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Citazioni da Oriente
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Qualche lettore non sa che cos’è il Kali Yuga: l’epoca oscura, la fine del ciclo di questo mondo secondo la tradizione indù, cominciato 4 mila anni fa ed ora al suo termine. Per chi non sa, riporto un testo che descrive gli effetti politici, sociali, spirituali e morali dell’estremo Kali Yuga (con tante scuse a quelli che già lo conoscono): ognuno giudichi se questa profezia si stia avverando. Si tratta del Vishnu Purana, che come tutti i Purana è destinato specificamente alla casta Kshatrya (nobili e guerrieri), e fa parte della letteratura religiosa «derivata» (smrti) da quella veramente e direttamente ispirata (shruti, ossia Veda e Upanishad).

«I re saranno di spirito zotico e di temperamente violento, dediti alla falsità e alla malvagità. Infliggeranno la morte a donne, bambini, vacche. Si impadroniranno delle ricchezze dei loro sudditi, saranno di potere limitato, e per lo più sorgeranno e cadranno rapidamente. Avranno vita breve, desideri insaziabili, e poca o nulla pietà (religiosa).
Le genti dei vari Paesi
, mescolandosi ad essi, ne seguiranno lesempio; e i barbari (stranieri) saranno potenti per la protezione dei principi, mentre le tribù più pure saranno neglette; il popolo perirà.

Benessere e pietà dimuiniranno giorno dopo giorno
, finchè il mondo sarà del tutto depravato. La proprietà sola conferirà il rango, la ricchezza sarà la sola causa di devozione (al contrario della devozione del nobile a chi è spiritualmente o feudalmente superiore, ndr); la passione sarà il solo legame tra i sessi; il dire il falso il solo mezzo di vincere nei tribunali; le donne saranno oggetti di mera gratificazione sensuale.

In Magadha un sovrano chiamato Vishwapathika sradicherà la razza degli Kshatrya
, eleverà al potere pescatori, barbari stranieri, brahmani ed altre caste; i sudras (servi e operai, ndr), i fuori casta e i barbari saranno padroni dellIndo, Darvika, Chandrabagha e Kashmir.

La terra sarà venerata solo per i suoi tesori minerali
; il filo del Bramano costituirà il bramano (ossia: chi indossa il segno esterno del 'due volte nato' si crederà superiore), le vesti esteriori saranno la sola distinzione dei vari modi di vita, disonestà sarà il mezzo universale di sussistenza, minaccia e presunzione sarà  il trucco per la cultura, la sola debolezza sarà la causa della dipendenza (il contrario di 'noblesse oblige', ndr). le liberalità passeranno per devozione, la semplice abluzione sarà purificazione.

Il mutuo consenso sarà matrimonio
, begli abiti saranno dignità, ed acqua di luoghi lontani sarà stimata come santa fonte. La gente, incapace di sostenere i gravi pesi (fiscali) imposti dai loro avidi sovrani, si rifugeranno tra le valli, contenti di nutrirsi di miele selvatico, erbe, radici, foglie; per coprirsi non avranno che corteccie dalbero, e saranno esposti a venti e pioggia. Nessuna vita umana supererà i tre e venti anni. Così nel Kali Yuga fiorirà il degrado, finchè lumanità si approssimi allannichilimento».

L’arma più potente

Da una rilettura estiva, traggo alcune citazioni di Sun Tzu, l’antico maestro de L’arte della Guerra.

Tutta larte della guerra si basa sullinganno.
Coloro che sono esperti nellarte della guerra sottomettono lesercito nemico senza combattere, prendono le città senza dar loro lassalto, e rovesciano uno Stato senza operazioni prolungate.
In guerra, il metodo migliore è prendere intatto la Stato nemico; annientarlo, è un tanto peggio.
La massima finezza è presentare una forma che non possa essere definita chiaramente. Così facendo, sfuggirai alle indiscrezioni delle spie più perspicaci, e gli intelletti più sagaci non potranno architettare un piano contro di te.
Ancor prima che io insanguini la mia spada, il nemico si è arreso.

Queste citazioni sono una sorta di informativa fondamentale per le operazioni di disinformazione, influenza e intossicazione, in cui si specializzano settori specifici di certi servizi segreti. Il motto del Mossad, «Per via d’inganno vincerai», è un’altra indiretta citazione di Sun tzu.

