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Sanità talmudica
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Israele ha ammesso di aver espiantato organi da corpi di palestinesi morti. L’esercito israeliano ha confermato che questa prassi ha avuto luogo, ma ha aggiunto: «Questa storia è finita una decina di anni fa e non accadrà più».

La vicenda è emersa in un’intervista con il dottor Yehuda Hiss, ex-primario dell’Istituto Forense Abu Kabir. L’intervista fu condotta nel 2000 da Nancy Stephen Hughes, l’antropologa di Berkeley che per prima aveva condotto indagini sulla questione. L’antropologa l’ha resa pubblica soltanto oggi, dopo che Israele ha protestato duramente contro la Svezia per un articolo «antisemita» apparso sul tabloid a grande diffusione Aftonbladet il 17 agosto 2009; lì il giornalista Donald Boström aveva raccolto i sospetti di molte famiglie palestinesi che s’erano visti restituire i corpi di loro figli e parenti uccisi da Tsahal, svuotati o espiantati («i nostri figli sono depredati dei loro organi»).

Boström aveva indicato che gli espianti venivano condotti dall’Istituto di Medicina Legale Abu Kabir, il solo autorizzato a compiere autopsie per i casi di morte non naturale in Israele e nei Territori Occupati. Boström ha detto ad Al Jazeera: «Il personale delle Nazioni Unite è venuto da me e mi ha detto che bisogna guardare a questo problema molto seriamente. Giovani palestinesi stavano scomparendo in alcune aree per ricomparire cinque giorni più tardi, con autopsia effettuata su di loro contro la volontà delle famiglie».

Solo la pubblicazione dell’intervista al primario dell’Istituto, il dottor Hiss, ha indotto Israele ad ammettere ciò che, del resto, non poteva essere smentito: accusato da famiglie ebraiche di aver raccolto organi dai corpi dei loro cari, il dottore era stato sospeso dalla direzione dell’istituto e  trovato colpevole (poi reintegrato).

Veniamo dunque a sapere che negli anni novanta gli specialisti di Abu Kabir avevano asportato pelle, cornee, valvole cardiache ed ossa dai corpi di soldati israeliani, di cittadini israeliani, di palestinesi e di lavoratori stranieri, spesso senza il permesso dei loro parenti. L’intervista è stata riportata anche dall’emittente israeliana Channel 2 TV. (Israel admits to organ thefts )

sanita_talmudica_1.jpgMa l’ammissione, rilasciata dall’ex-primario Hiss, è solo un piccolo passo, rispetto ai sospetti gravissimi che circolano sul traffico israeliano d’organi. Come ricorderete, nel luglio 2009 rabbi Izhak Rosenbaum di Brooklyn era stato arrestati dall’FBI con l’accusa di fare da mediatore in traffici di organi umani per conto di pazienti israeliani bisognosi di trapianto: in alcuni casi, questi trapianti vengono finanziati dal sistema sanitario ebraico.

Le  deposizioni di diversi palestinesi convergono verso lo stesso sospetto: l’esistenza di un vasto traffico illegale di organi commesso con la complcità delle autorità israeliane.

L’ultima offensiva contro Gaza, del gennaio 2009, aveva visto estremisti religiosi, spesso raggruppati in corpi speciali, assassinare a sangue freddo donne e bambini con precisi colpi in testa: «Tanks israeliani arrivavano davanti alle case e ordinavano ai residenti di uscir fuori. Vecchi, donne e bambini uscivano, venivano messi in fila, e semplicemente mitragliati. Ci sono famiglie che hanno perso in queste esecuzioni decine di loro membri. La presa di mira deliberata di donne, bambini e disarmati è ben documentata dai gruppi per i diritti civili presenti nella striscia di Gaza».

Questi testimoni, anche ripresi dalla BBC, affermano che dei giovani della West Bank e della Striscia di Gaza erano stati catturati dalle forze israeliane e che i loro corpi erano stati riconsegnati alle loro famiglie con organi mancanti.

Del resto, tali operazioni sono legittimate dai piu autorevoli talmudisti. Come ha sancito rabbi Schneerson, il venerato «messia» dei Chabad Lubavitcher: «Se un giudeo ha bisogno di un fegato, si può prendere il fegato di un non-ebreo innocente per salvare il primo? La Torah lo consente. La vita di un ebreo ha un valore infinito».

Altrove viene insegnato che la carne dell’ebreo è divina e inviolabile, mentre quella degli altri uomini è bestiale e disponibile; Talmud (Sanhedrin, 57°): «Un ebreo può derubare un non-ebreo, ma un non-ebreo che deruba un ebreo è passibile di morte. Un non-ebreo che uccide un giudeo va condannato alla pena capitale, ma un ebreo che uccide un gentile è esente da condanna». O Yevamoth 98a: «Un gentile è legalmente senza padre’, un figlio di nessuno, e i suoi beni e la sua terra sono da considerare terra abbandonata, di cui un ebreo può lecitamente impadronirsi». E' quello che avviene in Israele ai danni dei palestinesi.

