Il nuovo governo libico, un’accozzaglia ridicola e diabolica
Asia News
16 Settembre 2011
Persino il noto Del Boca scrive che il nuovo governo libico è composto anche da quaedisti
Con un governo composto da ex membri del regime, islamici radicali ed ex uomini di al- Qaeda, la nuova Libia non sarà diversa da quella di Gheddafi. "La presenza di questi personaggi dimostra che il nuovo governo è un’accozzaglia ridicola e diabolica". Lo afferma ad AsiaNews Angelo del Boca, storico ed esperto di Libia. Egli sottolinea le contraddizioni della guerra, scatenata, secondo lui, più per motivi economici che per una reale volontà di cambiamento.
“Ciò che mi stupisce in questi giorni – afferma – è la comparsa di molti volti legati al terrorismo islamico ed esponenti delle tribù della Cirenaica avversarie di Gheddafi”. Secondo lo storico esse non centrano nulla con la democrazia sbandierata dai governi occidentali, soprattutto Francia e Inghilterra, i cui leader hanno iniziato oggi la loro visita a Tripoli e Bengasi.
A preoccupare Del Boca è la figura di Abdul Hakim Belhaj, attuale governatore militare di Tripoli e Leader del Libyan Islamic Fighting Group, movimento jihadista vicino ad al-Qaeda che in passato ha fornito migliaia di kamikaze per attentati in Iraq e Afghanistan. “In questi mesi – afferma - i leader ribelli si daranno una ripulita per portare il Paese alle elezioni, ma la popolazione non avrà grandi vantaggi”.
Per lo storico, il Consiglio nazionale di transizione (Cnt) non ha la cultura per cambiare il Paese ed è già vittima di lotte intestine per il potere, che potrebbero far precipitare la Libia nel caos. Grandi dissidenti del regime di Gheddafi e intellettuali come Anwar Fekini sono rimasti al di fuori, limitandosi a finanziare la guerra contro il rais. Il futuro assetto ideologico del Paese risente invece delle pressioni degli estremisti islamici che hanno fornito gran parte dei combattenti nella battaglia per Tripoli. “Il rischio di uno Stato basato sulla sharia – afferma Del Boca – è reale”.
Ieri, lo sceicco Ahmed al-Salabi, leader degli islamici libici, ha affermato in un’intervista ad al-Jazeera che i veri rivoluzionari – legati all’islam radicale - non si riconoscono nel nuovo governo, composto da ex membri del regime, e faranno di tutto per ostacolarlo.
Intanto, l’Onu ha annunciato la revisione delle restrizioni sancite dalla risoluzione 1970. Nelle prossime settimane verranno ridotti l’embargo sulle armi e le sanzioni a banche e società petrolifere libiche. Resterà invece attiva la No fly Zone. (S.C.)
Fonte > Asia News