Nella scorsa puntata abbiamo visto come la Massoneria, nel luglio 1830, avesse lanciato la campagna della “Rivoluzione conservatrice” per laicizzare l’Europa, che in Francia aveva un Re considerato dalla setta ancora troppo cristiano e tradizionale (Carlo X Borbone, il quale fu deposto e andò in esilio a Praga).
Partì, così, la campagna dell’«anti/decalogo massonico» da erigere socialmente in tutta Europa, la quale ci ha portato dal 1830 alle rivolte liberal/rivoluzionarie del 1848 e – dopo le due Guerre Mondiali – all’11 settembre 2001 (prodromo della “Terza Guerra Mondiale batteriologica del Covid/19”), che, proprio ora, sta festeggiando il suo ventesimo anno d’età (11 settembre 2001 / 11 settembre 2021).
Abbiamo studiato anche la Rivoluzione belga del 1830, che – pur essendo una “Rivoluzione minore” – rese il Belgio uno Stato monarchico/liberale indipendente dall’Olanda, con capitale Bruxelles, la quale – partendo nel 1830 come “trampolino di lancio” – sarebbe divenuta nel 1955/57 la capitale dell’Unione europea, ossia della nuova Europa laicista, massonizzata e anticristiana.
Infatti, Bruxelles oggi può essere considerata la capitale de facto dell’UE, nata formalmente nel 1957, in quanto sede della Commissione europea, del Consiglio europeo, del Consiglio dell’Unione europea e – parzialmente – del Parlamento europeo (con sede a Strasburgo). Essa, perciò, è attualmente la capitale della Nuova Unione europea neopagana, massonica e anticristiana.
Tuttavia, vi è un fatto “strano” che contrasta radicalmente con lo spirito su cui è stata fondata la nuova Unione europea: la sua bandiera, la quale raffigura 12 stelle dorate disposte in cerchio su campo blu, nasce in un certo senso proprio nel famigerato luglio del 1830 a Parigi ...
…Infatti, essa fu proposta dall’araldo/capo irlandese Gerard Slevin, il 25 ottobre del 1955[1], e successivamente anche dal disegnatore francese Arsène Heitz[2], e infine fu accettata dal Comitato dei Ministri a Parigi l’8 dicembre (giorno in cui si festeggia l’Immacolata Concezione di Maria che troneggia sulla Medaglia Miracolosa) del 1955.
Questa bandiera fu preferita a quella che aveva disegnato nel 1922 il fondatore dell’Unione Paneuropea Richard Nikolaus Kalergi (1894–1972), contenente una croce rossa (rifacendosi all’omonima associazione filantropica nata a Solferino sul Lago di Garda nel 1859 e fondata dal filantropo svizzero Jean Henry Dunant), che fu scartata dalla Turchia perché ritenuta troppo cristiana...
Si decise di farne una con 14 o 15 stelle, ma anch’essa fu bocciata. Fu così che si arrivò alle 12 stelle che sono attualmente sulla bandiera europea.
Qualcuno ha visto – e non a torto – in questa bandiera e nel giorno in cui fu ufficialmente accettata come simbolo dell’Europa unita una spiegazione biblica e mariologica.
Infatti, lo stesso Arsène Heitz fece esplicito riferimento alla Medaglia Miracolosa che la Madonna consegnò a Parigi il 18 luglio del 1830 in Rue du Bac a Santa Caterina Labourè, proprio 10 giorni prima che scoppiasse la “Seconda Rivoluzione francese” (27/29 luglio) la quale fece cadere Carlo X e portò sul trono Luigi Filippo d’Orléans. Da questa rivoluzione è partito il piano concreto della scristianizzazione dell’Europa tramite una “Rivoluzione” inizialmente “conservatrice”, che poi sarebbe diventata “radicale” nel 1848 e ci ha portato in questo pandemonio (2019/2021) in cui il mondo intero, con il pretesto di una “pandemia” (che per definizione richiederebbe 50 milioni di morti), è diventato una sorta di “precursore” dell’«Anticristo finale».
