Il lettore Antonio M. A. mi invia la seguente lettera. È così sicuro della sua pubblicazione, da averle apposto persino il titolo: è quello che di buon grado adotto, e che avete potuto leggere sopra. Ecco la lettera:
Caro Direttore,
Tenuta in debita considerazione quanto da Lei riportato nel Suo articolo “Lo chiamano Amok”, non è altresì maggiormente rilevante la complicità di certi epigoni dell’integrazione senza discernimento?
Ricordo meravigliosi fiumi d’inchiostro, sgorgati dalla Sua penna, allorché magnificava l’integrazione romana, quella tesa a “fare qualcosa di grande insieme”; la stessa che, con Diocleziano, estese la cittadinanza a tutto l’…