In questo terzo “articoletto riassuntivo” vediamo come all’origine del filo-sionismo e del filo-giudaismo di Jacques Maritain (1882-1973) e di Stanislas Fumet (1896-1983) ci sia l’influsso di Léon Bloy (1846-1917).
Inoltre alla fonte della Teologia giudaizzante di Giovanni Paolo II vi sono, inequivocabilmente, le sette segrete dei Marrani polacchi sabbatiani (fondati da Shabbetaj Zevi nel Seicento) e frankisti (fondati da Jacob Frank nel Settecento), le quali tramite il poeta polacco per antonomasia, Adam Mickiewicz (Ottocento), hanno influito sul Papa polacco Karol Wojtyla, che ha condensato i loro insegnamenti in tre princìpi basilari: 1°) l’Antica Alleanza è ancora valida per la salvezza degli Ebrei, mentre la Nuova lo è solo per i goy o i non-Ebrei divenuti Cristiani; 2°) gli Ebrei sono fratelli maggiori dei Cristiani nella fede; 3°) quindi gli Ebrei non hanno bisogno della Redenzione di Gesù.
Vediamo ora, in dettaglio, i vari personaggi che (a partire dal XVII secolo) hanno preparato la via alla Teologia giudaizzante di NA.
Il primo di essi è Franceska Van Leer (della prima metà del Novecento) ed è un personaggio poco conosciuto; eppure ha fondato l’Unione degli “Amici d’Israele”, che ha fatto parlare molto di sé verso la fine degli anni Venti del XX secolo.
Franceska Van Leer & Gli “Amici d’Israele”
Le origini del filo-sionismo dei Maritain e Fumet vanno ricercate in Léon Bloy, secondo il quale – poiché la salvezza veniva ancora dopo il Calvario dal Giudaismo postbiblico – occorreva «accordare al “Focolare Nazionale Ebraico” tutta la simpatia e... sognava una Chiesa giudaico-cattolica, come vi è una Chiesa greco-cattolica»[2].
I coniugi Fumet stanno all’origine dell’Unione degli Amici d’Israele (nata nel 1925 e condannata dal S. Uffizio nel 1928), assieme alla fondatrice vera e propria, Franceska Van Leer, ebrea olandese mal convertita, la quale, dopo la condanna, tornò al marxismo rivoluzionario di Rosa Luxemburg, donde veniva[3].
Stanislas Fumet, proprio nel 1925, parlava di “Fratelli maggiori” riguardo agli Ebrei, espressione già usata nel 1842 da Adam Mickiewicz (1798-1885).
Tale espressione fu ripresa da Giovanni Paolo II il 13 aprile 1986 nel suo discorso alla sinagoga di Roma; egli aveva già esaltato come suo maestro, il giorno della sua elezione (16. X. 1978), proprio Adam Mickiewicz, che l’impiegò nel lontano 1842.
Adam Mickiewicz, Jerzy Turowicz, Monsignor Wojtyla Sotto la Guida di Jacob Frank & Shabbetaj Zevi
Un altro grande ammiratore di Maritain è stato il cripto-israelita Jerzy Turowicz (1912-1999), amico personale di Karol Woytjla, il quale nel 1968 fu spinto proprio dal Turowicz ad esprimere il primo di una lunga serie di mea culpa (che caratterizzarono l’intero Giubileo del 2000) nei confronti dell’Ebraismo, da parte della Chiesa romana, in una sinagoga di Cracovia, ove Woytjla era Arcivescovo. I Turowicz erano Ebrei frankisti (come Mickiewicz) e si convertirono esteriormente al Cristianesimo (restando interiormente ebrei) nel 1760, dietro ordine del marrano Jacob Frank[4].
Secondo Stanislas Fumet occorreva «far conoscere ai Cattolici la filosofia mistica degli Chassidim [la Càbala spuria, ndr], bisognava che i Cristiani sapessero che esiste sempre, nei loro Fratelli maggiori un’elevazione spirituale e mistica»[5].
