I Rothschild in piena rimonta in Francia
Prologo
Nell’ultima puntata abbiamo visto come una delle qualità di David Rothschild fosse quella d’assumere delle persone anche più intelligenti di lui da un punto di vista lavorativo, purché lavorassero sotto di lui nella sua banca, di cui ne era pur sempre il proprietario. Egli non aveva paura di collaboratori molto capaci e intelligenti, pure più di lui; purché fossero corretti, onesti e fedeli.
1986: inizia la risalita dei Rothschild francesi
Martine Orange (Rothschild, une banque au pouvoir, Paris, Albin Michel, 2012) ci spiega che nel 1986, iniziando la rimonta ufficiale della finanza francese, David impiegò nella sua banca uno dei più intelligenti e capaci economisti francesi. Costui si chiamava Jean-Charles Naouri, che non solo era un esperto ispettore finanziario, ma era stato Direttore del Gabinetto del Ministro degli Affari Sociali, Pierre Bérégovoy, un politico socialista e intimo amico di Mitterrand; ossia, uno di quelli che avevano voluto la nazionalizzazione della banca Rothschild nel 1981. Tutti rimasero sorpresi a questa notizia che sembrava una contraddizione nei termini: un socialista mitterrandiano nella banca Rothschild di Parigi; ma, se si conosce la vita di Naouri, allora il mistero comincia a svelarsi.
Jean-Charles Naouri
Jean-Charles Naouri nacque l’8 marzo del 1949 in Algeria, egli è un uomo d’affari e capo d’imprese. È l’azionista principale e il presidente/direttore generale del Gruppo Casino e di C/Discount. Il padre era un pediatra algerino, la madre un’insegnante d’inglese. Nel 1967 entra nella Scuola Normale Superiore di Parigi, sezione Scienze. Nel 1970 ne esce con il titolo di dottore in matematica, poi entra a Harvard e vi resta due anni per studiare economia e finanze. Dal 1974 al 1976 studia alla Scuola Nazionale d’Amministrazione (ENA). Nel 1980 accede alla direzione del ministero del Tesoro e diventa Direttore di Gabinetto del Ministro Pierre Bérégovoy dal 1982 al 1986, poi passa al Ministero degli Affari Sociali e infine a quello dell’Economia e delle Finanze. Nel 1987, dopo la vittoria della destra nel 1986, Naouri come vecchio socialista era stato marginalizzato al Ministero delle Finanze; perciò lasciò la funzione pubblica per raggiungere la banca Rothschild.
Pierre Bérégovoy
Fu un uomo politico francese, nacque a Rouen nel 1925 e morì “suicida” a Nevers il 1° maggio del 1993. Suo padre era nato in Ucraina da una famiglia d’origine ebraica, era un ufficiale russo bianco, che si era rifugiato in Francia dopo la rivoluzione sovietica dell’ottobre 1917. Pierre cominciò come operaio specializzato, autodidatta, impiegato presso le ferrovie e poi nella società del gas francese. Nel 1959 entra nel Partito Socialista Unificato, nel 1967 lo abbandona ed entra nel Partito Socialista Francese. Dal 1969 è uno degli uomini più vicini a Mitterrand, che eletto Presidente della Repubblica, nomina Bérégovoy Segretario Generale dell’Eliseo. Dal 1982 al 1984 è Ministro degli Affari Sociali, dal 1984 al 1986 Ministro dell’Economia e delle Finanze, è rieletto in tale carica dal 1988 al 1993. Infine, diventa Primo Ministro dal 2 aprile 1992 al 29 marzo 1993. Muore “suicida”, in circostanze poco chiare (si sarebbe sparato alla nuca… con una “357 magnum”…), il 1° maggio del 1993.
Tornando ai Rothschild
La dottoressa Orange scrive: «Anche se Jean-Charles Naouri è un uomo di talento, molto più liberale di tanti altri economisti di destra, resta pur sempre un politico di sinistra. Ora, nel momento in cui la destra torna al potere in Francia, essa cerca una rottura netta e definitiva con tutto ciò che ha potuto fare la sinistra a partire dal 1981. Non era possibile scendere a patti col nemico. Allora, come mai David Rothschild dimentica le regole del suo campo, chiamando alla sua banca Naouri?» (Martine Orange, Rothschild, une banque au pouvoir, Paris, Albin Michel, 2012, p. 85).
