Noi, schiavi del grande spreco
25 Luglio 2014
Zosimo, storico del V secolo, racconta: «Costantino (imperatore) impose un tributo in oro e argento a tutti coloro che facevano commercio, anche ai più piccoli. (...) La frusta e la tortura erano impiegate contro quelli che, per troppa povertà, non potevano far fronte a questa tassa ingiusta. Le madri vendevano i figli, i padri prostituivano le figlie, forzati com’erano a procurarsi il denaro per soddisfare gli esattori. Quelli che vivono d’imposta sono più numerosi di quelli che la pagano».
Come ci si era ridotti a quello? Quelli così angariati erano ancora – in teoria – cittadini romani. Persone libere. Il grande diritto romano era ancora vigente e garantiva loro l’inviolabilità personale e la proprietà privata, in teoria. E invece funzionari del fisco li bastonavano e torturavano, li obbligavano a vendere i figli per procurarsi …
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