I ROTHSCHILD, I SASSOON E I KADOORIE
Introduzione: non solo denaro, ma anche potere
La Casa dei Rothschild non ha mai agito (e non agisce ancor oggi) solo per desiderio di ricchezze materiali, anche se per essa, come per molti altri, “pecunia non olet”; infatti, la volontà di possesso del mondo la domina come impregna pure la sua etnia; per rendersene conto occorre studiare, come abbiamo fatto nello scorso capitolo, non solo la sua storia, ma anche quella dell’Israele immediatamente posteriore alla rivolta del Maccabei contro Antioco Epifane (150 a. C. circa).
In quest’articolo studieremo - nella prima parte - l’ideologia messianistica, che sta alla base della sete di dominio mondialistico da parte del Giudaismo postbiblico e - nella seconda parte - l’entrata dei Rothschild nell’attuale Cina liberista e comunista, come ci viene descritta da tre autori (Engdahl, Blondet e Pascali) che sono molto addentro alle vicende della sinarchia mondialista.
I Rothschild e il Messianismo temporale giudaico/antico
Molto prima dei Rothschild, questa volontà di dominio del mondo, la ritroviamo nella storia dell’Israele antico, che - attorno al II secolo avanti Cristo - iniziava a deviare, lentamente ma inesorabilmente, verso il rabbinismo farisaico, il quale rifiutò il Messia Gesù di Nazareth, a causa di una sua falsa concezione di un “Messia” militante e guerriero, che avrebbe scacciato Roma dalla Palestina e avrebbe dato a Israele il dominio temporale sul mondo intero, mettendolo al posto dell’Impero romano.
Occorre, perciò, per poter penetrare l’essenza del modus agendi dei Rothschild, studiare la filosofia del Messianismo temporale giudaico-antico (II secolo a. C.), la quale soggiace all’istinto affaristico notevolmente sviluppato di questa famiglia, relativamente moderna (XVIII secolo d. C.).
Come si vede per capire pienamente il “caso Rothschild” non si può prescindere dalla storia e dal mistero d’Israele, prima “popolo eletto di Dio” nella Vecchia Alleanza, poi “popolo rigettato dal Signore”, a causa del deicidio, nella Nuova ed Eterna Alleanza.
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- PRIMA PARTE -
L’Apocalittica Del Messianismo Temporale Giudaico/Antico
I Maccabei e il Messianismo militante
«Il periodo maccabico orientò i Giudei verso un’interpretazione errata del Messia, che si afferma nella Letteratura Apocrifa e Rabbinica. […]. L’opposizione tra la Rivelazione attuata dal Cristo e l’interpretazione giudaica dominante non poteva essere più stridente; essa fu fatale a Israele, che rimase fuori dalla salvezza eterna. […]. Gli Israeliti avrebbero preso le idee mitologiche [dell’Apocalittica apocrifa] applicandole alla loro Nazione: lo sconvolgimento cosmico avrebbe rovinato i Pagani, mentre avrebbe dato a Israele felicità terrena definitiva» (F. Spadafora, Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, 1952, VIII vol., coll. 847-848, voce “Messia”).
Il vero Messia, Gesù Cristo, è soprattutto Re spirituale di tutti gli uomini e non di una sola Nazione e quindi non potrà non essere odiato, combattuto e messo a morte dai “falsi profeti” o “veggenti” dell’Apocalittica giudaica, che dal 170 a. C. aveva cominciato a corrompere la Fede del vero Israele in senso millenaristico, temporalistico, mondialistico e di dominazione universale. Questo è il dramma di Israele, aver seguito, nella maggior parte, un falso concetto di Messia cosmico, militante e temporale, che sarebbe un puro uomo o addirittura una collettività, cioè Israele stesso, “Padrone di questo mondo”. Inoltre, nell’aver rifiutato, tranne “una piccola reliquia”, il vero Messia, Salvatore di tutti gli uomini, il cui Impero è universale, definitivo, spirituale e soprattutto proteso nell’aldilà, pur iniziando già in questo mondo, anche se imperfettamente. La sua morte in Croce è l’Unico Sacrificio perfetto e senza macchia la “oblatio munda” (Mal. I, 11).
Mentre per i Profeti dell’A. T. il Messia è una persona, per i veggenti dell’Apocalittica apocrifa è una collettività e precisamente il popolo d’Israele, che conseguirà la prosperità nazionale, il predominio su tutte le altre Nazioni.
Inoltre «un Messia morto e risorto, un Messianismo che si era adempiuto in Gesù Cristo, era la nuova Fede che gli Apostoli dovevano predicare a tutto il mondo, cominciando dai Giudei. Ma per questi un Messia messo in croce era uno ‘scandalo’, come per i Pagani una ‘follia’ (I Cor. I, 23). […]. L’opposizione, che tale predicazione trovò presso la maggior parte della nazione giudaica ha la sua prima radice nel diverso concetto che s’era formato del Messianismo […] mentre il mondo romano accettò il Messia ripudiato dai Giudei. […]. La prima conseguenza della venuta del Messia consisterebbe, secondo il Sionismo, nel ritorno degli Ebrei, numericamente aumentati, in Palestina e la riedificazione di Gerusalemme e del Tempio» (A. Vaccari, Enciclopedia Italiana, Roma, Treccani, II ed., 1951, vol. XXII, p. 957, voce “Messianismo”).
Letteratura Apocalittica temporale
L’Apocalittica non è da confondersi con l’Apocalisse di San Giovanni, che «nel XVIII secolo fu uno dei maggiori bersagli della critica antireligiosa dell’Illuminismo intellettualistico»[1].
La Letteratura Apocalittica è il «complesso di scritti pseudonimi giudaici, sorti tra il sec. II a. C. e il sec. II d. C.»[2]. L’Apocalittica nasce al tempo in cui l’Ellenismo pagano trionfa in Israele, che è oppresso e il Tempio viene profanato (168-164 a. C.). Poi dopo il successo di Antioco Epifane († 164 a. C.[3]), la conquista della Giudea da parte di Roma con Pompeo (63 a. C.) e la distruzione del Tempio con Tito (70 d. C.) e della Giudea con Adriano (135 d. C.) si accende sempre più la speranza della riscossa nazionale giudaica, sotto la guida dei “falsi profeti” predetti da Gesù. L’Apocalittica apocrifa[4], per rafforzare questo revanscismo nazionalistico, si serve dei Profeti canonici dell’Antico Testamento e li arricchisce di predizioni immaginifiche che descrivono il trionfo di Israele sui Pagani o non-Ebrei (goyim): «Israele sarà liberato e vendicato, e, guidato da Jaweh e dal suo Messia, si satollerà nella pace e nell’abbondanza; le 12 Tribù torneranno per imperare sulle Genti domate e calpestate»[5]. L’Apocalittica apocrifa giudaica ha un carattere eminentemente “esoterico”[6] e è attribuita comunemente agli Esseni[7].