Uno dei motivi poteva essere quello di chiamare i migliori esperti in campo finanziario a lavorare nella sua banca, ma soprattutto per quanto riguardava Naouri, come ha dichiarato David Rothschild a Martine Orange: «Noi ci conoscevamo. Avevamo dei legami stretti nel seno della Comunità ebraica. Tra di noi esiste una vicinanza culturale e spirituale» (ivi).
Quanto a Naouri, egli ha confessato all’Orange che i Lazard, i Lagardère, gli Stern gli avevano fatto delle proposte di lavoro molto più vantaggiose, però lui aveva preferito lavorare con i Rothschild perché sarebbe stato più soddisfacente anche se meno retribuito (cit., p. 86).
Tuttavia Naouri non si contentò del titolo di Direttore, poiché per garantirsi davanti ai suoi vecchi amici socialisti, che avrebbero potuto vedere nel suo nuovo impiego una specie di tradimento, egli aveva pensato a qualcosa che lo rendesse non un semplice impiegato dei Rothschild ma come facente parte della conduzione della banca (cit., p. 86).
David accetta però a condizione che Naouri, diventando associato/gerente, si accolli anche tutta la responsabilità nella gestione della banca, compresi i beni personali, in caso di deficit (cit., p. 87).
Tutto va bene sino al 19 ottobre del 1987, quando il pericolo di un crac economico fa tremare la Borsa di Parigi, tuttavia la crisi è sormontata, grazie all’abilità di Naouri e alla sagacia di David Rothschild.
Tuttavia il crac del 1987 aveva messo bene in luce un grave problema che permaneva nei Rothschild francesi nonostante la loro rimonta finanziaria. Infatti, essi non avevano tutto il denaro di cui avrebbero necessitato per tornare a essere la prima banca francese (cit., p. 92).
«La banca Rothschild è ancora troppo piccola, la Paris Orléans, che gestisce il patrimonio finanziario della famiglia in Francia non appartiene solo ai Rothschild che inoltre sono pure minoritari in essa. Perciò, rafforzare il controllo familiare senza il capitale sufficiente è una missione impossibile… tranne che per i Rothschild che si servono di Jacques Getten, il mago finanziario della famiglia, per portare a termine con successo una manovra giudicata impossibile. Egli sin dai primi anni Ottanta ha lavorato al mantenimento dell’impero familiare dei Rothschild, considerando sua missione quella di ridar loro il potere finanziario di una volta» (cit., p. 93).
Una prima occasione fu data loro nel 1987 tramite l’auto/privatizzazione dell’Istituto di Sviluppo Industriale (una filiale di Suez). I Rothschild guadagnarono molto con quest’affare (cit., p. 97).
Il secondo affare fu l’acquisizione totale della Paris Orléans, in cui la famiglia Rothschild era allora minoritaria con il solo 33, 4% di capitale. Fu Jacques Getten a rendere possibile l’acquisto in toto di questa società da parte dei Rothschild, anche se ci vollero parecchi anni (cit., p. 99).
Era iniziata la valanga che avrebbe fatto ingrandire sempre di più la banca Rothschild, che pian piano avrebbe riacquistato la leadership nel mondo dell’alta finanza francese.
