
L’assassino solitario non lo era
Maurizio Blondet
03 Maggio 2012
Il 5 giugno 1968, Robert Kennedy, senatore e candidato alla Casa Bianca, fu ucciso all’Hotel Ambassador di Los Angeles da Sirhan Sirhan, un giordano-palestinese di 24 anni con un revolver Iver-Jonson Cadet, con tamburo da 8 colpi calibro 22, tre dei quali raggiunsero Bob Kennedy. Uno dei tanti assassini solitari della storia americana. Tre mesi prima, in aprile, Martin Luther King era caduto sotto i colpi di un tiratore scelto solitario; pochi anni prima, nel novembre 1963, John Kennedy, fratello di Bob e presidente degli Stati Uniti, era stato ucciso a Dallas da un assassino solitario di nome Lee H. Oswald, a sua volta eliminato (e ammutolito per sempre) due giorni dopo da un altro assassino solitario, tale Jack Ruby, poi morto di cancro fulminante prima che potesse apparire in un’aula di tribunale a render conto del suo atto (1)…
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