>> Login Sostenitori :              | 
header-1

RSS 2.0


> Lunedì 19 Gennaio 2009
Press TV
Caro Direttore,

in relazione alla segnalazione del canale Press Tv fatta fa un lettore e pubblicata tra le lettere del sito il 18/01, le segnalo il link per vedere il canale in streaming, totalmente gratis: http://www.coolstreaming.us/channel/6506/Press_tv__.html

Grazie per il lavoro che fa ogni giorno, anche se non la conosco di persona, la sento molto vicina.

Stefano


 
> Lunedì 19 Gennaio 2009
Vogliono essere padroni delle anime
Leggi tutto...
 
> Lunedì 19 Gennaio 2009
Gaza è un campo di prigionia pensato e voluto dai Paesi arabi
60 anni fa, 22 Paesi arabi si accordarono per creare un campo di prigionia chiamato Striscia di Gaza. Ancora oggi, gli arabi proclamano la loro devozione verso il popolo palestinese ma sembrano più interessati a sacrificarlo.

“Le condizioni di Gaza dopo 40 anni” è uno dei titoli apparsi sulla BBC la settimana scorsa. Parlando della Striscia, una settimana passa raramente senza una lamentela politica o organizzativa sulla situazione umanitaria. Ma non sento nessuno che ne descriva la causa d’origine: 60 anni di politica araba hanno contribuito a mantenere i palestinesi in una condizione di rifugiati senza patria allo scopo di fare pressioni su Israele.

Ho vissuto a Gaza da bambina negli anni Cinquanta quando l’Egitto conduceva delle operazioni di guerriglia contro Israele partendo proprio dalla Striscia che allora era sotto il controllo del Cairo. Mio padre ha comandato alcune di queste operazioni, compiute dai fedayeen (che significa “auto-sacrificio”). Era la linea del fronte del Jihad arabo contro Israele. Mio padre fu ucciso da Israele in un assassinio mirato nel 1956.

Oggi la Striscia di Gaza, sotto il controllo di Hamas, è diventata un campo di prigionia per un milione e mezzo di palestinesi e continua a servire come piattaforma di lancio per gli attacchi contro gli israeliani. Questa è l’eredità della politica del mondo arabo per i rifugiati palestinesi iniziata 60 anni fa, quando la Lega Araba realizzò delle leggi speciali per i palestinesi a cui tutti i paesi arabi dovettero attenersi.

Anche se un palestinese sposasse un cittadino di un paese arabo, quel palestinese non potrebbe acquisire la cittadinanza del suo o della sua consorte. Un palestinese può nascere, vivere e morire in uno stato arabo e non ottenere mai la cittadinanza. Anche ora ricevo e-mail da palestinesi che mi raccontano di non riuscire ad avere un passaporto siriano, per esempio, e devono rimanere palestinesi anche se non hanno mai messo piede nella West Bank o a Gaza. La loro identità forzata è stata pensata apposta per eternare lo status di rifugiato. I palestinesi sono stati manovrati e sfruttati dalle nazioni arabe, e dai terroristi palestinesi, con l’obiettivo di distruggere Israele.

Quei 22 stati arabi certamente non hanno scarsità di terra. Molte zone nelle vicinanze, come il Sinai, la Giordania, l’Arabia Saudita, hanno un basso tasso di densità di popolazione. Ma assorbendo i palestinesi cesserebbe il loro status di rifugiati e il desiderio di nuocere a Israele. La ricchezza degli arabi, che sta incrementando drasticamente per via del prezzo del greggio che sale alle stelle, non è mai stata usata per migliorare la vita, le infrastrutture, e l’economia della popolazione della West Bank e di Gaza. Invece è servita a finanziare i gruppi terroristici che rifiutano l’esistenza di Israele e si oppongono alla pace.

La gente comune di Gaza ha migliori opportunità di impiego se si unisce ad Hamas. La breccia aperta a gennaio nel posto di controllo tra Egitto e Gaza, orchestrata da Hamas, è il risultato di queste politiche per i rifugiati palestinesi. Il checkpoint sul fronte arabo di Gaza non poteva contenere dei reclusi. Il piano arabo per sovrappopolare Gaza, dunque, è esploso nella direzione sbagliata. Dopo questa esplosione, Suleiman Awwad, uno dei portavoce dell’amministrazione egiziana, ha detto: “l’Egitto è uno stato rispettabile, i suoi confini non possono essere danneggiati e non possiamo tollerare che vengano scagliate delle pietre contro i nostri soldati”. In altre parole l’Egitto non è come Israele, uno stato a cui si può mancare di rispetto. Gli abitanti di Gaza non devono indirizzare la violenza contro l’Egitto ma solo verso Israele. Questo è il giudizio comune nel mondo arabo.

