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Inflazione record in Europa
Sole24Ore
02 Aprile 2008
Balzo. Indice Istat +0,5% mensile e +3,3% annuo Per Gonfìndustria l'allarme è ingiustificato
Effetti Confermata la linea della Bce: non sono previsti tagli al costo del denaro
L'inflazione in Italia sale al 3,3% in marzo (contro il 2,9% tendenziale di febbraio) e l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività tocca il record negativo dal settembre 1996. Sono le stime provvisorie diffuse ieri dall'Istat, in base alle quali lo scalino compiuto dai prezzi è piuttosto ripido: un +0,5% rispetto al livello del mese precedente. Confindustria comunque mette in guardia da ingiustificati allarmismi.
La "febbre" riguarda in questo momento tutta Europa: la stima flash di Eurostat relativa all'Eurozona ha segnalato ieri una risalita del tasso di crescita tendenziale d'inflazione al 3,5% in marzo (contro il 3,3% in febbraio). E alivello europeo si tratta del peggior dato degli ultimi 16 anni (per trovare un numero simile occorre risalire al giugno 1992).
Questi dati finiranno con il confermare la linea di politica monetaria della Bce, molto poco incline a ritoccare verso il basso il tasso d'interesse di riferimento. La Banca centrale europea, non a caso, ha più volte ribadito di essere molto più preoccupata in questa fase dai rischi inflazionistici che provengono dapetrolio "è materie prime, piuttosto che dai pericoli della stagnazione economica, e haraccomandato a più riprese ai Paesi europei di contenere al massimo i cosiddetti fattori inflazionistici di secondo livello (tutto ciò che può contribuire a generare una spirale che si autoalimenta, come eccessivi aumenti salariali o le proposte di indicizzare le pensioni).
L'allarme prezzi sarà venerdì e sabato sul tavolo dei ministri dell'Economia, che siritroveranno a Brdo (Slovenia) per l'Ecofin informale al quale parteciperanno anche i banchieri centrali.
Quanto al nostro Paese, l'incremento europeo del 3,5% si deve confrontare con il nostro indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) che in marzo si è portato al 3,6% tendenziale, evidenziando con ciò un leggero differenziale inflazionistico a sfavore dell'Italia. Sul mezzo punto d'incremento mese su mese, precisa l'Isae, l'Istituto di studi e analisi economica, hanno pesato per un decimo di punto i rincari dei carburanti e per quasi altrettanto quelli dei generi alimentari.
È infatti nei capitoli di spesa delle famiglie in cui rientrano i beni energetici e gli alimentari che si sono concentrati gli aumenti: così i trasporti hanno fatto registrare un incremento tendenziale del 5,8% mentre i prodotti alimentari e le bevande analcoliche hanno subito un aumento nei dodici mesi pari al 5,5%; ma un incremento tendenziale di rilievo si registra anche nel capitolo abitazione, acqua elettricità (+4,4%).
Per cóntro, variazioni tendenziali negative si sono verificate nei capitoli comunicazioni (2,1%) e servizi sanitari e spese per la salute (o,3%).Innetta crescita anche i prezzi alla produzione, che a febbraio, trascinati dai costi dell'energia, hanno registrato un rialzo del 5,7%; al netto dell'energia questi prezzi sono cresciuti del 34% nei dodici mesi.
Secondo le valutazioni Isae, in ogni caso, «se si dovesse confermare il rientro del petrolio rispetto ai valori eccezionalmente elevati di questi ultimi mesi, i prossimi dati sull'inflazione dovrebbero segnalare un rallentamento già prima della metà dell'anno».
Ieri sera, in effetti, i segnali provenienti dal mercato petrolifero di New York erano positivi: il prezzo del petrolio Wti ha registrato un calo del 3,9% attestandosi a quota 101,50 dollari al barile.
Dal canto suo, il Centro studi Confmdustria (CsC) ha sottolineato ieri che anche ora in Italia, per fortuna, resta molto bassa l'inflazione core, quella al netto dei beni energetici e alimentari. «Al di fuori di questi settori osserva infatti il CsC la crescita dei prezzi rimane contenuta: al netto di alimentari ed energetici è all'1,8% annuo in Italia e in Eurolandia, al 2,3% negli Usa, aÙ'i,6%inCina».
Naturalmente, il tema non è sfuggito alla contesa elettorale. Per il leader del Pdl, Silvio Berlusconi, «Prodi ha fatto un altro gol in negativo nella nostra porta» portando «l'inflazione al record del 1996, quando governava lui». Berlusconi hapoi ribadito l'intenzione di adeguare le pensioni al còsto della vita. «Di fronte all'inflazione a questi livelli ha affermato dal canto suo il segretario del Pd Walter Veltroni bisogna fare un'operazione di aumento della domanda interna», cioè «per prima cosa aumentare salari, Stfe pendi e persioni».
Fonte > Il Sole 24 Ore
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