Beate, l’irriducibile
03 Maggio 2013
Il 14 novembre 2011 un’esplosione devasta un edificio nella cittadina sassone di Zwickau, Fruehlinsstrasse 26. Si sviluppa un incendio. Mentre comincia a radunarsi la folla, una donna d’aspetto insignificante si allontana senza esser notata. È Beate Zschäpe, 36 anni, da tredici latitante, che in un appartamento di quell’edificio ha vissuto per anni sotto falso nome con i suoi due uomini. Da soldato disciplinato del gruppo nazional-socialista clandestino (Nationalsozialistischer Untergrund - NSU), di cui è rimasta l’ultima militante, sta eseguendo le ultime volontà dei suoi due camerati Uwe Mundlos ed Uwe Boehnardt, che si sono uccisi poche ore prima a 200 chilometri di distanza. Dopo una rapina nella cassa di risparmio di Eisenach in Turingia (la quattordicesima messa a segno dalla cellula, come poi si ricostruirà), i due si sono rifugiati col bottino – 70 …
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