
Attentato in Iran: è contro Obama. Chiedete a Ledeen
19 Ottobre 2009
Cui prodest? L’attentato che ha fatto strage di capi delle Guardia della Rivoluzione iraniana (fra cui il generale Nurali Shushtari, capo del battaglione di commando Al Quds, più una sessantina di «danni collaterali») danneggia ovviamente le prospettive di dialogo fra Teheran e Washington, che il regime iraniano aveva aperto con molte concessioni sul suo programma nucleare, come atto di buona volontà verso il presidente Barak Obama. Teheran ha accusato i servizi americani (e inglesi e francesi) di essere i mandanti del sanguinossimo attentato-strage. Washington ha negato, con imbarazzo. I colloqui della AIEA riprendono a Ginevra in un clima di aspra tensione e diffidenza.
Domanda: chi non vuole un rasserenamento dei rapporti fra USA e Teheran? E chi ha i mezzi per teleguidare la sovversione interna all’Iran? Provate a indovinare.
Persino Maurizio Molinari, il neocon de noantri che scrive per La Stampa (L’articolo è disponibile previo sostegno)