«Se uno non rinasce dall'Alto non
può vedere il regno di Dio». (Giovanni 3, 3).
Per la rinascita si dovrebbe perciò credere che si possa
vedere il regno di Dio, regno della perfezione nella verità,
nella bontà,
nella bellezza e che questa elevazione sia, non un'aspirazione
religiosa tra altre, ma la vocazione stessa dell'essere umano a
quella vera religione che ci lega a Dio nel disegno di
eternità.
Inutile dire che oggi già questo pensiero è ignorato
se non capovolto.
Infatti esso implica che l'uomo viva secondo il pensiero del
disegno divino e perciò pensi secondo questa fede, che
suscita una speranza dipendente da una carità attiva.
Insomma, si tratta di orientare la vita nel senso della rinascita
verso l'Alto, verso lo spirito, che giustifica la nascita terrena
del corpo.
Al contrario oggi prevale il senso opposto del pensiero, non solo a
livello personale, famigliare, nazionale, ma «di
civiltà»: si crede come si pensa e si pensa come
si vive, con idee di felicità terrena.
Si è visto ciò nell'americanismo inquinante, dove
è la vita presente, corporale, materiale, a ordinare un
pensiero pragmatico ed edonista.
Se spuntano aspirazioni spirituali, allora si va alla ricerca di
una scelta di religione o di fiction che alimenti tali
«debolezze».
Il mercato provvede una prodigiosa scelta che va dalla Teosofia al
Codice da Vinci, dalla Scientology a Stephen King o ad Harry
Potter, e via dicendo.
Tali prodotti dell'immaginazione, se difettano di soprannaturale,
sono però fornitissimi di preternaturale.
E se mancano di qualcosa per l'uso quotidiano ecco il
«Grande Fratello» e le varie telenovele.
Questi ultimi hanno il pregio di «aggiornare la
realtà» secondo le preferenze maggioritarie, o se
vogliamo, secondo «il bisogno dei tempi» del
miserabile «pensiero» modernista.
Abbiamo così definito che cosa vada boicottato per
l'elevazione del pensiero?
Non ancora.
Questi palliativi tentano l'uomo attraverso i sensi, però,
«non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo,
ma quello che esce dalla bocca... ciò che entra passa nel
ventre e va finire nella fogna. Invece ciò che esce dalla
bocca proviene dal cuore». (Matteo 15, 11, 17-18).
Si tratta allora di seguire il senso della vita cristiana e
perciò definire il senso del boicottaggio, che non riguarda
il piano degli effetti ma delle cause; non parte dal rifiuto di
quanto degrada il cittadino - ciò è ovvio - ma di
quanto inquina le coscienze e impedisce loro di rifiutare il
degrado.
La causa del degrado sta nei pensieri che
producono la mentalità di abbandono o di appiattimento o di
inversione della fede verso l'Alto a favore di una
religiosità umana, una fede nutrita da apparenze, sensazioni
ed illusioni.
Il suo termine religioso è apostasia.
La fede che erompe dal vero e dal buono innalza l'uomo, l'altra
lo lascia esposto ad ogni decadimento.
Gesù Cristo è nato per la fede nel vero:
«per rendere testimonianza alla verità»
(Giovanni 18, 37): la verità sul destino finale dell'essere
umano, della sua capacità di elevazione spirituale e di
rinascita.
Perché la vita di ognuno è una ed è già
in corso nella sua dimensione d'eternità; a noi spetta
capirlo e prepararci al decollo, in proprio e nel mondo dove ci
è dato di vivere; in quello dove, volenti o no,
«ogni questione inciampa nella teologia!».
Ecco allora che il nemico è stato abile a ispirare una
«nuova teologia» capovolta, che inciampa nelle
confusioni sulle venture del mondo.
Apriamo allora la lista di quanto va boicottato nel piano del
pensiero in un mondo arrivato ad un catastrofico stato di declino
morale e religioso nella scia di una teologia capovolta per
festeggiare l'uomo che si fa Dio.
E già comincio a sentire le invettive al
«catto-talebano», testimone che tutto
può essere restaurato solo in Cristo perché
Verità = Bene, falsità = male; quanto Lo accoglie
è bene e quanto Lo ostacola è matrice di quei mali e
inganni di cui il mondo fu contaminato al punto di rendere le Sue
parole irreali e i Suoi avvisi e profezie incomprensibili.
Allora la lista pratica di boicottaggio va aperta da quanto
distoglie la gente dalla comprensione dello stato presente
dell'umanità, che dal punto di vista morale e spirituale
è catastrofico e attira disastri senza precedenti; di
dimensioni globali, poiché il declino della mentalità
umana non può non causare anche il degrado terreno; fatto
comprensibile anche dai liberali miscredenti.