Jacques Getten
Jacques Getten nacque nel 1924, dal 1950 al 1956 fu segretario generale della Società anonima di gestione e d’armamenti (SAGA), poi svolse le stesse funzioni presso i Rothschild francesi dal 1956 al 1968, infine nel ‘68 fu nominato Direttore Generale Aggiunto della banca Rothschild, avendo collaborato con George Pompidou (anche lui impiegato presso i Rothschild) dal 1953 al 1961. Quando nel 1981 la banca Rothschild fu nazionalizzata il colpo per i Rothschild, dal punto di vista strettamente pecuniario, non fu poi così grave come sarebbe potuto sembrare. L’impero finanziario messo in piedi da Guy de Rothschild (1909 – 2007), il padre di David e Edouard, si era notevolmente indebolito (come ci ha spiegato Martine Orange). Tuttavia, soprattutto David in circa trent’anni di lavoro paziente e costante, ha rimesso in piedi la sua banca parigina, facendola ridiventare una delle più prestigiose banche d’affari francesi (cfr. Amélie Laurin, L’AGEFI Hebdo, 13 settembre 2012); riunendola strettamente, inoltre, con la branca britannica della famiglia, che si era raffreddata abbastanza nei confronti di quella parigina. Jacques Getten fu uno dei principali manager che aiutarono David Rothschild nella sua scalata verso il vertice dell’alta finanza francese.
Le grandi banche che hanno fatto fallimento
Martine Orange, come abbiamo visto nell’ultima puntata, ci aveva spiegato come «da circa cinquant’anni, quando David iniziava la sua carriera bancaria, sono scomparse l’una dopo l’altra Warburg, Goldman Sachs, JP Morgan, Morgan Stanley e anche Lazard. […]. Dopo parecchie generazioni, le famiglie scompaiono. Tuttavia David Rothschild può dire: “Noi Rothschild siamo l’ultima grande banca di famiglia”» (Rothschild, une banque au pouvoir, cit., p. 9).
Ora cerchiamo di vedere brevemente la storia di alcune di queste famiglie per renderci ancor meglio conto di cosa avesse potuto significare la loro caduta finanziaria.
I Warburg
I Warburg sono un’antica famiglia di banchieri d’origine ashkenazita, provenienti da Venezia; essi originariamente si chiamavano Dal Banco e poi si spostarono nella città tedesca di Warburg e ne presero il nome.
Nel 1895 Paul Warburg, sposò Nina Loeb, figlia di Salomone, il fondatore della grande banca americana Khun, Loeb & Co, che finanziò e fece anche fallire lo Zar Nicola II (1868 – 1918).
Nel medesimo anno Felix Warburg, il fratello di Paul, sposò Frieda Schiff, figlia di Jacob (1847 – 1920), l’influente agente dei Rothschild, discendente dell’omonima famiglia di banchieri israeliti.
Insomma la famiglia Warburg era imparentata con le maggiori dinastie dell’alta finanza ebraica.
Nel 1914 Paul Warburg, dietro pressione del Presidente statunitense Wilson, entrò nel primo Consiglio dell’allora nascente Federal Reserve americana, sorta dietro consiglio del medesimo Paul, che dopo la crisi del 1907 aveva teorizzato la fondazione di una Banca Centrale Americana (P. Ratto, I Rothschild, Bologna, Arianna Editrice, III ed., 2020, p. 78).
La sorella di Paul e Felix Warburg, Olga, nel 1913 sposò Paul Kohn Speyer, che discendeva dall’antica famiglia di banchieri israeliti Speyer, i quali presero il loro nome dall’omonima città non lontana da Francoforte, in cui era nata la dinastia dei Rothschild e degli Schiff.
Paul Kohn Speyer era Presidente della banca Brandeis Goldschmidt di Londra ed era socio del suo proprietario, Ernest Goldschmidt. Inoltre il nonno materno dei fratelli Warburg era un Goldschmidt.
Nel 1916 Carola Warburg sposò Walther Nathan Rothschild.
I Warburg erano proprietari della potentissima banca MM Warburg, inoltre possedevano pure l’IG Farben, nata dalla fusione di AGFA con Bayer e BASF.
L’IG Farben fu diretta da Paul sino ai primi anni del Trenta, poi da suo fratello Max, che morì nel 1946, il quale si era formato nella banca Rothschild.
Nel 1945 l’IG Farben fu inquisita al processo di Norimberga, poiché essa utilizzava cavie umane prelevandole dai campi di concentramento tedeschi. Inoltre, essa aveva stabilito ad Auschwitz uno stabilimento che produceva gomma sintetica e nafta utilizzando gli internati come mano d’opera a costo zero, fornendo alla Germania il disinfettante Zyklon/B.
