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La casta è scesa in guerra. Civile.
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Alla teppaglia-Alitalia che ha bloccato aeroporti, impedito centinaia di voli, intimidito e paralizzato migliaia di passeggeri, bisogna riconoscere una virtù: la chiarezza politica. Contrariamente al governo Salame, essi hanno identificato perfettamente il loro nemico: il popolo italiano, quello che paga loro stipendi e privilegi.

Hanno intrapreso, con chiara e deliberata consapevolezza, la strada della guerra civile. L’assalto concertato alla cassa.

Il Salame, al contrario, non ha capito che il compito centrale del suo governo era questo: di stroncare la Casta, l’insieme delle caste che i soldi pubblici li prendono senza corrispettivo, a  protezione di tutti i cittadini che i soldi (con le tasse) li danno. Berlusconi ha tradito il suo compito, cercando di salvare non so quale «italianità» della compagnia aerea, ha dato il via alla rivolta generale delle caste.

Poteva lasciare che se la prendessero i francesi. Macchè, ha voluto strafare, con la visione politica di un brianzolo istrionico che si informa sul TG4.

Per tutta risposta, la teppaglia Alitalia è entrata nella guerra totale: lo dice chiaramente, non vuole la privatizzazione, vuole la nazionalizzazione. Ossia la presa a carico perenne, da parte del contribuente italiano dei propri privilegi e stipendi enormi e indebiti. Con le tasse, dobbiamo continuare a pagarli in eterno e a non osare chiedere loro un servizio. Vogliono i nostri soldi, e vogliono strapparceli. E non sono mica soli.

I professori universitari sono riusciti a far scendere in piazza gli studenti a difesa dei loro privilegi e delle loro illegalità. La scusa propagandistica, tipica delle guerre civili, cioè falsissima: «La Gelmini taglia i fondi per la ricerca».

Basta vedere che i professori sono più numerosi dei ricercatori, per capire che della ricerca, a loro, non gliene frega niente. Sono professori come quello della Cattolica, che ha fatto vincere una cattedra di Medicina Legale (l’esame consisteva sulle «tecniche adottate in autopsia per stabilire la morte di un soggetto dai resti nello stomaco») a sua figlia, laureata in Lettere. E i casi sono infiniti: cattedratici imbucano mogli, figlie, cognati, amanti e zii.

Gli insegnanti elementari sono riusciti a innescare una rivolta inaudita contro il maestro unico. Difendono, come ha spiegato persino Mario Pirani su repubblica, i tre insegnanti per classe non «per valutazioni educative», ma «per paura che il calo degli alunni riducesse il numero degli insegnanti», com’era semplicemente logico.

Insieme alla teppa-Alitalia, sono scesi in sciopero gli addetti ai trasporti pubblici. Bloccano città intere, impediscono di lavorare ai cittadini che - con il loro lavoro - pagano i loro stipendi. E gli stipendi dei trasporti, e dei pubblici dipendenti in genere, da anni aumentano in misura maggiore dell’inflazione.

Le categorie fancazziste sono le sole che hanno conservato e aumentato il loro potere d’acquisto, mentre il popolo italiano lo perdeva.

Ci sono in corso o annunciati una trentina di scioperi; centinaia di milioni di euro di danni e mancati guadagni. Lo sciopero generale della CGIL è a favore non degli operai, ma degli statali, scontenti dell’aumento di 70 euro (ne hanno ricevuti tanti di più in passato, quando il settore privato li tagliava).

E’ una vera, corale rivolta di tutta la federazione della Casta contro il ridimensionamento del loro potere. La Casta dei ricchi contro il popolo italiano, formato di poveri sempre più numerosi; da noi, già con un salario di mille euro mensili, si è tassati. Da noi si tassano i poveri, perchè la Bestia deve avere i soldi.

Hanno distrutto l’immagine del Paese. Devastano quel che resta della compagnia aerea. Hanno dato un altro colpo al turismo, forse definitivo: dopo quel che hanno sofferto nei nostri aeroporti i visitatori esteri in attesa del volo per Winnipeg o Bangkok, di certo faranno i salti mortali pur di evitare uno scalo italiano. Del resto, a che scopo venire in Italia?