La raffigurazione contenuta nella Medaglia Miracolosa si rifà all’Apocalisse (XII, 1): “Nel cielo apparve un segno grandioso: Una donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di 12 stelle”. Dodici sono le tribù d’Israele nell’Antico Testamento e dodici sono gli Apostoli del Nuovo Testamento.
Tuttavia, di questa simbologia non si parla affatto nei documenti ufficiali del 1955 perché Arsène Heitz non aveva specificato, ma anzi aveva tenuto volutamente celato il significato della sua ispirazione (cfr. Lettre d’Arsène Heitz a Filippo Caracciolo, Strasburgo 5 gennaio 1952, in cvce.eu).
La neo/Europa è ispirata al relativismo soggettivista, che oggi è totalmente imperante e ci sta portando agli “Stati Uniti d’Europa” come trampolino di lancio per il “Nuovo Ordine Mondiale”.
Ecco il piano massonico realizzato, gradualmente, dopo il 1830 e le due Guerre Mondiali che ci hanno portato alla Pax Europea sotto la Massoneria, come aveva progettato e prescritto il Grande Oriente d’Italia, che aveva previsto la Repubblica Mondiale e il Tempio Universale.
Inutile dire che il programma della Medaglia Miracolosa è l’esatto contrario di quella che è l’Unione Europea. La Madonna insegnò, con il messaggio contenuto nella sua Medaglia, il suo progetto di un regno di Maria sull’Europa che proprio 10 giorni dopo sarebbe sprofondata nel caos.
La nuova attività finanziaria dei Rothschild in Europa dal 1832 al 1835
La crisi del 1830 fu evitata grazie alle industrie dei Rothschild, così, la loro situazione finanziaria – che una nuova “guerra civile europea” avrebbe potuto mettere in pericolo – fu totalmente ristabilita. Perciò la loro Banca cominciò a riprendere alla grande il finanziamento verso tutte le grandi Corti europee; anzi, a partire dal 1832 essi non lesinarono prestiti neppure ai piccoli Regni e ai ricchi privati (Egone Conte Corti, La famiglia dei Rothschild, Milano, Arnoldo Mondadori, 1938; II ed., Proceno di Viterbo, Effedieffe, 2021, p. 283).
Verso la fine del maggio 1831 Salomone (da Vienna) e Carlo (da Napoli) accordarono alla Prussia e all’Austria nuovi grossi prestiti; tuttavia, si garantirono introducendo nel contratto di prestito la clausola che qualora scoppiasse la guerra, essi sarebbero restati sciolti da ogni impegno verso la Corte belligerante; perciò continuarono a fare affari in caso di pace e scoraggiarono le velleità belliche del Metternich che avrebbero potuto ancora risvegliarsi e mettere in pericolo i loro affari.
Tuttavia, se dal punto di vista economico/finanziario i loro affari avevano ripreso ad andare a gonfie vele, dal punto di vista del lustro sociale essi restavano ancora un tantino “discriminati”; infatti, pur essendo ricchissimi e oramai anche ammessi a Corte e nelle migliori case nobiliari di mezza Europa, essi “erano vincolati a talune norme restrittive speciali, riguardanti gli Ebrei. Prima tra queste, la disposizione secondo la quale questi non possono acquistare beni immobili in Austria” (Egone, cit., p. 284).
Ora, durante la crisi sociale e finanziaria del 1830, i Rothschild avevano subìto fortemente gli effetti di non aver altra ricchezza oltre quella economica e pecuniaria, la quale si affievolisce notevolmente in caso di guerra.
Fu così che Salomone, enumerando i meriti della sua Banca nei confronti della Casa d’Austria, chiese al Metternich l’autorizzazione a poter acquistare beni immobili nell’Impero asburgico, onde poter sfidare tutte le tempeste dei tempi, comprese quelle belliche.