Monsignor Antonino Romeo scrive che la materia dell’Apocalittica è ideologica, politica ed escatologica, essa tratta «della finale rivincita divina sulle forze del male trionfanti attualmente; della vendetta sulle Genti e della restaurazione gloriosa di Israele. […]. Il Regno di Dio riveste generalmente l’aspetto nazionalistico-terreno: schiacciante rivincita di Israele, colmo per sempre di prosperità e di dominio»[8]. Il regno d’Israele, ossia del Messia, che coincide con la Nazione giudaica, “sarà di questo mondo, […], e riporterà l’Eden quaggiù. In tale concezione giudaica, la persona umana conta ben poco: Israele diventa realtà assoluta e trascendente, la redenzione è collettiva anziché individuale, anzi cosmica più che antropologica. […]. Il Messia è rappresentato come un re e un eroe militante. […]. Mai il Messia è intravisto come redentore spirituale, espiatore dei peccati del mondo”[9]. In breve «il tema supremo appare in funzione esclusiva della glorificazione di Israele, la ‘fede’ è l’impaziente attesa della bramata vendetta sulle Genti. L’aspirazione all’unione con Dio, l’amore di Dio e del prossimo esulano completamente da questi scritti Apocalittici, che fomentano la passione di rivincita e di dominio mondiale. […]. Verso le Genti gli Apocalittici sono implacabili: ogni compassione per loro passerebbe per debolezza di fede. […]. I ‘veggenti’ dell’Apocalittica infieriscono, con voluttà feroce, con odio insaziabile. Le “apocalissi” assumono un posto decisivo nell’astiosa propaganda contro le Genti; sono ordigni di guerra […]; al contrario del Vangelo (Mt. VI, 34), la religione apocalittica ha un solo cruccio e ansia: l’Avvenire […] gli Imperi delle Genti si annienteranno a vicenda finché il dominio universale non passerà a Israele»[10]. Ne consegue «il particolarismo giudaico condannato dal Vangelo. Il più ambizioso nazionalismo vi rincara le sue pretese. Le Genti vi sono più disprezzate e odiate che mai: il fosso tra Israele ed esse si trasforma in abisso»[11].
Secondo alcuni esegeti (J. Klausner) l’Apocalittica “funge da collegamento tra il Vecchio Testamento e il Talmud”[12] e il “suo esoterismo l’accosta alla Cabala” (Romeo/Spadafora, cit.). Tuttavia, specifica monsignor Romeo, «l’Apocalittica ha falsificato il Vecchio Testamento e, abbassando l’ideale messianico dei Profeti, ha ostruito le vie al Vangelo, ha predisposto i Giudei a respingere Gesù. Presentando un Messia che ridona a Israele l’indipendenza politica e gli procura il dominio universale, l’Apocalittica accentuò il particolarismo nazionalistico e spinse Israele alla ribellione contro Cristo e contro Roma, quindi al disastro»[13].
Monsignor Francesco Spadafora qualifica l’Apocalittica come «odio atroce conto i Gentili, morbosa attesa della rivoluzione e della liberazione futura di Israele. All’Apocalittica si deve la formazione del più acceso nazionalismo ebraico, che sfocerà nella ribellione all’Impero romano. Tramite essa si spiega la fiducia cieca dei Giudei per straordinarie rivincite nazionali vaticinate dai ‘falsi profeti’»[14].
L’Abate Giuseppe Ricciotti scrive: «Ai veri ‘Profeti’ dell’Antico Testamento erano succeduti i falsi ‘veggenti’ dell’Apocalittica: i Rabbini, gli Scribi e i Farisei; ma l’opera di costoro non poteva sostituire adeguatamente quella dei primi. […]. Il Profeta, sotto l’azione dello Spirito Santo, era una “fonte di acque vive” (Ger., II, 13), lo scriba incanalava quelle acque facendole confluire nello stagno della casuistica. […]. I Profeti avevano parlato condizionatamente, e in particolar modo avevano annunciato le grandi promesse di Dio al popolo d’Israele in dipendenza dell’atteggiamento futuro di costui. L’Apocalittica al contrario non conosce condizioni; ciò che fu vaticinato deve avverarsi infallibilmente»[15].
Messianismo temporale /militante giudaico
Monsignor Francesco Spadafora scrive ancora: «Il Messianismo è la dottrina sul Messia e il suo Regno o Nuova Alleanza; […] esso costituisce il punto centrale d’incontro (nelle Profezie del Vecchio Testamento) e di opposizione (nella realizzazione: Nuovo Testamento) tra il Giudaismo e il Cristianesimo»[16]. Tutto l’Antico Testamento è proteso a Cristo e al suo Regno. Infatti, il Messia «verrà ucciso proprio da Israele, che gli resiste e lo disprezza (Is., LIII, 8 s.), ma che espierà con un lutto nazionale il suo crimine (Zach., XII, 8-13; Mt. XXIV, 30; Jo., XIX, 37)»[17]. Il vero Messia, Gesù Cristo, è soprattutto Re spirituale di tutti gli uomini e non di una sola Nazione e quindi non potrà non essere odiato, combattuto e messo a morte dai “falsi profeti” o “veggenti” dell’Apocalittica che dal 170 a. C. aveva cominciato a corrompere la Fede del vero Israele in senso millenaristico, temporalistico, mondialistico e di dominazione universale. Non occorre aspettare “I Protocolli dei Savi di Sion” per conoscere le mire di dominazione dell’Israele infedele, basta leggere i Profeti dell’Antico Testamento inverato dal Nuovo ed Eterno Testamento e corrotto dall’Apocalittica apocrifa dei Farisei, Rabbini, Scribi ed Esseni. Questo è il dramma di Israele: aver seguìto, nella maggior parte dei suoi membri, un falso concetto di Messia cosmico, militante e temporale (che è un puro uomo o addirittura una collettività: Israele stesso, “Padrone di questo mondo”) e aver rifiutato, tranne “una piccola reliquia”, il vero Messia, Salvatore di tutti gli uomini, il cui Impero è universale, definitivo, spirituale e soprattutto proteso nell’al di là, pur iniziando già in questo mondo, anche se imperfettamente. La sua morte in Croce è l’Unico Sacrificio perfetto e senza macchia (“oblatio munda”, Mal. I, 11), che oggi il falso Israele cerca di rimpiazzare con l’olocausto o catastrofe che ha subito a partire da Antioco Epifane, poi con Tito, quindi con l’espulsione dalla Spagna ed infine durante la seconda guerra mondiale (la cosiddetta “shoah”). Purtroppo «i Giudei [apocalittici], nonostante la paziente insistenza del Redentore nel rettificare e correggere i loro preconcetti falsi, rimasero fatalmente fuori della salvezza (cfr. Mt., VIII, 1 s.)»[18]. Certamente l’Antica Alleanza, «concretata nel patto del Sinai, è l’unica vera religione, ma sfocerà in un’Alleanza più perfetta e definitiva, estesa a tutte le genti; Israele ne sarà il veicolo conduttore; un discendente di Davide ne sarà il realizzatore»[19]. Tuttavia «il periodo maccabico orientò i Giudei verso un’interpretazione errata del Messia, che si afferma nella letteratura apocrifa e rabbinica. […]. L’opposizione tra la Rivelazione attuata dal Cristo e l’interpretazione giudaica dominante non poteva essere più stridente; essa fu fatale a Israele, che rimase fuori dalla salvezza eterna. […]. Gli israeliti avrebbero preso le idee mitologiche [dell’Apocalittica apocrifa] applicandole alla loro Nazione: lo sconvolgimento cosmico avrebbe rovinato i pagani, mentre avrebbe dato a Israele felicità terrena definitiva»[20].
