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> Lunedì 05 Gennaio 2009
Ecco che fare (ricetta per il post-2008)
Allo stimatissimo direttore,

torno a scrivere, rispondendo o meglio, tentando di rispondere, ad una domanda che egli stesso
lascia senza risposta (o quasi). Mi riferisco al suo mirabile articolo sul premio Darwin del primo di gennaio di questo anno 2009, che già dal mattino mostra il suo sinistro "buongiorno".
La domanda è: "che fare allora?"
Eppure, anche se embrionalmente, la risposta è proprio dentro il suo limpido, lucido e profondo articolo: "Insegnare ad andare controcorrente"(costruire minoranze selezionate sempre più ampie e sempre più organizzate ???).
E spiego questa formula apparentemente qualunquista: Lei stesso stimato Direttore dice: "andare controcorrente è faticoso" ... "è da minoranze selezionate"... vero, anzi verissimo, la ragione di ciò è che nessuno viene "educato" ad andare controcorrente. La ragione è che andare controcorrente è l'opposto del fine che si prefigge appunto l'educazione istituzionalizzata.
Eppure sarebbe la salvezza, lei stesso implicitamente lo riconosce.
Ecco quindi che bisogna interrogarci sul perchè andare controcorrente salva, mentre "seguire la corrente psichica dominate" arriva ad uccidere.
Ebbene questo avviene, perchè la società in cui disgraziatamente viviamoè divenuta una società che difende e perpetua sè stessa, a scapito di chi la compone. Non è la partecipazione degli individui alla socialità e al mutuo soccorso che costruiscono "questa" società, ma è la società che s'è strutturata per sopravvivere al riparo da ogni messa in discussione, ovviamente a maggior scapito del suo elemento destabilizzante primario: l'individuo.
L'Italia "italiota" è ai primi posti in questa classifica.
Ecco quindi che viviamo in una società che è un formicaio e che coi presupposti del formicaio agisce e si orienta. E' il formicaio che deve vivere, esistere, produrre, a prescindere, mentre la perdita di una singola formichina operaia o di un gruppetto di giovani formichette soldato, non conta nulla, non compromette in nulla l'efficace funzionamento del tutto, anzi ne diviene fondamento. E quindi (spesso) la gioventù non serve, perchè non serve il progresso o l'aggiornamento,
nè la minima revisione, di un sistema che non corre rischio alcuno se non quello della ribellione dei singoli formichini.
Si preferisce quindi lo sciamare, magari verso l'estero, (dove funziona tutto più o meno allo stesso modo) o verso la morte di inutili giovani generazioni purchè nulla nell'organizzazione di casta che fa vivere il formicaio come organismo possa cambiare mettendone in pericolo la stabilità. Quello che voglio dire con la metafora del formicaio, è che la società in cui viviamo da individui o da micro-nuclei sociali (famiglia, gruppo, condominio) è nostra nemica. Essa ci sopporta e ci tollera solo nell'ottica della nostra funzione di operose formiche obbedienti agli ordini "dell'istinto socializzato", ma diviene epurativa ed insensibile e persino letale, verso il singolo senziente e che magari pur soffrendo, pretende d'andare controcorrente (lo stesso soffrire o essere indigenti è andare controcorrente).
Ecco che la morte di giovani decerebrati, sedati da alcool, droghe, suoni assordanti, erogati in megastrutture apposite, dove anche gli altri sedativi vengono somministrati, non è un abominio di questa società, ma una emanzione automatica finalizzata allo scopo ultimo della società stessa. L'omologazione e quindi l'instupidimento  e la sedazione di massa, sono una necessità, per la nostra società mercatizzata, in cui l'uomo viene ricondotto a consumatore, elettore, o ascoltatore televisivo, ma mai uomo, donna, giovane, bimbo, vita nascente, malato tanto uomo e vivo quanto incurabile....
Non sono solo i guru del becero progressismo televisivo da rotocalco a sdoganare questa tendenza, perchè assieme alla littizzetto e agli strali contro-fondamentalisti delle guzzanti o dei fazio, chi dice quello che lei direttore scrive, riceve le irrisioni e le censure anche dei noti "liberisti" di destra, dei vati della libertà intesa come liberismo di mercato applicato vieppiù all'etica e alla morale; perchè tutto è mercato, anche la morgue di civitavecchia. Provi Lei a proporre oltre che al progressismo chic o al radicalismo parvenù, la chiusura delle discoteche ai sotenitori di forza italia, o ai ministri, vedrà che levata di scudi; abbiamo gente come fini che la sua velina di seconda mano l'ha raccattata proprio in quegli ambienti,
