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Comunione e repressione
Fabio de Fina
12 Febbraio 2009
Fabio de Fina ha già spiegato che la nostra firma e i nostri libri sono stati esclusi dal Meeting di Rimini. Ha già detto tutto lui. Aggiungerò solo che secondo me, la esclusione della mia non-persona è la risposta alle mie critiche all'accaparramento della ricca Regione Lombardia da parte della Compagnia delle Opere, e della gestione regionale di Formigoni e del suo super-segretario Nicola Sanese, capo della polizia politica lombarda e fondatore del Meeting. Ciò conferma che la dirigenza di CL, oggi comitato d'affari succhiatore di denaro pubblico, ha scelto Mammona. E' giocoforza dunque che serva la menzogna e sopprima la verità. Naturalmente, al Meeting, si preferisce la vacuità sub-normale di monsignor Bertone. Il Segretario di Stato è stato capace di pronunciare una pia banalità, inarticolata come al solito, sulle tasse e il dovere di pagarle: tutti i giornali hanno ritenuta degna quella vacuità di titoloni di prima pagina, strillando che «la Chiesa è contro la rivolta fiscale di Bossi». La legge è legge. La guerra è guerra. E Bertone, purtroppo, è Bertone. Nella tragedia, questo eccesso di ottusità è offensivo. E' contrario alla dignità di uomini liberi che ci si lasci spogliare e istruire a questo modo. Carl Schmitt sperava in una Chiesa migliore. Disse «Impossibile una riunificazione fra la Chiesa cattolica e l'odierna forma dell'industrialismo capitalistico. All'alleanza di trono ed altare non seguirà quella di ufficio ed altare». Profezia purtroppo sbagliata: l'altare oggi sostiene la burocrazia tributaria, fa tutt'uno con quella, Bertone unisce a Visco i destini della Chiesa-burocrazia. Maurizio Blondet Il Meeting di Rimini Consueto appuntamento di agosto, il Meeting del 2007 ha per titolo «La verità per la quale siamo fatti». Per la prima volta, dopo tanti anni, le edizioni EFFEDIEFFE non saranno presenti negli scaffali della libreria che gestisce la vendita di libri, e di ciò ci scusiamo con il pubblico ciellino che ha sempre premiato, con cospicui risultati commerciali, la nostra casa editrice (pubblico che - informiamo la Cartolibreria Jaca Book di Amorlibri srl – continua però, costantemente, ad acquistare libri anche in questo mese di vacanze). Si noti che le condizioni imposte erano: libri in conto deposito, ovvio diritto di resa dell'invenduto, sconto del 50% sul prezzo di copertina, pagamento ufficialmente a 60 giorni dalla fine della manifestazione; in realtà, nonostante gli incassi siano immediati ed in contanti, pagamento, scaduti i 60 giorni, dopo estenuanti ed umilianti negoziazioni. La ragione dell'esclusione è del tutto politico-ideologica; Blondet, nostro autore di punta, è incompatibile con la linea di totale asservimento da parte di Comunione e Liberazione ai guerrafondai usraeliani. I «giornalisti» che si dovrà sorbire il paziente «popolo di CL» sono il fervente cattolico Sandro Magister (!), Magdi Allam, Oscar Giannino (direttore di «LiberoMercato»), Renato Farina (nome in codice «Betulla»), Vittorio Feltri, Antonio Quaglio (capo redattore de «Il Sole 24 Ore»), Franco Bechis (direttore di «Italia Oggi») ed altri meno noti. A parte i libri, EFFEDIEFFE è stata presente al Meeting anche acquistando, a prezzi non certo di favore, appositi spazi per la presentazione di libri [«Il Vangelo nelle Americhe Dalla barbarie alla civiltà», «Ritorno al reale», «Sergio Ramelli», «Fregati dalla scuola» (rilevante successo: 775 copie vendute nell'occasione), «Il socialismo come fenomeno storico mondiale», «Aborto Il genocidio del XX secolo»…]. E qui sono iniziati i guai. Guai perché da quella volta, 23 agosto 2000, non siamo più riusciti a presentare nessun libro a Rimini; spazi sempre tutti