
Secessioni elettroniche, scacchiere materiale
Roberto Dal Bosco
27 Marzo 2014
I giornali, nazionali e locali, hanno prima ironizzato, per poi buttarsi a pesce nella sempiterna cantilena della «spia del malessere». Se – virtualmente – due milioni di Veneti esprimono istanze secessioniste, qualcosa – come hanno scritto in automatico i mandarini addetti al culto socioeconomico dei grandi giornali – non torna: «lo Stato centrale non fa abbastanza», «troppe tasse», «le fabbriche chiudono», «la protesta ha delle basi legittime». Monsieur Lapalisse, chi è costui? Dopo averci pensato qualche giorno, è arrivato finanche il premier-boyscout: «Il Veneto è una mia priorità. Già fissata una nuova visita» (1). Il ritardo di reazione davanti alla notizia che una delle regioni più ricche potrebbe volersene andar via è dovuto al fatto che Renzi reagisce non al fatto in sé – il referendum –…
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