Padre Alberto Vaccari spiega che «il Messianismo è un concetto proprio della religione ebraica e cristiana, punto centrale d’intesa e insieme di opposizione tra di esse, d’intesa quanto alle Profezie dell’Antico testamento, di opposizione quanto all’interpretazione di esse»[21]. Mentre per i Profeti dell’A. T. il Messia è una persona, per i veggenti dell’Apocalittica apocrifa è una collettività e precisamente il popolo d’Israele, che conseguirà la prosperità nazionale, il predominio su tutte le altre Nazioni[22]. Inoltre «un Messia morto e risorto, un Messianismo che si era adempiuto in Gesù Cristo, era la nuova Fede che gli Apostoli dovevano predicare a tutto il mondo, cominciando dai Giudei. Ma per questi un Messia messo in croce era uno ‘scandalo’, come per i Pagani una ‘follia’ (I Cor., I, 23). […]. L’opposizione, che tale predicazione trovò presso la maggior parte della nazione giudaica ha la sua prima radice nel diverso concetto che s’era formato del Messianismo […] mentre il mondo romano accettò il Messia ripudiato dai Giudei. […]. La prima conseguenza della venuta del Messia consiste nel ritorno degli Ebrei, numericamente aumentati, in Palestina e la riedificazione di Gerusalemme e del Tempio»[23].
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- Seconda PARTE -
Il Messianismo Temporale Del Giudaismo “Moderno” (Rothschild & Company)
I Rothschild, i Sassoon e i Kadoorie nella Cina odierna
Prima di studiare le gesta odierne dei Rothschild in Cina è bene illustrare, per sommi capi, ciò che operarono - in Cina, in India e in Inghilterra - altre due famiglie di ricchissimi banchieri israeliti, provenienti dall’Iraq, con l’appoggio di Londra ove stabilirono le loro filiali, che inizialmente erano sorte in oriente.
Esse sono i Sassoon[24] e i Kadoorie (o Kedourie)[25]. Normalmente sono poco conosciute, almeno rispetto ai Rothschild, ma in oriente hanno avuto ed hanno ancora lo stesso peso finanziario e politico che i Rothschild hanno esercitato in Europa e in America del nord, tant’è vero che dagli “esperti” i Sassoon son chiamati “i Rothschild d’oriente”.
A partire dagli anni Settanta del Novecento, dopo la parentesi maoista (1949-1976), anche i Rothschild hanno voluto spostarsi nell’Impero del super/capitalismo comunista (preceduti di circa due secoli dalla presenza in loco dei Sassoon e dei Kadoorie), poiché hanno fiutato (o pilotato?) la nuova strategia geopolitica, secondo cui proprio la Cina sarebbe diventata, nel prossimo futuro, la prima superpotenza mondiale, che avrebbe rimpiazzato gli Usa.
Nell’ottobre del 1975 la Cina maoista (un anno prima della morte di Mao) entrò nell’Onu; il Presidente statunitense Richard Nixon fece il suo primo viaggio ufficiale nella Cina comunista nel febbraio del 1972; poi lo seguì il Segretario di Stato Henry Kissinger nell’ottobre 1975 e sùbito dopo (dicembre 1975) fu la volta del neo-presidente Gerard Ford (cfr. J. Guillermaz, Le parti communiste chinois au pouvoir, Parigi, Payot, 1972; C. Aubert, La société chinoise après Mao, Parigi, Fayard, 1986; E. Collotti Pischel, Le origini ideologiche della rivoluzione cinese, Torino, Einaudi, 1979 ).
Essi, perciò, come al solito, si sono affrettati a conquistare anche questo mercato finanziario, che realmente - specialmente dal 1989 al 2020 - sta rimpiazzando gli Usa e sta dando luogo allo “scontro” tra Trump (spalleggiato dai Lubavich) contro Biden (spalleggiato dai Rothschild & Rockefeller[26]), ossia alla guerra tra il super/capitalismo nazionalistico, politico e sovranistico contro il super/capitalismo mondialistico, a-nazionale e anti-sovranistico.
Questi sono due rami del medesimo Mondialismo ebraico, che si affrontano in una sorta di guerra batteriologica, economica e sanitaria: uno (Trump & Lubavich) che vorrebbe dare il primato alla politica dei governi sulla finanza e sulle banche; l’altro (Rothschild & Company), che vuole - esattamente - il contrario; per cui, prima di studiare le mosse dei Rothschild, introduciamo qualche piccola informazione sulla storia dei Sassoon e dei Kadoorie.
I Sassoon e la Cina
I Sassoon sono una famiglia di origine israelitica - già ricca e famosa in oriente attorno al XV secolo dopo Cristo - proveniente da Baghdad in Iraq. “I Sassoon deriverebbero dagli Shoshans[27], una famiglia di Toledo in Spagna, risalente al XII secolo e fuggita, dopo il 1492, a Baghdad dalle persecuzioni spagnole. Alla fine della Prima Guerra Mondiale essi furono tra i protagonisti della formazione dell’Iraq, all’interno dei territori strappati all’Impero ottomano dall’Inghilterra. Il primo “irakeno” a ricoprire il ruolo di Ministro delle Finanze irakene fu, infatti, Eskell Sassoon (Baghdad, 1860 - Parigi, 1932), che diresse tale Ministero dal 1921 al 1925, restando deputato del parlamento dal 1925 al 1932, l’anno della sua morte. In questo ruolo, Sir Eskell, firmò l’accordo con la British Petroleum, pretendendo che i proventi irakeni per l’estrazione del petrolio fossero pagati dall’Inghilterra in oro e non in sterline.
“Negli anni Trenta del Novecento, la compagnia britannica andò fallita e ne seguì una forte flessione della sterlina; tuttavia l’Iraq non risentì della crisi monetaria” (P. Ratto, I Rothschild e gli altri, Bologna, Arianna Editrice, III edizione, 2020, p. 88), grazie a Eskell. La famiglia Sassoon ebbe come gran fondatore della sua immensa ricchezza, paragonabile in oriente a quella dei Rothschild in occidente, David Sassoon (1792-1864), Tesoriere di Baghdad sotto il governatorato mamelucco irakeno dal 1817 al 1829.
David, poi, divenne capo della Comunità ebraica di Bombay in India, ove i Sassoon si trasferirono, fondandovi una banca (David Sassoon & Co) nel 1832, dopo le persecuzioni antiebraiche irakene di Dawud Pascià; passando attraverso la Persia per giungere finalmente in Cina e specialmente a Hong Kong nel 1840, in piena “guerra dell’oppio”.
David Sassoon fu il maggior importatore di oppio in Cina, portando, nel 1870, la sua famiglia a controllare circa il 20% del commercio di oppiacei in Cina. Inoltre essi divennero cittadini britannici e nel 1857, quando l’India si ammutinò contro l’Inghilterra, si offrirono per organizzare una Brigata ebraica per sostenere gli Inglesi contro gli Indiani. Divennero, dunque, cittadini britannici e aprirono una loro banca anche a Londra.
David Sassoon, avendo fondato la Banca Sasson a Bombay, divenne una delle persone più influenti nell’India della metà dell’Ottocento e suo fratello, Albert Abdallah David Sassoon, fu nominato, nel 1890, dalla Regina Vittoria, barone dell’Inghilterra, per i grandi guadagni che la sua famiglia aveva fatto ottenere all’Impero britannico.
