
Lavori in corso: accoglienza, integrazione, Stati Uniti d’Europa
Klaus Foresti
03 Ottobre 2017
La finzione a cui ci hanno sottoposto le nostre Istituzioni politiche progressiste (e, dispiace dirlo, anche quelle religiose) è stata per lungo tempo voler definire “profughi” o “rifugiati” ogni genere di clandestini trasportati in Italia dalla Libia con l’alibi umanitario dei salvataggi in mare.
Inizialmente i salvataggi erano stati affidati alle varie ed imponenti operazioni navali comunitarie – a cui però era stato vietato incredibilmente ogni respingimento – per poi, molto presto, far ingolosire come api sul miele l’umanitarismo privato e delle Associazioni. Un servizio taxi (negato con sdegno fino all’accertamento definitivo della realtà) che andava, e andrà ancora, a prendersi i clandestini sotto costa, ricevendoli brevi manu dagli schiavisti della Tripolitania con l’acquiescenza di Istituzioni che non potevano essere all’…
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