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Uscire dal tunnel?
29 Febbraio 2012
Pubblichiamo nel free il pezzo Uscire dal tunnel? come atto di attenzione nei confronti dei tanti che ci hanno chiesto conto del curriculum penale di Fiore, come se noi, scrivendo di qualcuno, fossimo obbligatoriamente complici di eventuali gesta criminose che, come noterà il lettore, non ci sono comunque mai state. I reati contestati a Fiore sono di natura esclusivamente ideologica, come nell’URSS comunista. Non è mai stato accusato nemmeno di porto abusivo di sputo. Per esempio la macellaia Bonino, lei sì orgogliosa autrice di numerosi aborti (l’uccisione cioè di esseri innocenti ed indifesi nel ventre materno) è stata ricoperta di cariche, compresa quella di commissario europeo). Questi sono fatti, ma sappiamo che certe persone hegelianamente pensano che «Se i fatti non concordano con la Teoria, tanto peggio per i Fatti». Costoro, vittime della guareschiana «obbedienza pronta, cieca, assoluta» continueranno ad appoggiare il governo delle banche e del grande capitale dell’ex rettore della Bocconi Monti, perché così dicono Bersani e i sindacati. Gli porteranno via la previdenza pensionistica e sanitaria e non protesteranno. Contenti loro… La redazione
L’INIZIATIVA DI PALERMOREPORT.IT
L’iniziativa proposta da PalermoReport.it e da Lidia Undiemi è senz’altro lodevole e corretta; sono persone per bene, consapevoli, motivate. Ma è come chiedere a Totò Reina di non fare il cattivo sennò finisce in prigione. I nostri parlamentari sono corrotti, cinici, spietati, ignoranti, privi di ogni valore ed idealità, interessati solo al loro benessere; appoggiano plebiscitariamente Monti – ad eccezione della Lega [che però emette solo rancorosi brontolii da bar Sport; dove sono i fucili da distribuire ai valligiani? E le camicie verdi? E il parlamento di Mantova? E la secessione? E lo sciopero fiscale? Perché non chiedono aiuto al dio Po?] in cambio del mantenimento dei loro stipendi, delle loro pensioni, del loro status di casta. Monti non ha un voto, non ha un parlamentare, come sta in piedi? Sperare che i politici non ratifichino il «Meccanismo Europeo di Stabilità» (ESM) o che addirittura facciano cadere il governo, anche se sommersi da tir di adesioni a seguito dell’iniziativa di PalermoReport.it, è pura utopia (1). E se il progetto cala su di noi siamo finiti per sempre. Ci vorrebbe altro.
Ci vorrebbero moti di piazza, barricate, incendi, devastazioni, aggressioni ai politici. Ma chi è disposto a rischiare qualcosa? Al momento mangiamo, abbiamo un tetto riscaldato, l’auto, la televisione, una vita sociale. Manchiamo di capacità di astrazione per ipotizzare almeno il destino da Matrix dei nostri figli (oppure non ce ne importa niente).
Siamo narcotizzati, non ci smuove nessun furore ideologico, nessuna fede; per un’idiozia come l’instaurazione di una società comunista ci sono stati nel nostro Paese 60 anni di guerra civile, con l’acme degli anni dal ‘68 al ‘78, interrotti dal Ventennio, migliaia di morti (nel mondo milioni di morti); il nazionalismo, l’amor di patria, hanno mosso la quasi totalità degli italiani (le Lettere dei condannati a morte della RSI, in cui giovani scrivevano ai genitori ed alle mogli di essere felici ed orgogliosi di morire per la Patria, oggi sono percepite come qualcosa di ridicolo). La fede cattolica ha popolato l’Italia di martiri e l’ha ricoperta di chiese e di cattedrali (così come è avvenuto in Europa). Pensiamo ai nostri antenati che attraversavano, percorrendo migliaia di chilometri, il Centro Sud America per andare a costruire immense chiese contornate da piazze immense.
Non capiamo che ci porteranno via i risparmi, lo Stato sociale (Pensioni e Previdenza Sanitaria); per completare la nostra dissoluzione sociale accentueranno sempre di più l’immigrazione, con conseguente realizzazione della tanto auspicata – dai poteri forti – società multirazziale, grazie alla complicità della sinistra e – purtroppo – della parte più becera e miope, quando non in malafede, della Chiesa cattolica. Dobbiamo avere paura della società multirazziale. Non siamo gli antichi romani, che integravano ogni popolo dando una civiltà superiore, un diritto, un progetto imperiale di civilizzazione del mondo (2).