Stanislas Fumet sosteneva che «quando un Cristiano comunica, diviene della razza d’Israele, poiché riceve il sangue [minuscolo, ndr] di Israele nelle sue proprie vene»[6] (S. Fumet, Histoire de Dieu dans ma vie, cit., pp. 297-298).
Si noti come il Fumet equivalesse e addirittura rimpiazzasse Gesù con Israele, secondo la Càbala luriana, e parlasse esplicitamente di “sangue” e di “razza”. Perciò i due Testamenti e i due popoli sarebbero stati, già nel 1925, per lui uno solo: l’Israele postbiblico. «Il S. Uffizio non poteva lasciar passare tale teoria e condannò l’Associazione Amici d’Israele nel 1928»[7]. Nel 1965 il Vaticano l’ha approvata e da allora sino ad oggi la storia continua.
Jacques Chirac
Fumet è stato amico di Jacques Chirac ed assieme a lui uno dei primi gaullisti della Francia petainista, «prima del 1939 De Gaulle era un amico di Temps Présents, il settimanale diretto da Fumet»[8].
Dopo il Concilio Vaticano II, nel 1968, il suo estetismo lo fece «ingaggiare personalmente [come tante altre personalità che amavano il canto gregoriano e il latino, ma non tanto la Messa romana, ndr] nel movimento Una voce»[9], come pure il suo amico Maritain.
Ancora Marx Jules Isaac
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, Jules Isaac, discepolo di Charles Péguy (1873-1914), lanciò l’offensiva volta a giudaizzare il Cristianesimo, partendo dalla shoah. Egli riuscì a preparare (con l’aiuto del Bené Berìth) il Documento conciliare Nostra aetate, voluto da Giovanni XXIII e “imbastito” dal cardinale gesuita Agostino Bea, dal padre domenicano Jean de Menasce (Ebreo “convertito”) e da padre Paul Démann (idem) della congregazione dei Padri di Sion – dietro suggerimento o dettatura di Jules Isaac, Nahum Goldman e del Bené Berìth – il cui scopo era soprattutto di impedire di «abbassare il Giudaismo biblico e postbiblico per esaltare il Cristianesimo»[10], di seppellire la Teologia della sostituzione e di mescolare il Giudaismo veterotestamentario con quello talmudico o anticristiano.
Conclusione
Léon Bloy (1846-1917), già nei primi anni del Novecento, lanciò l’idea della fondazione dello Stato d’Israele in Palestina negli stessi termini con cui, da parte dell’Inghilterra, lord Balfour la promise ufficialmente ai Sionisti il 2 novembre del 1917: “Un Focolare Nazionale Ebraico”. Ora Bloy morì il 3 novembre 1917, perciò la sua idea del “Focolare Ebraico” è anteriore al Documento Balfour. Il “Focolare” del 1917 divenne ben presto (1922/1948) “un incendio”, come aveva “profetizzato” papa Benedetto XV dopo aver ascoltato l’infelice e infausta espressione di Balfour.
Bloy fu il maitre à penser di Stanislas Fumet, che nel 1925 riprese la formula usata da Adam Mickiewicz nel 1842 sugli “Ebrei fratelli maggiori dei Cristiani” e fatta propria nel 1986 da Giovanni Paolo II. Giustamente padre Cappello diceva che “gli errori nuovi sono… vecchi come il diavolo”.
Jerzy Turowicz nel 1968 spinse l’allora Vescovo di Cracovia (Karol Wojtyla) a fare “mea culpa” per gli errori della Chiesa verso il Giudaismo in una sinagoga di Cracovia. Prassi ripresa da Giovanni Paolo II nel 1986 e lungo tutto il Giubileo del 2000.
Quello che colpisce maggiormente – durante la lunga gestazione di NA e alla fonte di questi polacchi giudaizzanti, amici (Turowicz) e maestri (Mickiewicz) di Giovanni Paolo II – è la presenza, di Shabbetaj Zevi (1626-1676), «un falso messia nato a Smirne, convertito solo esteriormente all’Islamismo ritornato poi all’Ebraismo che non aveva mai lasciato secondo il costume marrano, per il quale l’apostasia o il Marranesimo sono parte necessaria della “redenzione”, per ottenere la quale il “Messia” deve sprofondare nel male e nel peccato e può liberare Israele solo nella misura in cui egli stesso passi attraverso l’impurità. La sua dottrina continuò in forma radicalizzata nel movimento dei Marrani o Doenmeh fondato da Jacob Frank» (J. Maier – P. Schaefer, Piccola Enciclopedia dell’Ebraismo, Casale Monferrato, Marietti, 1985, col. 555, voce “Shabbetaj Zevi” a cura di Johann Maier).
