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Il potere occulto dell’alta finanza sul mondo moderno
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L’Europa E I Rothschild Nella Grande Crisi Del 1830

Prologo

Nell’ultima puntata ci siamo fermati al luglio del 1830 e abbiamo visto come i Rothschild avessero scongiurato che la “nuova Rivoluzione francese/1830”, con cui Filippo d’Orléans (1830 – 1848) era salito al trono dopo lo spodestamento di Carlo X di Borbone (1824 – 1830), avesse potuto infiammare l’Europa intera, come era avvenuto circa trent’anni prima con Napoleone I.

Il 1830 non è un anno come tutti gli altri; infatti, a Parigi proprio in quell’anno, il 29 luglio, cadde Carlo X e la Madonna della Medaglia Miracolosa apparve a Rue du Bac a Santa Caterina Labouré appena 10 giorni prima, il 18 luglio.

Carlo X – il 27 luglio 1830 – aveva emanato delle “Ordinanze”, con le quali limitava la libertà di stampa e il diritto di voto; la Massoneria aizzò la folla contro il Re, che il 29 luglio dopo tre giornate di disordini andò in esilio. Cadeva, così definitivamente, la dinastia dei Borboni in Francia; tuttavia la Massoneria, ispirata dalla Banca, non volle passare repentinamente dalla Monarchia alla Repubblica per non suscitare una reazione soprattutto da parte dell’Austria; fu così che si scelse di passare a una forma di Monarchia temperata e liberale con Luigi Filippo d’Orléans al posto di Carlo X Borbone.

I diciotto anni di regno di Luigi Filippo furono un’epoca di grande sviluppo industriale per la Francia, durante la quale la borghesia, gli industriali, i grandi commercianti e soprattutto i banchieri realizzarono enormi guadagni e rimpiazzarono la nobiltà nella guida della Nazione.

Tuttavia, la politica moderatamente rivoluzionaria di Luigi Filippo iniziò pian piano a spostarsi verso il conservatorismo e ciò portò allo scoppio della “Rivoluzione del 1848”, che segnò la caduta anche della Monarchia liberale degli Orléans, rimpiazzata dalla “Seconda Repubblica”.

Inoltre, sùbito dopo la “Rivoluzione francese del luglio 1830” si assisté alla Rivoluzione belga – nell’agosto del medesimo anno – portata avanti dai cattolici/liberali belgi contro il Re protestante olandese Guglielmo I d’Orange; tramite questa rivolta il Belgio – sotto il Principe cattolico/liberale Leopoldo di Sassonia – riuscì a rendersi indipendente dall’Olanda, oramai soppiantata dall’Inghilterra nel dominio economico/politico dell’Europa.

Invece la terza rivoluzione europea del novembre 1830, organizzata dalla Polonia contro la Russia, fu repressa duramente e cruentemente.

Vedremo poi come vi saranno dei piccoli strascichi rivoluzionari in Italia e particolarmente nel Ducato di Modena e in Emilia Romagna nel 1831, sedati dall’Austria ma senza eccessivo spiegamento di forze di modo da non suscitare le reazioni della Francia.

Carlo X, che era l’ultimo dei fratelli di Luigi XVI, secondo monsignor Henri Delassus (Il problema dell’ora presente, Roma, Desclée, 1907, vol. I, p. 147–161) fu l’ultimo re tradizionale e cristiano che ebbe la Francia e che la Massoneria volle far cadere per dare inizio all’ultimo grande assalto contro la Cristianità.

Ora, a quest’offensiva della Rivoluzione massonica e anticristiana il Cielo rispose con l’apparizione della Madonna in Rue du Bac il 18 luglio del 1830.