Non abbiamo nessuna possibilità di assimilare chicchessia, a parte il fatto che di norma emigra da un Paese la parte peggiore. Noi cosa offriamo? Nemmeno una civiltà laica, ammesso che esista. Solo beni materiali, comprese le nostre case, che costoro possono prenderci comunque, dandoci un calcio nel posteriore. Anche la Chiesa offre sempre meno, se si eccettuano pasti gratuiti; ha perso, dopo il Vaticano II, ogni capacità di apostolato, anche perché probalmente non crede nemmeno lei di detenere la Verità, di essere la vera religione. Dov’è la spinta propulsiva che le ha permesso di evangelizzare l’intera Europa e il miracolo della profonda conversione dell’intero continente americano?
Violenteranno le nostre donne, ci scipperanno e picchieranno per strada e non saremo in grado di reagire (probabilmente l’unica possibilità di scontro è se per caso l’immigrato sceglie la squadra di calcio sbagliata). Adesso non succede niente perché gli immigrati sono ancora netta minoranza (se la proporzione rimanesse così essa potrebbe addirittura essere benefica, visto che gli italiani non hanno più voglia di lavorare).
È vero che l’italiano è un emigrante, che a milioni siamo andati in ogni parte del mondo, ma quando, per esempio, sbarcavamo in USA, trovavamo una società strutturata, organizzata, poliziotti che ci esaminavano come bestie, ci toglievano i pidocchi e ci registravano.
L’emigrato ci fagocita e depotenzia l’assistenza sanitaria, che è tra le migliori del mondo, ci mette in coda ovunque, nei servizi amministrativi, negli uffici vari, persino presso la Posta. Non è malvagità; una famiglia in cattive condizioni economiche può permettersi di mantenere una cameriera, una cuoca, un autista, un giardiniere, etc.? No, deve mandarli via, e se lo fa, il capofamiglia opera per il bene dei suoi cari, se non lo fa è scemo. Lo Stato sociale basta a malapena per noi.
Escluso pertanto ogni ricorso a reazioni violente dobbiamo perlomeno assediare Montecitorio, Palazzo Madama, il Quirinale, in migliaia (romani, sveglia!), con un sit-in permanente, bersagliare i parlamentari con uova, meglio marce, letame, possibilmente sporcando i preziosissimi vestiti che costoro si sono comprati con i nostri soldi (il massimo sarebbe centrare una delle preziosissime cravatte di Marinella o di Hermes che indossa il disgustoso Fini). Tale azione, se duratura, è probabile attiri i media di tutto il mondo, come è accaduto per il caso degli indignados in Spagna.
Il movimento dei forconi siciliano e i fischi a Napolitano in Sardegna sono un buon segnale, ma è troppo poco.
Rimane valida l’azione di rigetto di banche e di imposte ingiuste descritta nel pezzo Niente oro alla patria.
IL DELINQUENTE MEDIATICO
L’ideale sarebbe uno o più politici che guidasse tutto ciò. Nel nostro pezzo qui sopra citato avevo ipotizzato la candidatura di Roberto Fiore, mondato dai retaggi fascisti e neofascisti che si porta dietro, almeno nell’immaginario del pubblico, e dopo aver anche nominalmente abbracciato la fede cattolica, alla quale è peraltro molto legato, ma che non è espressione conosciuta del suo agire politico.
A conferma del fatto che Fiore non ha un’identità cattolica, abbiamo ricevuto moltissime mail di protesta e di insulti, non dai nostri lettori abituali ma dalla schiuma sociale che si agita convulsamente nello spazio free, una volta che lì pubblicavamo l’articolo. L’accusa più reiterata è che Fiore è un violento, un recidivo, un pregiudicato, anche perché è questa l’immagine grossolanamente trasmessa dai media, quando ne parlano perché in realtà la consegna è il silenzio. (3).
