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Israele ci prepara la sorpresa di settembre / ottobre ?
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Dici che ti aspettavi più retorica che realismo dai Senatori Obama e McCain, ieri, nei loro discorsi su Iraq ed Afghanistan ? Bene, sei stato certamente accontentato.

Quello che ho trovato comunque incredibile è stato come loro, ed i loro sapientoni, non abbiano tenuto in nessun conto il sostanziale cambiamento dello scenario politico determinato dal Primo Ministro iracheno Nouri al-Maliki con la sua notizia bomba del 7 luglio : la sua insistenza per un  "calendario" del ritiro delle truppe USA da definirsi prima della firma di un qualunque accordo sulla loro permanenza successiva all'inizio del 2009.

Il Presidente George W. Bush, rispondendo ad una domanda nella conferenza stampa di ieri, ha dimostrato di essere vagamente consapevole che tale "calendario" sia, per dirla con le parole di Robert Dreyfuss ( in Truthout, 7 luglio ), un "grande affare." Bush ha addirittura alluso con voce incerta alla possibilità di prolungare ancora oltre il mandato ONU.

Non è per nulla certo che Maliki,  messo sotto pressione al suo interno, possa far accettare una tale cosa alle differenti fazioni dal cui sostegno lui dipende ed ancor meno da parte di quelle che deve inchiodare all'angolo. Come Dreyfuss evidenzia, Maliki ed i suoi alleati Shiiti sono ugualmente messi sotto pressione dall'Iran, che rimane il principale alleato dell'alleanza dominante degli Sciiti. Più importante di tutto, Maliki non ha il minimo controllo su quanto accadrà a breve.

Israele

E qui la questione si fa scivolosa : nessuno che ne capisca di argomenti scottanti nella politica USA si aspetta che dei candidati o degli ossequiosi mezzi di comunicazione di massa si pongano domande sul come la pensino, quelli che ora governano Israele, a riguardo delle implicazioni collegate alla ritirata di un numero consistente di truppe USA dall'Iraq, il prossimo anno.

Mi ricordo ancora di quel 16 giugno 2005, immediatamente dopo l'audizione del Democratico John Conyers davanti allo svalutato Comitato Giudiziario nelle segrete del Congresso, quando fui messo alla berlina per la mia ingenua risposta ad una domanda posta da uno dei suoi colleghi : se l'invasione dell'Iraq non riguardava le armi di distruzione di massa e non riguardava i non esistenti legami fra Iraq ed al-Qaeda, allora, perchè abbiamo attaccato ?

Nella risposta ho usato l'acronimo OIL, dove " O " sta per Oil (petrolio), " I " per Israele ed " L " per Logistica, intendendo con essa tutte quelle basi militari che i neoconservatori sono obbligati a metter sù per proteggere il petrolio ed Israele. Nessuno dei membri del Parlamento nè dei rappresentanti della stampa presenti sembrarono aver il minimo problema nei confronti nè del petrolio nè delle basi militari come elementi degni di nota di per sè.

Invece, il suggerimento che il motivo principale fosse diretto a rendere più sicura per Israele quella parte del Medio-oriente ( sì, gente, i neocon pensavano davvero che attaccare l'Iraq avrebbe avuto quell'effetto ), - beh, quello era un anatema.

Ed è anche oggi un anatema suggerire che sia tutt'ora una delle ragioni principali, a parte il petrolio, per le quali Elliot Abrams ed altri neocon - per non parlare del Vice Presidente Dick Cheney e del suo gruppo - insistono che dobbiamo restarci, ed al diavolo Maliki e soci. ( Si veda la vignetta nel Washington Times di oggi che mostra Maliki con la scritta " Noi NON ce ne stiamo andando". )

Certo, noi qui a Washington possiamo starcene seduti comodi e cavillare sulle implicazioni di questa o quella sottolineatura di Maliki o di altri leaders iracheni, ma gli israeliani devono prendere seriamente in considerazione una tale affermazione. Non esiste un accordo sulla ritirata dall'Iraq delle forze militari USA che saranno lì nel 2009 ? Se è così, la cosa si fa veramente seria, per Tel Aviv.

La mia idea è che i leaders di Israele siano furiosi : il fallimento in Iraq ha chiaramente reso la regione molto più pericolosa per Israele. Ora in Iraq ci sono veri "terroristi" e veri "estremisti", e la prospettiva delle truppe USA che si ritirano è motivo di grossa preoccupazione per Tel Aviv.

Incastrare gli USA: l'Iran

Questo drammatico cambiamento - od anche la semplice ipotesi - spinge fortemente Israele a garantirsi un coinvolgimento USA, nella regione, della durata di numerosi anni.

Agli israeliani occorre la creazione di "fatti sul terreno" - qualcosa che garantisca che Washington tenga fede a quello che i candidati alle presidenziali USA, Obama incluso, chiamano "il nostro alleato". (Teniamo bene a mente che non esiste alcun trattato di difesa reciproca fra gli USA ed Israele ). Israele inoltre è esageratamente consapevole di avere ancora solo sei mesi con Bush e Cheney.