sostituendo rapidamente moglie e figliolanza, abbiamo gente come il presidente del consiglio che passa più tempo in discoteche e notti bianche che coi nipotini; costui ha costruito le sue fortune su veline di chiappa soda assai più che su valori familiari o culturali, e assai probabilmente legge più spesso il foglio illustrativo di farmaci viagratici che favole classiche ai nipotini. La destrutturazione imposta dal "pensiero dominante che non si mette in discussione", nasce come Lei riconosce, primariamente  dai modelli imposti mediaticamente, l'efficacia quindi dell'esempio di "ministri velina" o di squallidi personaggi in isola che diventano prima parlamentari e poi vedette, magari con disturbo di genere, e con la cultura di chi ascrive la caduta del muro di berlino al 1985, ma con grasso portafogli e con ampia affermazione sociale, è devastante ed inequivocabile: la società in cui viviamo non ci vuole uomini (ovvero individui) ci vuole formiche (ovvero dementi in grado di lavorare e produrre a comando).
Se quindi si vuole salvare l'umanità, intesa come possibilità d'essere uomini e non bestie da soma e macello, bisogna rendersi conto che questa società, non ci ama, non ci aiuta, non ci protegge, bensì ci odia e perseguita in percentuale proprozionale al nostro voler essere uomini ovvero individui, perchè esserlo è controcorrente.
In tal senso quindi l'unica nostra salvezza individuale, come pure familistica o di micro-gruppo sociale è appunto la ottimizzazione del pensiero critico, la "messa a regime" dell'andare controcorrente.
Dobbiamo iniziare ad educare i nostri figli, non a socializzare negli asili o a scuola, ma a fare l'opposto, essi debbono imparare a diffidare, a mettere in discussione quello che viene loro impartito.
La maestra non ha sempre ragione, anzi forse non ha mai (o quasi) ragione, possibilmente poi bisogna educarli a passare inosservati, a far finta d'essere omologhi senza esserlo, per fare sì che la società non s'accanisca contro i suoi indifesi figli infedeli. E' necessario costituire una diffidenza verso ogni istituzione, ogni meccanismo di legittimazione del potere omologante, costruendo nuovi giovani, magari senza grandi sogni, ma con ferrei ideali, magari umili, ma non pavidi, magari poco infantili e già disincantati, ma non in pericolo di vita, magari poco entusiasti, ma forti e saldi nella loro individualità.
Si chiede che fare??? Questo va fatto se vogliamo salvare il nostro futuro, i nostri giovani figli, la nostra tradizione ed il nostro diritto naturale ad essere ciò che siamo, ovvero uomini e non formiche.
Ai nostri figli non diamo telefonini, anzi mandiamoli in giro senza; senza telefonini su cui fare affidamento se in difficoltà, senza denaro con cui comprare pizzette o lassi indumenti (o droghe), ma forti del loro  bisogno di responsabilità, derivante non dalla incondizionata libertà misconosciuta, ma dalla paura che deriva da una libertà a cui sanno (dobbiamo insegnarlo) di non essere preparati. Ai figli bisogna insegnare quanto sia pericoloso essere lasciati liberi, perchè il vero pericolo non sono le strade viscide e l'alta velocità di veicoli condotti da scemi, il vero pericolo è la società che questi scemi alleva e conduce ad agevoli e "liberi" pascoli, per poi a volte magari immolarli sull'altare sacrificale dei meccanismi di sopravvivenza del formicaio mercatizzato di stampo liberal-liberista-progressita-political-correct.
I fondamentalismi tanto invisi alla corrente psichica dominate, sono l'unica vera salvezza, solo la fede ed un ordine di valori solidi e quindi "fondanti" (e quindi inesorabilmente intolleranti e controcorrente) possono salvare la vita agli individui sottraendo
statisticamente cadaveri alla massa  tanto abilmente decerebrata, decurtando la conta degli incanalati e socializzati, spostandoli verso i controcorrente magari tanto antisociali (verso questa indegna società), quanto individualmente maturi, senzienti (e inesorabilmente anche precauzionalmente mimetizzati).
So che come spesso mi capita scrivo cose "sovversive", ma non recedo nè temo, anzi confermo.
Come confermo stima alla redazione e al suo prezioso lavoro.

