Nella prima parte di questo articolo abbiamo sostenuto, appoggiandoci alla concezione tomista
del bello, che ogni bellezza artistica è splendore di quella verità corrispondente all’armonia e alla
perfezione strutturale dell’opera d’arte stessa.
Se ci fermassimo qui, lasceremmo però il discorso a metà.
Non meno importante infatti è il rilevare che la struttura interna dell’opera risulta sempre legata ad un fine artistico, cioè ad un’idea che l’artista intende esprimere tramite la creazione e l’ordinamento
(strutturazione) degli elementi materiali (suoni, parole, segni grafico-pittorici, ecc.) propri della sua arte. Secondo questa accezione il bello consiste nell’originalità e insieme nella corrispondenza perfetta con cui i segni materiali sono in grado di comunicare il fine artistico (l’idea dell’artista).
L’arte occidentale …