Fu così che la Banca Rothschild di Londra, la quale controllava la Banca d’Inghilterra, concesse ai Sassoon il monopolio in India, per lo sfruttamento del cotone, della seta e dell’oppio e “in un solo anno (dal 1830 al 1831), David Sassoon, da vero filantropo, vendette ai giovani Cinesi 18. 956 casse di oppio” (P. Ratto, cit., p. 88[28]).
David, verso la metà dell’Ottocento, mandò i suoi otto figli (come Mayer Amschel Rothschild aveva fatto a Francoforte, attorno agli anni Settanta del Settecento, con i suoi cinque figlioli) in quasi tutte le maggiori capitali economiche dell’Oriente, rendendo possibile lo spaccio all’ingrosso, in Giappone e Cina, dell’oppio da parte della sua famiglia (cfr. P. Ratto, cit., p. 89).
I Sassoon e l’Inghilterra portano la “guerra dell’oppio” in Cina (1840-1842)
Nell’Ottocento l’Impero britannico - che era allora la più grande potenza coloniale, pur avendo perso gli Stati Uniti d’America, ma avendo mantenuto il Canada, la Nuova Zelanda e l’Australia - si espanse in Africa e in Asia.
Un ruolo di prima importanza era giuocato dall’Inghilterra in India, date le sue immense ricchezze.
Nel 1830 gli Inglesi introdussero in Cina 20 mila casse di oppio; nel 1838 la cifra raggiunse le 40 mila casse (cfr. D. Lombard, La Chine impériale, Parigi, PUF, 1967, pp. 118-119); nel 1876, il Primo Ministro britannico (di origine israelita), il conservatore Benjamin Disraeli (1804-1881), conte di Beaconsfield (l’Autore del romanzo Coningsby, or the New Generation del 1844[29]), proclamò la Regina Vittoria, Imperatrice dell’India e nel medesimo anno venne nominato Conte di Beaconsfield dalla Regina.
Disraeli era amico intimo della regina Vittoria, divenne Primo Ministro il 27 febbraio 1868 e restò in carica sino al 3 dicembre del 1868; poi fu nominato ancora Primo Ministro dal 1874 al 1880; quindi fu il Presidente del Partito Conservatore Britannico e fiero antagonista del liberale e progressista William Ewart Gladstone, il quale era di confessione luterana e un convinto avversario dell’infallibilità papale, che era ritenuta da lui in contraddizione con la fedeltà alla Corona britannica, per cui i cittadini inglesi dovevano decidere se essere fedeli al Papa o al Regno britannico[30]. Allora, Gladstone, chiese ai cattolici inglesi di rigettare il dogma definito dal Concilio Vaticano I (1870) e di lottare contro il Papato di Roma come i loro padri avevano lottato contro l’Invincibile Armata spagnola di Filippo II nel 1588 oppure di abbandonare l’Inghilterra.
Il Gladstone (Liverpool, 29 dicembre 1809 – Castello di Hawarden nel Galles, 19 maggio 1898) fu, per ben quattro volte, Primo Ministro del Regno Unito con il Partito liberale (dal 3 dicembre 1868 al 17 febbraio 1868; dal 23 aprile 1880 al 9 giugno 1885; dal 1° febbraio 1886 al 20 luglio 1886; dal 15 agosto 1892 al 2 marzo 1894).
Disraeli portò avanti, in maniera spietata, la colonizzazione dell’Asia e dell’Africa da parte dell’Impero britannico. Lord Gladston polemizzò aspramente con lui in due libri nel 1876 e nel 1879, criticando il feroce colonialismo portato avanti dal Disraeli.
Per quanto riguarda la Cina, che aveva rifiutato ogni tipo di rapporto con l’occidente per vari millenni, fu facilmente sottomessa dall’Inghilterra verso la fine dell’Ottocento, la quale era ben superiore, soprattutto quanto alla tecnologia militare molto più avanzata di quella cinese.
L’Impero britannico s’infiltrò, così, nell’economia del “Celeste Impero” e riuscì a influenzare le scelte della Corte imperiale di Pechino.
La guerra degli Inglesi fu una vera e propria guerra “batteriologica”, la quale venne condotta - come già avevano fatto i “Padri Pellegrini”, emigrati dall’Inghilterra e immigrati nell’America del nord (nel XVII secolo), mediante la diffusione del vaiolo tra gli Amerindi, ossia gli Indiani d’America, che erano gli abitanti del suolo americano, causando la morte di oltre 5 milioni di essi - questa volta (XIX/XX secolo), in Cina, tramite l’oppio, che veniva coltivato in India ove ne avevano il monopolio i Sassoon, che fecero enormi affari con l’Impero britannico, diffondendo la droga degli oppiacei in Cina; naturalmente la droga (sbarcata dagli Inglesi nel porto di Canton e Shanghai) rese la popolazione cinese debole, smarrita, intontita e facile preda dell’Inghilterra. L’Imperatore cinese si oppose, ma l’Inghilterra lo sopraffece con le sue armi moderne e con l’oppio (cfr. A. Saitta, Storia contemporanea, Roma, Pagine, 2003, IV vol., p. 125). Fu “la guerra dell’oppio contro il sangue” (1840-42), che cento anni dopo divenne “la guerra dell’oro contro il sangue” (1939-45); ma purtroppo il sangue ha sempre perso. La Cina dovette cedere all’Inghilterra il porto di Hong Kong (dove si rifugiarono i Kadoorie o Kedourie) e dovette rimborsare agli Inglesi il valore corrispettivo dell’oppio che essa aveva sequestrato loro e poi bruciato o gettato in mare …
“La scintilla che fece scoppiare la guerra dell’oppio (tra l’Inghilterra e la Cina) ebbe nei Sasson i principali protagonisti. Nel 1839 l’Imperatore cinese, Dao-Guang, proibì il consumo, lo smercio e lo spaccio dell’oppio. I soldati cinesi gettarono in mare migliaia di casse di questa droga, appena uscite dai laboratori di Canton della famiglia Sassoon, la quale chiese aiuto all’Inghilterra, tramite l’intermediazione dei Rothschild, che, sino ad allora, assieme alla Regina Vittoria, avevano fatto grandi affari con i Sasson proprio grazie all’oppio” (P. Ratto, I Rothschild, cit., p. 89).
La Cina perse la guerra e, tre anni dopo (1841), nel Trattato di Nanchino l’Inghilterra imponeva alla Cina la piena legalizzazione dell’oppio e il risarcimento ai Sassoon, di due milioni di sterline, poiché essi erano stati “danneggiati” per le casse d’oppio gettate in mare dai Cinesi…; inoltre la Cina dovette rifondere le spese di guerra all’Inghilterra (che pur l’aveva aggredita, provocandone la legittima difesa) per la somma di 21 milioni di sterline.
Tuttavia il monopolio dell’oppio, gestito dai Sassoon, nel 1842 si fermava ancora solo alla zona costiera della Cina; quindi la banca “sassoonica” dovette spingere l’Impero britannico a una seconda guerra (1858-60) ancora più sanguinosa, per poter vendere oppio in tutta la Cina, compreso l’entroterra.
