
Il «Grande Adesso» che ci ha ucciso il futuro
Maurizio Blondet
30 Gennaio 2014
Douglas Rushkoff è un rinomato esperto di mediologia, cyber-cultura, reti, nuovi media. Ebreo newyorkese, interessante per motivi che si vedranno poi, egli lancia uno spaventato allarme: il progresso tecnologico, il web e tutto il resto (ossia il mondo in cui proprio lui dovrebbe sentirsi a suo agio) «ci ha ucciso il futuro».
Vaste risonanze, quelle che evoca Rushkoff: «Tutte le crisi accadono “adesso”, e tutte “insieme”, – dice – ed anche le risposte, prima che i problemi si possano ben diagnosticare. Le pause tra un evento e la sua spiegazione – lo spazio in cui si calibrava l’opinione pubblica – è scomparso, e adesso la reazione è indistinguibile dall’azione iniziale. Il verdetto, la presa di distanza, lo stesso significato di ciò che accade è più sfuggente di quanto sia mai …
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