Si può dire che se la caduta di Carlo X segna l’inizio della “Rivoluzione conservatrice”, la quale pian piano porterà al 1848 e quindi all’autunno del 2019, passando per la Prima (1914/1918) e Seconda Guerra Mondiale (1939/1945); l’apparizione della Madonna a Rue du Bac inizia la serie della grandi apparizioni mariane (1846 La Salette, 1858 Lourdes, 1917 Fatima), che sono state inquadrate nel 1917 da padre Kolbe nell’ottica della guerra tra la Chiesa e la contro/chiesa o “Sinagoga di Satana” (Apoc., II, 9), letta alla luce della lotta tra la “Donna” e il “Serpente” (Gen., III, 15), il “Drago rosso”, la “Bestia del mare e della terra” e il “falso profeta” (Apoc., XII e XIII).

La Massoneria, conservatrice della Restaurazione, proprio nel luglio del 1830 iniziò, in maniera abbastanza moderata, la lotta distruttrice delle ultime vestigia dell’ordine sociale cristiano che restavano in Europa e che oggi (2021) stanno per essere totalmente abbattute.

Non si può non notare come questa “Rivoluzione conservatrice” abbia avuto quali attori principali oltre che al Metternich coadiuvato dal Gentz, ispirato dottrinalmente da Edmund Burke, i fratelli Rothschild, i quali pur detestando la Cristianità, amavano maggiormente il loro portafoglio che sarebbe stato più gonfio con un Monarca illuminato e illuminista (Luigi Filippo) coadiuvato dal Metternich piuttosto che con un nuovo generale repubblicano, il quale avrebbe messo a ferro e a fuoco l’Europa e avrebbe rischiato di far sgonfiare le loro quotazioni in Borsa. Quindi, la Banca Rothschild si adoperò a favorire il “Re illuminato” e a sfavorire la “Rivoluzione radicale” e repubblicana, la quale se avesse corso troppo forte avrebbe rischiato di far saltare l’equilibrio economico/politico che si era stabilito allora in Europa tra le varie Corone e la Banca.

La Monarchia di Luigi Filippo d’Orléans, il figlio di Filippo Egalité che aveva fatto ghigliottinare suo cugino il Re Luigi XVI nel 1793, era sui generis; infatti, non era più una Monarchia tradizionale, poiché riteneva aver ricevuto l’Autorità non da Dio ma dal popolo. Era, insomma, una Monarchia imborghesita, liberale, moderatamente rivoluzionaria e serviva a salvare “capra e cavoli”, ossia la stabilità economico politica raggiunta – dopo il ciclone napoleonico – con la Restaurazione del 1815/1830, la quale non andava perturbata né con una Monarchia tradizionale come quella di Carlo X, ma neppure con una “seconda repubblica” di stampo neo/napoleonico. A questo lavorarono, in duplice intesa, i cinque fratelli Rothschild e il duetto Metternich/Gentz.

Quella dei Rothschild e di Gentz/Metternich fu una falsa restaurazione; invece il piano dato all’Europa cristiana dalla Madonna della Medaglia Miracolosa fu il programma della vera restaurazione.

Tuttavia, la pace in Europa dipendeva – allora – più che da Luigi Filippo di Francia, soprattutto dall’Austria del Principe Metternich; perciò, se i Rothschild fossero riusciti – dopo aver calmato lo spirito rivoluzionario della Francia – anche a temperare la foga restauratrice del Principe viennese, evitando pericolose avventure austriache in Belgio o in Italia, si sarebbe potuto pensare, con vera tranquillità, alla fine reale della nuova era rivoluzionaria e a guardare con fiducia alla nuova “restaurazione” della pace economico/politica del Vecchio Continente, sotto l’egida politica metternichiana, che tuttavia era diretta da “dietro le quinte” dalla Banca Rothschild.

In questa puntata vedremo come grazie alle industrie (non puramente filantropiche) dei Rothschild, l’Europa avesse evitato (almeno sino al 1848) una nuova “guerra civile europea” (che poi scoppierà fragorosamente nel 1914 e quindi – dopo una breve pausa – riprenderà nel 1939 per arrivare – con la guerra batteriologica “covid/19” – alla nostra tristissima epoca: settembre 2021) e avesse mantenuto la tranquillità politica e soprattutto quella bancaria, sempre cara alla Casa di Francoforte, che anche dal 1800 sino al 1830 si è servita di tutti i politici “da destra a sinistra”, sia di Napoleone I che di Wellington, di Carlo X e di Luigi Filippo come pure del Metternich/Gentz.

