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I kulaki argentini
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100 giorni di sciopero, un Paese paralizzato dove comicia a mancare tutto, manca la benzinail gasolio, la farina, il pane il latte, la carne.
Tutto comincia 3 mesi fa; la presidenta alza le tasse sull’esportazioni al 45%, 49%, i kirchner seguono gli ordini del programma per l’agronomia mondiale della fondazione Rockfeller, e approfittano per fare cassa, hanno un disperato bisogno di soldi perchè solo sui soldi si basa e si può sostenere un governo peronista populista marxista.
Servono soldi per vincere le elezioni, soldi per i militanti del partito peronista.
Militanti che vengono arruolati nelle favelas gente disperata, disoccupata, che farebbe di tutto per un sussidio; pochi sanno che nelle oceaniche riunioni del partito dove viene gente da tutto il Paese, anche 100.000 persone, per invogliare questi poveri disgraziati a far numero, per mostrare in diretta TV il consenso che ha la presidenta, ogni militante riceve dal partito 150 pesos più un cestino con il pranzo ed il trasporto gratis, moltipicate per 100.000 e saprete quanto costa ogni meeting del partito peronista, più la pubblicita in televisione e sui giornali, tutto pagato con le tasse degli argentini.

Poi servono soldi per sovvenzionare i sindacati, sempre sul palco con i Kirchner, le associazioni per i diritti umani, le varie fondazioni internazionali, e per finire, aimhè, anche le madri di plaza de Mayo, che ormai sono un organizzazione politico - finanziaria di stampo marxista, sovvenzionate con milioni di dollari dai Kirchner, sempre sul palco anche loro, per far nascere sensi di colpa nel popolo con la memoria dei desaparecidos, chiamato l’olocausto argentino.

Mentre il governo chiama golpisti gli agricoltori e giornalmente ricorda il fantasma repressore della dittatura con le solerti e mercenarie testimonianze delle madri di plaza de Mayo, loro, i Kirchner, i veri artefici di una dittatura «democratica» si inventano la repressione selettiva; giornalisti, opinionisti, blog famosi contro la dittatura Kirchner, vengono perquisiti analizzati, minacciati; computer e documenti sequestrati; al giornalista Hector Alderete proprietario di un sito di controinformazione, una specie di EFFEDIEFFE argentino, Alderete, uno dei pochi che ha il coraggio di pubblicare nomi e cognomi, sono entrati in casa di notte, hanno perquisito tutto, spogliati, denudati, lui, la madre e la moglie, requisito il PC compreso il mouse, perfino il telecomando del televisore è stato requisito e per finire, dopo un controllo nei giorni seguenti alla perquisizione, il signor Alderete ha scoperto di avere la casa infestata da cimici spia.

Alfredo_De_Angeli.jpg Repressione selettiva anche contro i produttori agricoli, che vengono vessati, arrestati, i loro raccolti e macchinari bruciati, minacciati e cosi via, ma questa volta i gorilla dei Kirchner commettono un errore enorme arrestando l’eroe della protesta contro il governo, Alfredo De Angeli, di origini venete, il volto segnato dal sole e le mani da contadino; parla al popolo con Parole semplici, che tutti capiscono ed è il simbolo della protesta contro la dittatura Kirchner.
Domenica 15 giugno De Angeli viene arrestato durante una protesta su ordine dei Kirchner, la scintilla, la goccia che fa traboccare il vaso; la gente scende in strada, 30 000 persone accerchiano il luogo di detenzione di De Angeli e a gran voce chiedono il rilascio immediato.
In tutte le città, nei paesini, cominciano i cacerolazos; milioni di persone scendono in piazza, tutte le autostrade vengono bloccate dai camionisti, tutti i quartieri di Buenos Aires, dai più umili fino i più ricchi del centro, pullulano di gente che esprime il suo ripudio al governo dei Kirchner, nel mentre le squadre di picchiatori al soldo dei Kirchner girano per le piazze minacciando e picchiando i cittadini, ma non possono fare niente, il soverchiante numero dei protestanti li caccia a calci nel sedere.

Davanti a la Quinta de Olivos, residenza dei Kirchner, 70.000 cittadini protestano pacificamente battendo padelle e pentole.
Cinque ore più tardi Alfredo de Angeli viene rilasciato, portato in spalla su un tetto di un furgone, e in lacrime, con un megafono, De Angeli, il «povero gringo del campo» come si autodefinisce, ringrazia l’Argentina per l’appoggio ricevuto.

Negli ultimi 100 giorni il consenso della presidenza ha perso più di 50 punti; la disarticolizzazione dell’agro (chiamato el campo) in favore delle grandi multinazionali, per la insaziabile sete di potere e denaro dei Kirchner, sta portando il Paese al bordo del collasso e dell’anarchia.
Si calcola che solo nella ultima settima la fuga di capitali all’estero ammonta a 1.000 milioni di dollari, molti piccoli agricoltori stanno vendendo ai grandi trust internazionali la loro terra,
le esportazioni di carne, grano e soia sono praticamente paralizzate e ciò favorisce Brasile e Uruguay che tutti i giorni guadagnano mercati strappandoli all’Argentina.

Il dato più grottesco è che molti piccoli produttori di grano, che hanno solo 100-150 ettari di terra, (qui è poca) con le tasse al 45% non ce la fanno a seminare e guadagnarci qualcosa; molti di costoro quest’anno non pianteranno grano e succederà che i grandi trust internazionali (parliamo dai 3.000 ettari al milione di ettari (vedi Benetton) semineranno ed esporteranno tutto perchè si guadagna di più, dunque è probabile che l’anno prossimo l’Argentina, il granaio del mondo, che ha un potenziale di coltivazione che potrebbe sfamare 300 milioni di persone, beh... probabilmente dovra importare grano.
 
Federico R. Bernasconi -
Buenos Aires


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