“Gli Inglesi non esitarono a saccheggiare i templi, come pure i santuari, di Pechino. Il successivo Trattato di pace (25 ottobre 1860) assicurò ai Sassoon l’esclusiva del commercio della droga sui sette ottavi della Cina. L’Inghilterra riuscì ad annettersi Hong Kong. All’inizio degli anni Ottanta dell’Ottocento, la famiglia Sassoon poteva ormai contare su un immenso commercio di oppio, che superava le 105 mila casse all’anno, nella sola Cina. Nel 1887, Edward Albert Sasson, sposò Caroline Rothschild e l’alleanza economica tra le due famiglie fu consacrata definitivamente. Tuttavia, fu proprio quest’alleanza - tra i Rothschild e i Sassoon - a essere la responsabile della morte di milioni di Cinesi” (P. Ratto, cit., pp. 89-90).
I Sassoon furono espulsi dalla Cina nel 1949 da Mao Zedong (cfr. J. Guillermaz, La Chine populaire, Parigi, PUF, 1959), ma vi son ritornati verso gli anni Ottanta del XX secolo, stringendo affari economici con Deng Xiaoping, il neoleader comunista “dal volto umano” e, nello stesso tempo, un businessman aperto al super-capitalismo “inclusivo”. Naturalmente anche i Rothschild si sono gettati a capofitto nell’affare cinese, seguendo i Sasson sul finire del Novecento; mentre un’altra ricchissima famiglia di banchieri israeliti, i Kadoorie o Kedourie, era riuscita a rimanere in Cina, o meglio “a fianco della” Cina, e precisamente a Hong Kong, sotto la protezione dell’Inghilterra.
Infine, nel 2020, Bergoglio (& “Company Deep Church”), è arrivato a portare a termine una serie di “affari ecclesiastici”, iniziati già dal 2013, con la Cina “comun/capital/ista”; inoltre egli nel Natale del 2020 ha “benedetto” (oltre il vaccino anticovid19) pure la “Triplice Intesa” tra Cina, Deep State statunitense (Bush, Clinton, Obama) e Deep Bank apolide di origine israelitica (Sassoon, Rothschild, Rockefeller e Kadoorie).
Tuttavia non si deve dimenticare che i Cinesi nel 1900 si rivoltarono contro gli “occidentali” (anche se i Sassoon e i Kadoorie erano israeliti di origine irakena e, dunque, medio orientali) e massacrarono non solo i missionari cattolici e specialmente i “Gesuiti/preconciliari” (che erano stati inviati sin dal Cinquecento da S. Ignazio da Loyola in Cina e in Giappone), ma anche centinaia di Cinesi che si erano convertiti al Cristianesimo.
I Sasson, i Kadoorie (Israelitismo talmudico) e la “Perfida Albione” (Luteranesimo) con una fava (oppio) presero due piccioni (Cinesi e Cattolici). Quel che addolora è assistere oggi allo scempio compiuto dal “Gesuita-conciliare” Bergoglio, che ha stretto rapporti “a-religiosi” con la Cina politicamente comunista, ma economicamente liberista, benedicendo il suo spurio connubio con l’alta finanza dei Rothschild in vista del Nuovo Ordine Mondiale, che è, chiarissimamente, un anticipo del Regno dell’Anticristo finale; infatti come la grazia santificante è “semen gloriae”, così il “Mondialismo covidiale19” è “semen antichristi finalis”.
I Sassoon sono presenti, attualmente, anche in Italia, infatti dirigono a Milano, con il loro discendente Enrico, la “Harvard Business Review Italia[31]”, le StrategiQs Edizioni, l’Aspen Institute[32] Italia[33], di cui è stato Presidente Giulio Tremonti sino all’aprile del 2012.
Inoltre Enrico Sassoon assieme a Gianroberto Casaleggio (il cofondatore assieme a Beppe Grillo, nel 2009, del Movimento politico “5 Stelle”), nel 2004, è stato fondatore e azionista della Casaleggio Associati, una società di comunicazione informatica, che gestisce - pure oggi con il giovane Davide Casaleggio (nato il 14 gennaio 1976 a Ivrea) - le edizioni e il blog di Beppe Grillo (da cui Enrico Sassoon si sarebbe allontanato nel settembre del 2012).
Infine, la moglie (dal 1996) di Beppe Grillo, che è il cofondatore con Casaleggio dei “5 Stelle”, l’iraniana Parvin Tadjik, è figlia del ricco mercante, Nosratollah Tadjik (nato a Teheran nel 1930 e morto nel 2013 a Bogliasco in Liguria), il quale assieme a Léon Sassoon importava antichi tappeti persiani in Inghilterra (cfr. P. Ratto, cit., p. 90).
Queste amicizie, parentele o legami tra i Casaleggio, Grillo e i Sassoon non sono un caso e spiegano molte cose delle vicende politiche italiane da circa 10 anni.
I Kadoorie e la Cina
Un’altra famiglia di banchieri israeliti molto potente in Cina (specialmente a Shanghai) fu quella dei Kadoorie (qualcuno scrive Kedourie), anch’essi originari di Baghdad, che assieme ai Sassoon (presenti soprattutto a Hong Kong) lasciò un brutto e indelebile segno nell’Impero cinese: la “guerra dell’oppio”, contribuendo al suo crollo e alla nascita della Cina moderna, prima oppiomane, poi maoista e infine super/capitalista, ma in maniera collettivistica.
Queste due famiglie furono spesso alleate e quasi mai rivali, seguendo, in oriente, la medesima strategia conciliazionista che portarono avanti, i Rothschild, in occidente.
Il capostipite della ricchezza dei Kadoorie, Eleazar, nel 1880, aveva lavorato per i Sassoon per mettersi successivamente in proprio, nel campo degli Hotel e della produzione di energia elettrica.
Un autore, israelita, Jonathan Kaufman, ha raccontato in un libro (The Last Kings of Shanghai, New York, Viking, 2020) molto ben documentato, la storia della Cina dall’occupazione europea sino al Comunismo maoista e alla nascita della moderna Repubblica comunista e liberista con Deng Xiaoping (anni Ottanta del Novecento), che ha portato la Cina, dagli anni Novanta del Novecento, a diventare quasi la prima potenza mondiale, iniziando a scalzare l’America del nord, la quale, a partire dalla Presidenza di Bush senior (1989) sino a quella di Obama (2009-2017), ha ceduto molti suoi gioielli industriali alla Cina a causa del prezzo della mano d’opera molto più basso lì che in America e, si dice, anche i suoi segreti militari, con una sorta di alto tradimento del Deep State nei confronti della propria Patria e del proprio popolo.
I Sassoon e i Kadoorie hanno, sì, sfruttato la Cina (specialmente Shanghai e Hong Kong), ma hanno anche dato via al boom economico cinese, che ha portato questo Paese a diventare quasi la prima superpotenza mondiale, sì da insidiare la leadership dell’America.
Tuttavia l’avvento del Maoismo, nel 1949, ridusse di molto le ricchezze delle due famiglie ebree, perciò i Sassoon fuggirono dalla Cina e vi tornarono solo nel 2019, concentrandosi negli anni Cinquanta su Bombay e soprattutto su Londra, senza disdegnare, poi, le Bahamas e Dallas; mentre i Kadoorie si trasferirono da Shanghai a Hong Kong e lì continuarono - sotto la protezione britannica - i loro affari e siccome i Rothschild sono entrati sulla scena politica e finanziaria di Hong Kong, essi hanno necessariamente incrociato i Kadoorie.
