La loro ora è venuta?
Don Curzio Nitoglia
27 Maggio 2009
«O vere beata nox»
24 maggio 2009, Domenica dopo la Ascensione. Il Vangelo (Giovanni XV, 22- 24; XVI, 1-4) ci avverte:
1) «Se Io non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero nessuna colpa; ora invece sono inescusabili. Chi odia Me odia anche il Padre. Se non avessi fatto i miracoli, che nessun uomo può fare, non avrebbero colpa o peccato; ma ora hanno visto e odiato Me e il Padre» (XV, 22-24).
Sant’Agostino («In Johannis Evangelium Tractatus») commenta: «Prima della venuta di Cristo, gli uomini increduli e malvagi avevano pur sempre delle colpe, ma meno gravi che dopo l’avvento del Messia». Coloro ai quali fu annunziata la verità da Cristo stesso non sono scusati da peccato né scusabili, sono colpevoli ed hanno peccato per non aver creduto in Cristo. Onde ad ogni colpa non espiata è dovuta una pena proporzionata alla gravità del peccato, e il loro è di massima gravità».
Alcuino («Commentaria in Sanctis Johannis Evangelium») spiega: «Del Padre e del Figlio una sola è la Natura divina. Perciò, siccome chi ama il Figlio ama anche il Padre, così chi odia il Figlio odia anche il Padre». Sant’Agostino (ibidem) chiosa: «I giudei nemici di Gesù, interrogati se amassero Dio, avrebbero risposto di sì, errando volontariamente e quindi colpevolmente. Infatti, come amare il Padre di verità se odiavano la Verità? Non vogliono riconoscere la Verità che li condanna, e che, pur condannandoli, li chiama a conversione».
2) «Vi ho detto queste cose affinché non vi scandalizziate, (quando verrà la loro ora). Vi cacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora che chiunque vi uccide crederà di rendere omaggio a Dio. E vi faranno questo perché non hanno conosciuto né il Padre né Me. Ma Io vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate che Io ve l’ho predetto» (XVI, 1-4). Sant’Agostino commenta che Gesù «preannunzia agli Apostoli le lotte che dovranno sostenere senza soccombere; infatti ‘mala praevisa minus feriunt’ » («In Johannis Evangelium Tractatus»).
D’altronde, «era già stabilito - dietro congiura - di scacciare dalle sinagoghe tutti coloro i quali confessassero il Nome di Gesù» (San Giovanni Crisostomo, «In Johannem Homiliae»). Anzi - postilla San Tommaso – «siccome farete molti fedeli, per disperderli, cercheranno di uccidervi. Ora i pagani uccidevano i cristiani in onore dei loro Dèi, ma i giudei pensavano che il Dio dei cristiani fosse diverso dall’unico vero Dio dell’Antico Testamento» («In Evangelium Johannis expositio»).
La ragione di tale «odio ostinato dei giudei contro i cristiani va ricercata nel fatto che essi non hanno conosciuto ed amato né il Dio Padre e quindi neppure il Figlio (e lo Spirito Santo, che sono un solo Dio in tre Persone uguali e distinte)» (San Tommaso, ibidem). Ora «questo motivo serve a consolare i cristiani davanti alle persecuzioni che patiranno, poiché vanno a soffrire per Dio Padre e Figlio (e Spirito Santo)» (s. Giovanni Crisostomo, ibidem). L’«ora loro» è per Sant’Agostino (ibidem) «l’ora tenebrosa dei nemici, quando già al Getsemani Cristo disse ai giudei: ‘Questa è l’ora vostra e del potere delle tenebre’ (Luca XXII, 53)», ossia il tempo lasciato al diavolo «potestastates tenebrarum harum» (Ef VI, 12) e ai suppositi di satana che hanno «per padre il diavolo» e non Abramo (Giovanni, VIII, 42).