Ciò che lascia sorpresi è il fatto che a Norimberga, durante i processo, Max Warburg non venne toccato, mentre i principali dirigenti della sua industria furono coinvolti nel processo.
L’IG Farben era alleata della Standard Oil (che ora si chiama EXXON) che apparteneva a John Davison Rockefeller e che era stata fondata nel 1870 nell’Ohio grazie ai finanziamenti della banca Rothschild di Cleveland.
Infine, Paul Warburg è stato uno dei fondatori del CFR (Council of Foreign Relations) nato nel 1921 con lo scopo di creare un unico Governo Mondiale gestito da un unico sistema finanziario centrale, lo stesso fine del Club Bilderberg.
David Rothschild è anche il Direttore della banca di famiglia, ribattezzata MM Warburg Brinckmann Wirtz (cfr. P. Ratto, cit., pp. 80-82).
I Morgan
I Morgan sono una antica famiglia britannica originaria del Galles, essi già verso la fine del Trecento avevano ottenuto dei riconoscimenti importanti da parte della Corona inglese.
Tra i discendenti più famosi si conta la principessa Diana Spencer (1961 – 1997), il tredicesimo Presidente degli Stati Uniti, Millard Filmore (1800 – 1874) e il grande banchiere John Pierpont Morgan (1837 – 1913).
Joseph Morgan (1780 – 1847) sposò una Spencer, appartenente all’omonima dinastia d’origine medievale, che nel Settecento s’era imparentata con i Churchill, i quali a loro volta erano imparentati con la famiglia reale.
Barak Obama, l’ex Presidente americano, è un parente lontano dei Churchill.
Nel Settecento i Morgan assieme a George Peabody (1795 – 1869) fondarono la banca Peabody Morgan & Co, che fece fortuna finanziando le nascenti ferrovie statunitensi, proprio come i Rothschild avevano fatto in Europa. Poi la banca cambiò nome e divenne JP Morgan Chase, che verso la fine dell’Ottocento divenne l’JP Morgan & Co, una delle banche più importanti al mondo.
Nel 1870 incuranti delle minacce di Bismarck, i Morgan, prestarono 50milioni di dollari alla Francia di Napoleone III, che stava in guerra contro la Prussia. Fu così che i Morgan si ritrovarono alleati con i Rothschild che erano molto vicini a Napoleone.
Poi, nel 1895 la banca dei Morgan fece un prestito di 62milioni di dollari agli USA, che stavano attraversando un periodo di grave crisi.
Nel 1912 fu convocata una Commissione detta Pujo dal nome dell’avvocato che la dirigeva per sorvegliare le attività della Federal Reserve Bnak.
Pujo si era accorto che una piccola lobby di banchieri controllava l’intera borsa di Wall Street, fu così che il Senato decise di istituire una Commissione speciale per indagare sulla questione sollevata da Pujo.
Occorre anche sapere che i rivali della Federal Reserve che stava per nascere (John Jakob Astor, Benjamin Guggenheim e Isidor Strauss) erano deceduti nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912 a bordo del Titanic, dopo che si erano riuniti in Georgia e avevano manifestato il loro dissenso nei confronti della nascita della Federal Reserve.
Invece la fondazione della Federal Reserve era voluta dal senatore Nelson Aldrich, dal banchiere Henry P. Davison (imparentato con i Rockefeller e socio della JP Morgan) da Frank Vanderlip della National City Bank (alleata con la JP Morgan) e da Paul Warburg.
Piero Ratto scrive: «Il rapporto finale della Commissione Pujo fu da brivido. L’economia USA risultava monopolizzata da un potentissimo cartello costituito da John Pierpont Morgan, George F. Baker (First National Bank) e James Stillman (Citybank, nella quale i Rockefeller depositavano i loro capitali). […]. Comunque, la Commissione Pujo poté ben poco contro un gruppo di magnati di quel calibro» (cit., p. 106).
Il 23 dicembre del 1913 venne approvata la Federal Reserve. La banca Morgan era passata oramai nelle mani di Jack, la sua influenza fu enorme sui trattati di pace che sarebbero stati stilati in Europa alla fine della Prima Guerra Mondiale.
