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Complottisti
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Caro «Luigi»,

pardòn direttore, il dottor Pierluigi Battista, cognome da maggiordomo, mestiere da giornalista, lineamenti da salumiere, tono di voce mellifluo e gesti pacati, recensisce sul Corriere della Sera del 2 dicembre il volume di Errico Buonanno «Sarà Vero - La menzogna al potere. Falsi, sospetti e bufale che hanno fatto la storia», per i tipi di Einaudi.

E’ un volume di 364 pagine, il cui autore è un valente giovanotto di trent’anni, già vincitore del premio Calvino nel 2005 con il romanzo «Piccola serenata notturna», Marsilio, seguito da «Partita doppia», un thriller a due mani scritto con Gianni Farinetti ed edito da una emergente casa editrice della mia città, la stessa che ha raccolto e pubblicato giorni fa anche le memorie e le maratone erotiche della signorina D’Addario col Cavalier Silvio Berlusconi.

Da ultimo, prima di questa nuova fatica editoriale, Errico Buonanno nel 2007 aveva pubblicato «L’accademia Pessoa», altro romanzo-giallo in cui – come dice la presentazione – «uno lo scrittore fallito Alonso Novarro, presidente dell’accademia per illetterati ‘Fernando Pessoa’, un’associazione segreta di nemici dei romanzi, viene trovato impiccato da Hamete Benengèli, traduttore e nano. Accanto a lui un misterioso scritto in spagnolo nel più perfetto stile ottocentesco: la traduzione dei capitolo ventinovesimo dei ‘Promessi Sposi’ di Manzoni, che Manzoni non si è mai sognato di scrivere...».

complotti1.jpgDopo il «filotto» in narrativa, Buonanno passa ora al primo libro di saggistica che il Battista di turno definisce «una straordinaria, avvincente, sarcastica carrellata delle più sconvolgenti imposture che hanno nutrito l’insaziabile immaginazione storica dell’umanità ed anche una meticolosa indagine sulla capacità degli uomini di credere alle loro fandonie, di immedesimarsi nelle trame occulte che lavorano instancabili sotto la superficie della storia. Ma le imposture rimbalzano, si lasciano, si riprendono, si fanno l’eco a vicenda, riesplodono quando meno te lo aspetti».

E da lì in poi, riprendendo il filo narrativo del libro, Battista mischia in un unico calderone complottista Dan Brown e il «Priorato di Sion», gli extraterrestri e Area 51, Marilyn Monroe, Lady Diana, Elvis Presley, Templari, Rosacroce, Illuminati di Baviera, per finire con i frequentatori dei siti negazionisti sull’11 settembre, fino all’immancabile rimando ai protocolli dei Savi di Sion, definiti nella recensione del Corriere «la base teorica della furia di sterminio antiebraico».

Il pensiero associativo sui falsi rimanda poi – cito testualmente – «alla Donazione di Costantino che plasmerà il destino dell’Occidente cristiano malgrado la distruzione filologica per opera di Lorenzo Valla», proseguendo con «l’invenzione di Ermete Trismegisto, mai esistito ma capostipite indiscusso ed eponimo di ogni ermetismo» e con le battaglie del «Prete Gianni, meno note, ma che possono essere una lettura istruttiva per i complottisti affamati di mirabolanti piani per la conquista del mondo, nascosti in carte segretissime. Che sono veri anche se sono falsi. E se sono falsi, direbbero i complottisti, è la prova che sono veri».

Insomma par di capire che la ricerca del «dietro le quinte» sia un esercizio fantasioso e pericoloso, che porta all’alienazione mentale e che in un modo o nell’altro fa scivolare il soggetto che vi ci si avventuri a forme deliranti di pensiero, il cui precipitato è alla fine la peste dell’antisemitismo. E così infatti sintetizza Pierluigi Battista nel citato articolo sul Corriere, non a caso titolato «Il carnevale delle grandi bugie – Dai ‘Protocolli’ antisemiti ai siti negazionisti sull’11 settembre» (1).

E qui, caro lei – caro «Luigi», anzi direttore – la smetta di fare lo gnorri, perché c’è dentro fino al collo. Non scuota la testa, non cerchi di negare, di fare il negazionista, già il negazionista… e non faccia finta di non capire! E’ contro i tipi come Lei che Battista sotto sotto mette in guardia e per giunta lei è vieppiù anomalo, si smarca.

La tesi che ne discende è che lei è sì malato e paranoico come tutti i complottisti, ma con un’aggravante, caro direttore, e cioè la sua è «paranoia lucida» e che lei non vuole chiamarsi «Luigi». Se lei sapesse di chiamarsi «Luigi», vedrebbe le cose sotto un punto di vista diverso, non perderebbe il suo tempo – come fa – a spiegare che non si fida delle apparenze, la smetterebbe di prevedere crisi economiche con due anni di anticipo, di metterci in guardia contro bolle speculative di ritorno, genocidi palestinesi, attacchi all’Iran, stragi di genetisti ed altro.

Se lei sapesse di chiamarsi «Luigi», tratterebbe dei problemi con maggiore distacco! Da cattolico atipico (perché almeno questo lo sa, vero? Lei è atipico!) desisterebbe dal non odiare gli islamici, comincerebbe una buona volta a pensare che sono bestie, la smetterebbe di difendere gli imputati ottantanovenni e contemporaneamente, anche se ancora non ce l’ha ancora detto, smetterebbe di pensare – contro Andrea Bocelli – che Christmas non è White, ma solo Christmas.

