
Pechino domina il centro-Asia
Maurizio Blondet
05 Gennaio 2010
Un decennio di sforzi, spese, guerre e sovversioni, aperti ricatti e occulte manovre, mazzette e corruzione per assicurare agli USA il petrolio del Caspio; e per nulla. Tutti i poteri forti che a Washington (pensate a Dick Cheney e a Zbigniew Brzezinsky) hanno teorizzato e operato per l’occupazione americana del «vuoto di potere» lasciato dalla caduta dell’URSS nello spazio centro-asiatico, hanno avuto un brusco risveglio il 4 dicembre scorso ad Astana, capitale del Kazakhstan.
Lì, il presidente-dittatore kazako, Sultan Nazarbajev, ha annunciato ad una folta platea di investitori occidentali (Chevron, Total, Arcelor Mittal, eccetera) che avrebbe concesso lo sfruttamento dei campo petroliferi del Paese solo «a coloro che propongono progetti per diversificare la nostra economia». Insomma, il semplice saccheggio delle ricchezze minerali che lascia i Paesi dei …
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