Le traggo da un vecchio romanzo di spionaggio, «Il Montaggio», di Vladimir Volkoff: vi si narra la storia (non esattamente romanzata) di come il KGB creò un «agente d’influenza», ossia un francese di origine russa che fu fatto diventare un importante agente letterario, dunque capace influire sulla cultura francese nel senso voluto da Mosca (1), non da ultimo bloccando la pubblicazione di libri sgraditi (Solgenitsyn, per esempio) e pubblicandone altri, che creassero invece i «temi» di cui l’intellettualità «doveva» parlare. Insomma, Volkoff narra la creazione di «etats d’esprit» come operazione di sovversione.

Immagina che il capo del misterioso Ufficio D (Disinformazione), Matvei Matveic Abdulrakmanov, si sia fatto scolpire, per averlo costentemente sotto gli occhi, una sorta di decalogo dei consigli di Sun Tzu che consentiranno di «prendere lo Stato nemico senza insanguinare la spada».

Lo riporto:

1 Discredita il bene
2 Comprometti i capi
3 Fa vacillare la loro fede, abbandonali al disprezzo
4 Serviti di uomini vili
5 Disorganizza le autorità
6 Semina la discordia fra i cittadini
7 Sobilla i giovani contro i vecchi
8 Ridicolizza le tradizioni
9 Sconvolgi i rifornimenti
10 Fa ascoltare musiche lascive
11 Diffondi la lussuria
12 Sborsa
13 Sii informato

Da gran tempo il KGB non esiste più, non almeno come motore della sovversione internazionale. E allora, chi ha scavato il solco fra i giovani e i vecchi, chi ci ha indotto a deridere le nostre tradizioni, e a vacillare nella fede? Chi diffonde la lussuria e fa ascoltare musiche lascive? Chi ci ha reso così?

E’ un nemico, e chi? O siamo noi i nostri nemici? O ad agire è il Nemico, il Grande Disiformatore?

Non sfuggirà la consonanza di questo decalogo della sovversione con la preveggente descrizione del Kali Yuga nel Purana.

La Russia dello Zar

Nello stesso romanzo (che non è proprio un romanzo come abbiamo detto), compare un russo, Kurnossov, che è espulso dall’URSS dopo anni di prigionia (ha compiuto un attentato fallito contro il Segretario del PCUS), tiene una conferenza-stampa appena arrivato a Parigi. Kornussov rifiuta di essere chiamato «dissidente». Dice: «Non sono un dissidente, sono un russo... essere russo, essere francese, non è un’ideologia, è un fatto concreto».

Durante la conferenza stampa, Kurnossov dice:

«La Russia imperiale dava fastidio agli Usurai per molteplici motivi, dato che per principio dipendeva da loro molto meno degli altri Paesi europei. Nel 1908, lindice del debito pubblico era 288 per la Francia; per la Russia, 58,7 soltanto. E nel 1914, l83% di questo debito era restituito grazie alle ferrovie dello Stato. Nel 1912, l’indice della tassazione era 3,11 in Russia, contro il 12,35 in Francia e il 26,75 in Gran Bretagna. Le riserve d’oro russe ammontavano nel 1913 a 1.550 milioni di rubli, mentre erano stati emessi soltanto 1.494 milioni di rubli di carta. In quella stessa data, il franco francese era coperto soltanto per il 50% circa».

«Grazie a tutto questo, leconomia russa era tale che un economista francese diceva nel 1914: 'Verso la metà del secolo, la Russia zarista dominerà lEuropa politicamente, economicamente e finanziariamente'. La produzione industriale per abitante aumentava del 3,55 lanno, contro il 2,75% degli Stati Uniti e soltanto l1 % in Gran Bretagna. Vedete che gli Usurai avevano motivo di preoccuparsi. Aggiungete che nel 1912 il presidente degli Stati Uniti Taft notava che la legislazione sociale dellimpero russo era 'più vicina alla perfezione' di qualsiasi legislazione di qualsiasi Paese democratico. Se si poteva dimostrare che un Paese retto da un sistema di governo non democratico – quello che, suppongo, voi chiamate teocrazia - era capace di risolvere problemi di fronte ai quali gli Usurai erano sul punto di fallire, il controllo che essi esercitano sulleconomia era condannato».

«Il seguito degli avvenimenti era prevedibile. Sappiamo tutti che il banchiere tedesco Warburg concesse sussidi importanti a Lenin. Ciò che si sa meno, è che Warburg aveva un fratello, fondatore della Riserva Federale americana, che sovvenzionava anche i rivoluzionari russi attraverso i banchieri americani Kuhn, Loeb e Schiff. Trotski non si faceva scrupolo di confessare daver ricevuto un prestito importante da un finanziere appartenente al Partito liberale britannico».

