Efficienza energetica, la Russia vara piano da 300 mld di dollari
Rinnovabili
01 Dicembre 2010
Via libera dal Cremlino a un piano da 300 miliardi di dollari per rendere energeticamente efficienti vecchi edifici e industrie sovietiche. Un piano che consentirà di far risparmiare alle aziende e ai cittadini circa 35 miliardi di dollari
L’obiettivo è quello di aumentare la competitività riducendo gli enormi sprechi energetici paragonabili, nel loro insieme, all’intero consumo di energia necessario a sostenere una nazione come la Francia. Per questo il governo russo ha messo a punto nelle scorse settimane un ambizioso piano di efficienza energetica da 300 miliardi di dollari. Un programma che vuole tagliare i consumi soprattutto delle strutture e delle fabbriche sovietiche costruite diversi decenni fa, puntando, allo stesso tempo, a incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili. Edifici che erano stati costruiti in tempi rapidissimi, per rispondere alle esigenze pressanti delle autorità centrali, ma che erano stati realizzati tenendo in poca o nulla considerazione la necessità di rendere le strutture energeticamente efficienti anche per gli anni futuri. Secondo le ultime stime si prevede che questo piano possa portare le aziende e i cittadini a risparmiare circa 35 miliardi dollari per i consumi elettrici e il governo avrebbe già annunciato anche l’istallazione da qui ai prossimi dieci anni di circa 13 milioni di contatori intelligenti.
Ad essere convinto della necessità di dare una svolta significativa alla politica energetica della Russia è stato innanzitutto il presidente Dmitry Medvedev. Secondo quanto riferito, infatti, in questi giorni dal The Moscow Times “la promozione dell’efficienza energetica è diventata una delle priorità nel programma di modernizzazione avviato da Medvedev che include una riduzione del 40% della quantità di energia utilizzata per unità di produzione economica entro il 2020”.
Una necessità, quella di programmare azioni concrete di risparmio ed efficienza energetica per il futuro, che si è resa necessaria in Russia dal momento che, secondo le ultime stime, la nazione utilizza più del doppio dell’energia rispetto alla media mondiale per produrre una data quantità di beni e servizi.
Con l’occhio rivolto a queste analisi e ai recenti fatti di cronaca, come il vasto incendio arrivato alle porte di Mosca quest’estate, il governo di Medvedev è stato spinto ad accelerare soprattutto nel mettere in campo nuove politiche per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici e assicurarsi una bolletta energetica più leggera. Nonostante la nazione possa contare su abbondanti riserve di greggio e sia uno dei più grandi esportatori a livello mondiale di gas, il Cremlino ha messo a punto molte iniziative per ridurre la sua dipendenza dal petrolio. Molti sono stati, infatti, in questi ultimi mesi gli annunci anche nel campo della produzione energetica da fonti rinnovabili. Dalla realizzazione del primo impianto solare della nazione nel Nord del Caucaso, alla collaborazione tra RusHydro e la italiana ENEL , fino al via libera al primo impianto per la produzione di biocarburanti in Siberia.
Fonte > Rinnovabili.it