
La grammatica della dissoluzione
15 Agosto 2015
Come ogni totalitarismo, anche quello “democratico” del nostro tempo si avvale di un’opera di scientifica manipolazione e perturbazione di tutto quell’universo linguistico, logico e concettuale che sovrintende la vita sociale e i rapporti interpersonali, in funzione dell’esercizio del potere dei pochi sui molti sedotti dal suono e dalla suggestione delle parole.
La forza di penetrazione della lingua che si impone all’uso comune e si propaga come codice condiviso corrisponde alla prepotenza con cui le oligarchie dominanti mirano ad asservire i popoli, a privarli della capacità di intendere e di volere, e a impossessarsi della loro anima. Tramite la progressiva assuefazione delle coscienze a ogni genere di abominio mascherato.
Per realizzare appieno il mondo nuovo degli uguali, sottomessi ed eterodiretti, è necessario far sì che siano essi …
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