I “Doenmeh sono una setta ebraica della Turchia (con il centro principale a Salonicco), i cui aderenti, dopo l’apparente apostasia di Shabbetaj Zevi (1676), passarono solo esteriormente all’Islamismo, continuando come Marrani ad avere una doppia vita, come apparenti Musulmani in pubblico e come reali Ebrei in privato. La setta vive ancor oggi, sebbene i suoi aderenti siano confluiti nel movimento islamista dei Giovani Turchi» (J. Maier – P. Schaefer, Piccola Enciclopedia dell’Ebraismo, Casale Monferrato, Marietti, 1985, col. 179, voce “Doenmeh”, a cura di J. Maier).
Jacob Frank (1726-1791) fu il «fondatore della setta dei Marrani o Doenmeh sabbatiano/frankisti – convertitosi apparentemente al Cattolicesimo nel 1756 – rifacentisi a Shabbetaj Zevi, perseguendo consapevolmente una doppia esistenza come “Cattolici” e nel medesimo tempo come Giudei/sabbatiani, in vista di un piano di dominio del mondo. Il suo movimento sopravvisse alla sua morte come setta segreta almeno sino alla metà del XIX secolo» (J. Maier – P. Schaefer, Piccola Enciclopedia dell’Ebraismo, Casale Monferrato, Marietti, 1985, coll. 237-238, voce “Frank Jacob”, a cura di Johann Maier), ma da quel che si è visto a partire da Giovanni XXIII sino a Benedetto XVI e a papa Bergoglio si direbbe che il movimento frankista abbia continuato occultamente a lavorare sino a oggi – e dopo il 2013 nemmeno più in segreto, ma quasi del tutto apertamente – alla giudaizzazione dell’ambiente ecclesiale e quindi anche cristiano.
Questi sono i personaggi, più o meno occulti, i quali hanno – chi da lontano e chi da vicino – influenzato i diretti artefici (Ebrei e Cattolici) di NA. “Talis pater qualis filius /da un tale padre non può che venire un figlio simile a lui”. Nessuna meraviglia, dunque, dei frutti avvelenati prodotti da NA. “Rapae non dant sanguinem”. “Ogni botte dà il vino che ha”. “L’albero cattivo produce frutti cattivi”.
Purtroppo la Dichiarazione NA fu accolta dai padri conciliari il 28 ottobre del 1965 con 1763 placet, 250 non placet e 10 voti nulli su 2023 votanti (ossia circa l’80% dell’Episcopato fu a favore e solo il 10% fu contro la giudaizzazione del Cristianesimo condannata al Concilio di Gerusalemme nel 49 e purtroppo approvata al Vaticano II nel 1965) e venne promulgata lo stesso giorno. Quindi nessuno stupore del “disastro bergogliano”. Nihil sub sole novi post 1958 usque nuc…
NA è diventata il cavallo di battaglia dell’insegnamento wojtyliano, secondo il quale 1°) l’Antica Alleanza non è stata mai revocata; 2°) gli Ebrei sono Fratelli maggiori dei Cristiani nella fede di Abramo e, quindi, 3°) gli Ebrei non hanno bisogno di essere redenti da Gesù poiché aspettano ancor oggi un loro “messia”. Questi tre errori che portano all’apostasia giudaizzante, sono stati ripresi e continuati da Benedetto XVI e papa Francesco.
Per capire appieno la genesi di Nostra aetate era indispensabile scandagliare questo mondo oscuro e segreto di marrani, misticoidi, modernisti e deviati che, a partire dal XVII secolo, ha infiltrato –come “il cavallo di Troia” – la Chiesa di Dio rendendola una Chiesa occupata” (J. Ploncard d’Assac), contro la quale, tuttavia, “non prevarranno”, secondo le promesse del Divin Redentore.