esauriti, anche cercando di prenotare a settembre dell'anno prima… Riassumiamo brevemente i fatti. Dopo l'organizzazione di una «Giornata Internazionale per la vita» (1), realizzata anche grazie al cospicuo aiuto finanziario fornito ad EFFEDIEFFE da Roberto Fiore, nel predisporre la presentazione del suddetto libro (Aborto…) al Meeting, avevamo ritenuto di inserire nel novero dei numerosi relatori Roberto Fiore in quanto politico che, allora come oggi, cerca di contrastare la cancrena dell'aborto. Come prassi era stata mandata al Meeting una scheda con brevi note sui relatori; accanto al nome di Fiore c'era: «Segretario nazionale di Forza Nuova». Può essere successo che chi vagliava la scheda non sapesse chi fossero Fiore e Forza Nuova (oppure che, sapendolo, avesse fatto finta di niente intuendo un probabile scoop che avrebbe fatto parlare del Meeting un po' di più di quanto già se ne parlasse). Fatto sta che all'arrivo di Fiore, a parte una sala (di quelle grandi) strapiena di giovani, con altrettanti che non riuscivano ad entrare [il «popolo di CL», quando la sua indegna «classe dirigente» si distrae, esprime il meglio di sé] erano presenti le principali testate cartacee e televisive d'Italia. Finito l'incontro fui convocato in una specie di direzione dove, dopo insulti vari (c'erano però solo donne ed un classico «gagà, in carriera» incravattato…) mi fu intimato da tale Emilia Guarnieri, con la bava alla bocca: «Si porti fuori il suo Fiore». Questa Emilia Guarnieri è diventata poi presidente dell'Associazione Meeting per l'amicizia tra i popoli; se si vuole sapere come la pensa e si è forti di stomaco si può leggere il suo articolo «Noi cristiani siamo tutti ebrei di fronte a chi vuole uccidere Israele», Il Foglio, 4 novembre 2005 (su internet). Tra le perle della nuova teologa: riprendendo la frase di San Paolo «Vagliate tutto e trattenete ciò che è buono» sentenzia «Cosa è buono? Il desiderio di giustizia, di verità e di bellezza che alberga nel cuore dell' uomo, che gli fa giudicare ogni cosa» (e la ferita nell'intelligenza e nella volontà causata dal peccato originale? Ndr); «… questo anelito di verità per la nostra vita … è anche il punto di partenza per il dialogo interreligioso, perché consente di invitare l'altro ad andare a fondo della sua tradizione, paragonandola con le esigenze del suo cuore. E di aiutarlo, sostenerlo, in questo tentativo che è sempre commovente» (pensavamo che «l'altro» dovesse essere aiutato a convertirsi e non invitato ad «andare a fondo della sua tradizione»; ndr); «Lo Stato di Israele, che ha dato una patria agli ebrei sperduti nel mondo (sic! ndr) è elemento irrinunciabile a un equilibrio di pace internazionale»; «…Come cristiana sono profondamente grata allo Stato di Israele che ci permette di visitare i luoghi santi della nostra fede». Stop. Il lettore penserà che l'ostilità della Guarnieri potesse essere motivata dalla fama, che aveva Fiore, di terrorista, di stragista, di fascista, di nazista, di razzista, etc. In realtà Fiore, padre di 10 figli, tra cui uno seminarista, imprenditore di successo, cattolico fervente, uomo generoso ed equilibrato, è stato accusato - e scagionato - solo per reati di natura ideologica [ed ha ottenuto centinaia di milioni, prima in lire e poi in euro, grazie a cause di diffamazione contro chi, di volta in volta, gli ha dato del terrorista, dello stragista, del fascista, del nazista, del razzista, etc.; i suoi benefattori sono stati L'Unita, Il Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, la RAI (Santoro), etc.]