Tuttavia, benché il Metternich fosse disposto molto bene verso i Rothschild, l’autorizzazione non fu concessa sùbito.
Inoltre a Vienna, nell’estate del 1831, era appena scoppiato il colera, che la mise per alcuni mesi “più o meno fuori combattimento come centro d’affari” (Egone, p. 285).
Invece a Napoli, Carlo Rothschild, riuscì a mettere a segno un grosso colpo, grazie a un prestito concesso al Papa (Gregorio XVI), che, a causa delle numerose insurrezioni contro lo Stato della Chiesa, dovette ricorrere al prestito per organizzare convenientemente un esercito abbastanza efficiente.
Il Papa si servì degli uffici di due nobildonne per entrare in contatto con la Banca Rothschild: la duchessa di Bassano a Parigi, che avrebbe contattato James Rothschild nella capitale francese e la contessa Stefanori a Roma che avrebbe dovuto contattare Carlo a Napoli.
Carlo non aveva troppa voglia di prestare soldi al Papa, perciò pur non rifiutando l’affare, fece figurare come contraente, invece dello Stato pontificio, il Regno di Napoli. Egli avrebbe voluto che il Papa avesse ceduto i principati di Benevento e di Pontecorvo al Regno delle Due Sicilie, ma il Papa si oppose risolutamente. Fu il Metternich a sbloccare la situazione intervenendo a favore del Papa. Fu così che il 1° dicembre del 1831 la Casa Rothschild fondò un suo credito pontificio con lo Stato pontificio.
A partire da questo prestito James da Parigi si giovò dell’opportunità anche per perorare il miglioramento delle condizioni degli Israeliti negli Stati del Papa.
La Santa Sede poté organizzare un piccolo esercito per poter salvaguardare le proprietà dello Stato pontificio e il 10 gennaio del 1832 si arrivò così al ricevimento da parte di papa Gregorio XVI di Carlo Rothschild, al quale il Pontefice conferì l’onorificenza dell’Ordine di San Giorgio (Egone, p. 288).
Il 1831 fu l’anno dell’ascesa sociale dei Rothschild un po’ dovunque, in Inghilterra come in Francia.
Tuttavia in Francia il Primo Ministro e banchiere (amico dei Rothschild) Périer morì nel 1832 a causa della peste che era scoppiata a Parigi; mentre in Austria morì un secondo grande amico della Banca di Francoforte, Friedrich von Gentz.
Soprattutto il Gentz, che era l’ispiratore teorico del Metternich, aveva spalancato molte porte ai Rothschild. Infatti, egli era di carattere molto venale e spendaccione per cui aveva spesso bisogno degli aiuti della Banca, la quale in cambio aveva da lui delle informazioni preziose e di prima mano sulle mosse politiche che avrebbe intrapreso l’Austria, fornendo così regolari informazioni politiche segrete ai cinque fratelli, i quali le facevano fruttare in Borsa speculandovi sopra (Egone, p. 300).
Quando il Gentz mancò (9 giugno 1832) i Rothschild capirono appieno di quale immenso utile fosse stato per loro il caro estinto (Egone, p. 301).
Russia contro Francia
Il pericolo di un conflitto bellico non era ancora totalmente svanito nel 1832: lo Zar continuava a carezzare l’idea di rimettere sul trono di Francia Carlo X, col quale (esule a Praga) era rimasto in contatto tramite numerosi esuli legittimisti francesi filo/borbonici che erano andati in Russia.
“Questi legittimisti francesi sono nemici giurati della Casa Rothschild, passata a bandiere spiegate nel campo di Luigi Filippo dopo la Rivoluzione del luglio 1830” (Egone, p. 301).
Anche in Inghilterra i tories erano ostili a Luigi Filippo e quindi anche ai Rothschild, i quali si difesero egregiamente restando molto bene agganciati al Trono di Russia, d’Inghilterra e d’Austria tramite lauti finanziamenti.
