|
|
|
|
Evoluzione indifferente?
21 Giugno 2012
«Caro dottor Chiari purtroppo a mio avviso, quello da Lei trattato è un falso problema e proverò a spiegarmi.Per Lei esiste un Creatore perché crolla il castello di carta darwiniano... bene… e ora che succede? Forse adesso la sua vita è cambiata? Forse convincendo qualche lettore della impossibilita della vita di perfezionarsi attraverso l’evoluzione cambierà forse il suo modo di vivere? No perché tutto questo è un falso problema. Non va alla radice del problema.
Buddha giustamente, si dice, non entrava mai in discussioni di questo tipo, troppo sofisticate troppo lontane dalla vita della gente... si vada a rileggere ‘Siddharta’ di Hess quando si incontrano e provi a rileggere quel brano con attenzione e vedrà quante cose potrà riscoprire... in India hanno risolto il problema in un altro modo... per il Sankia ad esempio sono tre le cose eterne, la Natura, l’anima individuale e Brahma da sempre increate... ma anche questo modo di vedere non cambia la vita della gente.
In altre parole queste non sono cose importanti per i veri amanti di Dio, sono diatribe per chi ha tempo da perdere (in senso buono naturalmente e spero che Blondet mi perdoni!), lasciamo quindi perdere queste discussioni che non porteranno da nessuna parte ma getteranno altro cemento nella creazione di quel muro di incomunicabilità che purtroppo divide le persone’... e infine lasciamo stare il nostro globulo rosso, poverino lavora come un mulo per due mesi e poi scompare... più di così!
Rispetto alla Conoscenza Divina noi siamo dei poveri analfabeti e la scienza non può e non potrà mai dimostrare alcunché... mi dispiace per San Tommaso ma forse alla fine della vita qualche cosa nella suo modo di vedere la Realtà è cambiato visto che gli ultimi due anni li ha passati in silenzio assoluto... allora cominciamo a fare silenzio dentro noi stessi (sembra facile vero?) e vedrà che Qualcuno se veramente raggiungeremo la quiete, la pace, si degnerà di sussurrare nell’orecchio quelle risposte che non troverà mai in nessun libro...
buona serata. Marcello». È doverosa una risposta al lettore, perché nelle obiezioni mosse, egli tocca diversi punti necessari di chiarimento. La prospettiva di partenza è quella – passatemi il termine – dell’agnosticismo orientale. In realtà l’Oriente, nell’evoluzione del pensiero filosofico (non da sempre infatti; ma soltanto dalle disquisizione delle Upanishad), si mostra monista, preferendo relegare nell’illusione le apparenti contraddizioni del reale.
Questo tuttavia è un assioma non provato. Il fatto di credere che nulla esista se non nella realtà altra, impercettibile, al di là dei sensi e dell’illusione, è già una scelta di campo: si preferisce rifiutare il confronto con il contingente, etichettandolo come falsa percezione, come illusione.
Dicevo, scelta di campo, perché non vi è evidenza alcuna che muova verso questa decisione, se non l’intima convinzione che il velo del transeunte debba essere superato fino al ricongiungimento della infranta unità primordiale.
A ben vedere, questa opzione filosofico-religiosa, ottimamente si addice al materialismo evoluzionista, il quale opera, meccanicisticamente dalla rottura di quell’ovulo primordiale, Big Bang, che dir si voglia, per seminare differenti mondi, potenzialmente tutti racchiusi in quella «capocchia di spillo energetico di densità estrema». Similmente l’emanazione (o la manifestazione) proveniente dall’Eone primordiale (o simile) non postula un Essere intelligente, creatore, per atto libero e volontario (come nel Cristianesimo), ma una sorta di effusione impersonale dell’Uno.
La volontà divina è quasi annichilita di fronte all’insorgere dell’illusione (non a caso, in alcune tradizioni indù, si parla del fatto che il creato sorga da una sorta di esperienza onirica della divinità); non c’è nulla di deliberato da una Personalità suprema e dominatrice. Tutta questa visione sistematica – suggestione che sorge sostanzialmente per rispondere all’interrogativo estremo posto dalla presenza del male nel mondo – si poggia e fonda su alcune falle del pensiero filosofico indiano: l’Oriente non conosce il principio di non contraddizione e rifiuta di confrontarsi col dato della realtà, perchè lo ritiene – per assioma – non conoscibile...
L’obiezione è duplice:
a) In primo luogo, il principio di non contraddizione determina un approccio realistico con il conoscibile, senza per questo escludere possibili scenari non previsti: si usa della ragione, senza divinizzarla né annichilirla del tutto;
b) in secondo luogo, non v’è alcuna prova dell’illusione del reale, se non nella percezione interiore di inconoscibilità, che chi investiga si convince di avere. Nessun riscontro oggettivo, quindi, ma mera sensazione intuitiva!
