Verso il ritorno del sacrificio umano
01 Agosto 2015
Si chiamava Jivan Kohar, aveva 10 anni, viveva a Kudiya, cittadina al confine tra India e Nepal. Kodai Harijan, un signore di trentacinque anni, che i media descrivono come padre di un diciottenne «malato», lo adesca mentre gioca con altri bambini, attirandolo con un pacchetto di biscotti e 50 rupie nepalesi, circa 40 centesimi di euro.
Il bambino viene portato in un tempio indù di periferia. Qui, in un rituale che parrebbe essere stato officiato dal sadhu (=sacerdote induista) che aveva convinto Kodai della necessità dell’operazione, il bimbo è sgozzato e offerto agli spiriti. Il figlio dell’assassino infatti era «in preda all’incantesimo di uno spirito», come avrebbe confessato uno dei complici dell’uomo raggiunto dalla polizia mentre cercava di fuggire in India. Con lui, sono arrestate nove persone tra parenti e fiancheggiatori dell 
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