A - Maurizio Blondet: i Rothschild e la Cina
Maurizio Blondet, il 13 settembre del 2019, aveva scritto un interessante articolo intitolato L’avanzata dei Rothschild in Cina, in cui ci spiegava che i disordini filo-britannici e anti-cinesi, scoppiati nell’estate del 2019 ad Hong Kong, erano correlati non tanto con l’anelito di libertà e democrazia, ma piuttosto 1°) con un tentativo di scalata della borsa di Hong Kong da parte della finanza britannica (London Stock Exchange); 2°) con la proposta avanzata, il 26 agosto del 2019, dal governatore della Banca d’Inghilterra, Max Carney, di sostituire il dollaro americano - oramai “tramontato”, perché ancora troppo nazionalista, e scavalcato dalla moderna finanza ultra/liberista e mondialista cinese - con una nuova moneta “sintetica” o “sinergica”, ossia non solo cinese (il che sarebbe stato un po’ troppo pericoloso) ma sostenuta, sinergicamente, dalle grandi banche centrali del mondo super/capitalistico; l’economia della odierna Cina oramai sarebbe diventata egemonica nel Nuovo Ordine Mondiale del XXI secolo e infine 3°) con la campagna filo-cinese organizzata nei minimi dettagli dalla Casa Rothschild, costantemente “aggiornata” e sulla cresta dell’onda, prima in Europa (XVIII/XIX secolo), poi nell’America del nord (XX secolo) e ora in Cina (XXI secolo) per poter infiltrarsi anche nella nuova superpotenza egemone nel mondo degli anni Duemila, dopo il tramonto europeo (1914/1945) e quello, oramai, in fase terminale (1989/2020) degli Usa.
I primi contatti dei Rothschild con la Cina risalgono al 1830 (come dice il sito della Casa bancaria francofortese); poi avendo fatto affari proficui con il commercio dell’oppio con l’Impero del Dragone, assieme ai Sassoon, a causa del disastro provocato dagli oppiacei, i rapporti tra Cina e Rothschild si guastarono; infine i Rothschild riallacciarono i rapporti con la Cina comunista del dopo/Mao Zedong († 1976), ossia con Deng Xiaoping (anni Ottanta del Novecento).
Il 6 giugno del 2011, in un’Università privata di Pechino (la National School of Development), Evelyn Rothschild (consulente finanziario della Regina d’Inghilterra) e sua moglie, Lynn Forester Rothschild, hanno tenuto una conferenza agli studenti dell’Ateneo.
Mister Evelyn ha raccontato, brevemente, la storia della sua famiglia, che guidata dal vecchio Mayer Amschel - verso la fine del Settecento - mandò da Francoforte i suoi quattro figli a Londra, Parigi, Napoli e Vienna per fondarvi delle filiali della banca madre Rothschild francofortese, mentre un quinto figlio restò a dirigere la banca di Francoforte. La famiglia Rothschild costituì, così, “un’impresa a conduzione familiare…” (la discrezione e il nascondimento sono l’arma dei veri ricchi, i falsi ricchi invece millantano ricchezze che non possiedono), che nel 2011 ha aperto a Pechino una filiale dipendente da Londra, la quale nel suo primo anno di vita ha accumulato ben 750 miliardi di dollari.
La signora Lynn Forester in Rothschild (nata nel New Jersey negli Usa il 2 luglio 1954), ha raccontato che il suo primo lavoro l’ottenne da un certo Bill Gates… e man mano è diventata anche lei una miliardaria, tanto ricca da poter sposare, nel suo terzo “matrimonio” nel 2000, un Rothschild.
I giovani studenti liberisti/comunisti cinesi erano incantati da tanta capacità di far denaro. Essi erano decisamente incantati dalla voglia di imparare, dai Rothschild, l’arte di arricchirsi.
La Lady Lynn Rothschild è la punta di diamante della penetrazione della Casa omonima negli ambienti finanziari più apparentemente disparati: dalla Cina (2011) al Vaticano di Bergoglio (2020), essa è un’amica intima dei coniugi Clinton, di Barak Obama e lo era anche di Jeffrey Epstein.
In un secondo articolo del 2 gennaio 2021, intitolato: I miliardari sferrano l’attacco alla proprietà privata, ancora Maurizio Blondet, ci ragguaglia spiegando che nel primo numero dell’anno 2021 del settimanale Economist (appartenente ai Rothschild), che è una sorta di “Vangelo”, o meglio, “Talmud” del Liberismo assoluto (di von Mises, von Hayek e Milton Friedman), asserendo che nell’occidente (oramai rimpiazzato dalla Cina), l’errore o meglio il peccato immobiliare, ossia la proprietà di una casa per famiglia da lasciare alla prole, “ha causato invidia e malcontento”; ora, qui si vede bene come Liberismo (o Materialismo individualista per i ricchi) e Comunismo (o Materialismo collettivista per i poveri) siano i due estremi che si toccano, basandosi entrambe sull’odio di classe (padroni sfruttatori dei poveri e operai odiatori dei ricchi), sull’invidia dei poveri verso i ricchi e sull’ingiustizia dei ricchi nei confronti dei poveri.
Infatti, l’incipit dell’Economist asserisce che “le economie possono subire sia crash improvvisi sia malattie croniche. I mercati immobiliari del mondo ricco hanno causato entrambe i tipi di problemi. […]. Anziani proprietari abitanti in case semivuote desiderosi di proteggere la propria veduta dalla finestra […]; un’infatuazione per la proprietà della casa. Tutto ciò ha causato uno dei fallimenti economici più gravi e duraturi del mondo ricco. È urgentemente necessaria una nuova architettura. […]. Una élite di proprietari di case esistenti impedisce agli sviluppatori di costruire i grattacieli che l’economia moderna richiede”.
In pratica il Gran Reset del Nuovo Ordine Mondiale (a guida Rothschild & Cina) chiede di abolire la piccola proprietà privata delle piccole case per far spazio alle grandi multinazionali che costruiscono i grattacieli. Questo programma è stato esposto al World Economic Forum di Davos (con sede a Cologny, vicino Ginevra, in Svizzera), nato nel 1971 per l’iniziativa dell’economista Klaus Schwab[34]; sarà così che “i cittadini perderanno per sempre la proprietà privata di qualsiasi bene e dovranno partecipare al programma di vaccinazione covid19 e covid21”. Il mondo prossimo futuro, dunque, può essere immaginato nel seguente modo: “Non possiedo nulla, non ho privacy[35] e la vita non è mai stata migliore”… il vaccino è bello (Benigni), anzi “moralmente necessario” (Bergoglio) e “giuridicamente obbligatorio” (Minchion).
Inoltre i promotori del Gran Reset, raccolti nell’Istituto Mises: il “Vaticano “ del Liberismo assoluto o dell’Anarchismo di destra associato al Comunismo liberista e tecnologicamente avanzato, promettono un mondo senza malattie, grazie agli organi del corpo umano prodotti bio/tecnologicamente; infine la vaccinazione genetica (RNA) e l’intelligenza artificiale[36] ci dovrebbero assicurare addirittura l’immortalità (cfr. https://mises.org/wire/no-privacy-no-property-world-2030-according-wef). In breve, una sorta di Millenarismo gioachimita in salsa tecnologicamente avanzata…, forse è questo il “lato oscuro” del vaccino covid19 che attira certi “tradizionalisti”.