Il Belgio

Il 25 agosto del 1830 la Rivoluzione francese del luglio 1830 si spostò sino al Belgio che si staccò dai Paesi Bassi, ripudiando la dinastia degli Orange.

L’Olanda invase il Belgio il 2 agosto 1831, il Re del Belgio chiese aiuto a Francia e Inghilterra; le truppe francesi entrarono in Belgio, ma ben presto i Rothschild tramite il banchiere e Primo Ministro francese Casimir Pierre Périer, loro amico, ottennero che la Francia abbandonasse il Belgio e la pace tornasse in Europa.

Naturalmente la preoccupazione per i destini economico/politici di tutta l’Europa serpeggiava in tutte le Corti specialmente in quella austriaca e russa, che non escludevano neppure di andare sino a quella che era ritenuta essere radice del problema, ossia la Francia che nel luglio aveva cambiato Dinastia scatenando una “mezza rivoluzione” liberal/monarchica.

I Rothschild (come abbiamo visto la scorsa puntata) avevano lavorato molto per impedire ogni tipo di guerra interna all’Europa, che avrebbe destabilizzato i conti della loro Banca; tuttavia restava un “pregiudizio” sfavorevole nei confronti della Francia di Luigi Filippo, quale “vero focolaio di tutti i fenomeni minacciosi” di quei mesi (Egone Conte Corti, La famiglia dei Rothschild, Milano, Arnoldo Mondadori, 1938; II ed., Proceno di Viterbo, Effedieffe, 2021, p. 257).

L’Austria

Salomone Rothschild, che risiedeva a Vienna e aveva lavorato a stretto contatto di gomito con James a Parigi per sventare che la rivoluzione di luglio degenerasse, fu incaricato dagli altri quattro fratelli Rothschild di parlare e convincere Metternich a non attaccar battaglia in Europa.

Salomone che era un grande amico di Friedrich von Gentz (1764  – 1832), un uomo politico prussiano assai vicino al Metternich, che inizialmente aveva sostenuto la Rivoluzione francese ma ne divenne in séguito acerrimo nemico sulle orme di Edmund Burke[1] di cui nel 1793 tradusse in tedesco le Riflessioni sulla Rivoluzione in Francia del 1790; si avvicinò, quindi, all’Inghilterra e abbandonò la natia Prussia. A partire dal 1802 Gentz, si trasferì in Austria e nel 1812 divenne il segretario particolare del Principe Metternich, ma alcuni storici ritengono che fu qualcosa di più che un semplice segretario; egli sarebbe stato addirittura l’ispiratore dottrinale della politica metternichiana. Tuttavia, egli difese la causa delle rivoluzioni (1830/1831) dei Belgi contro l’Olanda e di Polonia contro lo Zar.

I fratelli Nathan di Londra e James di Parigi scrivevano continuamente a Salomone di Vienna di non stancarsi mai d’insistere sul Metternich affinché non muovesse guerra a nessuno dei Prìncipi europei, altrimenti i loro titoli in borsa avrebbero perso il 30% del loro valore (Egone Conte Corti, cit., p. 257).

La Francia

Fu così che “il Metternich, scavalcando il proprio ambasciatore a Parigi, fa dei Rothschild i propri intermediari presso il Governo francese. Questo rapporto privilegiato offre ai Rothschild il vantaggio inestimabile di venire a conoscenza prima d’ogni altro delle decisioni più importanti dell’Impero austriaco” (Egone, p. 260).

Russia e Olanda

Quando verso la fine del novembre 1830 la Polonia si ribellò alla Russia, il pericolo che la Francia venisse attaccata dall’Austria (perché ritenuta responsabile di queste rivoluzioni) aumentò notevolmente e con questo pericolo si raddoppiò l’attività febbrile dei Rothschild per impedire che la guerra europea rovinasse le loro finanze. Mentre a Francoforte Amschel cercava di parare il colpo di una futura perdita in borsa in caso di conflitto bellico, Nathan da Londra, James da Parigi e Salomone da Vienna facevano tutto il possibile per aiutare Metternich a non entrare in guerra.