Le leggi disegnate dall' AIPAC ( American Israel Public Affairs Committee  ), così zelantemente promosse al Congresso, invocano l'equivalente di un blocco totale all'Iran. Questa sarebbe una maniera per incastrare gli USA; ma ce ne sono molte altre.

Il punto è che gli israeliani hanno la percezione di un pericolo crescente e questo probabilmente li prepara a cercare i modi per far ritrovare gli USA coinvolti in ostilità con l'Iran. Cheney e Bush hanno in pratica dato loro una simile autorizzazione grazie alle ripetute promesse, del Presidente, di difendere "il nostro alleato" se Israele sarà attaccato.

Tutto quello che Israele deve fare è darsi da fare per essere attaccato... e non è certo un problema.

C'è un numero infinito di possibilità fra le quali Israele può scegliere per mettere in moto un tale scontro - con o senza una strizzatina d'occhio od un assenso col capo da parte di Cheney o di Abrams. La cosiddetta "luce gialla" che si dice sia stata data ad Israele è, credo, considerata già come sufficiente e non sembra che abbiano bisogno di aspettare che diventi una luce verde, un pieno via libera.

Fin'ora, l'opposizione dei militari USA anziani è stato l'unico ostacolo concreto alla pazzia delle ostilità con l'Iran. ( Basta leggersi l'articolo di Scott Ritter su Truthdig di questa settimana per comprendere perchè dovrebbero essere cauti. )

Il Presidente dei Comandi Riuniti dello Staff, Ammiraglio Mike Mullen, si dice abbia messo in guardia Israele che l'apertura di un "Terzo Fronte" nel Medio-oriente sarebbe un disastro. Io penso, invece, che stesse mettendo in guardia tutti quelli all'ascolto a Washington, incluso i fin'ora sordi legislatori.

Anche se i sapientoni fossero nel giusto nel suggerire che Mullen è in combutta con il Segretario alla Difesa Robert Gates nel cercare di opporsi ai neocon ed a Cheney, il tono di Mullen nella sua conferenza stampa di due settimane fa suggerisce che stia combattendo una vera battaglia di retroguardia contro "i pazzi" nella Casa Bianca, ed anche quelli a Tel Aviv. Ma quando è stata l'ultima volta che i pazzi hanno perso una battaglia politica così rilevante per Israele ?

Mullen è appena rientrato da Tel Aviv, la cosa che più apprezza è l'affievolirsi delle speculazioni infinite sul se e quando Israele o gli USA possano colpire l'Iran per primi. Anche se i capi israeliani non hanno ricevuto nessuna assicurazione esplicita dalla Casa Bianca, quasi certamente calcolano che, una volta che sia scoppiato un casus belli, i loro amici a Washington - e le truppe che comandano - si ritroveranno prese nella mischia per un bel pezzo.

Allacciare le cinture, per favore...

Vista da Tel Aviv, sembra una situazione minacciosa che si aggrava, con un sempre più pressante bisogno di "incastrare" ( per così dire ), gli USA nell'area in modo ancora più profondo - in un scontro che veda i due paesi contro l'Iran.

La Tempesta Perfetta, ecco cosa bolle in pentola :

- Petraeus ex Machina, ottimo nel portare a termine le scommesse del Vice Presidente Dick Cheney, prenderà a settembre il comando del CENTCOM;

- per tale data ( a causa della situazione economica, e più generale ), le possibilità di successo del Senatore McCain saranno finite nel cassonetto delle immondizie;

- la Casa Bianca considererà quindi McCain l'unico candidato con qualcosa da guadagnare da una guerra che si allarga ( grazie ad un semplice ulteriore "attacco terrorista" );

- alla fine dell'era  Busch/Cheney mancheranno solo tre mesi;

- Maliki non sarà in grado di far cambiare idea a Washington e fargli accettare il calendario del ritiro truppe che ha pubblicamente indicato.

Totale : Israele sta probabilmente preparandoci una sorpresa di settembre/ottobre progettata per tenere gli USA impantanati in Iraq e nella più ampia area provocando ostilità con l'Iran. E non siate sorpresi se anticiperanno ad agosto : i leaders di Israele potrebbero invocare la comprensione di quegli ufficiali USA non informati segretamente in anticipo, sostenendo di non essere riusciti a distinguere la luce gialla da quella verde a causa dei loro visori notturni.

Chi avrebbe dei dubbi ? Per cortesia, ditemi chi lo potrebbe...chi accenderebbe la sirena, li farebbe accostare, e penserebbe anche fosse il caso di elevare loro una contravvenzione dopo aver visto al computer dell'auto della polizia la conferma della validità della loro patente speciale ?

Ray McGovern (McGovern lavora per il Tell the Word, braccio stampa della Chiesa Ecumenica del Salvatore, in Washington. Già ufficiale dei Servizi militari ed analista della CIA, fa ora parte dello Steering Group of Veteran Intelligence Professionals for Sanity (VIPS).

Tradotto per EFFEDIEFFE.com da Massimo Frulla

Fonte> Information Clearing House | 18/07/08

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