In Siria, l’Islam fa bancarotta
29 Settembre 2013
Mentre Washington deve accettare un Assad ri-legittimato al tavolo delle trattative dove consegnerà i suoi arsenali di sarin e si sottoporrà volontariamente ai trattati anti-armi chimiche, che cosa fa il fronte della cosiddetta opposizione favorita da Washington? Si sgretola, si spacca, e nelle aree della Siria che hanno «liberato», i ribelli si sparano ferocemente a vicenda. Tredici maggiori brigate di ribelli hanno rifiutato l’autorità del Syrian National Council (il governo in esilio, ospitato dalla Turchia e mantenuti dagli americani) e si sono unite in una Unione Islamica che dichiara di voler instaurare, nella Siria «liberata», non la «democrazia», ma la sharia. Il guaio è che tre formazioni islamiste ritenute «pragmatiche», e in qualche modo centriste fra l’opposizione «democratica» e quella estremista (Liwa al Tawheed, Liwa al Islam e Suqor al Sham) …
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