Questo Nuovo Ordine Mondiale è una sorta d’ibrido di ultra/collettivismo comunista e ultra/individualismo liberista, che oggi viene incarnato soprattutto dalla Cina, condita in salsa Rothschild, sotto la “benedizione” di Bergoglio.
Ecco perché i ristoranti, i piccoli negozi a conduzione familiare vengono (inspiegabilmente… ma, “c’è molta logica in questa follia”, direbbe Shakespeare) fatti fallire e chiudere come nemici del “super-capitalismo/proletario” per lasciare lo spazio alle grandi multinazionali come Amazon (dirette dalle non più di “dieci grandi famiglie” che dirigono il mondo). I piccoli proprietari e risparmiatori debbono essere annichilati come i Kulaki al tempo di Lenin e Stalin; essi rappresentano il male, l’ostacolo al “Progresso all’infinito” del Nuovo Ordine Mondiale, sono i “post-negazionisti” e “meta-revisionisti” inquisiti dalla psico/polizia della “post-holocaustica Religio”.
Tutto ciò ci è predicato in maniera dolce, ossia “dal volto umano” (come il Comunismo gramsciano, a “sinistra”), oppure “inclusivo” (come il super/capitalismo dei Rothschild, a “destra”) come fosse un certo “Transumanesimo”, una specie di “Intelligenza artificiale”, con molta “Ingegneria genetica” e “Nanotecnologia”; mentre in realtà si tratta solo di eugenetica, nata nel 1900 in Usa con i Rockefeller, escogitata per l’eliminazione di persone dette “inferiori”, che nel Novecento erano gli ammalati, i “minorati”; mentre oggi sono la piccola e media borghesia.
Ciò che spiazza di più gli osservatori increduli e disorientati di questo pandemonio conciliatore degli opposti è l’alleanza, che parrebbe contro-natura e contraddittoria, tra Liberismo e Socialcomunismo, ma in realtà questa è il peggior Leviatano e la forma più brutta di tirannia, poiché ha i difetti di entrambi i sistemi (il caos del Liberalismo e l’assolutismo totalitario del Comunismo); ma una volta che ci siamo resi conto che il Nuovo Ordine Mondiale è costituito proprio su queste due colonne portanti, sotto la sapiente direzione del “Grande Architetto del Globalismo” (la “Nuova Trinità Immanente”: Rothschild, Deep State e Cina maoista); allora si capisce quale sarà il mondo che ci aspetta: una sorta di anticamera del Regno dell’Anticristo finale, di cui Bergoglio, i Rothschild e Bill Gates sono i “Precursori” del “contro-Verbo disincarnato”, un “Mondo Nuovo” fatto per la élite degli neo-gnostici (cfr. Eric Voegelin, Il Mito del Mondo Nuovo, Milano, Rusconi, 1974, con “Prefazione” di Augusto Del Noce), in cui non si potrà andare a Messa, festeggiare Natale, Pasqua e la Domenica, andare a trovare i propri genitori anziani, neppure se moribondi …
B - Umberto Pascali: i Rothschild e la Cina
Inoltre, Umberto Pascali, il 28 maggio del 2020, sul suo sito ha pubblicato un altro articolo sempre sui Rothschild, l’alta finanza, la Big Pharma, il Deep State statunitense e la Cina, intitolato: Rothschild e Deep State. Obiettivo Cina, in cui spiega che negli Usa è iniziata la ricostituzione dell’apparato produttivo farmaceutico, che era stato delocalizzata dalle amministrazioni Bush, Clinton e Obama (1989-2017), quasi totalmente in Cina. Trump ha iniziato a far ripartire l’industria farmaceutica americana negli Stati Uniti, cercando di riportare le fabbriche dalla Cina in Patria, iniziando così una guerra contro Big Pharma, che è una colonna portante del Deep State, la quale si arricchiva facendo produrre medicinali a bassissimo costo in Cina, in cui la mano d’opera è sottopagata e rivendendoli a costi elevatissimi in Usa, con notevole guadagno. Big Pharma è il regno di Bill Gates, dei Clinton, quindi è un nemico irriducibile di Trump. Chi ci rimetterebbe tantissimo da questa lotta contro Big Pharma, se essa dovesse essere sconfitta, non sarebbero tanto i leader cinesi, ma soprattutto gli “intermediari” statunitensi (i Clinton e Bill Gates), che hanno tutti gli interessi a che la Cina continui a fare le medicine per l’America, sfruttando la mano d’opera dei lavoratori cinesi, a vantaggio delle finanze delle multinazionali del Deep State, le quali sono i diretti discendenti dei vecchi banchieri israeliti (i Sassoon, chiamati “i Rothschild orientali”) che portarono la guerra dell’oppio in Cina (1840/42), con la connivenza dell’Inghilterra, per abbatterla e sconfiggerla mediante una guerra “tossicologica”, come avevano fatto i coloni statunitensi con gli Amerindi o Indiani d’America, sterminati con il vaiolo e il whisky e come è avvenuto in tutto il mondo con il covid19.
Oggi si fronteggiano due schieramenti, uno: capitanato da Trump, che vorrebbe riportare la produzione industriale (non solo farmaceutica) in America e l’altro: capitanato - in segreto - dai Rothschild e - in bella mostra - da Gates, Soros, Zuckerberg, Clinton, Obama, che vorrebbe far fare il lavoro, per l’industria detta “statunitense”, dagli operai cinesi sottopagati per arricchirsi alle loro spalle; per ottenere ciò costoro hanno iniziato sin dall’epoca della presidenza di Bush senior (1989-1993) a svendere gli Usa alla Cina, promettendole di concederle di diventare la prima superpotenza mondiale, che avrebbe sorpassato e rimpiazzato definitivamente l’America del nord, a condizione che la Cina diventasse, finanziariamente, sempre più super/liberista e super/capitalista, pur mantenendo un regime poliziesco dittatorial/comunista, assolutistico e tirannico, onde poter continuare a sfruttare la manodopera operaia locale a favore delle multinazionali anglo/americane.
Tuttavia, continua, Umberto Pascali, la leadership cinese non è tutta compatta nell’accettare il “piano Rothschild/2020”, i quali - pur di non perdere l’affare - rilanciano e offrono di far rimpiazzare il dollaro dalla moneta cinese (Renminbi). Ecco il progetto, di cui parlava - come sta scritto sopra - anche Maurizio Blondet, lanciato ufficialmente dal governatore della Banca Centrale Britannica, Mark Carney, nell’agosto 2019, di produrre una nuova moneta “sintetica” o “sinergica” sino/americana, che sarebbe diventata egemonica, rimpiazzando il vecchio dollaro, oramai non più funzionale al Mondialismo, che nelle sue forme estreme era osteggiato dal nazionalista Trump.
Ora Carney è ufficialmente il governatore della Banca Centrale d’Inghilterra, ma privatamente è soprattutto una pedina dei Rothschild, facente parte - assieme ai Clinton, al defunto Jeffrey Epstein, al principe Carlo d’Inghilterra, a Christine Lagarde (Presidente della Banca Centrale Europea dal 2019) e sotto Lady Lynn Forester Rothschild - del circolo o club dei “Guardiani del Capitalismo Inclusivo” (ossia “dal volto umano”), ricevuti da Bergoglio in Vaticano nel dicembre del 2020.
