Corriere 18 Novembre 2010
Il costo delle importazioni alimentari aumenterà dell’11 % per i paesi più poveri e del 20% per quelli con deficit alimentare. Crollo delle riserve di orzo, grano e maisPREVISIONI - L’agenzia dell’Onu avverte la comunità internazionale che si annunciano tempi non facili, a meno che nel 2011 la produzione delle principali colture alimentari non aumenti in modo significativo. Infatti, anche a causa di sfavorevoli condizioni atmosferiche e contrariamente alle previsioni precedenti, la produzione cerealicola mondiale sembra avviarsi verso una contrazione annuale del 2 per cento, a fronte di un aumento previsto dell’1,2 per cento solo lo scorso giugno. Gli stock cerealicoli potrebbero così ridursi notevolmente. Secondo la Fao, le quantità di cereali immagazzinate nel mondo caleranno del 7 per cento, quelle di mais del 12 per cento, di grano del 10 per cento, mentre l’orzo subirà un crollo del 35 per cento. Solamente le riserve di riso si prevedono in aumento, con una crescita dei volumi nell’ordine del 6 per cento. Inevitabilmente queste variazioni di quantità si rifletteranno sui prezzi, sia all’ingrosso che finali. Secondo la Fao, «il volume della produzione del prossimo anno sarà cruciale per la stabilità dei mercati internazionali».
I PICCHI DELLO ZUCCHERO - Sotto osservazione, oltre ai cereali, anche altre derrate, come i semi di soia, lo zucchero e il cotone. In particolare lo zucchero è stato nei mesi scorsi una delle prime ragioni dell’aumento dei prezzi del paniere alimentare globale, tanto da superare i massimi da trent’anni a questa parte. Ma sui massimi livelli di prezzo c’è anche la manioca, un tubero coltivato in Sudamerica, al massimi da 15 anni, mentre in misura più contenuta, ma ugualmente preoccupante, è cresciuto anche il livello dei prezzi dell’intero settore ittico. Nel dettaglio, la produzione cerealicola è attesa a 2.216,4 milioni di tonnellate, in calo dalle 2.263,4 milioni di tonnellate della raccolta precedente (-2,1 per cento), con stock finali pari a 512,5 milioni di tonnellate in flessione dai 552,4 milioni di tonnellate precedenti (-7,2 per cento). Colpisce la parabola dello zucchero, che tocca i massimi di prezzo a fronte di una produzione in crescita sostenuta (+7,75 per cento) a 168,8 milioni di tonnellate, con la produzione che supera i consumi e i prezzi ugualmente in tensione.
La Fao avverte del pericolo: «I prezzi internazionali potrebbero ancora salire se la produzione l’anno prossimo non aumenterà, in modo significativo, per mais, semi di soia e grano». Anche il prezzo del riso, la cui offerta è al momento più che adeguata rispetto ad altri tipi di cereali, potrebbe risentirne, se i prezzi delle altre principali colture alimentari dovessero continuare a lievitare.
Stefano Righi
Fonte > Corriere.it