Fondi sottratti al Quirinale indagato anche Gifuni
La Repubblica
02 Dicembre 2009
Il Venerato Maestro Gifuni, capo del Quirinale con due milioni di euro annui di stipendio
Si allarga l'inchiesta sui
fondi sottratti alla manutenzione delle tenute del presidente della Repubblica.
E tra gli indagati finisce anche Gaetano Gifuni, dal '92 fino al 2006
segretario generale del Quirinale. L'inchiesta ora punta sulle
coperture eccellenti che avrebbero consentito per anni ruberie, sprechi
e trattamenti di favore dei funzionari rimasti coinvolti nell'inchiesta
sull'ammanco di 4 milioni di euro accertati dai bilanci del Quirinale.
L'ex potente direttore generale che, oggi ricopre la carica di
segretario generale emerito, verrà interrogato nei prossimi giorni in
procura. Gli inquirenti vogliono capire il ruolo che avrebbe avuto
l'alto dirigente nella gestione della tenuta presidenziale di
Castelporziano. In particolare i pm vogliono accertare se Gifuni abbia
addottato provvedimenti a favore del nipote Luigi Tripodi, direttore
del servizio Giardini e Tenute presidenziali, da ieri sera agli arresti
domiciliari con l'accusa di peculato e falso.
Una contestazione respinta con forza da Tripodi che attraverso gli
avvocati Mario De Caprio e Marisa Sciscio sostiene di essere vittima di
una congiura: "Si tratta di una situazione paradossale. E' stato
Tripodi ad aver denunciato otto mesi fa le irregolarità che aveva
scoperto nella gestone dei fondi. Ora, invece, si trova lui ad essere
accusato. E gli si contesta di aver occupato un alloggio di servizio
che era stato realizzato regolarmente trasformando un ex canile
all'interno della tenuta di Castelporziano". "Si tratta di un grosso
equivoco - aggiunge il legale - L'immobile che è di proprietà della
presidenza della Repubblica, inoltre, sarebbe stato lasciato libero da
Tripodi nelle prossime settimane essendo andato lui in pensione".
"Forse chi ha accusato Tripodi - incalza l'avvocato De Caprio - l'ha
fatto proprio a causa della sua parentela con Gifuni, un legame che
potrebbe aver dato fastidio a molte persone".
Fonte > La Repubblica.it | 1 dicembre