Siamo forse ai disastri naturali come imprecano gli ecologisti?
È vero che anche i fatti naturali appartengono al creato
dove quando gli uomini mentono gridano le pietre, ma oggi tale
ecologismo fa parte del disastro mentale e morale.
Fanno campagne furiose per deviare un'opera di milioni a fin di
preservare un nido di cicogne, ma campagne ancora più
furiose per snidare dal ventre di sua madre un essere umano in
crescita.
Ecco le nuove venture del progresso richiedente dai suoi profeti
l'isolamento dei profeti di disgrazie, che puntano il dito alla
decadenza crescente di un'umanità senza senso né
Dio.
Potrebbe esserci qualche rinascita dell'uomo contemporaneo
ignorando il suo stato presente d'agonia spirituale?
Va dunque sostenuta questa voce e per farlo va boicottata in primis
l'operazione di censura e silenzio dei veri «profeti di
disgrazie» che con ragioni cristiane spiegano lo stato
attuale del decadimento umano.
L'apparizionismo dei profeti di sventure
Quel che pone l'apparizione di Fatima a una distanza abissale da
altre strane manifestazioni che si pretendono mariane è
proprio la natura del suo avviso: l'umanità avversando la
vera fede va incontro ad un disastro spaventoso.
«Dio punirà il mondo per i suoi delitti, per mezzo
della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al
Santo Padre».
Catastrofismo disperato?
Riprendo ora quanto ha scritto dei miei lavori un ammiratore di
Medjugorje che considera l'impegno di preservare la fede integra
roba da talebani. (la lettera integrale è pubblicata nella
rubrica "l'opinione dei lettori" in contemporanea
all'articolo)
«Tali inviti della Madonna (di
Medjugorje)possono valere sia per il catastrofismo disperato di
Arai che vede una Chiesa ed i Suoi ultimi Papi tutti intenti ad un
'culto personale' così come definisce la fede di Giovanni
Paolo II, sia per alcune prese di posizione di certa Radio Maria
neocon-telepredicatrice, assai lontana dalla Radio Maria cattolica
e dal messaggio della Regina della Pace di certo distante dal
millenarismo apocalittico statunitense che come ben sappiamo sta
portando frutti insanguinati nella politica internazionale.
Le predicazioni catastrofiche le fanno i falsi profeti, ci avverte.
E Armageddon rientra nel filone dei falsi profeti e falsi cristi e
nelle predicazioni catastrofiche.
Radio Maria non è né Medjugorje né la Madonna.
Può essere, essa radio, solo uno strumento ed un mezzo in
mano a uomini in cammino di fede con tutti i loro limiti e
difficoltà. Nostro compito è di pregare che svolgano
al meglio questo loro compito.
Questo può far venire l'acquolina in bocca a qualcuno che
lavora per la perdizione della anime e portare lontano quanto
più possibile la gente dalla via della fede.
Ora qualcuno potrebbe aver trovato scomodo che la gente riprendesse
il rosario in mano e incominciasse di nuovo a parlare della Vergine
Maria.
Sa, caro Blondet, dà fastidio agli eretici che si parli
della nemica per eccellenza di tutte le eresie impugnando un'arma
efficace come il rosario.
E di nemici ce ne sono parecchi come ci ha ricordato don Gelmini in
questi giorni, i quali attentano al lavoro dei sacerdoti.
Il sacerdote ha parlato di 'lobby ebraica radical chic' e poi di
Massoneria.
Ci ha dato l'idea della guerra in atto.
La Chiesa è in difficoltà da tempo questo non
possiamo negarlo. E sono d'accordo con Arai per questo. Ma di qui
a distruggerla con le nostre parole anche con noi cattolici
eternamente divisi ce ne passa.
Ma ci rendiamo conto che così facciamo il gioco di chi vuole
screditare la Chiesa ed il Papa con i continui attacchi ogni giorno
più forti?
E' proprio questa la tattica.
Possiamo combattere noi tutti con la preghiera e la testimonianza
quotidiana.
Abbiamo tutti dei nemici da combattere e rimanere saldi sulla
rotta.
Forse per EFFEDIEFFE più che i catto-talebani,
affinché anche qui non ci siano due EFFEDIEFFE, il pericolo
'paradossale' sono i catto-farisei.
Quelli che credono di riconoscere il Cristo in calcoli
iper-razionalistici ed al posto di difendere la Chiesa anche con
una sana critica costruttiva che porti frutti buoni, si lasciano
prendere dalla seduzione di un criticismo scontato arrivando a non
riconoscere la Chiesa ed i Suoi ultimi Papi.
