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Chi siamo
18 Febbraio 2008
La casa editrice EFFEDIEFFE «Evviva la rinascita della cultura cattolica!»: così conclude una mail di auguri un lettore di Trieste.
Nella breve frase è stato, sinteticamente, colto il senso dell’azione che stiamo sostenendo contro i nemici della nostra civiltà occidentale [che è cattolica, con rilevanti recuperi di cultura greca e romana].
Questo è l’obiettivo dell’Associazione EFFEDIEFFE.
Questo è l’obiettivo per il quale mi impegno dalla fine degli anni sessanta [per la precisione dall’ottobre 1968] quando all’Università Cattolica di Milano giravo con una valigetta di cuoio importunando gli amici per proporre loro libri che ritenevo potessero ostacolare la sovversione montante.
Oltre quarant’anni fa diffondevo in prevalenza quello che oggi definirei «pattume» e cioè testi di Evola, Guenon, testi pagani e scemenze di un inesistente neopaganesimo, testi di esoterismi vari, compresi quelli di «esoterismo cattolico» (un evidente ossimoro), testi buddisti, induisti, islamici, di tradizioni pellerossa, e via dicendo [che Dio mi perdoni se ho, involontariamente, per ignoranza, rovinato anime e quindi esistenze].
L’incontro con persone e la riflessione personale mi riportavano, all’inizio degli anni settanta, alla vera ed unica religione, quella della mia infanzia, la religione cattolica, e da allora, pur in modo dilettantesco, non professionale, negli spazi di tempi sottratti all’attività lavorativa, ho diffuso decine di migliaia di libri che, anche se sono una goccia nel mare dell’aggressione al cattolicesimo, forse hanno concorso a frenare, di qualche centimetro, la scristianizzazione e quindi la desertificazione e la disumanizzazione della società.
E’ una vocazione analoga a quella di don Bosco (che diffuse milioni di libri) e di Pio Brunone Lanteri, anche se il paragone è irriverente e su scala 1 (i miei modesti tentativi) a migliaia di miliardi (don Bosco e Lanteri).
I libri editi e proposti sono frutto di una selezione molto severa; si tratta di libri o letti personalmente, o suggeriti da persone di fiducia; qualcosa è di certo scappato; se individuato viene prontamente eliminato.
L’orientamento è cattolico, senza cedimenti o concessioni alle derive vaticanosecondiste [non dimentichiamo che si è trattato di un Concilio pastorale e non dogmatico]; nell’ampia parte che riguarda il XX secolo ci sono testi fascisti o nazisti, ma si tratta di testi di storia, non c’è niente di dottrinario.
Non perseguiamo un obiettivo economico, tentiamo di formare e di informare; non metteremmo in vendita libri, se dannosi per le anime, anche se si trattasse di best seller destinati a vendere milioni di copie.
Non troverete nella selezione testi di antroposofia o di ufologia, o florilegi del tipo «Liberi pensatori bruciati a Roma», «Anticatechismo», «Storia critica della Chiesa», «Via col vento in Vaticano», «Il pastore tedesco», «Il libro nero del cristianesimo. Duemila anni di crimini», «La Chiesa che mente», etc: questa è Disinformazione!
Negli anni sono invece stati proposti o pubblicati libri straordinari [merito di chi li ha scritti], che hanno formato numerosi cattolici controrivoluzionari; tra i quali per esempio «Iota unum» di Amerio, «La Sacra Bibbia» commentata da Ricciotti (ristampata da EFFEDIEFFE), «Spiegazione del catechismo di San Pio X» di Dragoni, «Fenomenogia dell’autodistruttore», «La grande eresia», «L’intelligenza in pericolo di morte», di De Corte (oggi ristampate da EFFEDIEFFE), «Cristianesimo vissuto», di Pollien, «L’anima di ogni apostolato», di Chautard, «Per una teologia della storia», di Calmel, «Come pregare sempre», di Plus, «L’eresia del XX secolo», di Madiran, «Il cavallo di Troia nella città di Dio» di von Hildebrand (ristampato da EFFEDIEFFE), «Nichitaroncalli», di Bellegrandi, «Trattato demonologia» di padre Calliari (ristampato da EFFEDIEFFE), «Il suicidio della rivoluzione», di Del Noce, «La controrivoluzione», di Molnar, «Pena di morte e Chiesa cattolica», di Zoffoli, «I protocolli dei savi anziani di Sion» [con buona pace per i fegati di Introvigne e di Sergio Romano], «La tecnocrazia», di Damenie, «Il montaggio», di Volkoff, «Lenin a Zurigo», di Soltgenitsin, «Gli ultimi in grigioverde» (4 volumi), di Pisanò, «I giorni dell’odio», di Giovannini [il libro identico a quello di Pansa, ma scritto 25 anni prima], «Vita di Cristo», di Ricciotti, «Per padre il diavolo» (ristampato da EFFEDIEFFE) e «Nel mare del nulla» di don Curzio Nitoglia, «La teologia di Giovanni Paolo II e lo spirito di Assisi» (4 volumi) di Dormann, l’«Opera omnia», di de Montfort (2 volumi), «L’educazione cristiana», di Delagneau e, per chi fosse interessato all’arte, «Perdita del centro», e «La rivoluzione nell’arte moderna», di Sedlmayr.