. Ma ammettiamo che Fiore sia il mostro descritto dai media: i dirigenti del Meeting (Guarnieri in testa) non hanno provato lo stesso orrore quando, nell'agosto 2004, hanno invitato all'edizione di quell'anno Barbara Balzerani, tra i leader delle Brigate Rosse, coinvolta nell'omicidio Moro, della scorta e di tanti altri, condannata (lei dalla magistratura e non dai giornali) a 3 ergastoli (2); la Balzerani ha ottenuto, come scrivono le cronache, «molto successo tra il pubblico di CL». Povero «popolo di CL», sottoposto durante l'anno a riunioni che sono vere e proprie sedute psicanalitiche, dove il guru di turno che è riuscito a capire qualcosa dai libri di don Giussani [e pensare che il cattolicesimo è la religione per i semplici!] fa la traduzione alla base. Il «popolo di CL» deve sorbirsi, ed applaudire, il video messaggio di saluto di Giorgio Napolitano (3), poi correre a sentire Magdi Allam e Claudio Morpurgo (presidente delle comunità ebraiche italiane) nell'apposito incontro «Salviamo i cristiani» (allora siamo a posto!). Per chi ha tempo una scappata da Stanley Hauerwas, docente di Etica Teologica, cristiano episcopaliano. Poi ancora dall'ex McKinsey Corrado Passera (4), che parla di «Competitività per il sistema Paese». Ha certo molto da insegnare al «popolo di CL». Così come l'altro ex McKinsey, oggi membro della Trilateral Commission (Italia) Alessandro Profumo, amministratore delegato del Gruppo Unicredito, che insieme a Pier Luigi Bersani ministro dello «Sviluppo economico» e a Massimo Capuano, altro ex McKinsey, amministratore delegato di Borsa Italiana, animano l'incontro «L'onore di fare impresa». Ennesimo maestro per il «popolo di CL», nell'incontro «Auctoritas, non veritas facit legem?», è il cultore della verità Giuliano Pisapia; fondatore con Nichi Vendola della Lega italiana lotta all'AIDS, autore del libro «Legalizzare la droga. Una ragionevole proposta di sperimentazione»; in origine militante di Autonomia Operaia Pisapia ora è di Rifondazione Comunista, oltre che presidente della Commissione del ministero della Giustizia per la riforma del codice penale (povera giustizia!). La pedagogia continua con Cesare Damiano, ex sindacalista della FIOM-CGIL, ora ministro del Lavoro, che spiega come «Lavorare tutti, lavorare di più» e che, con l'ex dirigente del PCI bolognese, ora presidente di Unipol, Pierluigi Stefanini, anima l'incontro «Fine o strumento? La finanza per lo sviluppo». Per la cultura abbiamo la pelle d'oca: vengono presentati tra gli altri il libro di Marcello Lippi «La squadra» e di Saul Israel «Con le radici in cielo»; a parte gli scherzi c'è l'ottimo testo di Christofer Dawson «La religione e lo Stato moderno». Il clou della pedagogia per «il popolo di CL» - ed in relazione con il leitmotif del Meeting, «La verità per la quali siamo 'fatti'» - è probabilmente l'incontro «Testimoni della verità nell'Italia in guerra», con relatore Giulio Andreotti, la star par excellence del movimento. Andreotti è il mito e la mèta di riferimento per i vertici di Comunione e Liberazione per essere stato 7 volte presidente del Consiglio, 8 volte ministro della Difesa, 5 volte ministro degli Esteri, 2 volte ciascuna ministro delle Finanze, del Bilancio, dell'Industria, 1 volta ciascuna ministro del Tesoro e dell'Interno (ma quante competenze ha?). Di lui don Giussani ha scritto: «Il rapporto con Giulio Andreotti deriva dalla scelta di una persona la cui concezione dell'uomo e della vita sociale, per l'esperienza che abbiamo del suo modo di pensare e di governare, ci sembra meglio garantire le preoccupazioni dettate dalla dottrina cristiana» («L'io, il potere, le opere», pagina 200). Sulla «coscienza» di Andreotti, probabilmente l'italiano che ha fatto più vittime da 3.000 anni ad oggi, pesano gli oltre 6.000.000 di bambini assassinati da quando è in vigore la legge sull'aborto in Italia. Annotava sul suo diario nel 1978: «Mi sono posto il problema della controfirma a questa legge, ma se rifiutassi non solo apriremmo una crisi appena