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Israele ha due nuovi nemici...
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Steve Linde, giornalista del Jerusalem Post, ha rivelato – durante una conferenza all’organizzazione sionista mondiale delle donne – una confidenza fattagli da Benjamin Netanyahu, il premier israeliano, in un colloquio a quattr’occhi.

«Sa, Steve noi abbiamo due nemici principali», ha detto Bibi.

«Io pensavo – commenta Linde – che mi avrebbe parlato di Iran, forse di Hamas...».

«Sono il New York Times e Haaretz», continua invece Netanyahu: «Sono questi a dare il là ad una campagna anti-israeliana mondiale. I giornalisti li leggono ogni mattina e basano i loro articoli su quel che leggono sul New York Times ed Haaretz». (Bibi Calls Times and Haaretz 'Main Enemies')

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Haaretz è il giornale «progressista» israeliano (originariamente legato ai sionisti socialdemocratici, è l’edizione in inglese del quotidiano ebraico Yediot Aronoth), è ideologicamente sionista senza se e senza ma, qualche volta critico col governo di estrema destra di Netanyahu-Lieberman. Ha una tiratura ridicola, che lo rende senza peso sull’opinione pubblica israeliana. Ma serve a dare l’impressione di una diversità di opinioni in Israele, entro limiti ben precisi.

Adesso, per Netanyahu, è un terrificante nemico interno, un pericolo esistenziale per Israele.

Quanto al New York Times, è il più influente giornale ebraico (ebraico per proprietà e per opinionisti, con giornalisti tutti ebrei) nella ebraicissima Manhattan, ovviamente filo-israeliano, notevole per l’auto-censura che esercita a proposito dei delitti più plateali di Israele: per esempio, i suoi lettori non hanno mai saputo dal New York Times che a Gaza, nel 2008-2009, l’esercito israeliano ha compiuto l’inenarrabile devastazione e massacro di civili chiamato «Piombo Fuso». Vero è che qualche volta si scosta dalla linea di Netanyahu, come, per esempio, quando un suo editoriale del settembre 2011 deplorava il veto posto all’ONU (dagli USA e dai suoi satelliti) al riconoscimento della Palestina come Stato-membro delle Nazioni Unite.

Ora, Netanyahu giudica che il giudaico New York Times sia alla testa di un complotto «mondiale» per diffamare Israele.

Naturalmente, questo nuovo «pericolo esistenziale» ha spinto il governo israeliano a rispondere con leggi che limitano la libertà di stampa in Israele, leggi volute dal partito di Avigdro Liberman, il nazi-ebreo alleato nel governo con Netanyahu.

Abraham Foxman
  Abraham Foxman
A legnarsene – incredibile dictu – è stato un notorio ebreo americano, Abraham Foxman, direttore della Anti-Defamation League (uno dei bracci più potenti della nota lobby).

«Quando leggi sono varate per stroncare la libertà d’espressione», ha scritto Foxman sullo Huffington Post, «per minare l’indipendenza della magistratura, e nel nome della difesa dello Stato ebraico, minare i diritti degli arabi e delle altre minoranze, allora il carattere democratico dello Stato viene eroso». Tutto ciò rovina «la Israel’s vibrant democracy», la vibrante democrazia d’Israele, conclude Foxman. (The Assault on Israel's Vibrant Democracy)

Decisamente, Israele è circondata da nemici. Più i suoi noachici Stati Uniti ne eliminano, più ne nascono di sempre nuovi.

Andrew Adler
  Andrew Adler
Non stupisce che i comandi militari israeliani stiano meditando una nuova «guerra» di devastazione a Gaza, dove Hamas resta al potere, rappresentando il ben noto pericolo esistenziale per lo Stato ebraico. Il che dà un ulteriore significato all’uscita di tale Andrew Adler, proprietario e direttore della Atlanta Jewish Times, il quale ha recentemente consigliato al Mossad di uccidere il presidente Obama – che come tutti vedono, non fa nulla per salvare Israele dai suoi nemici.

Vale la pena di riportare esattamente la frase di Adler:

  «... dare ordine agli agenti del Mossad di base in USA di eliminare un presidente ritenuto non-amico di Israele, in modo che lattuale vice-presidente ne prenda il posto e detti con forza che la politica degli Stati Uniti include l’aiutare lo stato ebraico ad obliterare i suoi nemici».

Si noti il verbo: «obliterare». Israele non si sente sicuro finchè il mondo non sia ridotto ad un silenzioso cimitero dall’Iran al New York Times. Per loro questo è l’ideale messianico. L’obliterazione completa.