Il mese scorso Hamas ha minacciato di condurre 40. 000 palestinesi, principalmente donne e bambini, al confine tra Gaza ed Israele per protestare contro le restrizioni imposte dallo stato ebraico alla Striscia. Alcuni leader di Hamas hanno fatto balenare l’ipotesi che avrebbero spinto i manifestanti verso i valichi, dimostrando ancora una volta che i terroristi palestinesi non hanno alcuno scrupolo nel mettere in pericolo le vite di persone innocenti – israeliane o palestinesi. Fortunatamente solo 5. 000 persone si sono fatte vive.

Ma Hamas ha avuto successo nell’uccisione di un israeliano due giorno dopo: un uomo di 47 anni, padre di quattro figli, è morto durante un attacco di razzi provenienti da Gaza mentre stava guidando la sua auto, in prossimità del Sapir College, vicino a Sderot. Due settimane prima, due fratelli israeliani, Osher e Rami Twito, di 8 e 19 anni, sono stati seriamente feriti da un razzo mentre compravano il regalo di compleanno al padre. La gamba sinistra di Osher deve essere amputata.

Israele si è ritirato da Gaza nell’agosto del 2005. Tra maggio e giugno del 2007, Hamas ha ingaggiato una guerra contro i suoi fratelli palestinesi di Fatah per ottenere il controllo della Striscia. Il movimento islamico ha intensificato gli attacchi missilistici contro le città israeliane, obbligando Israele a prendere misure economiche e militari contro Gaza. Hamas è diventato un pericolo non solo per Israele, ma anche per i palestinesi e i paesi arabi vicini. Tuttavia, il mondo arabo ancora si rifiuta di riconoscere quali sono le sue responsabilità nella creazione di questo mostro. E’ difficile trovare situazioni del genere nella Storia umana: la creazione internazionale dello status di rifugiato per un milione e mezzo di persone che dura da 60 anni. Come dire, il mondo arabo si è dato la zappa sui piedi.

Il mondo ha bisogno di capire che questa pericolosa confusione è iniziata quando i 22 paesi arabi si accordarono per creare un campo di prigionia chiamato Striscia di Gaza. Gli arabi proclamano il loro amore verso il popolo palestinese ma sembrano più interessati a sacrificarlo. E’ tempo per il mondo arabo di aprire i suoi confini e integrare gli arabi della West Bank e di Gaza che desiderano vivere altrove. E’ tempo per il mondo arabo di aiutare sinceramente i palestinesi, non di usarli in modo strumentale.

Nonie Darwish è cresciuta tra il Cairo e Gaza City. Ha pubblicato “Now They Call Me Infidel: Why I Renounced Jihad for America, Israel, and the War on Terror”.

di Nonie Darwish
Tratto da L'Occidentale il 13 gennaio 2009

Traduzione di Kawkab Tawfik
Tratto da “The Jerusalem Post”



Incredibile...

Maurizio Blondet



 
> Domenica 18 Gennaio 2009
Un consiglio importante
Gentile Direttore,

la seguo con costanza da molto tempo e apprezzo molto la sua chiarezza e competenza con cui informa noi lettori, tutti i giorni, sulla vergognosa manipolazione delle TV, giornali, ecc., da parte dei banchieri massoni che hanno in mano il reale potere nel mondo.
Come padre di famiglia (da poco ci è nato il terzo genito...) che fa un lavoro non statale, sottoposto ad una continua svalutazione e vessazione da parte della politica e del fisco, (faccio l'ingegnere edile libero professionista) le chiedo un consiglio  molto importante relativo a ciò che ci aspetterà nel 2009-2010.

In molti suoi articoli consigliava più o meno esplicitamente a:

1) Iniziare a fare scorte di cibo e generi di prima necessità;
2) Cercare, per quanto possibile di investire in oro con consegna fisica;
3) Cercare, per quanto possibile, di indebitarsi il meno possibile (ed a tasso fisso) con le banche;
4) Pregare, pregare, pregare!!
 
Vorrei che, con la chiarezza che contraddistingue i suoi articoli,  facesse per i suoi lettori un "vademecun di sopravvivenza" per i prossimi anni, sottolineando gli scenari esageratamente catastrofistici che vanno molto di moda in questi ultimi tempi, da quelli, seppur di colore neri carbone, più verosimili.
Mi rendo conto di chiederle molto...

Attendo con fiducia
 
Grazie
 
Giancarlo Dalla Libera



No, non è facile quello che mi chiede.