La situazione finanziaria dell’Europa post/1830 era oramai nettamente migliorata, a Londra, Francoforte, Parigi e Vienna la Banca Rothschild aveva preso a correre a gonfie vele concedendo prestiti “filantropici” a tutto spiano.
«In ricompensa dei loro servigi, i Rothschild aspirano a onorificenze e titoli. Tuttavia, alla Corte di Prussia si chiedono prestiti ai Rothschild ma non si vorrebbe concedere loro ordini cavallereschi» (Egone, p. 304). È l’eterno problema degli s/nob (sine nobilitate) che vorrebbero diventare almeno cavalieri o baroni e sono disposti a tutto pur di poter esibire un “von” o un “de” (minuscolo, s’intende…) davanti al loro cognome, che lo renda meno plebeo e più aristocratico …
In Austria l’imperatore Francesco II d’Asburgo (1792–1835) si ammalò il 23 febbraio del 1835 e morì il 2 marzo del medesimo anno, al suo posto salì Ferdinando V (1835–1848) “intellettualmente e fisicamente disgraziato, incapace di assolvere da solo il proprio compito, sempre pronto a firmare le carte che gli si presentano” (Egone, p. 305), ma egli fu posto sotto la tutela del Metternich (che diviene de facto l’Imperatore o il vice/imperatore d’Austria), tant’è che il Kübeck dichiarava: “Abbiamo ora una Monarchia assoluta, ma senza il monarca”.
Infatti, sin dalla gioventù Ferdinando ebbe una costituzione debole, soffrendo d’epilessia, rachitismo e idrocefalo; infine, egli dovette abdicare il 2 dicembre 1848 in favore di suo nipote Francesco Giuseppe (figlio di suo fratello Francesco Carlo) che regnerà sino al 1916, dopo che il Metternich aveva dovuto dimettersi nel marzo del 1848 a causa dell’insurrezione viennese, segnando l’inizio del cosiddetto “Quarantotto”, ossia un’epoca di Rivoluzioni più radicali di quella del 1830 e foriere di un “Nuovo Ordine Mondiale”.
Egone Conte Corti commenta: «Per Casa Rothschild, tale situazione, cioè la confermata egemonia del loro patrono Metternich con un Monarca completamente nullo (Ferdinando), è quanto di più propizio potessero augurarsi. L’ondata di panico che, alla morte dell’Imperatore, scatena il ribasso della Borsa, sul momento ancora all’oscuro di quel che sarebbe stato il nuovo orientamento della Corte austriaca, induce i Rothschild a comperare, sapendo essi che nulla muterà nel governo del Trono d’Austria e che, quindi, non vi è nessun motivo d’allarme. Infatti, la morte dell’Imperatore non recherà alcun cambiamento durevole, e dunque le quotazioni in Borsa dovranno sùbito risalire. I titoli riprendono quota e i loro affari sono più floridi che mai. Ora tutto va, anzi, molto più liscio ancora che sotto l’Imperatore Francesco appena deceduto, il quale in molte cose opponeva talvolta un “no” inflessibile persino ai consigli del Metternich» (cit., p. 306), cosa che non sarebbe più successa con Ferdinando.
Nel prossimo articolo vedremo come l’alta finanza si sia avvalsa sia della “Rivoluzione conservatrice” che del liberalismo/conservatore per poter assicurare il proprio predominio sull’Europa (una volta cristiana) e avanzare a passi da gigante verso il Nuovo Ordine Mondiale che oramai (2021) è quasi totalmente realizzato.
Insomma, sempre la Banca si serve della Rivoluzione (sia radicale che conservatrice) per arricchirsi, governare il mondo tramite la Massoneria e i governanti o i politici per instaurare un Disordine Mondiale precursore del Regno dell’Anticristo finale.
d. Curzio Nitoglia
FINE DELLA TREDICESIMA PARTE
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