La carriera politica di Fiore può essere sintetizzata in questo modo: prima dei vent’anni milita in Terza Posizione, movimento in prevalenza romano che si distingueva per azioni di militanza politica nelle scuole: fu condannato per associazione e banda armata, due reati ideologici che non contemplavano come prova il ritrovamento di armi o di esplosivi, ma venivano comminati a destra e a sinistra a migliaia di giovani. Condannato a 5 anni e 6 mesi, la sentenza fu poi ridotta per indulto a 3 anni e 6 mesi, dopo di che tutto andava prescritto e veniva riabilitato dopo 19 anni dagli eventi. La condanna quindi può essere definita politica senza timore di essere smentiti. Nel 1980 fu anche sospettato della strage di Bologna, ma questo perchè un gruppo di piduisti, inseriti nelle istituzioni militari e di spionaggio, decidevano di depistare il corso delle indagini verso di lui e altre due persone. Fortunatamente uno dei manovratori fu arrestato e confessò tutto agli inquirenti, che emisero mandati di cattura contro i vertici dei servizi segreti militari e della P2, smascherando per la prima volta un depistaggio, e portando gli autori a una condanna per decine di anni di reclusione. Pertanto nel processo per la Strage di Bologna Fiore figura parte lesa. In Inghilterra, nel 1982, fu arrestato su richiesta dell’Italia e fu sottoposto a processo di estradizione. A quei tempi i giudici britannici pretendevano di vedere le prove, ed il risultato fu che ordinarono per Fiore e altri ricercati (4) l’immediato rilascio per assoluta mancanza di prove.
Emma Bonino mentre pratica un aborto clandestino con una pompa per biciclette (foto tratta da un articolo di Oggi del 1975)
Per la sua testarda passione per la politica divenne nuovamente oggetto delle attenzioni di alcuni gruppi della sinistra sionista inglese, che iniziarono una forte campagna per la sua espulsione dalla Gran Bretagna. Purtroppo per loro però era entrata in vigore la legge sulla libertà di circolazione nella Comunità Europea e i funzionari inglesi dell’Home Office, dopo aver esaminato per ben tre anni la pratica che chiedeva l’espulsione con l’accusa di minaccia per l’ordine pubblico, dichiararono di non dover procedere all’espulsione. Ottenuto il passaporto per tornare in Italia fu oggetto di un mandato di cattura in zona Cesarini emesso dalla Procura di Roma, nonostante fosse ancora all’estero, per istigazione all’odio razziale. Il processo non venne mai celebrato e Fiore venne risarcito secondo la legge che impone dei tempi normali per il raggiungimento della verità, tempi che sicuramente non erano stati rispettati visto che l’obiettivo del provvedimento era impedire il suo ritorno in Italia. Alla fine tornava e si trovava a dover affrontare una forte opposizione da parte dell’estrema sinistra e anche molta diffidenza da parte delle Forze dell’Ordine. In questi anni la militanza di Forza Nuova si comporta in modo esemplare, considerando anche il fatto che le occasioni di scontro create dalla parte avversa sono state innumerevoli (5). Non ci sono incidenti o reati di sorta commessi da forzanovisti, mentre saltano in aria numerose sedi del movimento. Gli attentati saranno circa una trentina, fra i quali uno delle Brigate Rosse. Alcuni giudici compiono disperati tentativi per lo scioglimento di Forza Nuova, ma si scontrano o con le loro stesse coscienze o con i loro giudici istruttori; nessuna inchiesta va avanti e i militanti vengono sempre prosciolti. In un caso, militanti di Forza Nuova attaccano Adel Smith e la sua guardia del corpo all’interno degli studi televisivi di Tele Nova, dopo che lo Smith si era reso responsabile di una serie di dichiarazioni blasfeme in pubblico. Nel 2008 Fiore entrava nel Parlamento Europeo, cosa più unica che rara per una persona ricercata e latitante fino a pochi anni prima.
Va da sè che si entra al Parlamento Europeo se la fedina penale è immacolata e non ci sono carichi pendenti. Nel Paese, oltretutto, girano liberi, corteggiati e stimati dal potere e dai media, numerosi terroristi condannati per omicidio. Uno per tutti Michele Viscardi, il pentito di Prima Linea autore di 8 omicidi accertati.
IL RUOLO DI EFFEDIEFFE
Il nostro ruolo al momento, a parte quello formativo con lo shop librario e il giornale on-line, non può che essere quello delle oche del Campidoglio (6) o se volete, più modestamente, quello del grillo parlante (7).
