
Mussolini tra inglesi e tedeschi
Maurizio Barozzi
20 Ottobre 2009
Nel suo pezzo «L’occupazione di Danzica (1 settembre 1939): il prologo della seconda guerra mondiale» (www.effedieffe.com dell’11 settembre 2009) il professor Bertotto riporta, in modo veramente appropriato, le osservazioni - deduzioni di Paola Ardizzone («Mussolini tra il declino britannico e l’aggressivo nazionalismo tedesco»), che mi erano sconosciute, ma che in qualche modo confermano una analisi che ho sempre sostenuto: l’Italia venne a trovarsi, in quel contesto storico, come il classico vaso di coccio tra vasi di ferro, proprio in un momento in cui Mussolini, con il suo regime, suscitando tutte le energie vitali della nazione, era riuscito a portare a compimento le aspirazioni unitarie del Risorgimento e a risolvere l’atavico nostro problema di una nazione ricca di energie, di unità lavorative e qualità manageriali, ma assolutamente priva di materie prime, con la conquista di uno spazio in Africa.
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