«Risultato: limpero russo è messo fuori combattimento, e lUnione Sovietica diventa cliente dellOccidente. Ford costruisce la prima fabbrica di automobili sovietica, quando lImpero produceva già le sue auto. Campbell è il consigliere di Stalin per la collettivizzazione. E non voglio nemmeno parlare di quel che succede nel momento attuale: i russi cantano: 'Ragazzi, non andate più a scuola, bevete piuttosto Coca Cola!'. E intanto lo Stato distrugge le sue riserve doro per cercare di nutrire il popolo. Ma questo è soltanto laspetto meno odioso della complicità che lega gli Usurai ai loro cani da guardia sovietici. Supponete un istante che lURSS diventi un Paese come gi altri, e immaginate fino a che punto gli Usurai perderebbero la loro influenza sul mondo occidentale».

....

«Tutto questo vi sembra fantastico? Guardate come gli Stati Uniti, che sono completamente in mano agli Usurai, hanno trattato il loro più grande nemico durante e dopo la seconda guerra mondiale».

«Mentre avrebbero potuto aspettare la disfatta dellURSS  per piombare su una Germania esausta, gli americani intervennero appena in tempo per salvare il regime comunista in procinto di crollare».

Un giornalista  interloquisce
: «Lei dimentica che sono i comunisti che hanno sconfitto i nazisti».

«E inesatto: sono i russi che hanno battuto i tedeschi», ribatte Kurnossov. E poi: «E il soldato russo che ha battuto il soldato tedesco, ma è il materiale americano che ha salvato il sistema marxista. Quando Molotov, in cambio di quel materiale, propose alcune liberalizzazioni, Roosevelt rispose che non ne vedeva la necessità».

Il libro da cui traggo queste citazioni come detto è «Il Montaggio»; l’autore, Vladimir Volkoff, figlio di un ufficiale bianco emigrato in Francia, è stato volontario dell’armata francese nella guerra d’Algeria, diventando ufficiale d’intelligence, decorato. Si ritiene che il libro rifletta le vedute dei servizi francesi, e sia stato ispirato dal suo leggendario capo, Alexandre de Marenches, fra l’altro come «messaggio» al KGB (conosciamo i vostri agenti d’influenza in Francia).

All’uscita del romanzo nel 1982, nella nota trasmissione letteraria «Apostrophe», il giornalista de l’Express e Libération Pierre Joffroy (vero nome Maurice Weil) attacca «Il Montaggio» e il suo autore come «razzista, anti-ebreo e anti-musulmano (sic), e fascista».

Volkoff  lo querela e vincerà la causa. Ma il libro incontrerà insormontabili ostacoli nella diffusione. Anche l’edizione italiana (Rizzoli 1983) risulta immediatamente introvabile nelle librerie. La casa editrice manda l’intera tiratura al macero, senza nemmeno tentare di venderla; la copia in mio possesso è una delle rare salvate.

Volkoff è scomparso nel 2005: ha fatto in tempo ad esprimere pubblicamente sostegno alla politica di Vladimir Putin.




1) In Italia, questa funzione è stata svolta per oltre mezzo secolo dall’agente letterario Erich Linder (Leopoli 1924, Milano 1983). Detto «l’editore degli editori», con la sua Agenzia Letteraria Internazionale (fondata nel 1898 da Augusto Foà, e da lui rilevata) Linder consigliava o filtrava la pubblicazione o la non-pubblicazione di libri stranieri. Inoltre, controllava  settemila scrittori, di cui poteva decretare o negare il successo. Linder presiedette alla creazione della casa editrice Adelphi. Scrisse di lui Giovanni Russo sul Corriere, il 14 aprile 2008: «Nel ’58 un drappello di scrittori (di Linder, ndr) è diventato un esercito - settemila - e Linder può agire in regime di monopolio su tutto il territorio nazionale. Negli Anni Sessanta è ormai il demiurgo che domina nelle scelte di autori ed editori, e che - grazie alla padronanza delle lingue straniere - stabilisce contatti con gli agenti letterari inglesi, statunitensi, tedeschi, francesi. Un poco alla volta, diventa l'intermediario indispensabile anche tra autori stranieri e grandi editori, che devono dipendere da lui se vogliono pubblicare Brecht, Joyce, Musil o Thomas Mann. Si lega di amicizia con Enzo Biagi, che lo definirà «non solo il mio agente, (ma) anche il mio amico, il mio suggeritore». Linder applica una sorta di «manuale Cencelli»: a Mondadori i bestseller di grande livello, a Rizzoli la letteratura medio-bassa, ad Adelphi e Einaudi le cose più raffinate, a Feltrinelli quelle di sinistra».



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