Cristo diviene così un'utopia ideologica e solamente
intellettualistica e non una presenza che rinnova e converte.
Ma sono solo precetti di uomini. Il Mistero è molto di
più».
Qui abbiamo subito la confusione tra catastrofe
e catastrofismo.
Dalla prima, che nessun uomo onesto può dubitare riguardo i
nostri tempi e che include in modo predominante la Chiesa,
nemmeno I. lo nega: «Sono d'accordo con Arai per
questo».
Almeno questo!
«Ma di qui a distruggerla con le nostre parole anche con
noi cattolici eternamente divisi ce ne passa... così
facciamo il gioco di chi vuole screditare la Chiesa».
E' di nuovo scambiata la causa con l'effetto: la crisi è
della Chiesa divina o del suo apparato attuale, che ne dovrebbe
rispondere?
Affermare questo significherebbe distruggerla?
E' vero il contrario: chi accredita lo scempio conciliare alla
Chiesa la diffama gravemente, coprendo la responsabilità dei
falsi profeti che l'hanno sfigurata con le loro utopiche venture,
che hanno il marchio del mondo moderno.
E tra le scempiaggini dei tempi conciliari c'è il
boicottaggio iniziale dei cosiddetti «profeti di
sventure», che includono non solo tutti i profeti
biblici del passato, ma i profeti, santi e Papi della Chiesa del
Signore, che all'insegna della Sua parola non si sono mai
risparmiati nel proclamare a tempo opportuno e inopportuno contro
il degrado e la falsa pace annunziata dai profeti di sventura.
Fin che questi hanno preso d'assalto la Chiesa e oggi abbondano
nelle file della chiesa conciliare.
Essa, alleata al pensiero massonico dell'ONU, al programma
agnostico dell'UNESCO, al piano «ecumaniaco»
dell'URI, ecc., preferisce gli accordi e gli applausi che la via
stretta indicata da Dio.
Ecco allora cosa va boicottato, l'apparato della
religiosità conciliare che sta scambiando la fede della
Chiesa in una religiosità accettabile ai suoi nemici.
Conforme le parole di Gesù a Pilato: «Non avresti
nessun potere su di me, se non ti fosse dato dall'alto. Per
questo, chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più
grande» (Giovanni 19, 11), è lo stesso potere
religioso che opera la consegna della religione divina per il suo
riciclataggio in una nuova fede new age gradita al nuovo mondo
ecumenista.
Un altro amico di Medjugorje, C., mi scrive: «Sembra che
su Medjugorje, lei stia perdendo la sua
lucidità»; lucidità da legare al passo
della Scrittura: «Tu sei Pietro e su questa pietra,
fonderò la Mia Chiesa, a te darò le chiavi del
regno... E le porte degli inferi non prevarranno contro di
Essa».
Il fedele lucido sa che Pietro e le chiavi sono ordinati alla
professione di fede trasmessa dal Signore, non il contrario.
Infatti, le porte degli inferi possono prevalere sugli uomini, non
sulla Chiesa che professa la vera fede.
Quindi il fumo di Satana non è entrato proprio nella Chiesa,
ma in quell'entità umana oggi spesso autoproclamatasi
univocamente chiesa: la gerarchia e dintorni.
Chi mi scrive, I., va a Medjugorje da anni e
non conosce nessun ecumenista che vada a Medjugorje.
Ma saprà almeno che quell'apparizione ha baciato la figura
di Giovanni Paolo II che si professava il numero uno della
promozione ecumenista.
Se lui, «i frati e sacerdoti fanno omelie dove,
costantemente, si condannano l'ateismo, il consumismo, LENIN,
HEGEL, Tito ecc.», magari anche l'aborto e altri
delitti; fanno bene.
Ma la vera missione della Chiesa è la predica per la
conversione alla religione vera; essa sicuramente viene da Dio ed
è la missione interrotta, come visto nella visione simbolica
del 3º segreto di Fatima, dell'eccidio del Papa col suo
seguito fedele.
I. ha mai sentito i capi conciliari predicare la conversione, per
esempio degli ebrei?
Deve aver sentito il contrario, se vuole confessare una
fedeltà lucida.
Nel mio articolo non si deve leggere un attacco alla
religiosità.
Mai, perché essa può essere l'impulso umano che
aiutato dalla grazia porta alla vera fede.
Confonderla con la religione, esso sì è il grande
inganno, perché la religiosità umana senza la
religione divina va piuttosto nel senso dell'incredulità.
E se questa è la meta finale del grande piano preternaturale
per il nostro tempo, la religiosità ecumenista favorita dai
grandi poteri agnostici, che ora hanno molti alleati in Vaticano,
vi ci porta in modo subliminale, irreversibile, con tutti i carismi
della religiosità corrente.
