
E bravo Erdogan, che non va in guerra
14 Ottobre 2014
Il presidente Erdogan merita un senso di solidale compassione, non disgiunta da ammirazione. Da giorni resiste alle pressioni (chissà quanto brutali) di Washington e dei suoi servetti europei, armati di tutti i media occidentali che spargono lacrime sugli eroici kurdi assediati dall’orribile IS a Kobani. Tutta la propaganda è contro di lui: il disumano schiera i suoi tank alla frontiera della Siria, a un tiro di schioppo dalla città che si difende (eroicamente), e lascia fare il massacro dei kurdi. Non ha un po’ di umanità? Non gli prude l’intervento umanitario? Non sente la caritatevole «responsibility to protect» (americanamente siglata R2P) che ha spinto l’America e i suoi satelliti ad invadere, bombardare e massacrare una dozzina di Paesi islamici per difendere i perseguitati da dittatori cattivissimi? L’IS decapita – come attestano gli …
(L’articolo è disponibile previo sostegno)