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Al Qaeda o MI5?
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Sventato il consueto orribile attentato di Al Qaeda a Londra. O meglio: la polizia inglese è stata «obbligata» a sventare in anticipo l’orribile attentato, arrestando una dozzina di sospetti (per lo più pakistani entrati in Gran Bretagna con visto studentesco) che erano sotto controllo da settimane, prima che commettessero una serie di attacchi suicidi a Pasqua, a causa di uno strano e inspiegabile «errore» di Bob Quick, capo dell’anti-terrorismo di Scotland Yard.

Quick è stato fotografato mercoledì mentre entrava a Downing Street, la residenza del primo ministro, con sottobraccio un fascio di documenti segretissimi relativi alla operazione di contro-terrorismo di cui sopra. Evidentemente, il super-poliziotto andava ad informare Gordon Brown dello stato delle indagini sulla nuova cellula di Al Qaeda tenuta sotto controllo. Solo che  Bob Quick non portava i documenti segretissimi chiusi nelle cartelline, ma esterni: leggibili persino nella foto del paparazzo che ha ripreso l’evento.

Ecco qui le foto (1):



MI5_alqaeda_1.jpg

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Giudichi il lettore se è verosimile che un espertissimo super-poliziotto tratti in questo modo dei documenti («segretissimi»), dove appare il nome di Al Qaeda; e li sventoli così proprio davanti a Downing Street numero 10, dove stazionano regolarmente fotoreporter e telecamere. E provi a immaginare: quella di Bob Quick è stata una «svista», o il modo di mandare all’aria una operazione che, magari, non gli piaceva?

Fatto sta che dopo questa «svista», sono avvenuti due fatti: lady Jacqui Smith, ministra dell’Interno, ha convocato Bob Quick e gli ha detto che lui «aveva perso la fiducia sua (della ministra) e dell’MI5», ossia del servizio segreto militare per la sicurezza interna; Bob Quick ha dovuto dare le dimissioni seduta stante.

E, come dice il Telegraph (2), «si è dovuto improvvisare un piano di arresti» di sospetti. «Centinaia di agenti sono stati precipitati ad arrestare i sospetti che erano tenuti sotto controllo 24 ore su 24».

Addio attentato-strage di Pasqua.

Ora le centinaia di agenti continuano a perquisire abitazioni studentesche nel nord inglese, alla ricerca della «fabbrica degli ordigni esplosivi» dove i terribili terroristi avevano depositato le bombe  (tale «fabbrica» non è stata ancora trovata al momeno in cui scriviamo). E i giornali britannici sono pieni di chiacchiere, speculazioni e voci provenienti dai servizi, alcune palesemente contraddittorie.

Esempio: non meglio identificate «fonti» hanno soffiato al Telegraph che gli arresti hanno dovuto essere anticipati perchè «alcuni dei sospetti erano stati osservati dagli agenti dell’MI5 mentre filmavano se stessi all’esterno del Trafford Center alla periferia di Manchester, l’Arndale Center nel centro città, e la vicina Saint Ann’s Square». Apparentemente si tratta di shopping centers,
affollatissimi la vigilia di Pasqua, dove gli orribili terroristi di Al Qaeda progettavano di mettere a segno la strage.

Infatti, continua il giornale, «la polizia aveva sentito alcuni dei sospetti (intercettati 24 ore su 24) che discutevano di date, le quali includevano le feste di Pasqua, il più affollato fine-settimana di shopping dell’anno». Parlavano, assicura una fonte, «dei prossimi giorni, dieci al massimo;
dovevamo agire».

E qui, già la mente dell’acuto lettore si confonde: la polizia è stata costretta a sventare in anticipo l’attentato per via della «svista» di Bob Quick, oppure perchè aveva intercettato i propositi criminali ormai imminenti  dei sospetti terroristi?  Se i criminali progettavano l’attentato «nei prossimi giorni», gli arresti erano comunque da fare; che cosa si aspettava ancora?

Il fatto stesso che Bob Quick andasse a riferire a Gordon Brown dell’operazione, con il fascicolo aperto sotto il braccio, dice che l’operazione si avvicinava alla fine, e che occorreva una qualche copertura politica per la sua conclusione.

E poi, che cosa c’era scritto nella prima pagina dei documenti segretissimi così sbadatamente sventolati da Quick sotto le telecamere? Un ingrandimento dal Daily Mail:



MI5_alqaeda_3.jpg



Il solito Telegraph (3) ci spiega: «Quel che i documenti portati da Bob Quick sembravano mostrare, era che Al Qaeda riconosce che le sue attività in Gran Bretagna sono state largamente compromesse da una serie di arresti, processi e operazioni di sorveglianza» (4).