Abbiamo, quindi, da una parte l'intervento mariano nella storia
del mondo moderno, culminante nell'evento di Fatima, che racchiude
la teologia essenziale, comprensibile sia dai pastorelli ignoranti
di Serra d'Aires come dagli intellettuali lettori di Donoso Cortes
o anche di Goethe, per non parlare della classe clericale che
dedicava anni allo studio della teologia.
Ma l'intervento di Fatima non essendo stato compreso né
accolto nel suo tempo è divenuto segno del nuovo tempo:
dello spaventoso vuoto religioso.
Vuoto riempito in parte dall'avanzata di una religiosità
sparsa, che anima movimenti senza storia né dogmi, ma
supportati da vaghi sentimenti religiosi, da simulacri religiosi e
da false apparizioni di Maria Santissima.
Esse sembrano aver tutto per coltivare la religiosità
cattolica, ma in verità stemperano la tensione verso il ben
definito disegno divino, riconosciuto nella sacra tradizione, con
banalizzazioni che, anche se evitano di avversare direttamente la
fede, confondono i fedeli per renderli pronti all'accettazione
irenica di una religiosità condita in tutte le salse, che
prima o poi li porterà all'intossicazione ecumenista.
Ecco l'obiettivo finale del maligno che, non
essendo riuscito a demolire la fede in tutte le anime, per quelle
più resistenti, idealiste come possono essere molti lettori
di questo sito, ha escogitato questo piano
«compassionevole».
Ma si ricordi: il demonio è per la religiosità ad
oltranza e perfino per il sacro; ha i suoi dei, i suoi angeli, i
suoi riti, i suoi santuari e la sua chiesa.
E' difficile credere che il diavolo faccia venire voglia di
pregare il rosario e far nascere gruppi di preghiera?
Sembrerebbe una contraddizione evangelica riguardo ai
«frutti buoni da riconoscere».
Ma se i frutti sono di una religiosità ecumenista
d'esaltazione dell'entità umana che spesso è
scambiata per la Chiesa, anche se negli ultimi tempi l'ha voluta
«aggiornata al mondo», allora sono sicuramente
frutti che avvelenano la vera fede rivelata e definita dai dogmi
divini per la cui diffusione il Signore ha istituito la Chiesa e il
Papa.
Nessuno pensa che i seguaci di Medjugorje siano poco credenti o
tendano a qualche forma d'incredulità.
Al contrario.
La ragione perché quanto in quei messaggi non è
accettabile dalla Chiesa (nemmeno quella conciliare rischia di
approvarli) è che essi possono far passare anime pietose
dalla fede nella religione vera rivelata nella Parola di Dio per la
distinzione tra bene e male, tra vero e falso, a una
religiosità che miscela queste differenze.
Quindi, religiosità che scioglie le verità della fede
integra e pura per soddisfare sentimenti di convivenza delle
adunate oceaniche dove la gente si sente giustificata nella
fittezza di un rumoroso fervore collettivo.
Esso potrà spingere allora verso la via larga dell'inganno
nella stessa fede e del consumismo sacramentale all'insegna di
pastorali alienanti.
Conclusione: è inutile boicottare i poteri di un mondo
scristianizzato, quando esso è giustificato da una nuova
classe clericale di profeti di sventure la cui priorità
è prendere le distanze dai profeti di sventura di sempre,
che avvertono sui pericoli incombenti sulla fede.
Ora ci sarebbero i profeti di sventure per attutire
diplomaticamente i nuovi confronti e per questo compito di
«bontà illuminata» tutto fa pensare che
possano pure contare su qualche aiuto preternaturale interminabile,
che si aggiorna alle nuove pastorali.
Ecco allora un boicottaggio che deve precede tutti
gli altri: agli araldi modernisti della religione adattata al
mondo, ai tempi, alla nuova religiosità; ai galoppini dei
nuovi tempi, ai portaborse dei nuovi ordini mondiali.
Per ora esso è riservato a quei pochi che vogliono vivere la
testimonianza dettata dalla ragione, che a sua volta è
formata nel vero Credo dei comandamenti divini per cui si deve
vivere come si pensa e pensare come ci è stato rivelato per
grazia nel sangue di Dio.
E poiché si deve cercare «piuttosto il Regno di
Dio e la Sua giustizia, che tutto il resto sarà dato in
aggiunta» (Matteo 6, 33; Luca 12, 31), si può
pensare che la giustizia richieda di boicottare prima quanto lo
avversa, con tutti gli inganni di questo mondo; la vera difesa
sarà operata in aggiunta.
Arai Daniele