Saluti e Sante (restanti) Festività Natalizie.
 
annylus 
  
 
(PS: mi si scusi la "buttata giù" di impulso, ho scritto di getto.)



 
> Sabato 03 Gennaio 2009
Non tutti sono tacitamente supini a Israele
Dal blog di Sibilla , mi segnalano gentilmente questa notizia, utile a far riflettere sul fatto che i parlamentari italiani, senza alcuna eccezione, hanno assunto sul massacro in atto a Gaza una gamma di posizioni che va dalla totale indifferenza all'equidistanza e, in molti casi, all'entusiastica approvazione dell'operato dei criminali israeliani.

Altrove, c'è chi ha deciso di protestare contro l'occupazione israeliana e i crimini di guerra di Tsahal, con gesti puramente simbolici ma pur sempre significativi.

L'ambasciata israeliana ha mandato a Theodoros Pangalos, deputato (socialista, n.d.r.) del Parlamento greco, tre bottiglie di vino come regalo per le festività, con gli auguri dell'ambasciatore Ali Giachia.

Theodoros Pangalos ha restituito questo regalo ed ha ringraziato l'ambasciatore con la seguente lettera:


Caro Signor ambasciatore,

grazie per le 3 bottiglie di vino che mi avete trasmesso come auguri di Natale.
Auguro a voi, alla vostra famiglia e ad ognuno nell'Ambasciata un felice anno nuovo. Buona salute e progresso per voi tutti.

Sfortunatamente ho notato che il vino che mi avete mandato è stato prodotto nelle Alture del Golan. Mi è stato insegnato, fin da quando ero molto giovane, a non rubare e a non accettare i proventi del furto. Così non mi è possibile accettare questo regalo e sono costretto a restituirvelo.

Com'è noto, il vostro paese occupa illegalmente le Alture del Golan che appartengono alla Siria, secondo il diritto internazionale e le numerose decisioni della Comunità internazionale.

Colgo l'occasione per esprimere la mia speranza che Israele trovi la sicurezza all'interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti e che le attività terroristiche contro il territorio israeliano da parte di Hamas o di chiunque altro vengano controllate e rese impossibili, ma spero anche che il vostro governo cessi di praticare la politica della punizione collettiva che venne
applicata su vasta scala da Hitler e dai suoi eserciti.

Azioni come quelle dei militari israeliani in questi giorni a Gaza ricordano l'olocausto dei greci a Kalavrita, o a Doxato, o a Distomo, e certamente quello nel ghetto di Varsavia.

Con questi pensieri mi permetta di esprimere i miei migliori auguri a voi, al popolo israeliano, e a tutti i popoli della nostra regione del mondo.

