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“Voi avete per padre il diavolo”
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Gli ebrei non sono “fratelli maggiori dei cristiani nella fede”, ma sono “figli del diavolo” poiché sono senza fede in Cristo

Introduzione

Giovanni Paolo II nel suo Discorso al Tempio Israelitico Maggiore di Roma, il 13 aprile del 1986, riprendendo l’insegnamento giudaizzante di Nostra aetate, disse che “gli Ebrei sono i fratelli maggiori dei Cristiani nella Fede di Abramo”. Ora, se si legge la S. Scrittura, la Tradizione patristica e scolastica si evince tutto il contrario. In questo “Specchietto Riassuntivo” vediamo brevemente ciò che dice a questo riguardo il Vangelo di San Giovanni, come lo spiegano i Padri e S. Tommaso d’Aquino, che è il “Dottore Ufficiale o Comune” della Chiesa.

La S. Scrittura: Il Vangelo Di Giovanni

Nel quarto Vangelo leggiamo: «Gesù prese a dire ai Giudei che avevano creduto in Lui [ma poi non perseverarono, ndr]: “So che siete figli di Abramo; ma voi cercate di uccidermi, perché la mia Parola non penetra in voi. Io dico quello che ho veduto presso il Padre mio; e voi fate pure quello che avete veduto presso il padre vostro”. Gli replicarono: “Il nostro padre è Abramo”. Soggiunse Gesù: “Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo. Invece ora voi cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità, che ho udito da Dio. Abramo non fece così. Voi fate le opere del padre vostro”. Gli risposero: “Non siamo nati da fornicazione! Abbiamo un solo Padre, Dio”. E Gesù a loro: “Se Dio fosse vostro Padre, amereste anche Me, perché Io sono venuto da Dio; non sono infatti venuto da Me, ma Egli mi ha inviato. […] Voi Avete Per Padre Il Diavolo, e volete soddisfare i desideri del padre vostro. Egli fu omicida fin da principio, e non perseverò nella Verità, perché la Verità non è in lui. Quando dice la menzogna, parla del suo, perché è bugiardo e padre della bugia. […] Chi è da Dio ascolta le Parole di Dio; ecco perché voi non le ascoltate: perché non siete da Dio”…»[1].

Questo è quello che ci ha rivelato Gesù, ma qual è il senso esatto della “lettera” o delle parole divine? Il significato o lo “spirito” della S. Scrittura[2] lo dobbiamo cercare nell’interpretazione unanime che ce ne danno i Padri della Chiesa, espressione della Tradizione apostolico/patristica.

La Tradizione Patristica Greca E Latina

1) S. Giovanni Crisostomo

Nella Quarantaquattresima Omelia sul Vangelo di S. Giovanni il Crisostomo scrive dei Giudei: «Da cosa la verità li renderà liberi? dai loro peccati. E cosa risposero quegli insolenti? “Noi siamo la razza di Abramo e non siamo stati schiavi di nessuno”. […] Non si danno pena di aver perso la Verità, la Fede e la Grazia di Dio”. […]. Tale è l’orgoglio e la vanità degli Ebrei: “Noi siamo della razza d’Abramo, noi siamo Israeliti!”. Non parlano mai delle loro opere»[3].

Ma perché Gesù non li smentisce, dal momento che in realtà erano stati schiavi degli Egiziani, dei Babilonesi, e di molti altri? Perché Gesù cercava di far capire loro che erano schiavi del peccato e soprattutto del peccato d’incredulità ossia contro la Fede, più che degli uomini! Poiché la schiavitù vera è quella del peccato, dalla quale solo Dio può liberarci, in quanto solo Lui ha il potere di perdonare i peccati. Gesù, però, vuole che gli Ebrei la riconoscano e la confessino, prima di liberarli da tale odiosa schiavitù, accordando loro il suo perdono.

Il Salvatore continua: “Io so che siete figli d’Abramo, ma voi cercate di darmi la morte”. Il Crisostomo commenta: «Dolcemente e quasi insensibilmente li esclude dalla famiglia di Abramo. […] Siccome sono le opere che rendono l’uomo libero o schiavo, sono sempre esse che formano la vera parentela. Non ha detto loro immediatamente: - Voi non siete figli d’Abramo, uomo giusto, mentre voi siete degli omicidi; accorda loro una certa filiazione carnale e dice: “Io so che siete figli d’Abramo, ma voi volete uccidermi, poiché la mia Parola e la Fede non entra in voi”. Ma allora come mai è detto più su che avevano creduto in Lui? Sì, avevano creduto, ma non avevano perseverato: ed ecco perché li rimprovera. Se vi glorificate di tale filiazione, bisogna che la vostra vita corrisponda ad essa. “Quanto a Me, Io dico ciò che ho visto presso il Padre mio; e voi fate quello che avete visto presso il padre vostro”. Vale a dire: - Come Io faccio conoscere mio Padre sia mediante le mie parole sia mediante le mie opere; così voi mediante le vostre opere mostrate chi è il vostro padre spirituale e non carnale. Infatti “Voi cercate di uccidermi”. Gesù mostra loro che si sono esclusi dalla filiazione spirituale di Abramo[4] e che non debbono contare sull’Alleanza carnale per potersi salvare, ma sull’Alleanza spirituale, prodotta dalla Fede, dalla buona volontà e dalle buone opere. Era proprio ciò ad impedire loro di restare uniti a Gesù: essi s’immaginavano che la parentela carnale, il sangue e la razza, bastassero a salvarli[5].