La Grande Guerra fu un affare colossale per gli USA, ma per i Morgan ancora di più.
Oggi la Morgan Stanley (così si chiama ora la banca dei Morgan) è azionista di Amazon. Essa è una delle grandi famiglie, che assieme ai Warburg e ai Rothschild governano il mondo. Jeff Bezos appare come il proprietario di Amazon ma è legato agli interessi dei Morgan e compagni.
Inoltre Donald Graham, membro del Consiglio d’Amministrazione di Facebook, è figlio di Katharine Meyer (della famiglia dei rabbini Meyer di Strasburgo) ed è nipote di Eugene Meyer che fu partner dei Lazard e socio di John Pierpont Morgan e Presidente della Federal Reserve dal 1930 al 1933, suo cognato, George Blumenthal, uomo di fiducia degli Speyer, era Direttore della filiale americana dei Lazard ed ha rappresentato sempre nel Consiglio d’Amministrazione della JP Morgan gli interessi dei Rothschild. Così tramite Graham i Morgan controllano anche Amazon e Facebook.
I Lazard
I Lazard sono una famiglia israelitica originaria del Lichtenstad nella Boemia occidentale, ossia nella Repubblica ceca. Il capostipite della banca era Abraham (1745 – 1833), egli era un venditore di pellame, che durante la Rivoluzione francese si era trasferito con la sua famiglia in Lorena in Francia. Suo nipote Alexandre nel 1840 emigrò negli Stati Uniti e nel 1869 sposò Lucie Oulman. Nel 1848 Alexandre fondò a New Orleans (in Louisiana) una ditta d’attività commerciale, chiamata Lazard Brothers, specializzata nel commercio di caffè, zucchero e tessuti di cotone. Tuttavia, il colpo grosso avvenne quando approfittando della corsa alla ricerca dell’oro, i fratelli Lazard aprirono una filiale anche a San Francisco, assieme al loro cugino Alexandre Weill (1834 – 1906); frattanto nel 1852 Alexandre Lazard tornava a Parigi per aprire la banca Lazard Frères (cfr. G. De Rougemont, Lazard Frères, banquiers des deux mondes, Parigi, Fayard, 2010).
Alexandre Weill, il socio dei fratelli Lazard, nel 1880 aprì un’importante sede a Wall Street e divenne il principale esportatore d’oro tra l’Europa e gli USA.
Tornato pure lui in Francia, il giovane Weill, dovette affrontare i fratelli Rothschild che allora erano egemoni nella finanza del Vecchio Continente. La lotta fu dura e divenne una vera e propria guerra finanziaria (cfr. M. Orange, Ces Messieurs de Lazard. Parigi, Albin Michel, 2006).
Siccome i Lazard non avevano avuto figli maschi, la ricchezza dei Lazard/Weill passò interamente nelle mani di David Weill (1871 – 1952).
Nel 1924 David Weill contribuì a preservare il franco francese dalla svalutazione, che dopo la fine della guerra sembrava inevitabile, fu così che la banca Lazard (oramai guidata da David Weill) cominciò ad avere rapporti molto stretti con l’Amministrazione pubblica francese e David Weill divenne Reggente della Banca di Francia.
Tuttavia, nella grave crisi economica del 1929, la banca Lazard rischiò di andar fallita, chi la salvò dal tracollo fu un geniale agente di cambio, André Meyer, che in séguito divenne anche sovrintendente del “piano Marshall” e consulente finanziario dei Presidenti Kennedy e Lyndon Johnson.
Nel 1979, quando morì Meyer, il nuovo dirigente della banca fu Michel David Weill, la cui moglie era la nipote dell’industriale automobilistico François Lehideux e di Françoise Renault, che era imparentata con i Du Pont e gli Stern.
Inoltre, sin dal 1958 la Lazard era diventata azionista di due colossi di casa Rothschild: Mediobanca e Generali Assicurazioni» (cfr. P. Ratto, cit., p. 142).
d. Curzio Nitoglia
Fine Della Trentanovesima Puntata
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