
Black Blok come Al Qaeda. Lassù qualcuno li paga
Maurizio Blondet
02 Maggio 2015
Potevo anche scrivere: Black Blok come DAESH. O come le «Femen», o le Pussy Riots. Voglio dire: professionisti addestrati, stipendiati, forniti di materiale, e pagati extra nelle trasferte per creare l’evento esplosivo – dall’11 settembre alle decapitazioni ISIS diffuse da Rita Katz – voluto dai loro mandanti.
Milano, il 1° maggio, ha avuto il suo 11 settembre. Il professionismo degli incendiari spaccatori non è stato nemmeno nascosto: il fulmineo abbandono delle uniformi nere lasciate per strada, con caschi e maschere antigas (tutta roba che costa: non l’hanno comprata loro), per sciogliersi tra i manifestanti cosiddetti pacifici (complici o cretini — meglio entrambi ) è una geometrica dimostrazione di perfetto addestramento. Persino il fatto che abbiano lasciato questa «firma» è sicuramente voluto. È un messaggio a chi deve capire: « …
(L’articolo è disponibile previo sostegno)