A seguito dell’articolo di Blondet Mobilitiamoci, il pericolo è estremo, alcuni lettori hanno fatto pressanti richieste perché pubblicassimo il pezzo anche nello spazio free; li abbiamo accontentati la sera stessa, pur conoscendone l’inutilità.
Nello spazio free (ce lo dicono le nostre statistiche e lo abbiamo ribadito più volte ai lettori) non c’è più niente, all’infuori dell’accalcarsi di mostri alla Hieronymus Bosch, che producono in gran parte insulti e polemiche (scusate la crudezza, ma ce lo dicono le mail e i commenti che riceviamo).
La pubblicazione in quello spazio serve solo a far riprendere l’articolo da altri siti, che sappiamo essere già visitati da quasi tutti i nostri lettori; siti complottologi, che non hanno però l’inquadramento dottrinario e continuano a descivere effetti su effetti senza comprenderne le cause, o da piccoli siti economici, che hanno però nascosti scopi commerciali, o da blog dell’estrema destra, irrilevanti come numero di lettori, che molto spesso citano la fonte solo dopo nostre proteste e il cui contesto squalifica la presenza di Blondet. L’effetto diffusivo e moltiplicatore del pensiero di Blondet è perciò non rilevante; certo, se ci riprendessero i pezzi Il Corriere della Sera, Il Giornale, Avvenire, La Repubblica, Il Sole 24 Ore e simili sarei disposto, senza pensarci un attimo, nonostante le condizioni di salute di cui scriverò subito dopo, ad andare presso le rispettive sedi a genuflettermi.
Un effetto però c’è – ed è negativo per noi – perché si inserisce una falla nel nostro sistema che blocca, giustamente, gli abbonamenti, che trainano la vendita dei libri, perché il nostro lettore trova da un’altra parte, gratis, quello che lui ha pagato.
Abbiamo già scritto che noi regaliamo l’abbonamento al clero (molti però vogliono sostenerci e sottoscrivono l’abbonamento); a numerosissimi intellettuali ed opinion leader di area e non (8); ai giovani, agli studenti indigenti e in genere a quelli che ci scrivono di avere difficoltà economiche, a tutti gli amici che Blondet ci segnala, etc.; tutti questi formano una massa numerica nettamente più alta di quella degli abbonati, lettori generosi che voglion tenerci in vita.
Quando abitavo a Milano, per un mese ho ricevuto gratis, ogni mattina, 2 copie de La Repubblica; essendo poco idonee come carta igienica le conservavo per le cassette e per le ciotole dei gatti, sperando di non traumatizzarli; non sono diventato lettore di Repubblica. All’opposto leggo volentieri Il Giornale e me lo sono sempre comprato; ora che è gratis su internet ovviamente non lo compro più; se fosse tolta la gratuità lo ricomprerei.
In Italia c’è qualche milione di persone che sarebbe in linea con la nostra posizione dottrinaria (ho analizzato attentamente i dati elettorali): il nostro vero problema è che non ci conoscono affatto, il nostro vero problema è quello di intercettarne almeno una parte.
Il giornale e la casa editrice vivono col sostegno degli abbonamenti e con la vendita dei libri; da almeno quarant’anni ho sostenuto, personalmente, la battaglia ideale (organizzazione di convegni, di manifestazioni, di conferenze, stampa ed affissione di manifesti, edizioni di libri e di opuscoli); da quarant’anni diffondo libri, anche prima che aprissi 4 librerie fisiche, più quella on-line. Da almeno 1 anno non ci riesco più in quanto le condizioni di salute, cui ho fatto cenno, si sono aggravate dalla fine di novembre 2011.
Risparmio ai lettori i precedenti, poco interessanti per loro; di fatto ho un sarcoma primario al polpaccio sinistro, prima diagnosticato come miosite ossificante, che è metastatizzato ad entrambi i polmoni; dalla fine di dicembre ho iniziato la cura Di Bella. Ho resistito in questi tre mesi a tre tentativi di amputazione, dalla coscia in giù, criminali considerando la situazione polmonare di cui i proponenti erano a conoscenza, e che tibia, pèrone, ginocchio, e coscia sono in perfetto stato (penso, con terrore, al poveraccio che capita nelle grinfie di questi tre primari) e a quattro tentativi di erogazione della chemioterapia, ai polmoni, giudicata da Di Bella mortale. Alla cura Di Bella affianco la preghiera, l’uso dei sacramenti (9), una ferrea dieta disintossicante a base di frutta e verdura crude, la cura dell’acqua, l’aloe, presto la radioterapia di ultima generazione.