3) Il cosiddetto «caso Williamson», visto oggettivamente e senza passione o polemiche interne al caso stesso, che non ci riguardano assolutamente e di cui nec quidem verbum, è di una gravità inaudita e «apocalittica», biblicamente parlando. Infatti egli, non in quanto monsignor Richard Williamson, ma poiché da uomo «veramente libero, della santa libertà dei figli di Dio» (Romani VIII, 21), ha osato avversare o non adulare gli «inescusabili-intoccabili», che «odiano il Padre e il Figlio», è stato cacciato dalla «piena comunione» con la Chiesa e dalla sua casa, dietro imput, pressing o lobbing della «sinagoga di satana» (Ap II, 9) su Benedetto XVI, il quale - purtroppo e lo dico con tristezza - ha scritto nella «Lettera ai vescovi di tutto il mondo» (10 marzo 2009) che, per far parte pienamente della Chiesa ed esercitare il sacerdozio lecitamente, occorre riconoscere la «shoah» (così come è presentata dalla vulgata sterminazionista]).
Ma il Vangelo di Domenica ci rincuora: «Vi ho detto queste cose affinché non vi scandalizziate, (quando verrà la loro ora ‘ed è già venuta’). Vi cacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora che chiunque vi uccide crederà di rendere omaggio a Dio. E vi faranno questo perché non hanno conosciuto né il Padre né Me. Ma Io vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate che Io ve l’ho predetto». San Tommaso (ibidem) scrive: «L’ora dei giudei verrà, quando potranno compiere persecuzioni contro di voi. Sarà un’ora notturna». Ora alla notte segue il giorno, è per questo che la Chiesa canta il Sabato Santo «o vere beata nox, quae sola meruit scire tempus et horam, in qua Christus ab inferis resurrexit! Haec nox est, de qua scriptum est: Et nox sicut dies illuminabitur». Dopo la «notte tenebrosa» dal Giovedì al Sabato Santo, Cristo è veramente risorto, splendente, glorioso e trionfante; così dopo la «notte» della «grande Apostasia» (II Tessalonicesi II, 3), la Chiesa risorgerà luminosa, «senza ruga né macchia» (Ef V, 27), «et ‘nunc’ nox sicut dies illuminabitur». Inoltre, scandalizzarsi, teologicamente, significa cadere in peccato davanti ad un fatto o un oggetto, che ci ostacola o turba, in questo caso la persecuzione giudaica: «sinagogae judaeorum, fontes persecutionum» (Tertulliano).
Cerchiamo di non cadere; se caduti, chiediamo perdono per poter essere rialzati da Dio. Hanno cacciato gli Apostoli dalle sinagoghe ed ora minacciano di espellerci dalle nostre chiese: questa è «l’ora del giudaismo e del potere delle tenebre», anzi è l’ora dell’Anticristo (II Tessalonicesi II, 3-12/ I Giovanni II, 1-18/ II, 22/ IV, 3/ II Giovanni IV, 7), dacché se era grave essere cacciati dalle sinagoghe prima della rottura definitiva col giudaismo (62 dopo Cristo, martirio di San Giacomo), è ancora più grave essere cacciati dalle chiese cattoliche, dopo 2000 anni di cristianesimo; forse questa è l’inizio della «grande Apostasia» di cui parla San Paolo (II Tessalonicesi II, 3).
Forse ci uccideranno, ma facciamoci coraggio e col Dono di fortezza del Paraclito, non abbiamo paura: «sanguis martyrum, semen christianorum» (Tertulliano). Ricordiamoci che Gesù ce lo aveva predetto e rallegriamoci, poiché lo faranno in odio al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo: «Beati quando vi perseguiteranno a causa del Mio Nome; gioite ed esultate, poiché la vostra ricompensa nel Regno dei Cieli è grande» (Matteo V, 12). E teniamo presente che l’ora attuale è la Passione della Chiesa, come 2000 anni or sono vi fu la Passione di Cristo e che, come «regnavit a Ligno Deus», così la Chiesa dovrà regnare anch’essa con e dalla Croce. L’unica via che conduce in Paradiso è quella del Calvario.
«Per crucem ad lucem, per gloriam huius mundi ad infernum».
Don Curzio Nitoglia
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