Ma si rende conto che lei senza essere razzista si permette di chiedere clemenza per anziani tedeschi alla sbarra, è contro la guerra e contemporaneamente contro l’aborto, parla male del cardinal Martini ma non è ascrivibile ai teocon, fa il cattolico e cita Guenon, si ostina a sostenere che c’è un disegno intelligente nel cosmo ma non fa l’olista in salsa New Age, predica non solo che il global warming è una bufala, ma che è un businnes per i soliti noti e finisce sempre a ricordarci che qualcuno vorrebbe perfino ricostruire il tempio di Gerusalemme?

E poi, vivaddio – come direbbe Totò – se lei sapesse di chiamarsi «Luigi», potrebbe pure tranquillamente continuare a fare il complottista, se proprio ci tiene! Ma con distacco, col distacco di chi non spiega i complotti, non ci caccia dentro le mani, sporcandosele, ma asetticamente è capace di distinguere fra microcomplotti, complotti metafisici e macrocomplotti!

D’accordo non sarebbe il Massimo (già proprio il Massimo, non faccia finta di non capire…!) ma – dia retta a me – le porterebbe bene, sarebbe accettato nei salotti buoni, in televisione ed avrebbe ospitalità su giornali della famiglia del presidente del Consiglio. Invece Lei anche qui cosa fa? Dichiara sì che ce l’ha a morte con tutte le Sinistre del mondo e vieppiù con la nostra, ma poi non fiancheggia organicamente (ha capito organicamente?): insomma non ha Fede, non è Libero, è di stoffa che non si «infeltrisce», non fa un’«Informazione corretta», fa discorsi da «meno peggio» e chiama il presidente del Consiglio «Salame»? E poi si lamenta se la fanno a fettine?

Insomma, caro direttore, questa ostinazione a chiamarsi Maurizio anziché «Luigi», la porta a fare sì che lei parli troppo di quello di cui non deve parlare e troppo poco di quello di cui invece parlano tutti gli altri complottisti… che ne so del Prete Gianni. Già! Perché Lei si ostina a parlare di Ramsfield e non del Prete Gianni? E perché invece di parlarci di Condoleeza Rice o di Hillary Clinton non ci parla di Lady Diana? Ma si rende conto di quale importanza per la storia hanno avuto l’anoressia e gli amplessi della fu principessa del Galles, invece di tutte quelle cattiverie che lei dice sulla politica estera americana?

E poi nulla o quasi su «Area 51»! Perché non ci dice niente dei «Grigi», Lei che pure ha scritto un libro con Roberto Pinotti? Pensi, farebbe ospitate e soldi a palate da Roberto Giacobbo o a «Segreti»! Invece niente, sempre lì con i rischi dei «derivati» e della finanza globale. Per lei gli UFO veri sono questi.

E poi ha ragione Battista: un complottista come si deve citerebbe più frequentemente Marilyn Monroe e il santo Graal! Invece lei, caro «Luigi renitente», cosa fa? Proprio quello che Battista dice sia vergognoso fare: cioè segue «le peripezie dello yacht ‘Britannia’, dove la crema plutocratica mondiale si sarebbe riunita per chiudere la Prima Repubblica, fondare la Seconda e spartirsi i bocconi prelibati dell’economia italiana in via di privatizzazione».

Insomma basta! «Basta, si conformi!» – come direbbe Totò! Vuole fare il complottista?
E sia, ma lo faccia secondo i canoni!

Questo Errico, con due erre, è un giovanotto di molte speranze e va sostenuto. Questo Buonanno che pubblica con Einaudi (e dico con Einaudi!), se dice che i complottisti sono paranoici, va assecondato.

Che fa, non asseconda? La smetta di essere lucido, la smetta di parlarci di Madoff, di Ramsifield, di Cheney, di Bernake, dei palestinesi, di Gaza, dell’Afghanistan, del PNAC, di Obama, di citare documenti veri, di tirare fuori dichiarazioni dimenticate! La smetta di trovare coincidenze, di evidenziare stranezze, di dirci che ci stanno derubando e plauda una buona volta al nuovo invio di truppe in Afghanistan!

Poi se proprio vuole fare l’estremista diventi un po’ più razzista, ma verso i negri e gli islamici, la smetta di sottolineare sempre il fatto che qualcuno, anzi alcuni, anzi molti finanzieri o lobbisti hanno ascendenze etnico-religiose! Insomma come fa a scovarle tutte quelle cose lì? Se fa zapping tra i siti, faccia il normale! Si soffermi su quelli con Belen!

Si rende conto che lei si infila dappertutto? Se proprio deve infilarsi da qualche parte, si infili nelle lenzuola di Marilyn o di Belen e indossi anche lei Channel numero 5.

Devo continuare? Devo smettere di fare affidamento sulla sua intelligenza?

Direttore, già che ci siamo, dia retta a me, faccia una cosa: si sbattezzi, si faccia circoncidere e cambi nome. Vada oltre, superi perfino «Luigi». Ma vuole mettere come suona bene Yaacov «Luigi» Blondet? E convinca anche il Suo editore. Se invece di Fabio si facesse chiamare Ephraim, guardi che restyling per il sito: www.ephphediephphe.com. … E certo avremmo meno problemi di manutenzione, santoddio! Pardòn, Santo Benedetto!

Cordialità.

Domenico Savino



1) http://terzotriennio.blogspot.com/2009/12/il-carnevale-delle-grandi-bugie.html



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