In questi soli 2 mesi la situazione polmonare è migliorata molto: respiro bene, non ho più dolori ai polmoni, dormo discretamente, la tosse è scomparsa; la settimana scorsa sono stato all’Humanitas di Milano, dove la primaria, in questo caso validissima professionista, dopo accurata visita ai polmoni, ha constatato i miglioramenti e ha rimandato addirittura l’inizio della radioterapia all'arto e ai polmoni, alla fine di marzo, per tesaurizzare ulteriormente l’effetto della cura di Bella e facilitare così la radioterapia. Spero andrà tutto bene, (la continuità del mio modesto operato, qualunque cosa accada, è comunque garantita; sono però fiducioso) così come è andata bene a Blondet, che per inciso è venuto a trovarci, dopo una conferenza a Roma, e che ho trovato in gran forma. Mi sono state di gran conforto una sua bellissima mail e le sue parole; voi lettori, senza dubbio, avete contribuito a guarirlo con le vostre preghiere. Per me pregano già due mistici, padre Ascanio, ricordato da Garofoli in più articoli e padre Ferruccio; vi chiedo di fare altrettanto per me.
ABBIAMO SPERANZE?
Certamente. Non scordiamoci che abbiamo già vinto perché Cristo ha vinto il mondo. Cristo, nelle difficoltà, ci aiuterà:
«Per questo io vi dico: Non datevi pensiero per la vostra vita, di quello che mangerete; né per il vostro corpo, come lo vestirete. La vita vale più del cibo e il corpo più del vestito. Guardate i corvi: non seminano e non mietono, non hanno ripostiglio né granaio, e Dio li nutre. Quanto più degli uccelli voi valete! Chi di voi, per quanto si affanni, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? Se dunque non avete potere neanche per la più piccola cosa, perché vi affannate del resto? Guardate i gigli, come crescono: non filano, non tessono: eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Se dunque Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, quanto più voi, gente di poca fede? Non cercate perciò che cosa mangerete e berrete, e non state con l’animo in ansia: di tutte queste cose si preoccupa la gente del mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il regno di Dio, e queste cose vi saranno date in aggiunta» (Luca 12, 22-34).
Dobbiamo pertanto pregare molto, per noi, per i nostri cari, per la nostra terra, per la nostra civiltà.
Non è facile perché i nostri cuori sono inariditi; ma, scrive Fenelon,
«Se Dio vi annoia, ditegli che vi annoia, che preferite alla sua presenza i vili divertimenti, che lontano da Lui vi trovate a vostro agio; ditegli: Voi vedete la mia miseria e la mia ingratitudine . O Dio, prendetevi il mio cuore, dal momento che non so darvelo; abbiate pietà di me, mio malgrado».
Concludo con una citazione di de Maistre da Le serate di Pietrobugo:
«Preghiamo dunque senza stancarci, preghiamo con tutte le forze e con tutte le disposizioni che possono legittimare questo grande atto della creatura intelligente; soprattutto non dimentichiamo mai che ogni preghiera vera è in qualche modo efficace. Tutte le suppliche presentate al sovrano non ottengono una favorevole risposta, né possono ottenerla perchè non tutte sono ragionevoli; tuttavia tutte contengono una espressa professione di fede nella potenza, nella bontà e nella giustizia del sovrano, il quale si compiace di vederle affluire da tutte le parti del suo impero; e come è impossibile supplicare il sovrano senza fare nello stesso tempo un atto di fedele sottomissione, così è impossibile pregare Dio senza mettersi in rapporto di sottomissione, di confidenza e di amore. Cosicché, c’è nella preghiera, considerata soltanto in se stessa, un potere purificante, il cui effetto quasi sempre vale infinitamente meglio di tutto quello che chiediamo nella nostra ignoranza. Ogni preghiera legittima, anche quando non dovesse essere esaudita, scende sopra di noi, come una rugiada benefica che ci prepara per un’altra patria. Ma quando chiediamo a Dio soltanto che si faccia la sua volontà, vale a dire che il male scompaia dalla faccia della terra, allora soltanto siamo sicuri di non aver pregato invano».
