottrina sui rapporti Cristianesimo e Giudaismo) è stata positiva. Quindi, di tanto in tanto, pubblicherò questi brevi sunti su varie questioni di attualità.
Il tema del presente articoletto
Nel presente articoletto vedremo come si è arrivati alla rivoluzione della dottrina cattolica sui rapporti tra Giudaismo e Cristianesimo, studiando la vita e le opere dei personaggi principali, che hanno sfornato l’ideologia giudaizzante della 1°) “Antica Alleanza mai revocata”; 2°) degli “Ebrei fratelli maggiori dei Cristiani nella fede di Abramo” e del fatto che 3°) “gli Ebrei non hanno bisogno di Gesù Cristo per salvarsi”.
Marx Jules Isaac
Il primo personaggio, che ci aiuterà a capire come si sia arrivati a tanto, è Marx Jules Isaac, che è stato uno dei protagonisti principali della formazione della Dichiarazione del Concilio Vaticano II “Nostra aetate, n. 4” (d’ora in poi “NA”) su Cristianesimo e Giudaismo.
Egli era un Ebreo, non credente, tendenzialmente comunista ed iscritto al B’nai B’rith (la massoneria ebraica, d’ora in poi B.B.), come ha rivelato il presidente del B.B. francese Marc Aron, il 16 novembre del 1991, nel discorso in occasione della premiazione del card. Decourtray[1].
Occorre sapere che il Magistero della Chiesa ha condannato la massoneria in circa seicento documenti.
L’incontro tra Roncalli e Isaac (13 giugno 1960) fu organizzato dal B.B e da alcuni uomini politici socialcomunisti[2].
Agostino Bea, Nahum Goldman e Label Katz
L’altro artefice di “NA” fu il card. Agostino Bea[3], che volle incontrare – sùbito dopo aver ricevuto da Roncalli l’incarico di arrivare ad un documento “revisionista” sui rapporti giudaico/cristiani – Nahum Goldman (Presidente del Congresso Mondiale Ebraico, nonché ideatore del Processo di Norimberga nel 1946) a Roma il 26 ottobre 1960. Bea chiese a Goldman, da parte di Roncalli, una bozza per il futuro documento del Concilio sui rapporti con gli Ebrei e sulla libertà religiosa (“NA” e “Dignitatis humanae personae”). Il 27 febbraio 1962 il memorandum fu presentato a Bea da Goldman e Label Katz (anche lui membro del B.B.), a nome della Conferenza Mondiale delle Organizzazioni Ebraiche. Ebbene, questa bozza ispirata dalla massoneria ebraica (B.B.) e dal Congresso Mondiale Ebraico, ha prodotto “NA”[4].
Abraham Yoshua Heschel
Lo stesso Bea, sin dal 1961, incontrava spesso, a Roma, il rabbino Abraham Yoshua Heschel, professore al “Seminario Teologico Ebraico” statunitense. Egli, negli Usa, fu il padre spirituale dei “teo-conservatori” giudeo/cristiani dell’amministrazione Bush jr., e «come collega scientifico di Bea... esercitò un notevole influsso sulla elaborazione di “NA”»[5]. Anche in Italia Heschel è stato un maestro molto ascoltato dai conservatori, negli anni Settanta, grazie ai suoi libri tradotti in italiano da Cristina Campo e pubblicati dalla casa editrice “Rusconi” di Milano.
Yves Congar, Isaac & Goldman
Nel 1990 Jean Madiran ha svelato l’accordo segreto di Bea-Roncalli con i due dirigenti Ebrei (Jules Isaac – Nahum Goldman), citando due articoli di Lazare Landau, sul Quindicinale ebraico/francese “Tribune Juive” (n. 903, gennaio 1986 e n. 1001, dicembre 1987). Landau scrive: «Nell’inverno del 1962, i dirigenti Ebrei ricevevano in segreto, nel sottosuolo della sinagoga di Strasburgo, un inviato del Papa [...] il padre domenicano Yves Congar, incaricato da Bea e Roncalli di chiederci, ciò che ci aspettavamo dalla Chiesa cattolica, alla vigilia del Concilio [...] la nostra completa riabilitazione, fu la risposta [...]. In un sottosuolo segreto della sinagoga di Strasburgo, la dottrina della Chiesa aveva conosciuto realmente una mutazione sostanziale» [6].
Il seguito alla prossima puntata…
[1] Cfr. E. Ratier, Mystères et secrets du B’nai Brith, Paris, Facta, 1993, pp. 114-115 e 371-381; tr. it., Misteri e segreti del B’nai Brith, Verrua Savoia – Torino, CLS, 1995.
[2] N. Goldmann, Staatmann ohne Staat. Autobiographie, Koln-Berlin, 1970, pp. 378 ss.
[3] J. Madiran, L’accord secret de Rome avec les dirigeants juifs, in «Itineraires», n. III, settembre 1990, p. 3, nota 2.
[4] S. Schmidt, Agostino Bea. Il Cardinale dell’unità, Roma, Città Nuova, 1988, p. 612, nota 179; cfr. anche S. Schmidt, Agostino Bea. Il Cardinale dell’ecumenismo e del dialogo, Cinisello Balsamo, San Paolo, 1996.
[5] J. Madiran, in «Itinéraires», autunno 1990, n. III, pp. 1-20.
[6] Cfr. T. Federici, Israele nella storia della salvezza, in «Humanitas», 22/1-2, (anno 1967), pp. 75-109.