Ma allora, scusate, in che senso la confessione di impotenza di Al Qaeda ha messo in pericolo l’operazione in corso? La mente si perde in tanti misteri.

Il giornale aggiunge che l’operazione era condotta e diretta dall’MI5, non da Scotland Yard.
Sembra quasi che la povera «Al Qaeda in UK» sia così mal ridotta, da non poter far niente senza l’aiutino dell’MI5. Ma questo è un sospetto da cui ci dissociamo con forza.

Certo ci corre alla mente una strana coincidenza: solo pochi giorni fa il presidente Obama aveva minacciato, a nome di Al Qaeda, un attentato in Europa, se gli europei non mandavano più soldati in Afghanistan; perchè, ci ha detto, Al Qaeda e i Talebani (sono tutt’uno) sono «più vicini» all’Europa che agli USA. Ora l’attentato profetizzato con tanta precisione è stato sventato, per la «svista» del capo della polizia britannica, che a causa di questo «non gode più della fiducia dell’MI5».

In compenso, i giornali sono in grado di dirci quale è la «mente» che sta dietro al presunto progetto del presunto mega-attentato. Cercate di indovinare da soli: chi è?

al_qaeda_minaccia_europa_1.jpgMa è lui, Beitullah Mehsud. Come avevamo anche noi previsto (nel nostro piccolo) pochi giorni fa, questo Mehsud è promosso a grandi destini mediatici; è stato selezionato per essere il nuovo bin Laden. Richard Holbrooke, plenipotenziario di Obama in Pakistan e Afghanistan, lo ha già definito «un uomo terribile», e gli USA hanno messo sulla sua testa una taglia di 5 milioni di dollari.

Secondo il sempre ben informato Telegraph (5), che ci assicura che è «l’uomo dietro l’attentato» (sventato) senza darne un solo indizio, Beitullah Mehsud «è diventato famoso nel 2004, dopo aver sferrato una serie di attacchi all’esercito pakistano» ma anche contro «i banditi che terrorizzavano la gente nella zona tribale del Waziristan». Mehsud «è stato nominato formalmente «Emiro» del Waziristan dal capo talebano afghano Mullah Omar (toh chi si rivede! Un’investitura formale del Mullah Omar è proprio quel che ci vuole, per diventare l’erede di bin Laden, ndr) a cui ha giurato lealtà».

Mehsud inoltre «nel 2005 ha messo a segno un colpo spettacolare costringendo il governo del Pakistan a firmare un accordo di pace» a nome dei tribali del Waziristan. Un patriota autonomista, si direbbe. Ma no.

Il governo ha pagato a Mehsud «500 mila dollari di compensazioni, sapendo che sarebbero stati usati per ripagare i debiti contratti con Al Qaeda». Debiti con Al Qaeda? Che vuol dire? Non si sa.
Fatto sta che quei soldi, ci informa il Telegraph, «hanno permesso alla leadership di Al Qaeda di ricostruire il suo quartier generale globale nelle aree tribali, sotto controllo di Mehsud, e gli ha dato  spazio per estendere il suo regno del terrore».

Quartier generale «globale»: non c’è da stupire che Al Qaeda sia oggi inn grado di fare attentati a Londra, come aveva detto Obama. Mehsud oggi «comanda 20 mila guerriglieri, e il figlio di Osama bin Laden è stato addestrato come comandante sotto la sua ala. Nel dicembre 2007, Mehsud è stato accusato dell’assassinio di Benazir Bhutto, cosa che lui ha smentito». Ha smentito, strano. Di solito, Al Qaeda rivendica, non smentisce. E poi, Mehsud dovrebbe essere abbastanza impegnato a fare la sua guerriglia autonomista tra Pakistan e Afghanistan, per avere la testa di fare attentati a Londra.

Ma niente paura: il Telegraph, nutrito dalle note «fonti», ha scoperto che egli dispone di un agente di collegamento (6). Eccolo qui:



MI5_alqaeda.jpg



Questo personaggio è , 27 anni, figlio di un panettiere di Birmingham, scappato in Pakistan nel 2002 in seguito all’omicidio di un suo zio, accoltellato nel retrobottega. Rauf è sospettato dell’omicidio. Da latitante, il giovinotto si stabilì a Baharwalpur in Punjab, dove s’è sposato ed ha formato un gruppo guerrigliero contro le forze indiane in Kashmir. Ma secondo i vicini, invece, vendeva cosmetici.