Siccome Gesù li aveva spogliati della filiazione da Abramo, allora i Giudei presumono di salire ancora più in alto e si arrogano la dignità di figli di Dio, ma Gesù li degrada ancora una volta dicendo: “Se Dio fosse vostro Padre, voi mi amereste, ma voi Siete Figli Del Diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro”. Il Crisostomo commenta: «Non lascia questa accusa senza prova; al contrario la dimostra: uccidere, dice loro, è un’azione di malizia diabolica, mostra che i Giudei, come il diavolo, sono spinti all’omicidio dall’invidia. Poiché il diavolo ha ucciso spiritualmente Adamo unicamente per soddisfare la sua invidia. Abramo non ha fatto il male; anzi le sue opere sono state la Fede, la dolcezza, la moderazione, l’obbedienza; voi al contrario siete increduli, disumani e crudeli»[6].

2) S. Agostino d’Ippona

Il Santo Vescovo d’Ippona, nel Discorso Quarantaduesimo sul Vangelo di Giovanni, afferma: «Gesù promise libertà a coloro che credevano in Lui. Ma i Giudei, orgogliosi della loro pretesa libertà, disdegnarono di essere liberati, pur essendo schiavi del peccato. Essi proclamarono di essere già liberi, in quanto erano discendenti carnalmente di Abramo»[7].

Il Salvatore rispose: “So che siete figli di Abramo, ma voi cercate di uccidermi”. S. Agostino commenta: «“Riconosco la vostra origine carnale da Abramo, ma non trovo in voi la stessa Fede del cuore di Abramo. Siete figli d’Abramo, ma secondo la carne”. […] I Giudei, pur essendo figli di Abramo erano uomini increduli e ingiusti. Traevano la loro origine dalla carne [di Abramo], ma erano moralmente degenerati, avendo cessato di imitare la Fede di colui di cui erano figli secondo la carne [8]. Ma dove hanno visto costoro il male che fanno, e che il Signore rimprovera e condanna? Lo hanno visto presso il loro padre. Quando vedremo chi è il loro genitore, allora capiremo cosa essi videro presso un tale padre: ancora però Egli non lo chiama col suo nome. […] Ora infatti dirà chi è quel loro padre, che non li aveva generati né fatti uomini, ma di cui tuttavia essi erano figli in quanto malvagi, non in quanto uomini, in quanto ne imitavano la condotta e non in quanto erano stati da lui generati»[9].

Abramo è lodato da Gesù e i Giudei sono condannati; Abramo non era un omicida ed invece loro vogliono uccidere Gesù; Abramo credeva in Gesù come Messia venturo, i Giudei lo hanno rifiutato ed è perciò che non possono essere figli spirituali di Abramo. La carne discendeva da Abramo, non certo la loro condotta e la loro Fede: «È la stirpe dei Giudei che trae origine dalla sua carne, non la stirpe dei Cristiani: noi discendiamo dai Gentili e tuttavia siamo divenuti figli spirituali di Abramo imitando la sua virtù e la sua Fede. […] Noi siamo dunque fatti discendenti di Abramo per Grazia di Dio. Dio non fece suoi eredi i discendenti carnali di Abramo. Anzi questi li ha diseredati, per adottare quegli altri»[10].

Quando i Giudei mandarono Sacerdoti e Leviti, Giovanni Battista li chiamò: “Razza di vipere” (Mt., III, 9). Essi si vantavano della nobiltà delle loro origini, ed egli invece li accusò di essere una razza di vipere per il veleno che portavano in corpo. Li invitò perciò a fare penitenza per i loro peccati e già disse loro che era inutile vantarsi di avere Abramo come padre carnale, poiché Dio poteva far sorgere dalle pietre i figli spirituali di Abramo, coloro che ne avrebbero imitato la Fede e le opere. Le pietre simboleggiano i Pagani, che adoravano gli idoli di pietra e dai quali Dio ha tratto i Cristiani, che hanno creduto in Cristo.