Nell’ipotesi in cui, tuttavia, Dio possa essere conosciuto, come Qualcuno – anche se al di là delle nostre percezioni e dei nostri ragionamenti – chiudere la porta alla possibilità di conoscere il vero, significa automutilare la propria indagine (non a caso, ad esempio, la scienza propriamente detta sorge in Occidente, grazie all’apertura mentale del Cristianesimo).
Il Cristianesimo afferma la possibilità di conoscere Dio, pur essendo «metarazionale» nella sua Essenza; la verità non è mai contro la ragione e tutte le facoltà dell’uomo possono aspirare alla ricerca ed alla conoscenza di essa. La differenza tra Cristianesimo ed altre credenze religiose consiste proprio in questo: la fede in Gesù si fonda su dati di fatto accertabili e verificabili, oltre ogni dubbio (dalla creazione alla resurrezione); le altre fedi, invece, radicandosi nel mito e nell’interiore mondo dell’impercettibile, prescindono da ogni possibile obiettiva conferma. Differenza che fonda lo stesso concetto di Fede, concetto appunto distinto dal «fideismo» (voler credere contro ogni evidenza).
Ora, dalla disamina dei dati sperimentali relativi al creato emerge proprio questo: esiste un Progettista Intelligente, esterno alla creazione stessa, ideatore di quella informazione che la materia non conosce né può conferire in nessun modo; latore di quella vita, che non può sorgere spontaneamente né meccanicamente. Il monismo orientale, è caratterizzato tra l’altro dalla contraddizione interna di prevedere un «percorso di liberazione», diversamente connotato secondo le difformi tradizioni: se non fosse possibile invero distinguere tra verità e menzogna, non avrebbe senso nulla, neppure la vita morale: tanto bene o male finiscono col coincidere. Questo è un grosso limite insito alle filosofie indù e buddiste, che, però rifiutano di portare alle estreme conseguenze le loro premesse; anzi!, postulano un ottuplice sentiero utile alla liberazione (nel caso di Siddharta), dimenticando che se il bianco è uguale al nero e tutto è illusione, lo può essere anche la terapia e non soltanto la diagnosi... e qualunque prescrizione morale, inevitabile anche nelle religioni orientali, finisce con rendersi ridicola e contraddittoria a fronte della coincidentia oppositorum, non contempla un Creatore datore di vita ab extra.
Il Cristianesimo, lungi dal voler ridurre, sulla scia di Kant, il reale a ciò che la ragione vede e contempla, sa che ciò che ci conosce è solo l’infinitesima parte del tutto; questo intuì appunto San Tommaso e questo ci indica il suo silenzio; aveva compreso che il nostro è un balbettio, ma non per questo tale balbettio lascia di essere vero o comunque verosimile (soprattutto perché, oltre che di conoscenza razionale, frutto di rivelazione, mai irrazionale). Il silenzio non contraddice l’asserto, ne preconizza soltanto l’ineffabilità dell’effettiva portata.
Dio è mistero; in quanto tale, resta al di là di ogni percepire e conoscere; ma non per questo viene a coincidere con il buio dell’ignoranza.
Vengo quindi alla domanda iniziale: è indifferente per un cristiano che ci sia stata o meno evoluzione? Non lo è. Almeno per distinti ordini di ragioni:
1) L’evoluzione è contro il dato scientifico ed il cristiano in quanto tale deve usare del lume della sua ragione, fino in fondo, senza mai rinnegarla;
2) l’evoluzione postula un fideismo dogmatico nei confronti della filosofia materialistica (non provata, anzi falsa!);
3) Il dato biblico non consente tale lettura in nessun modo (per Dio è possibile creare tutto in un istante, senza bisogno di Big Bang o altro!).Stefano Maria Chiari
Stefano Maria Chiari
|
L'associazione culturale editoriale EFFEDIEFFE, diffida dal copiare su altri siti, blog, forum e mailing list i suddetti contenuti, in ciò affidandosi alle leggi che tutelano il copyright. |
|
Nessun commento per questo articolo
Aggiungi commento
|
|
|
|
|
Libreria Ritorno al Reale
EFFEDIEFFESHOP.com
La libreria on-line di EFFEDIEFFE: una selezione di oltre 1300 testi, molti introvabili, in linea con lo spirito editoriale che ci contraddistingue.
|
|
|
|
|
|
Servizi online EFFEDIEFFE.com
|
Redazione : Conoscete tutti i collaboratori EFFEDIEFFE.com
|
Contatta EFFEDIEFFE : Come raggiungerci e come contattarci per telefono e email.
|
RSS : Rimani aggiornato con i nostri Web feeds
|
|
|
|
|
|
Il sito www.effedieffe.com.non è un "prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata", come richiede la legge numero 62 del 7 marzo 2001. Gli aggiornamenti vengono effettuati senza alcuna scadenza fissa e/o periodicità
|
|
|