I fratelli Rothschild dovranno indurre Austria e Francia a mantenere la pace, anche se a Parigi regnava oramai un Re “repubblicano”.

L’ostacolo più duro da sormontare non fu il Metternich ma lo Zar che non voleva saperne di riconoscere Luigi Filippo come nuovo Re dei Francesi.

1831: la crisi è superata

La crisi del 1830 venne infine superata, per altri 18 anni l’Europa vivrà in pace e i Rothschild potranno fare affari tranquillamente; dopo il Quarantotto si vedrà come continuare a farli anche in un ambiente più radicalmente rivoluzionario al quale i cinque fratelli sapranno adattarsi benissimo ...

Tuttavia, nel 1831 in Italia vi furono le insurrezioni di Modena e Bologna a turbare i sonni dei Rothschild, poiché il Metternich, il “gendarme d’Europa”, avrebbe potuto reprimere troppo duramente queste rivolte e il pericolo di un allargamento del conflitto a tutto il Vecchio Continente tornava a riaffacciarsi anche se meno prepotentemente.

In effetti Metternich, nonostante i consigli dei Rothschild, scese con le sue truppe in Italia. Immediatamente anche la Francia si armò per contrastare la discesa austriaca.

Tuttavia, la reazione francese alla discesa austriaca in Italia non andò oltre l’indignazione. Nell’aprile del 1831 Metternich iniziò a ritirare le sue truppe dall’Italia.

Però si era aperto il fronte russo/polacco. Infatti, la resistenza della Polonia alla Russia fu molto più forte del previsto e allora lo Zar chiese all’Austria e alla Prussia d’intervenire assieme a lui per debellare la Polonia. Metternich era fortemente tentato di intervenire a fianco dello Zar, ma i consigli dei Rothschild lo tennero lontano da un’impresa bellica alla quale la Francia difficilmente avrebbe potuto sottrarsi di reagire.

“La grande guerra europea rimane evitata. Il maggior pericolo è così schivato per la Casa Rothschild. Liberatisi dai lori impegni in Prussia, in possesso di gran copia di valori in rialzo a Parigi e a Vienna, rassicurati – almeno per l’immediato – circa le sorti politiche dell’Europa, i fratelli Rothschild si accingono a riprendere lucrosi affari finanziari, come ultimamente non avevano più osato fare a causa della situazione politica malcerta. Nella campagna svolta dopo la rivoluzione di luglio, James di Parigi è quello, dei cinque fratelli, che più si è distinto, persino più di Nathan di Londra: sembrava che James avesse il dono dell’ubiquità. Dappertutto egli predicava la pace e la calma. L’intera Casa Rothschild ha verso di lui un vero debito di riconoscenza e un obbligo di gratitudine” (Egone, cit., p. 280).

All’inizio del 1832 la crisi della Casa e dell’Europa, iniziata con il giugno del 1829, è superata.

Inoltre anche in Francia, oramai, il Primo Ministro informa spesso James Rothschild, prima d’ogni altro, circa i provvedimenti più importanti del suo governo e ciò consente alla loro Banca di fare affari molto lucrosi in quei frangenti.

Dopo questo periodo burrascoso “il credito bancario della Casa Rothschild non ha patito se non un pregiudizio momentaneo e la reputazione di saldezza e di potenza finanziaria della Casa, anche nelle circostanze più ardue, si riafferma in tutta l’Europa” (Egone, p. 281).

Il séguito alla prossima puntata.

d. Curzio Nitoglia
FINE DELLA DODICESIMA PARTE
CONTINUA



[1] Edmund Burke (1729 – 1797) nel 1769 fu iniziato nella Massoneria londinese, nella Loggia Jerusalem n. 44 (cfr. Sito ufficiale della Grand Lodge of British Columbia).


 
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