Gli Ebrei, prosegue S. Agostino nel commento del Vangelo di S. Giovanni, «già non consideravano più la Fede di Abramo. Non potevano invocare più Abramo, e non poteva essere diversamente, dato che parlava loro la Verità stessa ed essi, pur vantandosi di discendere da Abramo, non ne imitavano la vita né la Fede. Ricorsero quindi ad un’altra risposta. Noi, pensavano, non siamo capaci di imitare quell’uomo giusto [Adamo], diciamo allora che Dio è il nostro Padre e vediamo cosa ci risponderà […]. Gesù disse loro: “Se Dio fosse vostro Padre, amereste anche Me; perché Lui mi ha mandato”. Vale a dire: se dite che Dio è vostro Padre, riconoscetemi come fratello, inviato da Dio»[11]. Ma voi non comprendete il mio linguaggio, perché non potete sentire le mie parole”, continua Gesù. Il Santo Vescovo d’Ippona commenta: «Non potevano comprendere perché non potevano udire. E non potevano udire, perché non volevano correggere la loro vita con la Fede. Perché non volevano correggersi? “Voi Avete Per Padre Il Diavolo”. […] E perché dunque i Giudei erano Figli Del Diavolo? Per imitazione, non per nascita. […] “e volete compiere i desideri del padre vostro”. Ecco perché siete suoi figli, perché desiderate ciò che lui desidera, non perché siete nati da lui. Quali sono questi desideri? “Fin dal principio egli è stato omicida”. […] Vedete ora qual è il genere di questo omicidio. Il diavolo è chiamato omicida, non perché si sia cinto della spada e rivestito di armi: egli avvicinò l’uomo, gli mise nel cuore malvagi pensieri e così lo uccise nell’anima. […] Era già omicida nei riguardi dello spirito e della Grazia de primo uomo»[12].

La Tradizione Scolastica

S. Tommaso d’Aquino

Il “Dottore Comune” della Chiesa, che compendia ed eleva la Dottrina patristica, nel suo Commento al Vangelo di S. Giovanni spiega: «Nella frase che segue: “So che siete razza di Abramo” Gesù comincia a trattare della discendenza dei Giudei: Egli inizia col riconoscere la loro origine carnale; ma sùbito dopo tratta della loro origine spirituale: “Intanto però cercate di uccidermi”. Afferma quindi che l’origine della loro carne è Abramo. Ma solo per discendenza carnale, non per somiglianza di Fede. Il Signore mostra che essi spiritualmente provengono da una radice perversa; quindi li rimprovera apertamente di peccato d’incredulità. Lasciando da parte tutte le altre colpe in cui i Giudei erano caduti, rammenta loro soltanto quello che avevano sempre nella mente, cioè il peccato di omicidio; poiché essi volevano ucciderlo. E il Signore precisa che causa di tale omicidio non era una colpa da parte sua, né il loro senso di giustizia, ma la loro incredulità: “Perché la mia parola non viene capita da voi”»[13]. Ancora una volta è smentita la frase di Giovanni Paolo II: “Gli Ebrei sono fratelli maggiori dei Cristiani nella Fede di Abramo”. Essi infatti non hanno la Fede in Cristo ma sono increduli.

Il Signore arriva così a concludere quale sia l’origine spirituale dei Giudei: “Voi Avete Per Padre Il Diavolo”, di cui erano figli non in quanto uomini, ma in quanto malvagi e increduli. «Cristo – scrive S. Tommaso –  sopra ha affermato che essi sono figli di Abramo secondo la carne; qui invece nega che lo siano per imitazione delle opere, e specialmente della Fede. Cosicché la loro carne deriva da Abramo, ma non ne deriva la loro vita né la loro Fede»[14].

Le opere e la Fede dei Giudei erano dissimili da quelle di Abramo: esse infatti erano cattive e perverse, poiché essi erano già intenzionalmente omicidi ed increduli: “Voi cercate di uccidermi” e «questo omicidio era un peccato smisurato, contro la Persona divina del figlio di Dio»[15]. Essi anzi volevano ucciderlo proprio perché asseriva di essere consustanziale al Padre. Abramo invece aveva desiderato di vedere il Suo giorno, “lo vide e ne tripudiò”. E proprio per il fatto che i Giudei non compiono le opere di Abramo, significa che spiritualmente hanno un altro padre, di cui imitano le opere!