Fabio de Fina
1) A conferma di quanto scritto arriva, il 26 febbraio 2012, il seguente commento, della lettrice Fernanda D., all’articolo di Blondet Mobilitiamoci, il pericolo è estremo: «Vorrei far presente al Direttore ed ai lettori che, per ora, l’unico che mi ha risposto alla petizione (che ho inviato a tutti i politici ed ai giornali nazionali) qui in riferimento è l’onorevole Cazzola, con risposta che qui riporto: ‘Mi dispiace, ma io sono favorevole con il trattato, non ci sono alternative». Notare «con» il trattato. 2) Leggere, su tale tema, la stupenda Riflessione su Roma, di 48 pagine, di Maurizio Blondet, prefazione di Da Canne a Zama, Effedieffe, 2010. 3) Di questo coro mediatico diffamatorio (violento, nazista, coinvolto con i servizi segreti inglesi e nella strage di Bologna, etc.) un risultato piacevole è che Fiore ha vinto numerosi processi per diffamazione, per centinaia di migliaia di euro, esentasse, nei confronti dei vari L’Unità, La Repubblica, Il Manifesto, Liberazione, Il Corriere della Sera, Il Messaggero, Libero, la Comunità ebraica romana, Santoro (liquidato quest’ultimo però, purtroppo, dalla RAI), e di altri minori. 4) Massimo Morsello, deceduto nel 2001 a seguito di tumore, è definito da wikipedia cantautore, imprenditore e «terrorista». Nel 1975, poco dopo la morte del padre, all’età di 16 anni, aderisce al Movimento Sociale Italiano, divenendo membro prima del suo movimento giovanile, il Fronte della Gioventù, e successivamente di quello universitario, il famoso Fuan di via Siena a Roma, che dal 1978 diviene polo di aggregazione degli elementi più intransigenti del partito, rendendosi progressivamente autonomo dal MSI, fino al disconoscimento ed al taglio completo dei fondi di gestione da parte del partito stesso. Di particolare importanza è la sua presenza nell’episodio degli scontri di Centocelle del gennaio 1979 dove, ad un anno dalla Strage di Acca Larenzia, in cui furono uccisi i giovani missini Bigonzetti e Ciavatta, in seguito ad una manifestazione non autorizzata, Morsello vedeva cadere accanto a sé, colpito alla nuca, Alberto Giaquinto, un giovane missino di diciassette anni che morirà di lì a poco. Tale sarà la ripulsa per l’episodio che Morsello si presenterà come testimone oculare contro l’agente di Polizia che aveva sparato, finendo per vedersi personalmente incriminato con l’accusa di devastazione e saccheggio per la propria presenza alla manifestazione. Durante gli anni della strategia della tensione, Morsello verrà incriminato e condannato per varie ragioni, in particolare perché, in virtù della sua militanza nel FUAN di via Siena, verrà considerato membro dei NAR. In seguito al processo denominato NAR 1 verrà condannato a 8 anni e 10 mesi per costituzione di banda armata e associazione sovversiva, condanna che non sconterà essendosi reso latitante dal 1980 in Inghilterra. Giova precisare che la degerazione, questa volta sì terroristica, dei NAR, dei vari Fioravanti, Mambro, Cavallini, etc., è posteriore alla latitanza di Morsello in Inghilterra. 5) È stupefacente che a un movimento, composto essenzialmente di giovani e giovanissimi con parecchio testosterone in corpo, non sia mai stato addebito un reato; è probabile che qualsiasi curva calcistica, anche di serie B, abbia creato più incidenti dell’intera Forza Nuova. 6) Vedi wikipedia. 7) Vedi wikipedia. 8) Costoro però non entrano mai nel sito, tranne pochi casi, temendo di compromettersi; come se un intellettuale non potesse consultare anche il sito del diavolo, se c’è. Anche in questo caso ce lo dicono gli accessi. 9) Ho grande conforto nel giovane parroco di Proceno, dove risiedo, don Marius Bakrabi, originario del Congo ex belga; è persona straordinaria, forse il miglior prete che ho incontrato in vita mia. Coltissimo, intelligente, con una fede di ferro, è la prova vivente che il cattolicesimo rende aristocratici.
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