dopo aver cominciato a turare le falle, ma oltre a subire la legge sull'aborto la DC perderebbe anche la presidenza (del Consiglio, ndr) e sarebbe davvero più grave». Nell'incontro «E' ancora possibile la pace nella terra dei cedri?» (andrebbe chiesto, dopo che il Libano è stato raso al suolo, ai numerosissimi ebrei presenti al Meeting) è relatore l'ortodosso Tarek Mitri (non c'erano maroniti disponibili?) ministro degli Esteri del governo Seniora; non importa se contro Seniora siano scesi in piazza i 3/4 del Paese; l'importante è il servilismo verso il potere in carica. Si può prendere una boccata d'aria pulita dove padre Romano Scalfi celebra, col coro di Russia cristiana, la «Divina liturgia in rito bizantino-slavo» e dove Beatrice Buscaroli (infiltrata?) anima l'incontro «Fingere il vero: questioni di arte contemporanea». La pedagogia continua con Piero Fassino «Al di là degli schieramenti: tre cose da fare insieme per il bene comune». Benoit Lheureux, presidente ed amministratore delegato di Auchan Italia [azienda francese della grande distribuzione, alla cui apertura in Italia i politici avevano a lungo resistito in quanto demolitrice del piccolo commercio, e che oggi conta 42 ipermercati nel nostro Paese] giustamente anima l'incontro «Imprese familiari, imprese che vanno» (mai titolo più appropriato; saranno contenti gli aderenti alla Confcommercio). Se la digestione sta diventando difficile c'è l'incontro con Roberto Farina, human resources director di Coca Cola Hbc Italia.La famiglia Alemanno è presente sia con Gianni che con Isabella Rauti. Se si vuole «Allargare la ragione: la conoscenza affettiva» ci pensa Archie Spencer, teologo e ministro della chiesa battista. Volete sapere «Come comprare la qualità?»; rispondono Paolo De Castro, ministro delle Politiche Agricole (quel ministero abolito dagli italiani con apposito referendum), del governo Prodi, già responsabile del chiacchieratissimo Istituto di Studi Economici Nomisma, la spa fondata nel 1981 da Prodi, e Vincenzo Tassinari, presidente COOP Italia. A chi giovano tutti questi ospiti, [che vanno al Meeting, in un ambiente narcotizzato, ad esprimere il loro parere senza cambiare una virgola di quello che pensano], se non alle relazioni e quindi al business dei leader di Comunione e Liberazione? (Un appunto per gli organizzatori: manca Mastella). Se la formazione del «popolo di CL», non quella degli aderenti «in carriera», fosse buona, questo popolo girerebbe luddisticamente per gli stand, perlomeno per protestare e non applaudirebbe meccanicamente tutti ed il loro contrario. Una volta si diceva: «Conclude Enrico Maria Papes», (Tema, I Giganti); conclude invece il Meeting, con la presentazione dell'ultimo libro di don Giussani, Giorgio Vittadini, autentico genio del business (non è ironico), colui che detiene il potere assoluto in Lombardia. Sulla Compagnia delle Opere e sul Consorzio Scuola Lavoro ha più volte brillantemente scritto nel giornale on-line Blondet (vedi, per esempio, «La privatizzazione di una Regione», del 20/3/2006). In una nota di quel pezzo c'è scritto: «Per esempio qualcuno può verificare quale era il fatturato del Consorzio Scuola Lavoro, controllato da Cl, prima dell'avvento dell'assessore alla Formazione Alberto Guglielmo, di CL, (già assessore alle Attività Produttive e cioè Industria, Commercio, Turismo e… Fiere) e confrontarlo con quello di oggi?». (5) Comunione e Liberazione ha il merito di avere, per buona parte, reclutato ed organizzato il già esistente popolo cattolico sopravvissuto alla corruzione, frutto di 2.000 anni di grande azione della Chiesa nel nostro Paese, e di aver certamente avvicinato al cattolicesimo nuove persone. Ma a cosa servono centinaia di migliaia di militanti, a parte l'obbiettivo della loro