Spiritualmente parlando, il Signore dimostra che i Giudei non hanno origine neppure da Dio. Infatti quando affermano: “Noi non siamo nati da prostituzione”, intendono dire: «Se in passato la nostra madre, la Sinagoga, allontanatasi da Dio, si prostituì agli idoli, noi però non ci siamo allontanati da Lui e non ci siamo macchiati d’idolatria»[16]. Infatti Dio è spiritualmente lo sposo delle anime. Ora come la sposa si prostituisce quando ama un altro uomo, così un’anima o un popolo sono accusati di prostituzione, quando, abbandonato il vero Dio, si volgono alle creature in una specie d’idolatria. E di aver abbandonato il vero Dio Gesù accusa i Giudei Suoi contemporanei quando afferma: “Se Dio fosse vostro Padre, amereste anche Me […]. Chi è da Dio ascolta le Parole di Dio; ecco perché voi non le ascoltate e non credete: perché non siete da Dio”.

Il Signore, dopo aver mostrato he i Giudei non avevano origine spirituale da Abramo ed aver escluso quella divina, che loro presumevano, finalmente dimostra quella vera, assegnando loro la paternità del diavolo. Ecco l’affermazione di Gesù: “Voi fate le opere del diavolo, Voi Avete Per Padre Il Diavolo”, vale a dire gli appartenete per imitazione! Infatti Gesù prosegue: “Volete compiere i desideri del padre vostro”, cioè: Voi Siete Figli Del Diavolo non perché procreati da lui, ma perché imitandolo volete compierne i desideri”. E l’Angelico commenta: «Come il diavolo ebbe invidia del primo uomo e lo uccise spiritualmente, così voi, nutrendo invidia contro di me, “Cercate di uccidere Me che vi ho detto la verità”»[17].

Conclusione

La S. Scrittura, i Padri e la Scolastica insegnano che il Giudaismo post-biblico, moralmente solidale con i Giudei contemporanei di Gesù Cristo nella negazione della Sua divinità e nel rifiuto della Sua salvezza, discende da Abramo solo carnalmente o razzialmente. Invece spiritualmente non crede in Cristo e quindi neppure nel Padre, che è consustanziale al Figlio.

Inoltre esso volle uccidere Cristo come il diavolo per invidia volle dare la morte dell’anima al vecchio Adamo facendolo cadere nel peccato, che ha generato anche la morte fisica. Perciò Gesù, i Padri e la Scolastica insegnano che l’Ebraismo è, sì, carnalmente discendenza di Abramo, ma spiritualmente non ne imita la Fede e le Opere, anzi le contrasta in quanto non crede nel Figlio e neppure nel Padre.

È vero che inizialmente la maggior parte dei Giudei credette a Cristo, ma poi non ha perseverato (tranne una “piccola reliquia”), perché non volle correggere il proprio orgoglio, la propria vanagloria e la propria cattiva condotta. Ciò portò la maggior parte dei Giudei all’incredulità e questa al Deicidio. Quindi la teoria postconciliare dei “Fratelli maggiori e prediletti” è contraria alla Rivelazione contenuta nella S. Scrittura e nella Tradizione e non può essere seguìta dal cattolico fedele. Inoltre è gravissima mancanza di carità verso gli odierni Ebrei lasciarli nell’illusione di essere tuttora il popolo prediletto da Dio e titolare dell’Antica Alleanza (come invece ha detto Giovanni Paolo II a Magonza il 17 novembre del 1980: “L’Antica Alleanza non è stata mai revocata”) e quindi di un’economia di salvezza particolare, che prescinde da Gesù Cristo. Perciò è evidente la rottura e l’inconciliabilità tra la Rivelazione divina (Scrittura-Tradizione) e la Dottrina del Vaticano II e del postconcilio, almeno riguardo ai rapporti tra Cristianesimo e Giudaismo post-biblico.

d. Curzio Nitoglia



[1] Giov., VIII, 31-47.

[2] “La lettera uccide, lo spirito invece vivifica” (II Cor., III, 6).

[3] S. Giovanni Crisostomo, Commento su Giovanni, Omelia LIV, 1.

[4] Quindi è evidente che i Giudei increduli non sono i “Fratelli maggiori nella Fede di Abramo” poiché non hanno la Fede in Cristo.

[5] Ibid., 2.

[6] Ibid., 3.

[7] S. Agostino, Commento su Giovanni, Discorso XLII, 1.

[8] Ancora una volta si constata quanto sia falsa e contraria alla Tradizione apostolico/patristica l’espressione di Giovanni Paolo II: “Gli Ebrei sono fratelli maggiori dei Cristiani nella Fede di Abramo” pronunciata al Tempio israelitico maggiore di Roma il 13 aprile 1986.

[9] Ibid., 1-2.

[10] Ibid., 5.

[11] Ibid., 7-8.

[12] Ibid., 9-11.

[13] Ibid., 1211-1215.

[14] Ibid., 1222.

[15] Ibid., 1227.

[16] Ibid., 1232.

[17] Ibid., 1241.

 
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