Maurizio Blondet




 
> Domenica 18 Gennaio 2009
C'è Memoria e memoria....
Egregio Direttore,

Gli schiavi, almeno nel mondo occidentale, non esistono più da tempo. Questi però sono stati sostituiti dai “servi”, persone senza catene e che non prendono frustate, ma sono al servizio di qualcuno che dice loro come comportarsi, cosa fare e cosa non fare. Il che è ancora peggio.
Uno schiavo non aveva più nulla da perdere e poteva ribellarsi rischiando la vita e, spesso, la morte era un sollievo in confronto alla schiavitù.
Il servo invece è subdolo, pronto a chinare il capo, a tradire, a prostituirsi pur di compiacere il padrone, ottenendo in cambio l’elemosina di qualche piccola mancia, qualche piccolo privilegio.
E’ ciò che sostanzialmente sta accadendo nella questione israelo-palestinese. E’ incredibile e vomitevole il modo in cui i servi, cioè i governi occidentali, le loro classi politiche (poco importa se di destra o di sinistra) e i loro media, si facciano in quattro per sostenere il loro padrone, cioè lo stato più razzista e genocida oggi presente sul pianeta: Israele e, con lui, il sionismo internazionale sostenuto dal principale stato-canaglia: gli Stati Uniti.
Esponenti del mondo politico e intellettuale (si fa per dire!), in un delirio che li accomuna, sostengono che Israele ha il diritto di esistere. Ma c’è da chiedersi: un paese la cui esistenza è stata basata sulla sistematica eliminazione e pulizia etnica di un altro popolo, può arrogarsi il diritto di pretendere di esistere quando lo ha negato e lo sta negando ad un’altra nazione?
Ci sono, nel panorama politico e non, voci ed eccezioni che si levano in difesa dei palestinesi, ma sono dei distinguo di scarsa importanza perché non provengono da quel mondo “che conta” e influente.
L’asse americano-sionista ha fosforizzato i bambini tedeschi di Dresda, Amburgo e altre città tedesche nell’ultimo conflitto mondiale, ha atomizzato i bambini giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, ha trattato con defolianti chimici i bambini vietnamiti, all’uranio impoverito quelli irakeni e sta facendo “evaporare” i bambini di Gaza con nuove tecniche infernali.
Cosa si inventeranno i vari governi-fantoccio, in carica oggi in tutta Europa, quando tra pochi giorni chiederanno, a noi cittadini ingenui e creduloni, di cospargerci il capo di cenere in segno di colpa perenne, per la commemorazione dell’olocausto il 27 Gennaio propinandoci alla televisione e sui giornali le solite testimonianze di “sopravissuti” e “miracolati” ?
Cosa risponderanno quando gli si chiederà come mai un popolo che sostiene di aver subito un olocausto lo sta facendo subire ad un altro popolo ?
Ma il servo è pronto e preparato, è stato istruito a dovere ed una risposta drammaticamente vergognosa verrà sicuramente data, così potrà rosicchiare con bramosia l’osso che il padrone gli ha meritatamente gettato sotto il tavolo.
Probabilmente il 27 Gennaio 2009 sarà commemorato sotto tono, senza troppi strombazzamenti per non creare polemiche. Ciò lo si nota dal fatto che, negli anni precedenti, il  minaccioso rullo di tamburi cominciava addirittura agli inizi di Gennaio, mentre ora, stranamente, tarda ad arrivare.
In proposito, tuttavia, non si segnalano lamentele o proteste.

Saluti

Gian Franco Spotti
Soragna (Parma)


Ci ordinano la “memoria” di 70 anni fa, e di dimenticare l’oggi.

Maurizio Blondet




 
<< Inizio < Prec. 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 Succ. > Fine >>

Pagina 393 di 425

Libreria Ritorno al Reale

EFFEDIEFFESHOP.com
La libreria on-line di EFFEDIEFFE: una selezione di oltre 1300 testi, molti introvabili, in linea con lo spirito editoriale che ci contraddistingue.

Servizi online EFFEDIEFFE.com

Archivio EFFEDIEFFE : Cerca nell'archivio
EFFEDIEFFE tutti i nostri articoli dal
2004 in poi.

Lettere alla redazione : Scrivi a
EFFEDIEFFE.com

Iscriviti alla Newsletter : Resta
aggiornato con gli eventi e le novita'
editorali EFFEDIEFFE

Chi Siamo : Per conoscere la nostra missione, la fede e gli ideali che animano il nostro lavoro.



Redazione : Conoscete tutti i collaboratori EFFEDIEFFE.com

Contatta EFFEDIEFFE : Come
raggiungerci e come contattarci
per telefono e email.

RSS : Rimani aggiornato con i nostri Web feeds

effedieffe Il sito www.effedieffe.com.non è un "prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata", come richiede la legge numero 62 del 7 marzo 2001. Gli aggiornamenti vengono effettuati senza alcuna scadenza fissa e/o periodicità