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E questa volta il fango degli scandali sexy finisce pure su Di Pietro
Giornale.it
18 Giugno 2011
Quei guardoni dell'Espresso svelano un’inchiesta dei pm di Bari sul bunga bunga di due parlamentari Idv. Ma noi non cediamo alla facile ironia sull’Italia dei Calori
Il bunga bunga dei Di Pietro’s boys? Lo diciamo subito: noi non ci crediamo. È tutta una montatura, una vera diffamazione in stile Espresso . La solita macchina del fango dell’armata De Benedetti. Il senatore Stefano Pedica e l’onorevole Pierfelice Zazzera, in realtà, sono due galantuomini. Non hanno mai chiesto favori sessuali a chicchessia, non hanno mai promesso posti alla Camera in cambio di seratine a luci rosse. Se invitavano ragazze, era solo per trascorrere con loro cene eleganti. E se le aiutavano era per generosità, chi lo sa?, forse pensavano fossero nipoti di Mubarak.
Adesso, lo so, sarebbe facile fare dell’ironia sull’Italia dei Calori, il partito dei celoduri e puri, quelli che volevano avere la schiena dritta e invece di dritto avevano soprattutto altro. Sarebbe troppo facile scherzare sul fallo (da espulsione) dei moralizzatori, che di giorno tuonavano contro i festini ad Arcore e di sera li organizzavano a Massafra (Taranto), sarebbe invitante cercare l'indirizzo esatto della via Olgettina di Brindisi ed elencare le ragazze che i parlamentari dell’Idv hanno tentato di portare prima in camera d'albergo e poi alla Camera dei deputati. Ma lo ripetiamo: noi non ci crediamo.
È solo diffamazione. E se nel bunga bunga dell’Italia dei Calori c’è il rischio che all’improvviso appaia qualcuno vestito da poliziotto non è certo una ragazza in vena di sexy. Al massimo è Di Pietro in vena di nostalgia. Però, lo vedete, a volte basta poco a finire nella macchina del fango. Basta che qualcuno presenti una denuncia, basta che la Procura di Bari apra un'inchiesta, basta che due nomi finiscano nel frullatore e zac, l’ Espresso non si tiene e pubblica subito tutto. Se poi la denuncia arriva da un ex compagno di partito dei due parlamentari Idv, come Michele Cagnazzo, esperto di criminalità organizzata ed ex responsabile dell’Osservatorio pugliese sulla legalità, c’è il rischio che qualcuno lo prenda persino sul serio.
Non noi, però, sia chiaro. Noi sappiamo come vanno queste cose. E restiamo convinti che la Repubblica abbia bisogno di cani da guardia, più che di Cagnazzi: osservare la legalità è meritorio, ma osservare quel che succede tra le lenzuola assai meno. Libera mutanda in libero Stato, verrebbe da dire. Anzi, da proclamare. Ma sì, insomma: se la signora C.M., 31 anni, laureata in giurisprudenza e disoccupata, dopo aver incontrato l'onorevole Zazzera ha deciso di frequentarlo, che c’importa?Se poi ha accettato pure le sue avance e si è infilata nel suo letto sperando di ottenere un posto all' ufficio legislativo del Parlamento, saranno forse fatti nostri? E se dopo aver concesso i suoi favori sessuali in un hotel di Massafra ha dato il bis in un albergo di Roma «accondiscendendo alle richieste», che ci possiamo fare?
Ognuno accondiscende a quel che vuole e può, si fa organizzare bunga bunga su misura, prova a dare il meglio di sé, magari allargando il giro delle conoscenze. Se la signora C.M., per esempio, ha pensato bene di allargare il suo giro di conoscenze, dopo l'incontro con l'onorevole Zazzera, finendo in un hotel di Brindisi con il senatore Pedica, che male c'è? Se le Procure dovessero indagare su ogni cena elegante che si fa in Italia con signore che accondiscendono, beh, si salverebbero davvero in pochi. E poi tutto ciò sarà vero? Bisogna dimostrarlo, prima di infangare le persone. Noi, l'abbiamo dichiarato, non ci crediamo. Dice la denuncia che la signora C.M., per altro, nemmeno allargando il suo giro di conoscenze con il senatore Pedica sia riuscita a ottenere l'ambito posto all'ufficio legislativo.
In compenso sarebbe stata inserita (a sua insaputa) nella lista Idv alla Puglia, come una Nicole Minetti qualsiasi. Almeno così scrive l' Espresso che però ormai è diventato l’Espsesso, più morboso di certe zitelle inacidite: da quando non può più inseguire le bandiere rosse si accontenta di inseguire tutte le luci rosse che vede. Il risultato lo conoscete: la solita macchina del fango. Ma noi, sia chiaro, non ci crediamo. Non crediamo nemmeno a una virgola. E non cadiamo nella trappola: fin troppo facile discettare della scandalosa Puglia terra di olio e di escort, fra D'Addario, Frisulli e Tarantini. Fin troppo facile gettare fango su due politici difensori dei valori (maschili), troppo facile ironizzare sui membri (e che membri) del Parlamento, giocare con il partito dei don chisciotte lancia in resta.
No, non ci stiamo: giù le mani dal bunga bunga dei ragazzi di Tonino. Stavolta vanno capiti, e vanno difesi. Del resto il loro slogan è sempre stato chiaro: più pene per tutti.
Mario Giordano
Fonte > Giornale.it
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