La catastrofe imminente?
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I tocchi finali a varie ipotesi di attacco all’Iran

“Israele ha dichiarato che un attacco all’Iran sarà ‘inevitabile’ se il regime islamico continuerà a portare avanti il preteso programma di costruzione di armi atomiche.” (London Daily Telegraph – 11/6/2008)

Il Cancelliere tedesco Angela Merkel ha aderito alla richiesta del Presidente Bush di mercoledì scorso di ulteriori sanzioni contro l’Iran se non sospenderà il programma di arricchimento dell’uranio. Bush ha specificato che ‘tutte le opzioni sono sul tavolo’, cosa che includerebbe l’uso delle armi.” (New York Times – 11/6/2008)

Ci stiamo rapidamente avvicinando agli ultimi sei mesi dell’amministrazione Bush. Il pantano iracheno è ormai al suo sesto penosissimo anno, senza alcuna vera fine in vista, e la guerra dimenticata in Afghanistan è giunta al settimo. I duri a morire e le altre fazioni armate sono vivi e vegeti in Iraq e i Talebani in Afghanistan controllano la maggior parte del paese. Il prezzo della benzina ha raggiunto i 4 US$ al gallone su base nazionale e molti analisti prevedono che il prezzo salirà fino a 5 o 6 entro il Labor Day (1° settembre). E questo nonostante le assicurazioni di alcuni dei maggiori sostenitori dell’invasione dell’Iraq che la guerra “si pagherà da sola” (Paul Wolfowitz) o che avremmo visto il petrolio a “20 US$ al barile se invadiamo l’Iraq” (Rupert Murdoch).

Non è un segreto che gli USA stiano attualmente dando gli ultimi tocchi a diversi piani d’azione per attaccare le installazioni nucleari e militari iraniane. Con le nostre forze di terra tese fino al funto di rottura in Iraq ed in Afghanistan, nessuno degli scenari verosimili prevede un’invasione di terra.
Non che questa amministrazione non preferirebbe marciare nel cuore dell’Islam Shiita dietro una solida linea in movimento di carri M1 Abrams e “proclamare la democrazia” nel paese. Il fatto è che persino questo presidente sa che non può arrivare così lontano e così lui ed i neocon dovranno accontentarsi di una operazione Shock and Awe “leggera”.

Se attaccheremo l’Iran quest’anno lo faremo con centinaia di incursioni aere lanciati dalle portaerei che già dislocate nel Golfo Persico e decollati dalle basi di terra in Iraq e Qatar. Colpiranno sia le installazioni nucleari note che si trovano attorno Teheran e nel resto del paese, sia le basi delle maggiori unità dell’esercito iraniano, le installazioni anti-aeree e le unità dei Guardiani della Rivoluzione, la potente organizzazione paramilitare indipendente iraniana.

Riuscirà questa azione militare a fermare il piano iraniano per sviluppare armi nucleari. Probabilmente no. Probabilmente non distruggerà neppure tutte le loro installazioni di ricerche nucleari, le più importanti delle quali sono sotterranee, protette da tonnellate di terra e rinforzate con cemento armato ed acciaio, progettate per sopravvivere a quasi tutti gli attacchi con armi convenzionali. L’esercito iraniano ed i Guardiani della Rivoluzione altrettanto verosimilmente sopravvivranno, sia pure con gravi perdite, e importanti centri di comando saranno indubbiamente distrutti. Comunque, dato che l’Iran ha sia un’Aviazione che una Marina efficienti (con sottomarini) e capacità anti-aeree moderne, è certo che anche i caccia-bombardieri americani riporteranno delle perdite. Non sarà una “passeggiata” come fu per l’invasione dell’Iraq nel 2003, quando l’esercito iracheno semplicemente si dissolse e l’aviazione non lanciò neppure un attacco aereo.
Neppur lontanamente così…

Se gli USA attaccheranno l’Iran, quest’estate o in autunno, il popolo americano farà bene ad essere preparato per un contraccolpo che potrebbe persino essere più grande, per il morale nazionale (e per l’economia) dello stesso 11 settembre. Prima di tutto, ci saranno gravi perdite nella fase iniziale dell’attacco; aerei americani saranno abbattuti, piloti americani sopravvissuti saranno presi prigionieri, anche donne pilota. I missili iraniani di tipo Yakhont 26, Sunburn 22 ed Exocet cercheranno e colpiranno, con risultati mortali, i gruppi da battaglia americani imbottigliati nelle acque ristrette del Golfo. Marinai americani saranno uccisi e navi americane saranno malamente danneggiate, e forse anche affondate. Potremmo forse vedere il primo attacco ad una portaerei americana dalla fine della 2° G.M.