Racconta il Telegraph: «Rauf è emerso come figura-chiave di collegamento fra i pakistani estremisti in Gran Bretagna e la leadership di Al Qaeda quando fu arrestato nel 2006 come sospetto in un’altra trama alla bomba. Fu imprigionato nella prigione di massima sicurezza di Adiala a Rawalpindi, con accuse (tenetevi forte, ndr) che sono cadute quattro mesi dopo per mancanza di indizi».

Mancanza di indizi. «Tuttavia, fu tenuto in carcere (senza indizi) e per essere deportato in Gran Bretagna, ma è fuggito in una improbabile evasione». Le sue guardie, nel trasferire il prigioniero, «s’erano fermate a pranzo da un McDonald’s» e gli avevano pure sciolto le manette «perchè potesse pregare». Secondo i suoi amici, invece, tutta questa storia della fuga è falsa, e serve ai pakistani a tenere Rauf  «in prigione illegalmente e impedire la sua estradizione in Gran Bretagna».

Colpevole o innocente? Non lo sapremo mai. Perchè Rauf è morto. «Fonti del governo pakistano hanno reso noto a novembre che Rauf è stato ucciso da un «Predator» americano (un drone senza pilota) durante l’attacco ad una casa dei Talebani nel nord Waziristan, insieme a due figure di media portata di Al Qaeda». Ah, ecco, vedete che Rauf era proprio di Al Qaeda.

E non è nemmeno morto. Contrordine. E’ vivo e, con nuovi documenti, è probabilmente in Inghilterra a ordire le trame minacciate dal presidente Obama. Perchè si sa che i Talebani sono di casa in USA. Come ha rivelato il Washington Post, «per circa un anno hanno usato un sito internet per reclutare i supporter», che era «basato in Texas». Un provider di nome The Planet.

Così spiega lo strano caso RAINews 24 (7):

«Il sito in questione sarebbe diventato la voce dell’Emirato Islamico d’Afghanistan: chi lo ha noleggiato ha versato alla società USA circa 70 dollari al mese, pagabili anche  con carta di credito. «La spesa relativamente bassa e l’alta qualità dei server americani rappresentano un’attrattiva per i jihadisti», spiega al Post Rita Katz, co-fondatrice del ‘Site Intelligence Group’, una società privata che svolge attività di monitoraggio sulle comunicazioni dei gruppi estremisti islamici».

Ariecco anche Rita Katz, l’israeliana ben nota ai nostri lettori come produttrice di video di Al Qaeda e materiali jihadisti vari, che dice di trovare in siti noti a lei sola.

Vedrete che fra poco appariranno video dove Rashid Rauf, defunto o no, rivendicherà il mancato attentato inglese; o anche i video dei 12 arrestati mentre, mascherati da arabi, col Corano e il kalashnikov, pronunciano le loro volontà di morire come suicidi per Allah. Quando c’è di mezzo Rita Katz, non ci si può aspettare di meno.

Naturalmente i video auto-incriminanti sono necessari, visto che la storia di Londra fa acqua, e che il solo fatto certo è «la sventatezza» di Bob Quick che ha mandato a monte l’attentato costringendo l’MI5 a fare retate dei sospetti prima che agissero.

E’ una storia che, per essere raccontata, avrebbe bisogno di Le Carrè. Bob Quick è un traditore, o un eroe? O forse è l’uno e l’altro?

Come direbbe Amleto: c’è del marcio a Londra.




1) Sandra Laville, «Anti-terror chief Bob Quick forced to quit as row erupts over control of Met», Guardian, 10 aprile 2009.
2) Duncan Gardham, «Al-Qaeda terror plot: searches continue over alleged plan to bomb Easter shoppers», Telegraph, 10 aprile 2009.
3) Philip Johnston, «Bob Quick’s resignation hides a bigger story», Telegraph, 9 aprile 2009.
4) Tant’è vero che doveva ormai usare, anzichè i britannici di origine pakistana, giovanotti pakistani, introdottisi nel Paese con visto studentesco: 300 mila visti studenteschi vengono rilasciati dallo Stato britannico ogni anno, e almeno 10 mila a ragazzi pakistani. Un lavoraccio, scoprirli.
5) Dean Nelson, «Terror plot: Baitullah Mehsud profile», Telegraph, 10 aprile 2009.
6) Dean Nelson, «Terror plot: Rashid Rauf profile», Telegraph, 10 aprile 2009.
7) «Talebani on line, il provider era texano», RAINews24, 9 aprile 2009.


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