Ma andiamo avanti. Adler continua:

  «, avete letto bene. Ordinare un attentato a un presidente per preservare lesistenza di Israele. Pensateci... Non ritenete che questa indicibile idea sia stata discussa nei circoli più interni di Israele?».

Josh Block
  Josh Block
A questo punto, si capisce che quella del tale Adler non è una sua idea balzana personalissima; è un avvertimento dei kidonim. I circoli più interni dello Stato giudeo stanno in questo modo influendo sulla campagna presidenziale americana in corso. Non a caso un tale Josh Block, già portavoce dello American-Israeli Publica Affairs Committee (AIPAC, il braccio della lobby che si occupa di manipolare, intimidire o comprare i politici americani) ed ex consulente di Bill Clinton, ha minacciosamente decretato i limiti in cui il dibattito pubblico si può esercitare in America:

«... Non cè spazio per discorsi incivili o insultanti, come (chiamare un candidato) ‘Israel Firster’ (uno che si preoccupa di Israele più che degli USA, ndr.) o Likudnik’, nè per programmi o retoriche politiche ostili ad Israele, come insinuare che lIran non abbia un progetto di armamento nucleare». (Josh Block)

Qui si vede l’ultimissima applicazione di una strategia che ben conosciamo, come la penalizzazione del «negazionismo» e la espulsione dal dibattito pubblico di ogni ricerca sul numero di 6 milioni di ebrei sterminato ad Auschvitz; stavolta si colpisce anche il «negazionismo» a proposito della bomba nucleare iraniana. Alcuni generali americani hanno appunto dichiarato che, secondo loro, questo programma atomico in Iran non c’è. Dunque sono negazionisti, antisemiti, e non vogliono andare nella guerra prossima ventura per «obliterare» il nemico di Israele. Uno dei tanti. Poi toccherà al New York Times?

Sembra di sì, vista la frenesia vergognosa con cui i candidati repubblicani alla presidenza (salvo Ron Paul) si precipitano, scodinzolanti e con la bava alla bocca, a dichiarare il loro sostegno all’ebraismo, ad Israele e il loro odio inestinguibile ai nemici di Sion.

Newt Gingrich
  Newt Gingrich
Rick Santorum s’è precipitato ad approvare gli assassinii dei terroristi israeliani di scienziati iraniani. Newt Gingrich ha detto più volte che il popolo palestinese non esiste («È un popolo inventato»), e si è dichiarato pronto – se verrà eletto – ad affiancarsi a Netanyahu con tutte le forze armate della superpotenza in una «invasione completa dell’Iran per attuarvi un cambio di regime», se il premier israeliano glielo chiederà. Notate la frase: basta che Netanyahu lo chieda. C’è da tremare al pensiero di candidati e presidenti completamente agli ordini di un gruppo umano in così evidente stato di squilibrio mentale, la cui visione della realtà è distorta dalla paranoia.

Immediatamente il Gingrich ha ricevuto una donazione di 5 milioni di dollari dal miliardario ebreo Sheldon Adelson, il re delle case da gioco e grande amico (come dubitarne?) di Netanyahu. Contemporaneamente, è nato un «Emergency Committee for Israel», a cura del neocon William Kristol (J), allo scopo dichiarato di eliminare Ron Paul dalla corsa alla Casa Bianca. Per il momento, il nuovo tentatcolo della lobby si limita un invito pubblico a «rigettare» Ron Paul come candidato repubblicano, in quanto indifferente o ostile alla «special relationship» fra USA e Israele. È cominciata una raccolta di fondi tra miliardari ebrei onde raccogliere i fondi necessari per gli avversari di Paul.



Basta scorrere il sito di questo nuovo tentacolo per rendersi conto della intensità di odio che gli ebrei americani nutrono per Obama – benchè questo si profonda in dichiarazioni di «infrangibile amicizia» per Sion, ed abbia inviato altre navi da guerra nel Golfo, insieme a inglesi e francesi, per intimidire ed eventualmente obliterare l’Iran (tale è l’affollameno di armi, che un Mirage francese s’è scontrato in volo con un F-15 saudita). Non si è lontani dalla proposta di eliminazione del presidente del succitato Adler. (www.committeeforisrael.com)

Intanto un blogger cospirazionista che si firma «Sorcha Faal», che ha un certo pubblico complottista, ha diffuso la seguente «notizia»: La nave da crociera Concordia Costa è stata silurata da un sottomarino iraniano!

Quando si dice la follia disinformativa... E così finalmente sappiamo chi si nasconde sotto lo pseudonimo Sorcha Faal. (Italian Cruise Ship Reported Torpedoed By Iranian Submarine)



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