Giornali e riviste stanno lentamente morendo, soppiantati da internet; ogni investimento in quel settore è denaro sprecato (1); il libro, invece, durerà ancora qualche decennio, anche perché soddisfa tante altre esigenze quali la gestualità, la comodità, il prestigio, etc.
Niente forma meglio di un libro, anche per il radicamento e la durata del contenuto nel nostro animo (cinema e televisione condizionano superficialmente); la diffusione di libri è ancora pertanto importantissima; i giovani che non leggono sono cretini e privi di fantasia e di creatività in quanto l’abuso di immagini a cui sono sottoposti, soprattutto in una età che va dai 3 ai 15 anni [periodo in cui l’essere umano crea l’hardware, su cui poi farà girare i programmi (i software)] impedisce ogni sforzo di riflessione e di ricostruzione, con la fantasia, di quanto è stato letto [pensiamo in questo senso al beneficio prodotto sulle generazioni passate dai romanzi di avventura].
Tuttora il livello dello scontro è essenzialmente culturale – è la battaglia delle idee (2) – contro una elitè che certo dispone di mezzi economici illimitati, è collaudata da due millenni di complotti sotterranei che hanno inoculato nella cristianità idee perverse, che si sono trasformate in fatti perversi, beneficia di vastissime complicità fondate sull’ignoranza, sul condizionamento mentale, sulla paura, sull’ambizione, sull’ interesse e sull’avidità.
Osservando superficialmente, l’esito negativo sembrerebbe quindi per noi scontato, per la sproporzione delle forze in campo.
La nostra società è disperatamente ammalata sul piano morale, le famiglie rimangono unite ormai pochi anni, circolano milioni di donne che hanno ammazzato i loro figli, indifesi, con l’aborto, la follia satanica dell’omosessualità e della droga dilagano.
E’ un crollo di civiltà analogo a quello che si è verificato nell’America precolombiana prima dell’arrivo degli spagnoli, come intelligentemente mostra Mel Gibson nel suo film «Apocalypto now» (in più, rispetto a noi, lì venivano praticati sacrifici umani nell’ordine delle decine di migliaia di vittime all’anno); era molto difficile che una società siffatta trovasse la salvezza dall’interno, così come è difficile che la nostra società trovi all’interno la forza di risollevarsi.
Da noi, purtroppo, non compariranno all’orizzonte galeoni spagnoli a salvarci; dobbiamo tentare di salvarci con le nostre forze.
Attorno all’élite sopra descritta, una polarità magnetica, è avviluppata quasi tutta la società umana, in prevalenza quella occidentale, con un livello di coinvolgimento tanto più forte quanto più è la vicinanza al nucleo centrale; possiamo provare, con l’azione culturale, a iniziare a dipanare quel nucleo formando più persone possibile attraverso il ritorno ad una vera cultura cattolica antisovversiva.
Fabio de Fina (1949 - 2013)
1) E’ il motivo per il quale abbiamo chiuso la rivista Certamen; fatiche da ernia per vendere 1.000 copie a trimestre. Col giornale online abbiamo centinaia di migliaia di lettori al mese, in ogni parte del mondo (tra i vantaggi di internet c’è l’azzeramento del costo di distribuzione) che hanno a disposizione migliaia di articoli, tutti inediti. 2) Ploncard d’Assac sosteneva che quando la rivoluzione è in piazza è perché ha già vinto, sta raccogliendo i frutti di una seminagione culturale; l’esempio è l’esplosione della Rivoluzione Francese, preparata per quasi un secolo con migliaia di pubblicazioni e nei salotti.
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