Atene, 30 dicembre 2008


Fonte: http://palestinanews.blogspot.com

 
> Sabato 03 Gennaio 2009
Di pietro e gli inglesi
Gentile direttore,

le scrivo per farle notare una coincidenza, che forse non lo è: è da un pò di tempo che seguo Di Pietro e tutto mi fa pensare che possa essere eterodiretto dagli inglesi (tangentopoli finita con la riunione del britannia insegna);
adesso il guardian il 23 dicembre 2008 pubblica il seguente articolo www.guardian.co.uk/berlusconi-beckham ripreso guarda caso sul sito di DP, guarda caso il 1 gennaio 2009 (http://www.antoniodipietro.it/): cioè questo si accorge otto giorni dopo dell'articolo inglese che, a meno che non mi sbagli, non era stato ripreso da nessuno e lo inserisce proprio il giorno di capodanno!
Dulcis in fundo, in testa alla pagina del guardian, c'è una pubblicità del gioco dell'impiccato nella vari
ante nomi di città, e la città che scopre è guarda caso MILAN (intervallata qualche volta da LONDON): ebbene qualche giorno prima del rapimento Moro, il Financial Times intitolava 'Tempo scaduto' (o qualcosa del genere)...
A me sembra sufficiente per puntare i riflettori sul tonino nazionale...
 
Con ammirazione,

Paolo, Ravenna



La sua ipotesi – che Di Pietro lavori per il “Britannia” - è più che credibile.

Maurizio Blondet


 
> Sabato 03 Gennaio 2009
Non è tutto oro quel che luccica
Gentile Direttore,

mi permette una precisazione, riguardo la regina di Giordania?
 
Anche Rania di Giordania conosce il presidente israeliano Perez e molto bene, tanto da invitarlo tutti gli anni a Petra, insieme ad altri vincitori del premio Nobel per la pace, fra cui Wiesel, per un avvenimento culturale in nome della "fratellanza". Avvenimento culturale che sotto il regno di Hussein non credo esistesse: il defunto re aveva ancora una certa forma di "decenza". Perez è colui che nel suo curriculum vitae ha la strage dei palestinesi a Cana, nel 1996; Wiesel è un instancabile promotore di Gerusalemme capitale dello stato d'Israele, oltre che cantore dell'Olocausto.
Essendo palestinese, Rania dovrebbe conoscere la storia del suo popolo, ma penso le importi più del suo guardaroba. Un appello di quel genere non costa niente e non comporta tagli all'assegno, e la regina di Giordania, ottima pr di se stessa, lo sa benissimo.
 
La ringrazio per l'attenzione e porgo a Lei e a tutta la redazione l'augurio per un ottimo 2009.
 
Cordiali saluti.

Doriana Leonardi  
 


D’accordo, però non me la sento di gettare la prima pietra.
Come compirtarsi con un vicino che ti può incenerire, ed ha la volontà di farlo?

Maurizio Blondet


 
> Venerdì 02 Gennaio 2009
Zbigniew Brzezinski si esprime su GAZA
EMOZIONANTE

Un uomo come Zbigniew Brzezinski, mente e designer per anni della geopolitica statunitense (tra le varie, basti citare che fu uno dei principali artefici dell’invasione sovietica in Afghanistan,  ed è tuttora tra i principali progettisti della discutibile politica di accerchiamento della Russia) dicevo, un uomo cosi’ va ad una trasmissione televisiva e incontra il solito giornalista sionista.

IMPERDIBILE !



al settimo minuto (su nove) potrete ascoltare Brzezinski dire al giornalista un inimmaginabile :

"You know, you have such a stunningly superficial knowledge of what went on that it's almost    embarrassing to listen to you."

“Sa, Lei ha una conoscenza cosi’ incredibilmente superficiale delle cose,  che è quasi imbarazzante ascoltarla.”

COLPITO E AFFONDATO …
 
Cordiali saluti

Massimo da Roma



Come sarebbe bello che qualcuno rispondesse così a Mentana, Lerner eccetera!
Lasciatemi sognare...

Maurizio Blondet


 
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