santificazione personale, se non si lotta per rifare una società cristiana, se non si lotta, socialmente, contro i demoni dell'aborto, del divorzio, dell'omosessualità, della pedofilia, della droga, dell'eutanasia, della pornografia, dell'omicidio, della violenza, del furto, etc.? Molti italiani sono intrappolati in appartenenze che ne paralizzano la potenziale reattività (singolarmente non è possibile fare niente). I casi soprattutto di Comunione e Liberazione e di Alleanza Nazionale (con basi umanamente molto positive, ma vittime di vertici «arruolati dall'avversario») sono emblematici. Uno dei grandi problemi strategici per la rinascita della sovranità del popolo sarà la disarticolazione della gran parte delle appartenenze. Fabio de Fina (articolo pubblicato il 22/08/2007)
1) Milano, 28 novembre 1998, presso il Centro Culturale di Milano di via Zebedia (di Comunione e Liberazione, già allora presieduto dal «cordiale ed espansivo» Camillo Fornasieri); all'incontro avevano partecipato, oltre ad italiani tra cui Maurizio Blondet, Aldo Brandirali, don Roberto Colombo (Comunione e Liberazione), Luigi Di Bella, Roberto Fiore, Mario Palmaro, Agostino Sanfratello, anche i leader dei più importanti movimenti antiabortisti europei (dalla Francia Xavier Dor, Philippe du Chalard, Therese Gillaizeau-Amiot, Hugues Petit; dall'Irlanda Niamh Nic Mhathuna; dalla Russia padre Maxim Obukhov; dalla Germania Johanna Grafin von Westphalen e Lucie Zander). 2) Nel libro di Fasanella -Franceschini, «Che cosa sono le BR», ci sono importanti rivelazioni sulle infiltrazioni di servizi segreti (Mossad?) nelle Brigate Rosse. 3) Nel 1942 nel Gruppo Universitario Fascista, dal 1945 nel PCI, nel 1956, in seguito alla repressione della rivolta in Ungheria, quando l'Unità definiva gli operai insorti «teppisti» e «fascisti», Napolitano scrive del suo «grave tormento autocritico» (che non gli impedisce di rimanere nel PCI fino ai giorni nostri); unico comunista negli anni '70 a tenere conferenze nelle università americane di Harvard, Princeton, Yale, Chicago, Berkeley ed altre, recentemente ripreso dalla UE per aver truccato una nota spese. 4) Noto banchiere «cattolico», cresciuto alla scuola McKinsey [quelli che insegnano ai manager gli slogan, da propinare al personale, del tipo «dobbiamo diventare una squadra», ma la cui principale competenza si riassume nel calcolare il numero degli esuberi - già noto all'imprenditore e quindi inutile - per avvallare «autorevolmente» i licenziamenti; in una società ordinata sarebbero accompagnati a piedi in Portogallo (chi li accompagna va a cavallo) e spediti a nuoto negli Stati Uniti] e di Carlo De Benedetti; sempre con De Benedetti rimane al Gruppo L'Espresso quando Berlusconi acquista Mondadori; poi amministratore delegato del Gruppo Olivetti; nel 1998 Prodi lo nomina amministratore delegato di Poste Italiane, dove ne cura la privatizzazione tagliando 22.000 dipendenti (di quella gestione si era occupato Gigi Moncalvo su La Padania; le gravi accuse di Moncalvo non hanno avuto alcun seguito legale; da internet è scomparso ogni riferimento; ma abbiamo da qualche parte il cartaceo); nel 2002 diviene amministratore delegato di Banca Intesa, ora Intesa san Paolo. 5) I dati di fatturato potrebbero essere meno eclatanti del previsto perché il trucco era (è?) anche questo: vengono contattate le aziende iscritte alla Compagnia delle Opere (circa 10.000) e viene offerta formazione gratuita (meglio, finanziata) per il personale dell'azienda; l'azienda fa la domanda in Regione; qualcuno pensa a far approvare la domanda e così la titolarità del corso è dell'azienda e non del Consorzio Scuola Lavoro, che è indicato nel formulario della domanda come delegato alla formazione.
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