La genesi di NA e dell’insegnamento giudaizzante postconciliare (specialmente wojtyliano) è iniziata almeno nel Seicento e man mano si è avvicinata sempre di più al Vaticano per infiltrarlo, prenderne il possesso, rendendolo una “Chiesa occupata dall’inimicus homo” e facendone il centro della sovversione mondiale. Questo è un fatto oggettivo, il quale dal 2013, con papa Francesco, balza agli occhi di tutti; mentre da Giovanni XXIII sino a Benedetto XVI era meno facile (ma non impossibile) da scorgere.
Aver studiato gli attori di questo dramma, quasi sotto forma di “parabole” o di storie ed esempi concreti, ha reso più facile a tutti capire la vera “catastrofe” dottrinale che si è prodotta durante il Vaticano II. Infatti le persone concrete incarnano la dottrina e ce la rendono facilmente comprensibile; mentre la sola dottrina in se stessa, in quanto astratta, sarebbe molto più difficile da scandagliare. Gesù nel Vangelo ha parlato sotto forma di parabole, ossia con esempi concreti e non tramite enunciati teoretici, per essere capito da tutti.
Spero di aver reso servizio a coloro che vogliono approfondire il perché e il come si sia arrivati a questo ribaltamento del Cristianesimo – considerato “minorato” – in una sottospecie di Giudaismo – presentato come maggiore e maggiorato – per lottare contro questo “Leviatano” proprio come il piccolo Davide lottò “in funda, in lapide et in nomine Domini” contro il gigante Golia e lo vinse. La Madonna ci ha promesso a Fatima: “Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà!”, riprendendo la promessa di Gesù nel Vangelo: “Portae inferi non praevalebunt”. Non sappiamo come e quando, ma quel che è certo è che stravinceremo con l’aiuto del Signore.
NA è il trampolino di lancio per aiutarci a reagire contro l’apostasia, sino a ieri strisciante nell’ambiente ecclesiale ed oggi apparentemente trionfante.
Nel prossimo ed ultimo articolo su NA trarremo le conclusioni dottrinali e pratiche di questa “rivoluzione copernicano/kantiana” della dottrina cristiana sul Giudaismo talmudico.
d. Curzio Nitoglia
Fine Terza Parte
Continua
[1] Gli esempi più evidenti di essa sono: 1°) “L’Antica Alleanza mai revocata”, Giovanni Paolo II a Magonza, 17 novembre 1980; 2°) “Gli Ebrei Fratelli maggiori dei Cristiani nella fede di Abramo”, 13 aprile 1986, Giovanni Paolo II alla sinagoga di Roma…
[2] Histoire du Christianisme Magazine, ibid., p. 59.
[3] S. Fumet, Histoire de Dieu dans ma vie, cit., p. 300.
[4] Cfr. R. Buttiglione, Il pensiero di Karol Woytjla, Jaca Book, Milano, 1984; A. Mandel, Il Messia militante, Arché, Milano, 1984; L. Quercioli-Mincer, La contesa sulle origini ebraiche di Mickiewicz, in «La Rassegna Mensile d’Israele», 1999, n. 1, pp. 29-49; M. Blondet, Cronache dell’anticristo, Effedieffe, Milano, 2001, pp. 104, 121-129; H. De Lubac, La posterità spirituale di Gioacchino da Fiore. Da Saint Simon ai nostri giorni, vol. II, Jaca Book, Milano, 1984, cap. XV: “Adam Mickiewicz”, pp. 261-315; Savien de Savigny, Frankisme, in «Lectures Françaises», n. 561, janvier 2004, pp. I-VII.
[5] Histoire du Christianisme Magazine, 2003, n.16, p. 59.
[6] Histoire du Christianisme Magazine, ibid., p. 60.
[9] M. O. Germaine, Stanislas Fumet ou la Présence au temps, cit., p. 98.
[10] Histoire du Christianisme Magazine, 2003, n.16, p. 69.