Qualcuno reagisce con pietosi e disagevoli tentativi di giustificare l’organizzazione criminale dei trapianti: «Gli ebrei non amano donare i loro organi», dice rabbi Michel Broyde, uno dei fondatori del «Beth Din of America», ossia della Suprema Corte rabbinica; «Come gruppo sociale, essi richiedono più organi di quanti ne donino. Sicchè Israele ha una carenza permanente di organi da trapianto, obbligando i malati ebrei al ‘turismo del trapianto’ in Europa e fino in Cina». (Organ Failure - The arrests of rabbis who trafficked body parts uncover more complicated issues)

La pretesa superiorità giudaica all’esistenza, come sentenziato nel Talmud, è evidentemente condizione condivisa e messa in pratica dalle più alte cariche religiose e dello Stato, tanto che come per altri servizi sanitari, compresa l’assistenza ai piccoli, a Gerusalemme vi è un ampio divario tra le cure fornite ai cittadini residenti a Gerusalemme Ovest (25 centri di cura) e quelle fornite ad Est, a maggioranza araba, con i suoi 250.000 abitanti e solo 4 centri («Drop of Milk» centers).

sanita_talmudica.jpgIl sindaco di Gerusalemme Nir Barkat ha da qualche tempo tagliato i fondi necessari all’apertura di una casa di cura palestinese per neonati e infanti nel quartiere di Silwan a Gerusalemme Est. Ha invece concesso l’aiuto previsto per una struttura simile in un vicino quartiere ebraico. Da notare che nel quartiere di Silwan abita una popolazione stimata in 100.000 abitanti, contro i 7.000 nel territorio ebraico. (Jerusalem mayor cuts health funds for Arab children)

«Questa decisione è causata dalla discriminazione della popolazione araba» ammette Laura Wharton, council woman di Gerusalemme.

«Presto, Hamas aprirà una struttura per noi palestinesi e andremo lì» ha dichiarato un residente a Silwan.

Si sa, la legge talmudica ha unità di misura particolari, capaci di soppesare i diritti dei bambini in fasce.
Oltre a non poter garantire semplici cure di base ai figli, le case dei quartieri arabi di Gerusalemme est sono al centro di procedure di abbattimento con crescente intensità in queste ultime settimane, in quanto giudicate abusive da parte delle autorita' israeliane.

Per contrasto, vale la pena di riportare una notizia paradossale: mentre il Congresso americano sta dibattendo con asprezza la riforma sanitaria, dove la posta in gioco è enorme per Obama e i democratici, che fra meno di un anno dovranno essere confermati dalle elezioni politiche di medio termine, una della comunità più povere degli Stati Uniti, situata nello Stato del Mississipi, si è rivolta all’Iran e non a Washington, senza quindi attendere il responso di una riforma che probabilmente vedrà prevalere gli interessi delle solite lobby, per risolvere la sua particolare crisi sanitaria fatta di una spesa pro-capite tra le più alte del Paese ma tra le ultime in termini di risultati concreti sul territorio, con mortalità infantile per «non-bianchi» a livelli di terzo mondo (Deep South calls in Iran to cure its health blues).

Ad ottobre un gruppo di medici tra i più qualificati dell’Iran, è stato invitato dalle autorità locali a tenere un seminario nel Mississipi per illustrare le modalità di adattamento al territorio statunitense delle ottime «health houses» iraniane, che hanno ridotto del 63% la mortalità infantile - e in maniera drastica anche la mortalità causate dal parto - in svariate zone rurali del loro Paese, anche nei villagi più remoti.

«E’ tempo di guardare ad un nuovo modello» ha detto il dottor Aaron Shirley, uno dei difensori di questo programma. «Dopo anni di ricerca medica e dispendio di milioni di dollari, non abbiamo visto sufficenti cambiamenti».

Il Mississipi necessita di una riforma profonda del sistema sanitario, più di qualsiasi altro Stato americano. Presenta il più alto livello di obesità infantile, ipertensione e gravidanza tra adolescenti del Paese. Più del 20% della sua popolazione non ha assicurazione sanitaria.

Il programma si accorda con la politica di Obama di impegno e di sostegno alla cosiddetta «diplomazia intelligente», utilizzando i collegamenti tra gli scienziati come un modo per abbattere le barriere tra i Paesi.

«Gli iraniani sono un popolo orgoglioso, con 5.000 anni di storia e di enormi contributi alla scienza e alla medicina», ha detto un funzionario del Dipartimento di Stato.

Israele brama di cancellare questi 5.000 anni di storia a suon di bombe, per far tornate all’età della pietra dopo l’Iraq anche l’Iran.

Lorenzo de Vita



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