E questo è solo il primo atto

Israele (che finora sarà rimasta fuori dalla mischia lasciando alle forze USA il lavoro pesante) sarà attaccata da Hezbollah in uno sforzo coordinato a largo raggio. Perdite orribili e diffuse paralizzeranno effettivamente il paese, un pensiero una volta ritenuto impossibile. La Siria, il più recente alleato dell’Iran nella regione, scatenerà a questo punto un fuoco di fila di oltre 200 Scud B, C e D contro Israele, ciascuno caricato con gas VX. Dato che Israele è nel raggio d’azione di queste armi russe, Haifa, Tel Aviv, Gerusalemme e praticamente tutti i maggiori centri civili e diverse basi militari saranno colpiti, spesso con la conseguenza di enormi perdite.

L’Aviazione israeliana farà decollare le tre squadriglie di caccia-bombardieri F16I Sufa con l’ordine di bombardare Teheran e quante più installazioni militari e nucleari possibili prima di essere abbattuti o di esaurire il carburante. Per molti piloti sarà un viaggio di sola andata. La loro patria sarà un ammasso di rovine, le famiglie di molti saranno già morte o moribonde. Non aspetteranno autorizzazioni da Washington o dai comandi militari americani nell’area: e gli aerei israeliani portano sotto le ali la maggior parte dell’arsenale nucleare del proprio paese.

Appena le prime ondate di bombardieri USA saranno penetrate nello spazio aereo iraniano, la Marina iraniana, usando missili terra-mare e piccole imbarcazioni da attacco, affonderà varie petroliere nello Stretto di Ormuz, impedendo così a tutto il mondo l’accesso al Golfo Persico ed al suo petrolio. Successivamente mineranno l’area rendendo più difficile, se non impossibile ai dragamine americani la pulizia dello Stretto. Quello che sarà rimasto della Marina e dell’Aviazione iraniana attaccherà ripetutamente la nostra Marina mentre tenterà di portare avanti le operazioni di sminamento. Altre perdite di militari USA.

Il giorno dopo l’invasione Wall Street (e, a livello minore, Tokyo, Londra e Francoforte) reagirà come fa di solito di fronte ad una crisi internazionale: la speculazione irrazionale e l’acquisto rapido raggiungeranno picchi da febbrone e manderanno alle stelle il costo del petrolio. Il giorno immediatamente dopo l’attacco USA all’Iran il prezzo del barile di petrolio raggiungerà i 200 / 300 US$ sul mercato libero e salirà ancora di più se la guerra non si concluderà in poche settimane.
Conseguentemente il prezzo della benzina alla pompa in USA salirà immediatamente a 8 / 10 US$ al gallone, e successivamente a livelli assolutamente impensabili.

Se si verifica tutto ciò questo paese ha semplicemente chiuso. Molti americani non potranno permettersi la benzina per andare a lavorare; i trasportatori semplicemente accosteranno i loro “bestioni” al lato della strada e se ne andranno a piedi. Il cibo, le medicine e gli altri prodotti critici non raggiungeranno più magazzini e negozi. Il gas e l’elettricità (quello che resterà della già scarsa riserva) saranno troppo costosi perché la maggioranza della gente possa permetterselo. Bambini, ammalati, anziani moriranno d’estate a causa della mancanza di condizionamento a casa e negli ospedali. Bambini, ammalati, anziani moriranno d’inverno a causa della mancanza di riscaldamento. Ci saranno disordini per il cibo in tutto il paese e un sistema di baratto prenderà il posto della moneta e del credito, mentre l’economia si dissolve, e le banche chiudono, o limitano i prelievi. L’agitazione civile cresce.

La polizia non sarà in grado di contenere la violenza e sarà essa stessa vittima della stessa crisi assieme al resto della popolazione. La legge civile si dissolverà e verrà proclamata la legge marziale secondo quanto previsto dal Patriot Act. Truppe regolari dell’Esercito e della Marina USA pattuglieranno le strade e l’apparato di governo federale verrà spostato in una sede sconosciuta ma sicura. Gli Stati Uniti piomberanno nel caos e diventeranno un paese del terzo mondo. Sarà così, dato che la superpotenza sarà finita.

Non potrà essere peggio di così…

… e poi il primo bombardiere israeliano sgancerà il suo carico nucleare su Teheran.

David DeBatto è stato Agente Speciale nel Controspionaggio dell’Esercito USA, è un veterano della guerra in Iraq in cui ha guidato un Team THI, ha rintracciato Saddam e le “55 carte da gioco”, ha catturato alcuni dei grandi comandanti lealisti ed ha organizzato e condotto “consigli tribali” di leaders Shiiti e Sunniti ancor prima dell’arrivo di Paul Bremer.
Attualmente è giornalista indipendente e analista di informazione per alcuni dei maggiori networks radiotelevisivi e apprezzato conferenziere sull’Iraq, il Terrorismo ed i Servizi Segreti.


Tradotto per EFFEDIEFFE.com da
Arrigo de Angeli

Source >
Global Research


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