La tentazione alla quale Lady Rothschild sottopose i Cinesi, l’11 aprile 2013 a Pechino in un’Università privata (la National School of Development), come il Serpente dell’Eden fece con Eva, fu - grossomodo - la seguente: “Noi faremo di voi la prima superpotenza economica/militare del mondo, che rimpiazzerà la ancor troppo nazionalista America di Trump”. Inoltre aggiunse: “Voi diventerete il leader del Nuovo Capitalismo Inclusivo made in Rothschild, capitalismo sì, ma dal volto umano, del Nuovo Ordine Mondiale, che rimpiazzerà il vecchio super/capitalismo disumano, statunitense e trumpiano”, che è ancora sottomesso al controllo degli Stati, dei Governi e delle Nazioni.
Come resistere a una simile proposta: “Noi faremo di voi…”, “Voi sarete…”, “Voi diventerete…”, “Eritis sicut Dii…”? (Gen., III, 15), “Haec omnia vobis dabo, si cadentes in terram adoreveritis me” (Mt., IV, 3 ss.).
In pratica la Cina sarebbe il nuovo gigante grande e grosso, ma un poco “balosso”, che dovrà essere il nuovo gendarme del Nuovo Mondo globalizzato, diretto dai Rothschild e dai pochi altri grandi finanzieri (Worms, Elkann[37], Morgan, Goldman, Sacks, Warburg, Rockefeller, Lazard, Goldsmith), ossia circa 10 famiglie, che sono i veri occulti “Padroni di questo mondo”, sotto la supervisione del “Princeps huius mundi” (Giov., XVI, 11), che è l’antico serpente, il quale “scorrazza per il mondo a perdizione delle anime” (Rituale Romanum, Titulus XI, 3, Leone XIII, Exorcismus in Satanam et Angelos apostaticos).
C - William F. Engdahl: i Rothschild e la Cina
Infine “Renovatio 21” il 31 dicembre 2020, ha pubblicato la traduzione in lingua italiana di un interessante articolo, scritto da William Frederick Engdahl[38], intitolato La pericolosa alleanza dei Rothschild e il Vaticano di Francesco, in cui si fa notare lo stretto legame di Bergoglio con il Deep State statunitense e con la famiglia Rothschild, che ne è la punta di diamante, per formalizzare un’alleanza del potere spirituale pervertito (Bergoglio) con il potere temporale tirannico del Nuovo Ordine Mondiale, ossia l’alta finanza mondialista guidata ancor oggi dai Rothschild.
Con quest’alleanza Bergoglio (Deep Church) e l’alta finanza (Deep State) si sono imbarcati in un’avventura assai spericolata e cinica, che dovrebbe portare a termine il piano chiamato Gran Reset, iniziato a Davos dal World Economic Forum di Klaus Schwab, il pupillo di Henry Kissinger e l’amico di Alain Elkann.
Dietro questo conciliabolo, imbastito tra Bergoglio e la signora statunitense Lynn Forester Rothschild, (moglie del londinese signor Evelyn Rothschild[39]), si nasconde - sotto le apparenze di capitalismo liberista dal volto umano - non il piano, come vorrebbero farci credere, di correggere e riformare gli abusi del super/capitalismo ultra/liberista (teorizzato dalla scuola austriaca di von Mises, von Hayek, Milton Friedman e della Mont Pélerin Society), ma quello di fornire, al sistema bancario e finanziario diretto dai Rothschild e al futuro Gran Reset che si sta per abbattere su mezzo mondo - rendendo i pochissimi straricchi ancora più ricchi e potenti e i moltissimi poveri ancor più poveri, dopo aver distrutto la classe media - una verniciatura superficiale e apparente di “moralità”, grazie all’appoggio dato al Congresso, svoltosi in Vaticano, da Bergoglio.
La signora Lynn Forester Rothschild era un’intima amica e un’assidua frequentatrice, assieme al marito, dell’isola appartenuta all’agente del Mossad Jeffrey Epstein (“ucciso” in maniera assai misteriosa in carcere), in cui si praticavano riti con sacrifici umani; inoltre la signora Rothschild era amica anche della figlia del magnate dei media britannici, nonché agente del Mossad, Robert Maxwell (ucciso misteriosamente anche lui), la signora Ghislaine Maxwell, che è in attesa di processo per presunta complicità, con Epstein, di tratta e sfruttamento di minori. Infine la signora Rothschild era intima anche dei coniugi Clinton. Naturalmente tra le sue amicizie non potevano mancare i Rockefeller e i Gates.
Conclusione
Giustamente, monsignor Carlo Maria Viganò (il 4 gennaio 2021) ha detto[40] che la dittatura del Partito Comunista Cinese - da un lato - è alleata al Deep State americanista e mondialista, affinché insieme possano raggiungere gli obiettivi che hanno in comune (tirannia mondiale con un regime politico poliziesco di stampo maoista e un’economia ultra-liberista e bancaria). Mentre - dall’altro lato - i piani del Gran Reset, sono un’opportunità per aumentare il potere finanziario della Cina su tutto il mondo, soppiantando l’economia statunitense ancora troppo poco mondialista e ancor troppo nazionale sotto la Presidenza di Trump.
La Cina, in quest’ottica, adotta una duplice strategia: 1°) all’interno rafforza il regime tirannico maoista ferocemente ateo e anti-cattolico/romano, che vorrebbe rimpiazzare con una vaga religiosità mondialista, il cui leader spirituale è Bergoglio, il quale porta avanti un progetto infernale di auto-demolizione della Chiesa e 2°) all’esterno apre all’economia super-liberista, che si fonda sull’alta finanza (a guida Rothschild/Rockefeller) e sulla politica del Deep State americano (guidata dai Bush, dai Clinton, Obama e da Biden/Kamala Harris) in senso radicalmente globalista e mondialista.
All’interno della cerchia degli uomini che dirigono l’ambiente ecclesiale cattolico/romano, vi è un complotto di prelati (che sono strettamente alleati dell’élite bancaria, laicista e giudaico/massonica), i quali vorrebbero rendere la Chiesa da monarchica a una struttura collegiale, con uno e forse anche due o tre “Papi emeriti”, demolendo il Primato del Papa.
Infine, monsignor Viganò, passa a darci dei consigli pratici e operativi per poter combattere lo “Stato Profondo” e la “Contro/Chiesa Profonda”: 1°) studiare e comprendere la natura e il fine del Globalismo, che è strumentale al Regno dell’Anticristo finale; 2°) denunciare apertamente, senza tacere e senza alcuna paura di parlare, questo progetto diabolico della “Duplice Alleanza” tra Deep State e Deep Church, chiedendo ai Pastori della Chiesa e ai fedeli laici di difenderla da questo “doppio” nemico, rompendo il loro “complice silenzio”, poiché Dio chiederà loro conto di un’eventuale diserzione non solo fisicamente fuggitiva, ma anche puramente silente; 3°) infine bisogna pregare e far penitenza poiché “questo genere di diavoli si caccia solo col digiuno e la preghiera” (Mt., XVII, 21).
Nel prossimo articolo studieremo i Rothschild alla luce della Società Mont Pélerin, che porta avanti l’ideologia neoliberista di Hayek, Mises e Friedman, la quale ha influenzato fortemente la politica dell’Amministrazione Reagan (1981-1989), Bush padre (1989-1993) e Bush figlio (2001-2009), ossia in Neo/conservatorismo americano.
d. Curzio Nitoglia
Fine Dell’Ottava Parte
Continua