Pompei è preda della camorra; gli alberghi sono i più cari del mondo, e i meno disposti a rendere servizi; si è derubati, e per giunta trattati male. Le spiagge sono rese inaccessibili dall’orlo sporco dell’abusvismo edilizio, colpa suprema della Casta comunale e regionale in combutta con la malavita.

Anzi, una casta che «è» malavita: lo dimostrano i semafori truccati per aumentare  le multe, il bottino poi diviso a metà fra Comuni e le aziende truccatrici, come si usa fra rapinatori. Spogliatori dei cittadini, i beoti, gli stupidi: manteneteci, coglioni! E non vi lamentate!

Questo atteggiamento si chiama  politicamente «secessione», il tipo più puro di secessione: la secessione dall’interesse comune; solo il proprio interesse conta per loro, e lo perseguono con un’arroganza e una faccia tosta che dice della loro determinazione.

Rovinare l’Italia non li spaventa nè  li preoccupa. Sanno che vinceranno. Perchè sono tanti ed hanno dalla loro quasi tutti i media, le loro stesse vittime (studenti, precari), la «sinistra» e i comici-satirici, una forza in un Paese comico, che difendono la Casta e sbertucciano Brunetta, Temonti e la Gelmini.

Soprattutto, hanno a loro favore la chiarezza dello scopo, in contrasto con la vacua debolezza, e la confusa visione del governo.

Già l’orribile Lega sta passando dall’altra parte, dalla parte delle caste insorte; dopotutto, Bossi difende gli insegnanti perchè il suo figlio scemo ha bisogno di un pezzo di carta. Già il Salame se la fa sotto, e rimanda la riformetta universitaria, abbandonando i suoi ministri più determinati. Il Fini-Kippà già fa la fronda.

Del resto, è ovvio: anche loro, soprattutto loro, sono Casta.

I parlamentari difendono i loro 22 mila euro mensili, pagati dai contribuenti che ne hanno 1000. La moglie di Al** è diventata direttrice generale alle «Pari Opportunità». Ottima e impari opportunità, riceve probabilmente gli stessi emolumenti di Elisabetta Spitz, direttirce ministeriale, 300 mila euro annui. La Rauti si occupa di baby sitter: la direzione generale di Baby Sitter alle Pari Opportunità.

E poi ci chiedono pure di «consumare di più». Fra balzelli, multe e costi aggiuntivi per compensare il fancazzismo generale dei privilegiati, non restano soldi per aumentare i consumi. Loro sì, possono. Solo loro. Consumino almeno di più le teppe Alitalia, le hostess, le maestre triplici, le mogli dei politici imbucate nella dirigenza ministeriale.

Tremonti non osa fare quel che fanno tutti i Paesi europei: tagliare l’Iva come l’Inghilterra, ridurre tasse e balzelli per togliere il nodo scorsoio fiscale alle piccole imprese già strangolate dalle banche (340 mila aziende hanno già chiuso per la recessione), stanziare capitali per le opere pubbliche keynesiane, oggi necessarie. E tutto perchè ha bisogno di tutti i soldi pubblici per alimentare la Bestia.

E’ finito il grasso che cola, ma la Bestia, comunque, vuole il suo grasso di sempre. E lo taglia dalla nostra carne.

L’Italia è un Paese in disavanzo permanente e strutturale, perchè deve importare interamente le materie prime energetiche, petrolio e gas. Il turismo, la seconda industria che copriva in parte la spesa di queste importazioni, è defunto - defunto per la nostra inciviltà, ignoranza invincibile e pessima educazione.

Questo semplice fatto dovrebbe essere insegnato nelle scuole: siamo tutti nella stessa barca, e una barca che fa acqua da sempre.

Chi la scuote, chi la buca - come le Teppalitaglia, come le insegnanti che non insegnano l’educazione e il parentado che occupa l’università, come l’immane Casta parassitaria insaziabile -  va considerato un nemico pubblico, da trattare come tale.

Loro, lo hanno capito benissimo e si comportano di conseguenza. Loro hanno scatenato la guerra contro di noi. Siamo noi che continuiamo a non capire che questa è guerra civile.

La forma ultima, italiota, di guerra civile: non più guelfi contro ghibellini, fascisti contro antifascisti, ma i percettori di soldi nostri contro i pagatori dei soldi loro.



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